Non pagare il mantenimento è reato: i casi si ampliano

non pagare mantenimentoQuando un genitore non paga il mantenimento ai figli, è possibile non solo agire in sede civile per il recupero delle somme dovute, ma anche denunciare penalmente il fatto, anche se entro limiti ben determinati.
Ne avevo già parlato nel post “Quando non pagare il mantenimento è reato” del 2009. Oggi vorrei riparlarne perché sono necessarie alcune precisazioni, dovute a modifiche legislative e a una conseguente tendenza di cambiamento nell’interpretazione giurisprudenziale della norma che prevede il reato di Violazione degli obblighi di assistenza familiare.

Per quanto riguarda la spiegazione e i limiti dell’art. 570 del codice penale, vi rimando interamente alla lettura del post già citato. La norma, infatti, non è cambiata in nessun modo e tutte le considerazioni svolte allora, restano valide. Vorrei invece concentrarmi sulla modifica di un articolo della legge sul divorzio (art. 12 sexies L. 898/70, introdotto nel 1987) che ha influenzato un cambiamento anche giurisprudenziale successivo e l’applicazione ai casi di separazione (dal 2006).

Nel vecchio post dicevo: “Se un genitore obbligato riduce un assegno di una certa consistenza, sicuramente viene meno ad un’obbligazione e sarà passibile di ingiunzione e poi di esecuzione sui suoi beni, ma non commette reato.
Se un genitore omette il versamento per un mese o due, e l’altro può supplire a questa mancanza, sicuramente dovrà poi rifondere all’altro quanto non pagato, ma non commette reato.
Se un genitore non paga il mantenimento, con precisione, come stabilito dal giudice, ma versa del denaro saltuariamente, ma in modo consistente, non commette reato.
Ovviamente ogni esemplificazione è fuori luogo e non si potrà mai prescindere dalla valutazione dei casi specifici.
Si tenga conto che, tra redditi medi o medio-bassi, è difficile che il mancato pagamento non determini difficoltà tali da integrare il reato.

L’art. 12 sexies della legge sul divorzio (e dunque applicabile SOLO ai casi di coniugi divorziati e non separati) prevede: “Al coniuge che si sottrae all’obbligo di corresponsione dell’assegno dovuto a norma degli articoli 5 e 6 della presente legge si applicano le pene previste dall’art. 570 del codice penale“.
Quindi non si parla più di mancanza di mezzi di sussistenza, ma semplicemente di “sottrazione all’obbligo di corresponsione” così come previsto nella sentenza di divorzio. Se non si paga esattamente quanto previsto, si incorre nel reato di cui all’art. 570 c.p., o meglio si viene puniti con quelle stesse pene.

Con la legge n.54 del 2006, poi, questa importante modifica, viene estesa anche ai casi di separazione non seguita da divorzio. Quindi a tutti i casi di coniugi che non sono più insieme.

Quindi, secondo molte recenti sentenze, sia in caso di separazione che di divorzio, la mancata corresponsione dell’assegno di mantenimento esattamente come previsto nella separazione o nel divorzio, costituisce di per sé il reato di cui all’art. 570 c.p.

Non c’è dunque più bisogno di dimostrare che il mancato pagamento, o il pagamento inesatto, o il pagamento ritardato, abbiano creato una situazione di disagio tale da mettere in difficoltà relative alle primarie esigenze di vita, la persona che doveva beneficiarne e quindi abbiano “far mancare i mezzi di sussistenza”.
Il pagamento non rispondente a quello previsto dalle condizioni di separazione o divorzio è penalmente rilevante e punibile ai sensi dell’art. 570 c.p., anche se non si è determinata la mancanza di beni essenziali.
In questo modo si tutelano anche penalmente tutti quei casi di mancato pagamento che non intacca il sostentamento del beneficiario dell’assegno, valutando che, comunque, sottrarsi all’obbligo previsto dal giudice della separazione o del divorzio è sempre fonte di gravi disagi per il genitore collocatario dei figli e per i figli stessi.

Resta invece del tutto immodificato un altro elemento del reato:la concreta possibilità e capacità economica dell’obbligato a prestare i mezzi di sussistenza.
Per escludere la responsabilità penale del soggetto obbligato non basta dimostrare una situazione di difficoltà economica o un intervenuto stato di disoccupazione. E’ necessario dare una prova effettiva dell’assoluta indisponibilità economica per l’incolpevole indisponibilità di introiti.
Quindi, non è reato la mancata corresponsione di quanto dovuto per mantenimento se ci si trova in una situazione di mancanza di introiti persistente, oggettiva e incolpevole.
Il genitore obbligato, pertanto, è tenuto a darsi da fare per assicurare e conservare la sua attività lavorativa, tanto che, anche la semplice negligenza nel trovare una nuova occupazione o nel rifiutare mansioni lavorative inferiori rispetto alla proprie competenze, oppure, rifiutare una occupazione all’estero o in un luogo diverso dalla propria residenza, non esclude la responsabilità penale dell’obbligato che non assicura i mezzi di sussistenza.

Dunque c’è stato un “giro di modifiche” di norme, accolto dalla giurisprudenza, che ha reso quella più rigorosa, prevista solo per il divorzio, applicabile a tutti i casi…
Tutti i casi? Sicuri? Non ne manca qualcuno all’appello?
Quando i genitori non erano sposati e pertanto non sono separati, ma l’obbligo di mantenimento dei figli è previsto da un provvedimento del Tribunale (per i Minorenni o Ordinario), anche in seguito ad accordo, si torna ad applicare solo l’art. 570 c.p., con la necessità di dimostrare che il mancato pagamento dell’assegno ha determinato un vero e proprio stato di bisogno.

Ma non eravamo giunti all’equiparazione totale di tutti i figli, nati nel matrimonio o fuori? Temo manchino ancora dei pezzi di strada da percorrere…

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51 thoughts on “Non pagare il mantenimento è reato: i casi si ampliano”

    • Non lo fai perché non si può dare quattrini quando non si hanno, altrimenti fai una lettera al tuo Comune e ti piazzi davanti agli uffici dove avranno assunto sicuramente il 90% “solamente” di donne e pretendi un posto pubblico!!!

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  1. Mi sono trasferuta in Brasile con mio figlio (con il consenso del padre). Dopo essere arrivati qua lui mi dici che vuole rinegoziare il mantenimento del nostro figlio perche secondo lui qua in Brasile si vive con molto meno. Fino adesso non ha passato niente. É vero che é passato solo un mese da quando siamo arrivati ma vorrei sapere io da qua che provedimenti posso prendere per risolvere questa facenda.

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  2. Buona sera, desidero capire.. Se il mio compagno decide di non versare il mantenimento alle figlie per qualche mese.. È perseguibile penalmente?

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  3. Che cosa dici SIMO S. ? Guarda che l’art 315 bis del codice civile, inserito dalla legge 219/2012,si occupa dei diritti e doveri del figlio ma neanche minimamente fa riferimento al 570 del codice penale.

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  4. Lascio questo commento perche vorrei sottolineare il concetto di responsabilità!!!!!!!1I figli si fanno in due e quando un matrimonio finisce non e giusto che solo un genitore debba provvedere alla crescita di un figlio!!!!!!
    Il mio ex marito non da al figlio il sostegno che dovrebbe ne economicamente e siprattutto fisicamente……..e assente!!!!!!!!
    E come se non bastasse ci sta mettendo nella condizione di perdere la casa dove mio figlio e cresciuto!!!!!!!!!!!!
    Come si fa a non avere questo senso di responsabilita verso un figlio????
    Non meriterebbe di essere chiamato padre anzi di essere chiamato UOMO………perfino gli animali hanno questo istinto……….

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    • a volte ci conducete all’esasperazione !! capisco il tuo ex ! io verso soldi e basta | e mi esclude dalla vita di mio figlio ! da quando ha deciso autonomamente di cambiare città ( tanto voi madri potete fare ciò che volete )
      Per noi solo doveri! ma diritti ????

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      • Pretendere i propri diritti è un conto, usarli come scusa per non fare i propri doveri è un altro. Non contriuire al mantenimento dei propri figli è una mancanza grave nei LORO confronti, non ci sono giustificazioni o esasperazioni che tengano. “Uomini'” piantatela di atteggiarvi a vittime e crescete! I figli li avete fatti, ve ne dovete occupare! Per Rosy: hai tutta la mia comprensione.

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        • Semplice: mantenimento diretto 50%e 50% dei tempi da trascorrere con i figli ed il carcere per chi fa ostruzione nella crescita del figlio all’altro genitore. Un padre ha la possibilità di crescre e amare il proprio figlio come una madre: via l’assegno di mantenimento che è una forma di prostituzione( do dei soldi ad una donna in cambio di una prestazione che è quella di crescere mio figlio) . Eh ma già a chi poi converrebbe?

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  5. Vorrei tanto sollevare una questione che oserei dire di non poca rilevanza, io sono un papà, come molti separato, per ben due volte, dal mio primo matrimonio ho avuto un figlio che ora sta per compiere 26 anni e dal secondo matrimonio ne ho avuti 3, uno che ora ne ha 16, una che ne compie 14 e l’ultimo che ne compie 9, ora io non vorrei essere frainteso e fare del vittimismo, ma una lancia vorrei tanto poterla spezzare per tutte quelle persone che si sono trovate in situazioni paradossali come la mia, ho sempre lavorato molto, giorno e notte per potere assicurare alla mia grande famiglia una vita dignitosa nella quale non doveva mai mancare nulla, loro per me hanno sempre rappresentato la mia priorità, quando oramai ero convinto che la mia vita sarebbe trascorsa serena, con una compagna che amavo più di qualsiasi cosa, invecchiare con lei e vedere crescere i miei ragazzi insomma era l’obiettivo di tutta la mia vita, bene x non annoiare, insomma un bel giorno lei mi annuncia una crisi e tutto mi crolla addosso, in un crescendo spaventoso e devastante mi sono ritrovato, senza una casa, senza la mia adorata famiglia, in mezzo ad una strada con tra le mani un bel niente, dopo poco anche il lavoro grazie alla crisi mi è venuto a mancare, un disastro su tutti i fronti, ora mi chiedo ma quanto può sopportare una persona prima che gli scoppi il cervello con annessi e connessi? Ora tiro avanti, i miei figli a parte il più piccolo con il quale mi sono imposto di andarlo a prendere tutti i giorni a scuola, e il più grande che vedo regolarmente, gli altri due sono diventati dei fantasmi, la mia ex moglie ha un astio profondo nei miei confronti e sicuramente si interpone nei rapporti interpersonali fra me e i ragazzi, lei ha un astio, ma perchè? Quanti papà sono nelle mie condizioni, non potere ospitare i propri figli, non abbiamo una casa dove farlo e daltronde portarli fuori a pranzo o cena è un lusso al quale dobbiamo largamente rinunciare, per questi motivi siamo diventati dei cattivi papà e allora non dobbiamo meravigliarci poi se i fatti di cronaca, riportano sempre più spesso situazioni drammatiche e tanto, tanto tristi, il degrado psichico vi posso assicurare arriva a logorare anche i più sani istinti, insiti in una persona, è più facile colpevolizzare che comprendere, io sto rinunciando a tutto per loro, tutto quello che percepisco per il mio status di disoccupazione lo verso x la mia famiglia, vivo di espedienti, non posso vedere i miei ragazzi che adoro, mia figlia mi snobba a soli 14 anni, no penso proprio e questo è sicuramente il pensiero di tanti papà come me, che non vi sia una Giustizia con la G maiuscola in questo senso, qualcosa dovrà essere rivisto, diversamente le problematiche legate a queste condizioni, diverranno via via sempre più complesse e comprenderle sempre più difficile.
    Secondo il mio umile parere, sarebbe ora di fare cessare le enormi responsabilità che gravano sui padri separati che puntualmente vengono usati come bancomat viventi dalle ex consorti, costretti talvolta a delinquere per onorare salassi veri e propri, costretti a vedere sempre più spesso i propri ragazzi vessare in condizioni di disagio nonostante gli enormi sforzi fatti per collettare quello che un Giudice a dir poco compiacente ha stabilito come versamento mensile per garantire ai minori lo stesso tenore di vita che avevano prima della fatale separazione, senza però rendersi conto di come in realtà siano mutate le condizioni di vita di queste povere anime, che abbandonata la dignità sono costretti a rivolgersi alla Caritas per mangiare e alla vettura per chi è fortunato ad averla per dormire, ora ok alla dignità della famiglia, ma non dobbiamo mai dimenticare che esiste anche una propria dignità, da conservare e difendere a spada tratta, quella famosa dignità citata anche nella nostra famosissima Costituzione dove viene citato in breve che ogni cittadino ha il sacrosanto diritto di vivere decentemente, spiegatemi voi dove finisce allora la decenza, spesso le mamme diventano floride usando le contribuzioni dei figli per sostentare se stesse e i padri invecchiano nel degrado, credetemi questa non è fantasia ma dati di fatto visti e vissuti sulle mie spalle.
    Non lamentiamoci allora se i fatti di cronaca spesso si riempiono di gesta inconsulte, a volte conservare la propria dignità è diventata una cosa impossibile e la sottile barriera che separa la realtà dal la follia si infrange troppo facilmente………….
    un papà solo e disperato

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    • Quello che ha scritto mi ha colpito e commosso. La sua storia è l’emblema della sempre più tipica famiglia di oggi.
      Io figlia di separati, col papà che non ha mai dato nulla a noi due figlie anche se poteva, col quale ho recuperato i rapporti solo in età adulta, diventando madre e perdonandolo. Ora lui è molto più presente per me e il nipotino… Ma anche compagna di un uomo/un santo/un eroe, separato con due figli, sempre curati e coccolati. Mantenuti per oltre 8 anni regolarmente come da legge e anche di più, preservando la loro dignità con regali quando la madre li mandava in giro logori per cercare di impressionare e quindi “spillare”… Negli ultimi due anni, tra lavoro che manca, nostro figlio di 9 anni a cui non deve essere rovinata l’infanzia e ci mancherebbe, e i due figli grandi che non trovano lavoro…lui papà ha accumulato alcuni mesi di arretrato, ampiamente giustificato e mai ha interrotto le comunicazioni cordiale con la ex moglie per scusarsi che avrebbe provveduto appena poteva. Ebbene, la signora (la stessa che va dal parrucchiere ogni tre settimane e si affida alla cartomante per i consigli sulla sua vita!!) si è comunque rivolta ad un amico avvocato il quale le ha semplicemente esposto la Legge, che difende d’ufficio il lavoro del Giudice in campo di assegno di mantenimento… Risultato: hanno il potere di togliere ad una famiglia con nemmeno uno stipendio da lavoro autonomo, per dare ad un’altra con due stipendi da lavoratore dipendente (sì, la signora vive in casa di proprietà con un nuovo compagno) + tutto quello che i due figli riversano in casa coi lavori stagionali o a termine che li occupano per alcuni mesi all’anno…! Se questa non è perpetrazione di furto di dignità non so cosa sia!

      Signor Mino, Lei non è solo e non sia disperato! I figli matureranno e forse diverranno genitori e allora capiranno. Le cose possono andare ancora peggio di così, ricordiamocelo. E ricordiamoci anche che il mondo è grande e che le cose che scaldano il cuore sono proprio quelle che nessuno, NESSUNO può portarci via.
      Con affetto.
      Silvia

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    • Perché stà dilagando un femminismo/”lamentismo” malato da parte di donne nullafacenti, legato persino alle istituzioni cioè ai Tribunali!

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        • Vorrei spezzare una lancia a favore dei padri e non solo perchè sono la moglie di un uomo separato con due figli una di 16 e l altro di 10; conosco anche altre situazioni peggiori e ancor prima di incontrare mio marito seguivo già questo argomento INUMANO. Anche noi come tanti a causa della crisi abbiamo passato due anni da “fame” con lavoretti saltuari, malpagati ecc…. non mi vergogno a dire che in quel periodo io e lui abbiamo MANGIATO SOLO GRAZIE ai buoni della celiachia (io sono celiaca), ma nonostante tutto abbiamo sempre preso i bimbi ogni fine settimana ( infrasett. la madre non vuole xkè devono andare a scuola), anche se nell’atto di divorzio è scritto altro, che si presentavano sporchi e mal vestiti. nei limiti delle nostre possibilità compravamo quello di cui avevano bisogno che inevitabilmente finiva a casa dalla ex e non lo rivedi più. Cercando di mantenere un rapporto “civile” per il QUIETO VIVERE DEI FIGLI, mio marito ha sempre cercato di parlare e chiarire la situazione con la ex, che DAVANTI ha sempre fatto buon viso, “si si non ti preoccupare, quando puoi me li dai”, premetto che la ex è di nuovo madre e moglie. poi ti PUGNALA alle spalle. Fatto sta che a settembre ci siamo visti notificare un decreto penale per il parziale versamento del mantenimento ai figli, (che TUTTI i mesi in qualche modo lui ha versato ma in maniera inferiore) una sanzione di € 11.400,00 cifra che oltretutto non va alla ex ma al tribunale o in alternativa il carcere!!!!!!!! e puoi dimostrare anche che avresti venduto un rene per non far mancare niente ai TUOI figli, MA ALLA LEGGE NON GLIENE FREGA UNA EMERITA MXXXXX………… Come ciliegina sulla torta dalla notifica dell’atto figli non vogliono più venire il fine sett. e anzi hanno comunicato al padre che vogliono cambiare il cognome e prendere quello della madre.
          MIE CARE SIGNORE QUESTA SI CHIAMA ISTIGAZIONE DI MINORI CONTRO IL PADRE ED E’ UN REATO PUNIBILE

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    • Ti capisco Mino ! e sono quasi nelle tue stesse condizioni….. io ho imparato la lezione ! le prostitute hanno molta più dignità di molte madri !

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  6. sono una mamma divorziata con una bimba di sette anni il mio ex non mi versa il mantenimento per la minore da circa 3 anni non so più cosa fare lavora anzi di più a un negozio ma non so come fare .

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  7. Ciao Silvia,
    innanzitutto grazie per il tuo contributo.

    Volevo chiederti cosa volevi intendere con il tuo ultimo inciso e secondariamente – nel tuo excursus normativa – non hai fatto riferimento all’articolo 315 bis di nuova introduzione (l. 219/2012) dove attribuendo esplicitamente dei “diritti (e doveri) del figlio” si fa riferimento al mantenimento, integrativo del reato ex art. 570 c.p..

    Grazie

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  8. secondo me nell’isee (dunque anche per stabilire la quota dei nidi? non ricordo) vanno i redditi di tutti quelli che convivono con il richiedente, mentre per gli anf mi pare che il reddito del convivente non sia conteggiato.
    Pero’ il punto NON e’ cosa ci guadagnano o ci perdono i conviventi rispetto agli sposati,. il punto e’ che i figli dovrebbero aver diritto allo stesso trattamento dei figli nati nel matrimonio.

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  9. Quell’ultimo caso è alquanto rivoltante. Ma sarà legittimo?
    Come se il dovere verso i propri figli dovesse dipendere da una firma su un registro. Altro che asilo nido.

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  10. Esatto, a Roma e’ come dice Barbara, a meno ovviamente, di dichiarare residenze diverse.
    Ma in quel caso, presumo, sia un reato.
    E le persone che lo fanno (purtroppo e’ inutile girarci intorno, in tanti lo fanno o lo hanno fatto), dovrebbero vergognarsi almeno un po’.

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  11. No, aspetta questa cosa del nido mi risulta diversa: se il padre riconosce il figlio il suo reddito viene conteggiato, ma il reddito entra in gioco solo a parità di punteggio e per il calcolo della retta. Almeno a Roma è così.

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  12. La convivenza non dà molti diritti e quindi non dà molti doveri. Ma gira e gira, si capisce che non sposarsi è la strada più facile e più vantaggiosa per alcune cose: il bambino entra più facilmente al nido perché non è conteggiato il reddito del padre, se poi ti separi sei sciolto da qualunque vincolo.

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