Lo sapete, non devo ripeterlo, che non mi proclamo mamma ai quattro venti e che non credo di avere tutti i segreti della genitorialità in tasca (non è neanche materia del credere ma di esperienza quotidiana 😉 ).
Però c’è una cosa che in questi due anni e qualche mese posso dirmi orgogliosa di saper fare: non avere paura. Anzi, ad essere precisi, a sapermi dire “Paura non avere”.
L’ho capito quando la Pulce ha fatto i vaccini, due anni fa.
Perché lo so, che sono facoltativi. Perché lo so, che possono esserci interessi “altri” che non riguardano il bene dei miei figli. Perché lo so, che ormai sono di sintesi.
Ma mentre la punzecchiavano, io avevo paura.
Folle, irrazionale. Che accadesse qualcosa, che stesse male, troppo male per salvarla.
Andare via? Non vaccinarla? Neanche per sogno. Perché, contemporaneamente, sapevo proiettarmi in avanti, in un futuro in cui fosse stata una persona quasi adulta, una bambina cresciuta, che per una circostanza sfortunata voluta dal destino si trovasse ad incrociare una delle malattie per cui l’avrei potuta vaccinare. Vedevo, nella mia proiezione, i suoi occhi che mi avrebbero chiesto “Perché? Non mi hai salvato per la tua paura di affrontare un dolore che, all’epoca, sarebbe stato quasi esclusivamente tuo?”
E ho capito, mi sono detta, che quella paura doveva restare dentro di me, arginata dalla mia mente e dal mio cuore, e non trasparire di fronte a lei.
La fatica più grande, di questa mia maternità che pian piano cresce e si irrobustisce, non sono le notti insonni, le ragadi, i rimproveri o i capricci. Ci sono, eh 😉 , ma poi passano.
Mentre non passano e non possono passare tutte le paure che restano dentro di me, che cerco di contenere nel mio cuore, paure che sono legate alle grandi incognite della vita, ai grandi misteri e alla promessa che la vita non mantiene sempre, che i figli – cioè – non se ne vadano prima dei genitori.
Paure, che per me sono inesorabilmente connesse al fatto di essere prima di tutto responsabile per i miei figli. Responsabile della salute, della serenità, dell’educazione. Anche a costo di non essere simpatica, anche a costo dei no, della pesantezza e della tristezza.
Ma il fatto che io abbia questa paure (e quindi voglia vaccinarli, proteggerli, limitarli e magari guidarli ove occorra) non mi sembra un buon motivo per limitare in qualche modo l’esistenza dei figli che mi sono affidati. Lo farà già, sicuramente, in una maniera di cui io non sono consapevole, ma per quanto riguarda la sfera del consapevole, io mi chiedo, anzi, esigo, di mordermi la lingua, di restare un passo indietro, di essere, se possibile, e mi si permetta il “pregiudizio” una mamma un po’ più nordica, che italiana.
Una mamma cioè che anche se sa che cadranno dalla bicicletta, lascia che corrano e si morde la lingua, prima di urlare “attento”.
O per lo meno, una mamma che ci prova.
Una mamma che – quando si tratta solo di “esperienze” per i bimbi – ha l’aspirazione di provare a fare un passo indietro mormorandosi come un mantra “paura non avere, paura non avere…” e che – quando le cose sono troppo grandi perché i bimbi possano decidere – decide per loro, con un peso enorme nel cuore, ma tirando in alto la testa (è uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve fare) e sempre, nel cuore, si dice “paura non avere, paura non avere…”
Silvia, grazie!
Mia madre ha sempre avuto paura di tutto e non si e’ goduta il bello dell’essere vivi. Io ho duramente imparato a dare una priorità alla paura, qualcosa si può prevenire, molto arriva per caso/destino. Non ho mai avuto paura della morte, ad esempio, ma ora mi accade di pensarci. Nel prossimo mese dovrò prendere 4 aerei per lavoro e l’idea non mi piace. Razionalmente so che rischio di più l’ora al giorno che passo in auto ma non mi tranquillizzo. Sono in un momento così speciale nella crescita di mio figlio da sentirmi insostituibile. Insomma per la prima volta ho paura di poter mancare in un momenttogo dame tale. E’ così assurdo. Non riesco neppure a pensare che qualcosa di brutto possa accadere a lui ma ho questo pensiero irrazionale su di me che mi prende ad ogni viaggio. Come ogni fase, passera’ mi dico.
grazie silvia!
Anna, ma non vai controcorrente: in fondo stiamo dicendo la stessa cosa. Ma perchè Giovanni Paolo II esordì al primo raduno mondiale di ragazzi con quella frase che conquistò il cuore di molti: “non abbiate paura”? Perchè la paura è nella natura umana. Non abbiate paura di avere paura, di sapere che la paura esiste sia a due anni quando non vedi mamma perchè è nella stanza accanto, sia a quaranta quando ti fermi a guardare tuo figlio che cresce e non sai dove andrà la sua strada. Paura non avere: o meglio fa che la tua paura di uomo non ti ostacoli, fai grandi cose comunque, fai amicizia con i tuoi demoni. E insegna a tuo figlio che avere paura non è male: è una risorsa.
@Daniela: concordo, ci sono paure “Tasto facile” che ci sembra giusto avere e che magari controlliamo solo per dare loro coraggio e altre che vorremmo non avere per renderli più saldi – e azzittire il villaggio – o consentire loro di viversi le loro esperienze… ma che cuore piccolo, avolte!!
@Deborah: come ammiro chi sa tagliare corto! io purtroppo mi ci infogno fino a stare male – ma nel silenzio di me stessa 🙁
@Silvia: foto azzeccatissima! come direbbe Joda: non si tratta di credere, ma di fare. accettare il panico per la mortalità ma nello stesso tempo vincere le voci di sfiducia. ah, che fatica 😉
@Monica: perché patologica, forse si tratta semplicemente di una sicurezza che tu e lei dovete costruire e percorrere assieme. io ci credo 😀
@Anna: tutt’altro, grazie invece del tuo intervento, non so se si è capito ma anch’io temo la campana di vetro e proprio per questo mi dico che non voglio “passarle” la mia paura. quando invece c’è ed è giusto ci sia, attraversiamola assieme ….
@supermam: sai, erano tempi bui, c’era un Borgia che si aggirava per l’Italia, conquistando a destra e a manca…
scusate se vado controcorrente, ma sarà che sono cresciuta sentendomi dire: non avere paura! sarà che sto leggendo, lentissimamente intelligenza emotiva per un figlio, io da quando dico a mio figlio di 3 anni: è normale avere paura per questo o per quello, perchè sono cose che non conosci , anche io ho iniziato ad essere + serena riguardo l’incognito mio e dei miei cari, riguardo il “potrebbe stare male”, perchè penso che se deve succedere qualcosa succede anche se lo metto sotto una campana di vetro (ovviamente se lo lascio andare su una giostra pericolosa e inadatta sono scema), certo fa paura il dolore, perchè ci ricorda che non siamo immortali (come dice Silvia) ma la vita è una e se continuo a passare il tempo ad angosciarmi di cose dalla + banale alla + grave non me la godo e non mi godo la mia famiglia. Me lo sono imposto. Si, ho paura di tante cose ma perchè non le posso controllare come tenderei a fare io, ma una volta che me lo sono detto, è già diminuita e per me avere paura non vuol dire non avere coraggio, anzi. Forse non mi sono spiegata come volevo ma pazienza. (=
Mi sento un caso patologico. Sono di natura apprensiva, il più delle volte ammetto che me le tiro pure dietro, se in un parco si sente piangere, state pur tranquille che si è fatta male mia figlia. E più invecchio, peggio sto e peggio faccio stare.
Ragazze, questa volta ho tutto a imparare da voi…
Anche io provengo da una mamma apprensiva e per questo esibisco una serafica tranquillità di fronte a mio figlio che fa cose indicibile. Ovviamente, dentro, nel mio stomaco, è tutta un’altra faccenda! Ma mi sono ripromessa che, su questo, mi sarei sempre dominata ed, in effetti, non mi costa tanta fatica. Qui in Italia mi costa un po’ di più vestirlo poco e lasciarlo sudare in pace, perchè c’è l’occhio critico del “villaggio”, ma a me questa storia di essere additata come la mamma che lo-fa-sudare-e-sporcare mi diverte moltissimo!
Ma la paura non è solo quella per le “scapestratezze” dei bambini, è anche quella per il domani: la paura che si ammali, che gli succeda qualcosa, o che succeda qualcosa ad uno di noi genitori e lui soffra della nostra mancanza. Non sono una persona che pensa negativo, per niente, ma credo che questi pensieri capitino a tutti i genitori: ecco, quello è il vero momento in cui mi dico “paura non avere”, l’importante è cercare di vivere bene ogni giorno proprio per questo.
Quando ti fermi a pensare che anche tuo figlio è mortale, senti il panico che sale… Ma poi sai che la vita è questa, la sua e la tua, quella di tutti e che l’unico modo di essere sereni è “paura non avere”, insegnargli ad essere libero e solido, nei limiti del possibile.
(p.s.: @Silvietta, piaciuta la foto che ho messo? 😉 )
Ieri ho tagliato corto con una mamma che si lamentava delle maestre che lasciavano i bimbi dell’ultimo anno d’asilo troppo tempo (un paio d’ore)in giardino. Temeva i colpi di sole per la figlia. A inizio maggio con una temperatura, miracolosamente da mezza stagione!!!?
Povere maestre!
Ecco, anche per me questo è un “tasto facile”. Le paure le ho, per esempio ora ho il terrore di quando arriverà il richiamo del vaccino, Sara ha paura delle punture, ha ragione, esperienze decisamente negative, e io non so come la preparerò e come l’aiuterò, so solo che sarà dura. Ma queste paure non sono sbagliate, forse…
Sono le altre. Ci sono, eccome, mi girano dentro come coltelli, ma le zittisco. E non è da me, impulsiva come sono! Si arrampica sul quadro svedese al parco giochi? Ecco, io già la vedo in terra, testa prima, sangue ovunque… Ma le dico “dai, che ce la fai, se te la senti vuol dire che puoi farlo, se non te la senti vieni, sarà per la prossima”. Si butta dallo scivolo a testa in giù, e io già me la vedo sfracellata. Ma sto zitta. La piccola sta in piedi sulla sedia da sola, con la nonna che non respira per la paura che cada, ma ci sa salire, ci sale anche se non ci sono, deve imparare, lascio stare…
Poi vabbé, le fisime sui bambini sudati che prendono freddo, sulla piscina d’inverno, ecc, quelle anche qui ci sono ma non le ho mai ascoltate. Mia figlia non ama il phon e non lo uso, a meno che non dobbiamo uscire subito e ci sono 0 gradi fuori. D’estate esce anche con i capelli bagnati. il gelato lo adora e lo mangia anche in inverno, anche fuori, anche senza guanti, se va bene a lei… Ecco, queste cose non le sento, sono molto “degenere” secondo l’ottica di qui, quella che ieri aveva la figlia scalza con i piedi freddi sul pavimento, mi vedessero…
Ma la paura che si facciano male, quella c’è. Però come dire, le faccio l’occhiolino e ce ne stiamo insieme in gran segreto!
Lanterna, bello il motto (anche se il “nec spe” mi impensierisce un po’ 😛 )
@Lanterna: è il mantra di MrWolf! che bella ragione storica… ne sai veramente sempre una in più!
@Supermambanana: ecco, io sarei proprio così, rilassata e forse anche distratta. Certo, il villaggio aiuta poco. sarà per questo che mi sento “divisa”? .. tra quella che ha paura ma non ha intenzione di mostrarlo ai propri figli (o che pretende da se stessa di essere quella che gliele risolve) e quella che Non ha paura di certe cose (di cui ha paura il villaggio) e deve far finta di niente alle voci incessanti… ah, fuggire… 😉
per la cronaca, deboscia, con la prima – e figurarsi ora – giravo spesso semplicemente con un panno di riserva nella tasca della felpa ^_^
anche io ho la stessa aspirazione, figlia come sono di una mamma in ansia perenne. Devo anche dire che dipende molto dal villaggio, il tipo di paura che si instaura. Se il villaggio e’ rilassato, non ci sono fobie inutili. Ci pensavo proprio l’altro giorno, eravamo ad un party di compleanno in una softplay, i bimbi erano letteralmente scatenati sui giochi, sono venuti via alla fine sudati come pulcini, rossi rossi e con sorrisi a mille denti. Dopo la bevuta di prassi, siamo tutti usciti verso le macchine, accompagnati da questi pargoli accaldati e bagnati fradici. Non ci ho pensato piu’ di tanto, ma poi una volta in macchina ho avuto un flashback e mi e’ venuta in mente una mamma al parco in italia, che dopo aver lasciato il bimbo correre su e giu’ in bici (quindi non una cosa “da sudare” troppo) ha tirato fuori dalla borsa l’asciugamano (*) e si e’ messa ad asciugargli i capelli con un accanimento che pure io, che di solito sono completamente nell’oblio in queste situazioni, ho notato. Minuti e minuti e minuti di massaggio, finche’ non si e’ sentita soddisfatta. E mi sono sentita nelle orecchie le classiche raccomandazioni di mia mamma su non sudare, e c’e’ corrente togliti di li’, e ti prendi una bronchite. Ecco, almeno quelle i miei figli se le stanno risparmiando.
(*) per capire il livello di deboscia a confronto, io ho no nemmeno una borsa quando esco… e lo so, sono irrecuperabile
Il mio mantra è un altro, simile: Avere paura non serve.
Viene dal personaggio di Isabella d’Este ri-creato dalla Bellonci (però è un fatto storico che Isabella avesse come motto “nec spe nec metu”) e lo trovo sempre valido in ogni ambito della mia vita.