Il Nopron è un medicinale pediatrico che favorisce il sonno. I pediatri lo prescrivono, se ne ravvisano reale necessità, quando i bambini (per mia esperienza, anche indiretta, non prima dei due anni, anche se è utilizzabile già dai sei mesi) hanno rilevanti problemi nel dormire.
Il “bugiardino” proposto dalla casa farmaceutica recita così. Principio attivo: niaprazina, N-[3-[4-(p-fluorofenil)-1-piperazinil]-1-metilpropil]-nicotinammide; Indicazioni: in pediatria, per favorire l’induzione del sonno in soggetti con agitazione psicomotoria. […] migliora i disturbi e la qualità del sonno, infatti riduce il numero dei risvegli notturni, non ne aumenta la durata, nè influisce sul risveglio che avviene in forma fisiologica senza di norma sonnolenza residua; possiede una buona tollerabilità e non dà luogo a fenomeni di accumulo o di assuefazione.
Normalmente si somministra a cicli. Sostanzialmente è l’unico farmaco pediatrico tradizionale (escludendo quindi i prodotti omeopatici), utilizzato in Italia per favorire il sonno.
Tutti i genitori di bambini che non dormono hanno sperimentato l’atroce dubbio se affidarsi al Nopron, oppure no, dilaniati dai rimorsi per la sensazione di “drogare” il proprio bambino.
Il Nopron, abbiamo letto, è essenzialmente orientato a conciliare l’addormentamento e ad evitare i risvegli notturni. Quindi è efficace sia per i bambini che non riescono ad interrompere le loro attività e ad addormentarsi, sia per quelli che si svegliano molte volte per notte, dormendo in modo continuativo solo per poche ore.
Se leggete il mio precedente post notti insonni… per anni, capirete perchè ho esperienza diretta di questo farmaco. La nostra pediatra è una donna saggia, che si affida al buon senso ed a pochi farmaci necessari, senza mai trascurare le emergenze reali quando si presentano. Quando il Sorcetto aveva poco meno di 2 anni e mezzo, noi non dormivamo da quasi 2 anni e mezzo. Eravamo stravolti, tesi, sempre in lite. Fino a quel momento non avevamo neanche voluto parlare del Nopron: cercavamo di tenere duro, di resistere, non volevamo “sedare” nostro figlio. Preferivo (e qui non uso il plurale!) svegliarmi ogni 2 o 3 ore, tutte le notti e sperare che arrivasse l’alba prima possibile.
Un bel giorno la pediatra mi guardò in faccia (doveva essere proprio una gran brutta faccia) e mi chiese se volevamo provare il Nopron o preferivamo rendere orfano il Sorcetto. Caspita… dovevo proprio essere ridotta male!
Era estate, faceva molto caldo a Roma, e così cedemmo alla “lusinga”.
Il trattamento, che prevedeva 15 giorni di assunzione e 15 no, inizialmente andò bene: come per incanto, dopo una mezz’oretta dall’assunzione il Sorcetto si addormentava e riusciva a dormire, qualche volta, per tutta la notte. Per noi era la prima volta negli ultimi due anni e mezzo. In realtà spesso almeno un risveglio notturno si verificava ancora: ma uno rispetto a tre per noi era un sollievo.
Il problema si manifestò alla fine dei primi 15 giorni: le prime due o tre notti senza Nopron andarono ancora bene…, ma poi la situazione dei risvegli riprese, non come prima, molto peggiorata. Nei periodi senza Nopron il Sorcetto non dormiva proprio più. Riprovammo solo un altro ciclo da 15 giorni, ma alla seconda interruzione fu ancora peggio. Ovviamente decretammo il “mai più”. E nel corso dei mesi successivi fummo premiati da una lenta, lenta, lenta normalizzazione del sonno di tutta la famiglia.
So che per molti questo medicinale è stato efficace e non ha presentato questi effetti collaterali. La mia farmacista di fiducia, lo ha utilizzato per la figlia addirittura fino all’età di 12 anni (!!!).
Non ho l’abitudine di demonizzare nulla: l’esito della nostra esperienza è semplicemente il fatto che, per noi, il Nopron non è stata una soluzione. La soluzione ce l’ha offerta solo la “natura” del Sorcetto, quando ha deciso di adeguarsi al mondo circostante. Se siete in condizioni molto “gravi” di mancanza di sonno ed il vostro pediatra ritiene di prescrivere questo farmaco, non dico di non provarlo. Però ricordiamoci che è un medicinale ed anche piuttosto serio (per esempio non troverete mai un farmacista disposto a darvelo senza ricetta). Sono del parere che non è bene “inquinare” il corpo dei nostri bambini, finchè è possibile. Nello stesso tempo non sono una persona che avversa l’uso di ogni medicinale, quando è realmente necessario: prima che gli antibiotici fossero diffusi, di influenza si moriva, è sempre bene ricordarlo. Ciò che mi rende più scettica è l’impressione che il Nopron venga prescritto per una reale necessità non dei bambini, ma dei genitori.
Il mio consiglio è di valutare attentamente i costi ed i benefici: se sentite di poterne ancora fare a meno, evitate. Ma abbiate sempre come unico referente ed interlocutore il pediatra: non il sentito dire, non l’esempio, non il fai da te. Neanche questo post!
Aiuto! Il NOPRON non è solo per bambini: mia madre è affetta da Alzheimer ed il NOPRON è l’unico medicinale che le permette di dormire serenamente per alcune ore. Dal sito ufficiale della casa produttrice apprendo che è introvabile in quanto la casa produttice del principio atttivo (svizzera) non lo fornisce per motivi burocratici-economici. Aiuto! Qualcuno sa dove lo potrei reperire? Le farmacia svizzere non l’hanno mai commercializzato. Stiamo sondando la francia, ma senza risultati. Qualcuno mi può aiutare? Grazie!
Mi piace pensare che non lo prescrivesse a nessuno da un bel po’…
La pediatra di TopaGigia e dei miei nipoti ha appena consigliato il Nopron a mia sorella che pero’ non lo ha trovato in farmacia, dove le hanno confermato che e’ stato ritirato dal mercato. Non le hanno detto i motivi, quindi non aggiungo altro.
La mia esperienza e’ simile a quella di Daniela: di punto in bianco, poco dopo i 9 mesi, TopaGigia ha cominciato a dormire tutta la notte. Il periodo immediatamente precedente e’ stato un vero e proprio delirio: risvegli ogni ora, richieste del seno, risvegli brevi o lunghi (anche di 3 ore) totalmente casuali e imprevedibili, liti in famiglia (inevitabili in questi casi). Quando io, poco prima dei 9 mesi, ho avuto una mattina una crisi isterica (di quelle vere, orrende), siamo andati a cercare un asilo dove poterla lasciare qualche ora per poter dormire. Mentre cercavamo l’asilo, ho detto basta al mio latte. Del tutto (sigh).Le prime notti tenevo un biberon di camomilla vicino al letto e se si svegliava le davo quello invece del seno, dopo qualche giorno ho sostituito la camomilla con acqua (per toglierle gradualmente ma del tutto il nutrimento notturno, cosa che io reputo molto importante).
Nel frattempo, l’abbiamo spostata nella sua cameretta, prima dormiva nel lettino accanto al lettone. Ho messo un materasso per terra nella cameretta e se si svegliava la riaddormentavo li’.
La fase di transizione e’ durata circa tre settimane (che mentre ci sei dentro sembrano un’eternita’, adesso mi sento moooolto fortunata), poi una notte mi sono svegliata io alle 4 senza sentire nulla dalla cameretta e sono andata a vedere se era tutto a posto. Da quella notte ha sempre dormito tutta la notte salvo episodici risvegli per tosse, raffreddore e le solite cose, ma episodici e comunque brevi.
La mia esperienza e’ che alcuni bambini (TopaGigia sicuramente) prima di fare un grosso salto di crescita hanno una fase disordinatissima: la stessa cosa e’ successa con l’eliminazione dei pisolini diurni. Ho osservato disordini negli orari del sonno, che si sono acutizzati fino a che la situazione non e’ stata risolta nel senso opposto: eliminando un pisolino invece che aumentarlo come inizialmente sembrava necessario.
Credo fermamente che prima di provare con farmaci, di qualsiasi tipo, valga la pena provare tecniche educativo-comportamentali. Siamo sicuri di fare tutto il possibile per aiutare nostro figlio a dormire al meglio? Lo conosciamo bene, lo abbiamo osservato e sappiamo leggere i suoi segnali? Se non siamo sicuri di capire di cosa ha bisogno, forse vale la pena investire un po’ di tempo a osservare e studiare, prima di passare ai metodi forti.
Se puo’ essere d’aiuto, ho imparato anche che fare i turni e’ una gran cosa (due notti per uno o come facevamo noi mezza notte per uno, dipende da voi), che il sonno dei genitori e’ importante quanto quello dei figli per tutta una serie di motivi che non sto qua a elencare, e che quindi, se proprio sembra non esserci nulla da fare, va benissimo ricorrere ad aiuti medici.
Però la pediatra che prescrive il Nopron già ritirato dalle farmacie da un po’, mi impensierisce… Un po’ di informazione, no?
Ho solo sentito parlare del nopron, per fortuna mai usato.
La mia grande ha iniziato dormendo molto. Lei che voleva mangiare anche ogni ora di giorno, la notte ha dormito da subito anche 6 o 7 ore (nel lettone…). Poi siamo passate al lettino, senza problemi, ma hanno iniziato a uscire i denti, e si svegliava mille volte, poi il primo raffreddore, e non ha dormito, poi la faringite, poi la laringite, poi la bronchite, poi la scarlattina, poi l’influenza… Ecco, ho passato il primo anno e mezzo (complice anche il nido) a rispondere alla domanda “ma dorme la notte?” con un “si, se sta bene”. Peccato che tra denti e malanni stesse bene due notti al mese. Però almeno sapevo qual’era il problema, e quindi pazienza e niente medicine.
Peccato che sia continuata così fino ai 4 anni suonati. Mia figlia ha sempre metabolizzato tutto nel sonno. Cambio di classe al nido con le nuove maestre? 15 giorni di crisi isteriche al mattino, e due mesi senza sonno. Una bici la travolge? Un mese di incubi. Raffreddore? 10 risvegli. Poi passa, e dorme un paio di notti di fila, stai per pensare “ecco, finalmente ha iniziato a dormire” e arriva altro. Non so nemmeno più com’è andata, so che quando un anno fa è nata la piccola lei ancora si svegliava 2/3 anche 4 volte a notte, mi bastava andare da lei, coprirla e basta, ma intanto la notte intera me la sognavo. Quando ero incinta spesso le dicevo di venire nel lettone, per poter dormire, ma poi ovviamente in vista del nuovo arrivo ho lasciato stare e ho continuato ad alzarmi.A 4 anni e mezzo ho iniziato a non farcela più, ero pronta ad andare dalla pediatra e chiederle un consiglio, era venerdì e avevo deciso che il lunedì avrei chiamato. Questo 4 mesi fa su per giù. Quel venerdì ha dormito tutta la notte, e da allora non si è più svegliata, se non un paio di volte. Non so minimamente che sia successo, e non me lo sono chiesta. Per ora sto solo pensando che finalmente lei dorme, peccato che con la piccola sono rientrata nella fase del “si si, dorme anche 10 ore filate, se sta bene…”. 😉
Maria, ho saputo che il nopron è stato ritirato dal commercio, ma non ne conosco i motivi.
Sarei molto accorta nel cercare un farmaco ritirato, però capisco che ci sono situazioni particolari e capisco la vostra difficoltà.
Mi viene in mente di provare con la farmacia della città del vaticano (probabilmente il numero di telefono è reperibile con i motori di ricerca), ma è solo un’ipotesi.
ho conosciunto il Nopron per mio padre che ha 87 anni ed ha la dementia senile. E’ stato per noi il toccasana mio padre dormiva tutta la notte ed andavamo benissimo- Purtroppo non si trova più il NOpron e siamo disperati perchè mio padre è agitatissimo. Il medico sta provando prodotti sostitutivi ma ci vorrà tempo prima di trovare quello giusto.
La ditta di Milano ci ha detto che non riescono a trovare come produrre per via del principio attivo e se qualcuno sapesse dirmi dove possiamo trovare il Nopron Sciroppo sarebbe la soluzione del problema-
Ho provato in provincie limitrofe come MN – RE _Mo ma non si trova più e siamo preoccupati.
Grazie a chi ci potrà aiutare la mia @mail= mballuga@libero.it
oppure al telef 059 671380
le mie figlie, attualmente 17 e 15 e mezzo, hanno utilizzato il Nopron
La grande davvero poco, la piccola dai 4 mesi ai 3 anni con interruzione solo quando eravamo al mare.
O Nopron o notti insonni con pianti disperati.
Meglio il Nopron assolutamente!
Salve,a leggere i vostri commenti mi sono sentita in colpa…!La mia bimba di 8 mesi nn mi fà vivere..ancor d più nel pomeriggio quando nn vuole proprio saperne d dormire.E io ke ho anche un altra figlia,grazie a Dio tutto il contrario della piccola,la devo mandare “Via” dall altra nonna..ho acquistato il famoso Nopron e gliel ho dato almeno riesco a farmi qualche lavoro..cmq nn penso d farla diventare un abitudine anke xké se Dio vuole arriva stà benedetta primavera e finalmente si può uscire con le bambine e poi altro ke Nopron..c è la natura ke c pensa a farle stancare e quindi riposare!!baci..ayda
ciao mi chiamo Sara sn mamma di una bimba di 1 anno
lei passava tutte le notti a giocare e a cantare io non ce la facevo piu`.
cosi sono andata dalla pediatra ke mi ha consigliato il Mitico Nopron. adesso mia figlia dorme serenamente x tutta la notte anche se si sveglia per un 10 min quando vuole il latte.
ringranzio tantissimo la mia pediatra
sara
Jessica, mi sono un po’ persa in questo racconto. E ti assicuro che non è per il tuo italiano, ma è per il disordine totale che ci leggo!
Non saprei dire se siete voi genitori ad essere in balìa di vostro figlio o viceversa!
Secondo me i punti fondamentali sono due:
1) Ci vuole ORDINE
2) Il Nopron è un medicinale e NON PUO’ essere consigliato da un’amica.
1) In questo sito abbiamo già parlato molto del sonno dei bambini. Prova a leggere questi post
La nanna secondo Tracy Hogg
Tracy Hogg risolve i vostri problemi di sonno
Le regole base di un buon sonno
Ci troverai l’esperienza dell’applicazione del metodo proposto da Tracy Hogg, che noi riteniamo uno dei più seri e di buon senso.
Potrai poi leggere i libri che suggeriamo in quei post, che, tra l’altro, si trovano anche in inglese (non so se può risultarti più agevole dell’italiano).
Applicare un metodo non significa trovare una formula magica, ma mettere ordine ed acquisire consapevolezza. E l’ordine, la routine e gli orari, vi regaleranno anche libertà e tempo libero.
2) Sulla questione Nopron, ripeto che è assolutamente sconsigliato senza la prescrizione del pediatra (tra l’altro la farmacia non dovrebbe venderlo): è un medicinale vero e proprio e piuttosto “invasivo”.
Non c’è poi nessun Nopron che potrà aiutarvi a mettere in ordine le vostre giornate ed i vostri orari.
Buona lavoro. Torna a trovarci e dacci notizie.
Ciao a tutti!!anzi tutto mi scusso perche non so ancora scrivere bene in italiano.. 🙁 mà spero tanto che mi potete aiutare..
Sono una mamma de un bellisimo e sanissimo bambino de 13 messi.. e de 13 messi che abiammo questo “piccolo”problema del sonno.. Allora io sto ancora allatando.. quando prima era necesita per mangiare.. adesso che mangia di tutto..e piu un “capriccio”..perche prende il latte per adormentarsi.. la sua..la nostra giornata comincia un po tardino.. causa de il andare a nanna tardi.. e x tardi entendo verso l’una di notte.. cominciamo la giornata alzandoci verso le 10 e a volte 10 e mazza.. ma prima di questo lui a avuto parecchi resvegli e quindi parecchie poppate per farlo adormentare.. ci alziamo.. verso le 11 e qualcosa a volte mangia un biscotino a volte no.. ma verso 12:30 mangia la “sua” papa.. dico sua perche questo e un altro problema che un’altra volta raccontare,, mangia la sua papa.. doppo mangiammo noi y lui “assagia” anche quello che mangiamo.. gioca.. camina.. guarda tv .. biene in braccio etc.. fino a le 14:45 / 15 ore che li biene la voglia del pissollino.. quindi lo atacco al senno e doppo 10 min. +- si adormenta.. ma come tanto dorme 40 min. alora giocamo..etc..etc.. verso le 16:30 merendina.. o frutta o yogrt..etc.. verso le 18:30 o 19 ore a un po di sonno e mi chiede il seno per adormentarsi.. non nascondo che a volte se lo do e si adromenta un altra mezzora.. a volte sonno tanto stanca che per riposarmi lo faccio adormentare.. dorme 30min. +- quindi si alza.. gioca.. fa capricci..etc..etc.. e verso le 20:30 mangia..la sua solita papeta.. quindi finisce 21 ore.. noi mangiamo..lui asaggia.. gioca.. ride..piange.. etc..etc.. le solite cose che fa un bimbo.. e qua comincia la “irregolarita”.. a volte ci sonno giorni..che si adormenta a le 22.. x mezzora.. a volte alle 22:30.. non ha orari.. e tutta colpa mia.. lo ammeto.. ma di “solito” alle 23:30 cominciamo a racoglieri i giochi.. abbasso un pa la luce .. la tv.. etc.. cosi verso le 00..comincia a prendere sonno.. quindi andiamo su..a la “nostra” camara da lettoo..gia che il suo lettino e a fianco del letttone.. ma se sono 3 ore quelle che dorme in el suo lettino e dire troppo!!.. quindi a volte quando lo porto su gia adormentato(xche a fatto la popata in saloto e si a adormentato li)lo lascio piano..piano..in il suo lettino..e a volte quando andiamo su e..e ancora sveglio.. tocca meterlo in el lettone in meezzo a noi.. latte mio e adormentarsi con fatica.. a volte e come se non avese sonno.. verso le 3..3:30 si sveglia e si se trova in lettino piange finche non lo prendo.. e doppo in lettone a volte si readormenta senza latte.. a volte lo chiede.. e si se sveglia e si trova in lettone.. gira..gira.. e rigira.. finche torna a prendere sonno.. io finche lui non si adormenta non riesco a adormentare e a volte non mi adormento fino alle 5 o 6 mattino.. non so perche..e come se me rompese il sonno.. doppo de le 3.. si sveglia a volte alle 5 e qualcosa.. o 6.. doppo alle 8:30 9.. (che so che seria l’ora giusta di alzarsi..ma a volte o tanto sono e sono tanto che non riesco..) allora l’alatto e si adormenta.. e doppo me tocca sveglairlo a me alzando taparella e chiamandolo perche sono le 10 o piu e lui dorme beato!! e cosi inizia un altra giornata.. adesso sono 2 notte che abiammo cambiato un po i pianni.. alle 20 lui mangia.. fa tutto come sempre ma alle 9:30 li diammo il NOPRON (consigliato di una amica che a datto a sua bimba da quando lei aveva 6 messi finno a 6 anni credo..e con resultati magnifici.. allora aviamo deciso de provare anche noi..)alle 9:30 NOPRON.. ma lo vedo un po fastidioso depo 20 min. o mezzora.. e come arrabiato.. allora mi chiede seno e si adormenta.. la 1° notte.. alle 22 dormiva ..ma alee 22:30 era gia sveglio.. ma non del tutto.. l’o presso in braccio e si adormentato subito.. prima a pianto un po xche o dovuto pulirli il nassino cosa che a lui NON PIACE e si a adormentato piangendo.. ma verso le 1:30..2 di notte si sveglia piangendo.. agitato..respiraba agitato.. quindi mi sonno alzata a guardarlo….ma stava dormendo era come si stese faccendo un incubo.. quindi l’o lasciato.. ma doppo 3 min. scoppia a piangere o sono dovuta portarmilo in lettone.. si a resvegliato poco durante quello che restaba della notte.. non riusciva a stare sveglio… girava.. ma si riadormentava subito..e cosi via la 1° notte.. la 2° e oggi..adesso.. alle 9:30 a presso NOPRON .. ho notato che si adormentato un po arrabiato.. come perso.. non so come describerlo.. a cercato seno e adesso e dalle 10 e qualcosa che dorme.. per la mia sfortuna si a adormentato in il lettino che abiamo in salotto quindi adesso devo un po svegliarlo per portarlo su al lettino suo.. spero vada tutto bene.. ma la mia preocupazione e il NOPRON.. noso.. non so se continuare a darselo.. o paura che li faccia male.. che doppo quando non li diammo piu.. pegiore.. non so..ho paura.. chiedo qualche consiglio mamme.. io qua in italia sono sola.. e sono del tutta inesperta.. e ho paura non voglio farli dil male riadomentandolo..solo per riposare meglio io..o mio marito.. mi sento in colpa cosi..
Vi ringrazio tantissimo e chiedo mille mille scussa per come scrivo in italiano..!!! Vi ringrazio di cuore per avere rubato un po di tempo.. spero qualche risposta.. o consiglio!!!
grazie..
Ecco. Mio figlio, che ora ha compiuto quattro anni, ancora si sveglia almeno una volta per notte. Io ormai mi sto abituando a dormire poco, quindi in genere quando lui si sveglia io non sono ancora andata a letto. Credo che negli ultimi dieci anni le notti che ho dormito tutta la notte siano state davvero poche: ci sono stati periodi in cui la situazione era pesante, poi piano piano mi sono abituata, ma al noprom non ho mai neanche lontanamente pensato. Non sono neanche riuscita a dare (a nessuno dei figli) le robine omeopatiche che mi consigliava la pediatra.
Il fatto è che sono stata sempre intimamente convinta che se fossi (stata) più serena e rilassata, anche i bambini avrebbero dormito meglio.
Vabbè: un migliormento col tempo si vede.
Magari, quando anche il piccolo andrà all’università, io ricomincerò a dormire 🙂
@Andrea sono d’accordo con quello che ti ha scritto Elena sull’importanza di introdurre delle routine per l’addormentamento, che dovreste ripetere sempre uguali ogni sera e prima del sonnellino diurno. Io credo che tu stesso abbia identificato il problema maggiore, che è il fatto che Mario non sa addormentarsi da solo, e da quello che dici avete già avuto qualche successo interrotto da un’otite. Insomma mi sembra che siete sulla buona strada per risolvere il problema da soli. Il papà è sempre di grande aiuto per interrompere la dipendenza dall’allattamento per addormentarsi. Come ho scritto anche ad Elena sto lavorando su un post per spiegare nel dettaglio il metodo proposto da Tracy Hogg che puoi andare a leggere (in inglese) direttamente sul suo libro: The Baby Whisperer Solves All Your Problems, che io considero molto efficace e semplice da attuare.
Un consiglio pratico è quello di iniziare a sistemare il sonnellino diurno, prima di lavorare sulla notte. Insegnategli ad addormentarsi da solo di giorno, che è il momento più facile per voi, e poi passate a lavorare anche sulla notte.
Un altro consiglio che noi abbiamo adottato nei 2 anni e mezzo di sonno interrotto del nostro primogenito, è quello di fare i turni tra te e tua moglie. L’ideale è di fare due notti a testa e non una notte solamente, per avere la possibilità di recuperare per bene. Noi usiamo i tappi alle orecchie perché non abbiamo una stanza in più in cui andare.
Coraggio! E facci sapere come va.
@Elena, trovo molto interessante questo metodo proposto da te del Dott. Bruni, che devo ammettere di non conoscere. Dalla tua descrizione sembra una via di mezzo tra il metodo del controlled cry del Dott. Ferber, anche noto come Estivill, di cui ho parlato nel post Contro il libro “Fate la nanna” di Estivill e il metodo di Tracy Hogg di cui ho accennato in vari post su questo sito, e per cui ho un approfondimento che pubblicherò a breve. Il metodo che proponi te mi confonde però per il fatto di ritornare ogni volta al metodo a cui il bambino è abituato. Più che altro credo che potrebbe confondere il bambino, e mi sembra una inutile complicazione. Io penso che se uno decide di cambiare metodo per farlo addormentare, allora bisogna cambiare e basta, questo tira e molla mi sembra una soluzione un po’ tortuosa non credi? Inoltre ti dico la verità, la tabella di riferimento dei tempi, mi fa pensare ad un metodo un po’ rigido che poco si adatta ai diversi tipi di bambino. Posso immaginare che un bambino molto tenace potrebbe avere bisogno di più tempo per adattarsi rispetto ad un bambino di temperamento più collaborativo.
Esiste un libro di riferimento per il metodo da te descritto?
Caro Andrea,
innanzitutto, vorrei esprimerti la mia solidarietà, perché purtroppo la maggior parte dei pediatri sottovalutano l’impatto che le notti insonni hanno sui genitori e in pochi sono preparati per affrontare nel modo migliore il problema. Magari sono bravissimi quando si tratta di affrontare malattie, problemi medici, ma non sono effettivamente competenti in puericultura (pur essendo la loro specializzazione in Pediatria e Puericultura, appunto). Dico questo perché ne ho esperienza diretta: mio padre è un pediatra e mi invia i messaggi del Forum Pediatria relativi proprio ai problemi di sonno dei bambini, dato che sono molto interessata alla cosa. Dunque, in questo forum di pediatri, trovi tutto e il contrario di tutto, da chi consiglia una camomilla, chi i Fiori di Bach (no comment) a chi è veramente competente. Su questo forum spesso risponde il Dott. Bruni, di cui ho parlato negli altri post e devo dire che è la voce più autorevole in Italia. Quindi, ti consiglio di scrivere a lui descrivendo il sonno del piccolo Mario. Leggendo un libro dello stesso Bruni, mi aveva colpito proprio la considerazione che da’ al benessere dei genitori, si sente che è una persona che tiene veramente al bene di tutta la famiglia e non da’ risposte superficiali del tipo “il bambino sta benissimo, con l’età imparerà a dormire tutta la notte!” o “sadiche” “Avete voluto un figlio? Dovete mettere in conto di non dormire, sarebbe troppo facile sennò!”.
Detto ciò, riguardo alle tue domande che riporto qui: “volendo provare un approccio comportamentista quale sarebbe uno specialista da sentire? cioè esistono delle figure specifiche che ci aiutino a capire le ragioni di questi continui risvegli e attraverso un processo cognitivo-educativo e non farmacologico ci aiutino a risolvere? ho provato a guardare un po’ sulla rete ma non credo che esista lo psicologo per bambino di 12 mesi e non ce lo manderei.anche perché paradossalmente e’ un bambino tranquillissimo.ci vorrebbe proprio una figura apposita. ne sapete niente ?”
Ti posso dire che l’utilità di uno psicologo nel caso di un bambino di 12 mesi fondamentalmente sano come il tuo può essere una formazione da dare ai genitori, cioè quello che si chiama intervento psico-educativo. Un bravo psicologo infatti dovrebbe lavorare anche per promuovere il benessere, è un luogo comune che si vada dallo psicologo solo se si soffre di una qualche patologia… L’approccio cognitivo-comportamentale è il migliore, il più fondato su dati di ricerca, il più breve e pragmatico. Se senti il bisogno di avere dei consigli specifici e un po’ di sostegno, cerca sul sito http://www.aiamc.it (associazione di psicoterapeuti cognitivo-comportamentali) nell’annuario dei soci, divisi per regione. Se mi dici di che zona sei, ti posso consigliare nomi di qualcuno che conosco eventualmente vicino a te (io stessa sono una psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e conosco molti colleghi in Italia). La persona adatta dovrebbe sia essere esperta di età evolutiva, sia di disturbi del sonno e lo puoi sapere solo telefonando direttamente all’interessato, chiedendo espressamente se si occupi di questo tipo di difficoltà. Si tratterebbe di fare uno o più colloqui di valutazione delle vostre abitudini per poi darvi qualche consiglio, una sorta di “compiti per casa” che se applicati con sistematicità potrebbero migliorare la situazione in poche settimane. Ma la cosa migliore, sarebbe poter andare in un centro in cui lavori un’équipe multidisciplinare. Secondo me, perciò, meglio scrivere un’e-mail a Oliviero Bruni. Se sei di Roma, meglio ancora, lui lavora lì alla Sapienza.
Ti posso intanto dare qualche consiglio di igiene del sonno e comportamentale:
innanzitutto, se non lo fai già, ti invito a fare dormire Mario di giorno in un ambiente non troppo ovattato, cioè con rumori e luce normali della vita quotidiana, mentre la sera ad una certa ora abbassare le luci e i rumori, introdurre un rituale di 2-3 attività (esempio una certa musica, le coccole dei genitori, il saluto ai giochi, una filastrocca della nanna o altre cose adatte alle vostre abitudini) che resti fisso e che segni il passaggio dal giorno alla notte, dall’attivazione alla tranquillità. Da come descrivi Mario, potrebbe ancora non distinguere bene il giorno dalla notte (dal punto di vista neurologico), perciò ha un sonno molto frazionato. Deve ancora maturare il meccanismo neurologico di mantenimento del sonno, nel quale sono coinvolti la melatonina e la serotonina. Per la prima, è importante appunto la luce, nel senso che si regola in base al buio/luce, nell’adulto se ne produce di più la sera e poi la notte verso le 4-5 inizia a diminuire, così da portare poi al risveglio qualche ora dopo. Per la serotonina, potresti aiutare un po’ anche con la alimentazione serale (un aiuto blando, non voglio dire che sia esaustivo), preferendo carboidrati, latte, mela che contengono triptofano, un precursore della serotonina. La carne, invece, contrasta un po’ la formazione della serotonina e sarebbe meglio di giorno.
Dal punto di vista comportamentale, ci sono consigli utili anche se non sempre sono applicabili (vedi sempre sito di Bruni). Non sono certa che funzioni con tutti i bambini, però si potrebbe provare, una volta escluse cause fisiche (caldo-freddo, fame, sete, prurito, fastidio alle gengive) organiche dei disturbi del sonno (esempio, dermatite atopica, allergie alimentari, carenze di magnesio o ferro, ecc.). Per esempio, io vorrei applicarlo con la mia piccola di un anno e 5 mesi, ma non lo posso fare: lei strilla fortissimo e va avanti anche per ore e noi viviamo in una casa in ristrutturazione, per cui non abbiamo porte tra una stanza e l’atra, così che la piccola sveglia il fratello di 6 anni, che la mattina non riesce a svegliarsi per andare a scuola… quindi per il momento stiamo mettendo in atto metodi parziali con risultati ovviamente più lenti. Il senso dell’approccio comportamentale è quello di creare un’associazione tra determinati stimoli e l’addormentamento, indebolendo l’associazione che già esiste tra quest’ultimo e altri stimoli, quali possono essere gli aiuti dei genitori. Cioè, il bimbo dovrebbe imparare a rilassarsi e a riaddormentarsi da solo invece che con l’aiuto dei genitori. Alcuni bambini ne sono più capaci, anche per caratteristiche genetiche che li rendono più veloci nell’acquisire un sonno continuativo. Tu o tua moglie da piccoli avete avuto risvegli notturni frequenti e oltre l’anno? Per il resto, l’utilità del Nopron nel tuo caso potrebbe essere duplice: fare riposare per qualche settimana te e tua moglie un po’ di più (se il problema non è l’addormentamento ma i risvegli, il Nopron non risolve del tutto, quindi potrebbero esserci ancora risvegli, ma meno frequenti e più brevi) e interrompere un sonno multifasico che in genere a un anno dovrebbe essere già superato. Ma va valutato l’insieme del problema, per decidere se prescriverlo o no.
Mi sono dilungata, ma mi sembra di aver scritto solo un decimo di ciò che si potrebbe dire. Per ora mi fermo qui, fammi sapere se hai bisogno di altri consigli.
Ciao,
Elena
(copio qui sotto le istruzioni che dà Bruni, ma considera che puoi adattarle in base a ciò che ti senti in grado di fare)
Schema orientativo di rieducazione al sonno
1. Creare un rituale all’addormentamento (es. salutare tutti i giochi, raccontare una favola, cantare la ninna-nanna, ecc.) perché il bambino associ una condizione piacevole all’inizio del sonno
2. Il bambino va messo nel letto solo con pochi oggetti familiari che possono tranquillizzarlo durante i risvegli notturni
3. Stare con il bambino fino a che questo è tranquillo; dite una frase che dovrà essere sempre la stessa, ad esempio: “Mamma ti vuole bene, ma da adesso tu imparerai a dormire da solo insieme ai tuoi peluche e ai tuoi giocattoli”
4. Quindi lasciare la stanza, spiegando al bambino dove si va e perché (es. la mamma va in cucina a bere un po’ d’acqua e torna subito)
5. Se incomincia a piangere, lasciarlo piangere per un breve periodo (30”) prima di intervenire
6. Andare a rassicurare il bambino lasciandolo nel suo letto (se piange prendetelo in braccio e calmatelo, ma cercate poi di rimetterlo nel letto). Rimanete nella sua stanza fino a che si tranquillizza, interagite il meno possibile con lui.
7. Lasciare di nuovo la stanza, spiegando ancora al bambino dove si va e perché (es. la mamma va in bagno e torna subito). Questa volta l’intervallo dovrà essere un pochino più lungo (1’-2’)
8. Se incomincia di nuovo a piangere ritornare in stanza, rassicurare il bambino prendendolo in braccio o lasciandolo nel suo letto. Rimetterlo nel letto e rimanere nella sua stanza fino a che si tranquillizza, interagite il meno possibile con lui.
9. Uscire dalla stanza con un’altra scusa e aspettare più a lungo (2-5′) prima di intervenire nuovamente e quindi allungare progressivamente il tempo di attesa prima di intervenire
10. La prima sera si può decidere di aspettare al massimo fino a 3 minuti e poi lo si fa addormentare così come era abituato il bambino (ad es. cullandolo in braccio); se possibile mettetelo nel lettino prima che sia completamente addormentato, altrimenti fatelo addormentare completamente e mettetelo nel lettino.
11. La sera successiva si ripetono le stesse cose aspettando fino a 5 minuti e poi lo si fa addormentare così come era abituato il bambino (ad es. cullandolo in braccio); se possibile mettetelo nel lettino prima che sia completamente addormentato, altrimenti fatelo addormentare completamente e mettetelo nel lettino, la terza sera fino a 7 minuti e così via per le sere successive.
12. Lo stesso comportamento va tenuto per i risvegli notturni seguendo lo schema riportato nella tabella sottostante.
Tempi di attesa durante i risvegli notturni prima di intervenire
Giorno I risveglio II risveglio III risveglio Risvegli successivi
1 1 3 5 5
2 5 7 9 11
3 7 9 11 13
4 10 12 15 20
5 12 15 20 25
6 15 20 25 30
7 20 40 45 45
N.B.: i tempi di attesa descritti sono indicativi e possono variare in più o in meno; va analizzata la situazione logistica e ambientale (es. appartamento o villino isolato, tolleranza dei vicini, ecc.), la qualità della relazione madre-bambino e il livello di stanchezza dei genitori.