Per la pulizia e manutenzione di casa è meglio affidarsi a terzi o fare da sé? I consigli pratici e filosofici della casalinga pigra, che servono anche a salvare matrimoni.
Sulle persone che il giorno prima che arrivi la persona delle pulizie cominciano a lucidare tutta casa per fargliela trovare bene, o sui matrimoni che si sfasciano perché uno dei due saprebbe e vorrebbe fare di persona delle riparazioni ma non ha mai tempo, mentre l’altro che di quelle riparazioni ha un bisogno vitale non può rivolgersi a tecnici, sartorie o help-desk pena l’offesa mortale al coniuge, ci sono talmente tante storielle e barzellette, che un fondo di verità ci deve essere.
Come mai avviene questo? Perché facciamo tanta fatica ad ammettere che, potendocelo permettere, si vivrebbe meglio lasciando fare agli esperti? In fondo se la macchina fa un rumore strano io dal meccanico ce la porto, no? (Mio padre no, mio padre se la sarebbe smontata, lasciando i pezzi per terra perché distratto da altro, ma forse poi l’avrebbe anche rimontata. Ma secondo me alla fine avrebbe speso di più).
Forse la risposta sta nel guardare cosa rappresenta per noi l’oggetto che vogliamo affidare. Perché non ci scordiamo la prospettiva zen, le cose sono solo cose, ma allora perché alcune cose le vediamo come un’estensione di noi, del nostro potere nel mondo, un nostro ritratto?
I miei avevano un albergo e da allora fatemi fare il lavoro che volete, infatti mi sono sempre buttata come lavapiatti se necessario, ma non fatemi mettere mano dove la gente ha dormito, amato, evacuato. Ho visto troppi spezzoni di nature morte di intimità umane altrui per spargere in una camera di albergo le mie cose alla vista altrui. E mi posso immaginare che l’affidare casa tua, con tutto quello che dice di te, ad altri, spesso comporti questo sforzo mentale di accettare che un altro ti conosca nel quotidiano.
C’è da dire che io non ho mai fatto fatica all’idea di far pulire casa a qualcun altro. Quello che mi aiuta è aver capito un paio di cose:
Pulire è diverso dal riordinare
Quando io inizio a fare le grandi pulizie mi perdo nel lavoro di archiviazione: siccome tendo ad accumulare, a inscatolare, arriva sempre il momento che quelle scatole vanno aperte e il contenuto riorganizzato, messo a posto, buttato, riciclato. Il problema è che riordinare è un work-in-progress. Se apri una scatola si avvia una catena di eventi collegati e alla fine tutto sta sparso in giro, tu pensi che non ne uscirai mai fuori e non sai più che fare. Chi viene a pulire casa tua non ha questo problema. Sposta la pila, ci pulisce sotto, e la pila intonsa resta dov’era.
Organizzati allora per dividere i compiti: il giorno prima riordina, incasina, prepara le varie buste del riciclo. Il giorno dopo arriva l’aiuto che spolvera, pulisce e porta le buste al cassonetto. Una persona con una vita complessa, come siamo la maggior parte di noi, non può fare tutto da sola. Tanto vale accettarlo e organizzarsi.
Selezionare le priorità
Io e mio marito, che abbiamo soglie di resistenza al disordine opposte, ci siamo salvati il matrimonio grazie a una persona che a intervalli regolari viene a rimetterci in carreggiata le pulizie. Le ore che ci metteremmo noi in proprio a farlo o a discutere sul come farlo, se lavoro le recupero in soldi, e dovendo delegare qualcosa preferisco le pulizie ai piatti pronti o alla rosticceria, o al tinteggiatore, giardiniere o altro aiuto.
Negli anni ci siamo coltivati una mia amica che ci conosce, non si fa impressionare dal mio disordine ed è estremamente discreta, anche se tende a regalarmi un sacco di profumatori di ambiente che io detesto. Sta cercando di dirmi qualcosa? Dovrei dirglielo io? Quando è andata in maternità sono venute altre persone, ma non era la stessa cosa. Altre persone certe cose le fanno meglio di lei, ma noi abbiamo scelto così. Anche questa è una questione personalissima, c’è chi preferisce stare in casa per fare i lavori insieme e decidere cosa riordinare, cosa pulire, cosa buttare al momento, c’è chi preferisce farsi pulire mentre è via e trovare la casa splendente al rientro. Vedete voi cosa funziona a casa vostra.
Ci sono però delle cose che non faremmo mai fare a nessuno. Pulire il pozzetto della doccia è uno, spazzolare il water dalle tracce di frenata dei distratti di casa un’altra, svuotare il cestino del bagno quando usavo gli assorbenti un’altra ancora, disfare il letto dalle lenzuola da lavare ancora una. Si intuisce una trama dietro queste scelte? Basta capire le proprie ed adeguarsi.
Suddividere
Se come la casalinga pigra il tuo quotidiano si basa sul massimo WOW col minimo sforzo sai anche che questo va bene per la manutenzione ordinaria, ma che poi ogni tanto tocca anche fare sul serio la manutenzione straordinaria. Non si tratta sempre e solo di prendersi due giorni di ferie per le grandi manovre. A volte basta avere il lampo di genio di prendersi una cosa piccolissima da fare nei ritagli di tempo. Tipo svuotare il cassetto delle posate, spolverarlo e riempirlo più ordinato mentre bolle l’acqua per la pasta. Nel frattempo mi ci gioco tutto che avrai anche trovato modo di mettere altrove qualcosa che non ci doveva stare, o buttare qualcosa che ormai ha fatto il suo tempo.
C’è un gruppo su Internet a cui mi ero iscritta anni fa che mandavano e-mail diverse volte al giorno con piccoli compiti da fare immediatamente con il tempo contato. Tipo: lascia tutto quello che stai facendo e per un minuto pulisci il pezzo di pavimento dietro al water. Per cui se avevo voglia mi alzavo, pulivo, già che c’ero facevo anche la pipì e come dicevano le nonne, meglio una cosa fatta che cento da fare. (Poi mi sono disiscritta che mi stava per venire l’ansia, troppe erano le cose che non facevo). Però il metodo resta valido: datti dei piccoli compiti circoscritti, sul momento non ti accorgi della differenza e manca la gratificazione dell’effetto WOW, ma sul lungo termine la vita ti si semplifica davvero.
(Non solo il gruppo c’è sempre, ma nel frattempo ne esiste anche una sezione italiana, per chi fosse interessato).
La sublime arte della manutenzione
Ce li abbiamo tutti in casa: la presa spenzolante che ogni volta non sai come fai a non prenderti la scossa, lo sportello inclinato, la lampadina fulminata, la vite allentata, il quadro da appendere se solo trovo il trapano, i fisher e la vite nello stesso arco spazio-temporale. Il problema di queste cose è che a un certo punto neanche le vediamo più. O pensiamo di non saperle sistemare. Invece basta annotarsele un giorno e cominciare a fare un poco alla volta tutte quante. Se ve le annotate nel frattempo, quando vi capita, potete cominciare a mettervi da parte le attrezzature/pezzi di ricambio necessari.
Come pitturare una parete ve l’avevo già detto qui. Un mio consiglio è quello di trovare qualcuno più bravo di voi a fare le manutenzioni e assoldarlo di tanto in tanto per farvi aiutare a spuntare la lista. Così voi vi preparate prima il necessario e una volta in due si fa in un attimo (o quasi), soprattutto se scegliete un momento in cui non vi circola troppa gente per casa.
Si, è vero, ci sono i coinquilini che si seccano a far fare a qualcun altro quello che vorrebbero fare loro e talvolta si sentono espropriati nelle loro prerogative coniugali se fate venire l’idraulico o la giardiniera in loro assenza. Ma spesso anche questa è una resistenza teorica. Chiunque abbia il patema di quella cosa da fare per cui non ho mai tempo e lo so che tu la vorresti fatta e mi rimproveri silenziosamente ogni volta che mi ci cade l’occhio, nel momento in cui entra in casa e non la deve fare più è comunque più felice.
E se non lo è e continua a farne questioni di principio potete sempre promettergli che la prossima volta con l’esperto in questione vi ci fate un’avventura extraconiugale mentre il coniuge offeso fa le riparazioni in questione, cuce la toppa o pota la siepe. In genere si convincono.
Pianificare
Tutto questo, senza voler fare i conti in tasca a nessuno, ha un costo. Sta a ognuno di noi capire quali sono le priorità fondamentali nella vita, mettere da parte per abitudine un fondo manutenzione/riparazioni impreviste, coltivare gli amici che ci possono insegnare o aiutare contraccambiando con qualcosa che sappiamo fare noi.
Una serie minima di attrezzi (pinze, cacciaviti, trapano, seghetto) vale sempre la pena averlo come corredo di casa. Potreste farvelo regalare in occasioni particolari. Due nostri amici che avevano già casa ed erano forniti di tutto fecero una lista di nozze di attrezzi che avrebbero voluto avere. E fatevelo regalare quell’avvitatore a batterie Makita, che è una mano santa. Io lo uso persino come trapano per i piccoli fori su superfici non troppo dure.
Ricordo altri amici che avevano comprato una casa nuova spendendoci fino all’ultima lira, che dovevano entrarci in tempi brevissimi per non pagare l’affitto di casa vecchia e che hanno invitato per il weekend tutti i loro amici a brindare alla casa e ad aiutarli a verniciare. Si sono divertiti, uno degli amici era DJ e ha fornito una colonna sonora ballabile e in un weekend era tutto fatto, lampadari appesi, e quel piatto di pasta e bicchiere di vino alla fine li avrebbero offerti comunque.
Imparare
Una volta ho provato ad appendere un portatende nella camera da letto con finestre gigante e senza tapparelle, che da 9 mesi oscuravo con un gran foulard blu tenuto agli infissi con le puntine da disegno. Purtroppo quella era una parete in cartongesso con dietro qualcosa di metallico degli infissi, feci una marea di buchi per appenderlo storto alla fine e maschio alfa mi proibì di prendere di nuovo un trapano in mano senza la sua assistenza. Ci ho creduto a lungo, che non so usare un trapano.
E invece alla fine ho imparato pure io e lo racconto qui. Internet è pieno di tutorial che insegnano a riparare il rubinetto che fa la goccia, appendere una mensola che non penzoli, costruirsi un forno a legna in giardino per fare le pizze. Può diventare anche un hobby.
Insomma, ci possono essere tanti motivi per non affidare i lavori ad altri, fosse pure la serena convinzione che certe cose te le sai fare meglio tu che l’artigiano. I miei suoceri in pensione, per esempio, si sono ridipinti l’esterno di casa suddividendo il lavoro in tre estati, facendosi prestare un’impalcatura in alluminio facilissima da montare o spostare, e chiamando qualcuno solo per risistemare le grondaie, al motto di: “quando l’abbiamo fatto fare dopo 3 anni era da rifare, quando l’abbiamo fatto noi è durato 20 anni, e sinceramente se lo facciamo adesso fra vent’anni non è più un nostro problema”. Dagli torto.
Concludere e rifinire
E quindi per non essere da meno dei miei suoceri da cui ho imparato un sacco di cose, scusatemi se vi lascio ma ho una parete da stuccare e ripitturare, che la settimana scorsa per montare due mensoloni ho fatto una strage sul muro. Devo ripararlo prima che se ne accorga mio marito, che ho preso in mano il trapano. O rischiamo che rimarrà così fino a quando il proprietario di quella camera si sposa.