L’umiliazione come mezzo per educare?

E’ da qualche giorno che gira sui vari social media la notizia di alcuni genitori, ovviamente americani, che per condannare l’uso improprio di facebook da parte dei loro figli, hanno pubblicato sul loro profilo una foto con il ragazzino in questione che tiene un cartello sul quale è scritta una frase tipo “Siccome voglio postare foto di me con alcol, non sono ovviamente pronto ad utilizzare social media e mi prendo una pausa finché imparerò cosa posso postare e cosa no. Ciao ciao!”
La spiegazione è che l’umiliazione di fronte ai loro coetanei è l’unica cosa che questi ragazzi riescono a capire. Inoltre in questo modo capiscono, provandolo direttamente, che ci sono conseguenze per quello che condividono sui social media, e che è quindi necessario riflettere su queste conseguenze prima di scegliere se pubblicare o meno qualcosa.
Io vi confesso che sono molto perplessa nei riguardi di questo genere di azioni, e per quanto continuo a pensare che bisogna ritrovarsi nei panni di quei genitori per potersi permettere di giudicare, non riesco a darmi pace. Possibile che non ci siano modi migliori? Possibile che sia necessario umiliare i propri figli adolescenti di fronte ai loro coetanei per riuscire a far passare il messaggio? E quali sono le conseguenze di queste azioni sul rapporto del ragazzo nelle relazioni con i suoi amici? E nella relazione con i suoi genitori?
Ho molte domande e poche risposte, o almeno quelle che ho non mi piacciono affatto. Voi che ne pensate?

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57 thoughts on “L’umiliazione come mezzo per educare?”

  1. Curioso che i “commenti minimizzatori” siano stati postati dai papà mentre le “opinioni forti” siano state espresse o meglio taciute (preterizione?) dalle mamme 🙂

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  2. Manco sappiamo se ha bevuto o ha fatto solo la foto per fare la “spiritosa”. Su tutto il resto: ho spiegato chiarissimamente a mio figlio che lui fino a 13 anni su Fb no ci va e che non mi importa che fanno i suoi amici, spiegandogli anche perché certe cose su Internet non sono utili.

    A 10 anni mia madre gli ha regalato un telefonino da 40 euro con su 3 numero: il mio, suo padre e i nonni. E decidiamo noi quando può portarselo dietro, perché è riservato alle giornate difficili in cui la logistica può subire variazioni last-minute.

    Ognuno coi figli fa quello che vuole, io non concordo con tutta una serie di commenti minimizzatori qui sopra, ma appunto, non sono figli miei e neanche figli di amici miei, ai quali, a costo di scocciarli, parlerei chiaramente anche se non richiesta.

    Forse perché a me costringevano a portare il casco in motorino molto prima che fosse obbligatorio, anche se a scuola mi chiamavano Nuvolari (era un casco vintage, quello avevamo in casa).

    Io lo umilierei consapevolmente un mio figlio? Non lo so, troppo facile dire adesso no, che sono contraria, potrei trovarmi in circostanze sbagliate. Ma se fa il cazzone per farsi bello con gli amici, cercherei una soluzione in quella direzione. E con figlio 1 tocca farlo, lui è estremamente sensibile all’ approvazione del gruppo e da quando ha 5 anni gli racconto parabole su gente che è finita in guai seri per far contenti gli amici scemi. Spero se ne ricordi.

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  3. @Silvia, quella che abbiamo visto è la punizione per voler postare le foto di sè “holding liquor”. Voglio sperare che i genitori di questa ragazzina abbiano anche affrontato la questione del bere, anzi sono certa che l’abbiano fatto. Certo di cretinate ne ha fatte due, e forse sono da affrontare separatamente, non lo so, ma io farei la stessa cosa.

    @Andrea, a me non piace pensare e far passare a mia figlia il discorso che le regole si rispettano per paura della punizione. Mi piace riflettere casomai sul perchè ci sia una regola e che cosa vuol dire, e di come può aiutare me (come mettersi il casco) o gli altri (come pagare le tasse). Insomma capire il senso della regola, che magari rende più semplice accettarla e poi seguirla.

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  4. @Silvia: “Non trovate che in questo modo il messaggio che può passare è che, la prossima volta, è meglio semplicemente non postare la foto quando si beve con gli amici?”
    Da quel che ho capito io il messaggio che vogliono passare è proprio questo… se infrangi le regole o peggio la legge, non pubblicare la foto su un social network.
    Poi magari, giustamente, si sarà beccata qualche altra punizione di diverso genere per aver bevuto.

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  5. Ma possibile che il problema non sia, principalmente, che la ragazzina stesse bevendo alcolici, piuttosto che il fatto di aver pubblicato la sua foto mentre beveva alcolici?
    A parte che, in questo casi di specie, mi sembra bruttissimo il modo: sarebbe bastato un messaggio, senza bisogno della foto col cartello al collo, come un prigioniero in ostaggio, e col viso piangente. E poi il contenuto del messaggio forse sarebbe stato più costruttivo concentrarlo sul fatto di aver bevuto, non di aver postato la foto:
    “Siccome sono così sconsiderato da bere alcol a x anni e, per di più, ho pure postato la mia foto… ecc. ecc.”
    Insomma, per me questo metodo è inefficace perchè non va dritto al problema: anzi, distoglie dall’azione principale che i genitori dovrebbero interrompere, cioè il consumo di alcol.
    Non trovate che in questo modo il messaggio che può passare è che, la prossima volta, è meglio semplicemente non postare la foto quando si beve con gli amici?

    Sull’età del profilo probabilmente mi farò un’idea sul campo tra qualche anno. Mi sembra che i 13 siano adeguati, ma per quello che ne so alla scuola media (10-11) tutti sono su fb.
    Ovviamente avere un profilo sotto ai 13 anni, non è un’azione contro la legge, come leggevo, perchè non c’è alcuna legge che vieti di avere un profilo su un social network (anche perchè non abbiamo alcuna legge che si occupi di social network). Si tratta di una regola del gestore del servizio, che, peraltro, non sembra avere nessuna voglia di farla rispettare (insomma, l’ha messa tanto per fare bella figura).

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  6. (poi ci sarebbe tutta un’altra parentesi da aprire sul messaggio che si da’ ai giovani che tanto online tutto e’ permesso chissenefrega, cosi’ come infilarsi in un cinema a vedere un film sotto l’eta’ giusta, ma non la apriamo magari)

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  7. Andrea, come dicevo sopra, la percezione che tutti sommato online certi comportamenti sono tutto sommato accettabili, o comunque “OK” e’ molto diffusa. Se usi FB (o qualsiasi altro sito, come paypal o amazon) non secondo i termini del servizio stesso (le famose “terms and conditions” cui tutti noi diciamo OK senza leggere) stai contravvenendo ad un contratto. ll che significa che, nei casi minimali come FB, ti viene chiuso l’account direttamente. E’ nel diritto di FB, paypal etc, salvaguardarsi, e privarti del servizio se stai contravvenendo alle loro regole. Se persisti, o se questo comporta conseguenze che oltrepassano la legalita’, immagino ci siano sanzioni maggiori (magari Silvia ne sa di piu’). Tu se vuoi puoi iscrivere tuo figlio a FB, ma se qualcuno lo denuncia (ci sono dei modi per riportare a FB utenti che non aderiscono alle condizioni di servizio, inclusi i minori di 13 anni) a tuo figlio viene chiuso l’account, as simple as that.

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  8. @Serena,

    dici: “Sul divieto di registrarsi su facebook se hai meno di 13 anni, credo che chi eroghi un servizio abbia il diritto di mettere le regole che vuole, soprattutto visto che è gratuito. Sui genitori che permettono ai figli di fare un’azione illegale invece avrei delle opinioni più forti. Il punto qui infatti va ben oltre la presenza online su un network e sulle pericolosità che ne possono derivare in base ad un uso improprio del mezzo, ma sul fatto di incoraggiare un bambino a fare una cosa illegale, perché le leggi e le regole sono opinioni, come andare in motorino senza casco qualche anno fa (ma oggi se lo mettono tutti il casco?) o andare in macchina senza cintura tanto sono pochi metri.”

    Non sono minimamente esperto di queste cose, ma non credo che iscriversi a FB a meno di 13 anni sia equiparabile ad andare senza casco in motorino (e anche sulla liceità di tali leggi si potrebbe aprire un dibattito…) o a non allacciarsi le cinture.
    Non so quale sia la dicitura “legale”, ma non credo che “illegale” sia applicabile a FB. Dopo tutto, come fai a fare una legge se non ne puoi controllare l’applicazione e per la mancata osservanza della quale non sono previste sanzioni?
    L’unico paragone è forse con i film vietati ai minori dei 14 anni, ma con l’avvento di Sky e compagnia, anche quel divieto che senso ha?

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  9. @serena: questo del cieco rispetto delle regole mi pare un discorso molto ipocrita… tuo figlio non ti ha mai visto infrangere le regole? passare con il rosso? scaricare un film da internet? ascoltare un cd masterizzato?
    Nessuno segue alla lettera e rispetta tutte le regole, ognuno mostra ai suoi figli quello che è, consapevolmente e molto più spesso inconsapevolmente … inutile pensare che i figli non notino nei genitori molto di più di quello che i genitori notano nei figli, quindi costruirsi una facciata di finto rigore è il modo più efficace per mettere un muro e chiudere la comunicazione.

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  10. l’uso e’ vietato non per l’esposizione di un bambino ad eventuali siti non consoni, certo che quelli sono ovunque, e comunque anche i siti non consoni, e anche la TV mainstream, BBC per dire, non so la RAI, se mette on demand del materiale non adatto ai bambini ha un disclaimer all’inizio che dice che se stai per guardare questa cosa devi avere piu’ di chenneso. No, il divieto e’ proprio per il fatto che un bambino non puo’ esser lasciato a se’ stesso nel mettere online delle informaizioni SU DI SE’ e sui suoi amici che potrebbero essere dannose per lui o adesso o in futuro. Ecco perche’ FB si cautela, e giustamente io dico, nel senso che ognuno puo’ puoi aggirare il sistema e mentire, ma poi non puo’ essere attribuita la colpa a FB se il materiale che uno posta si ritorce contro di se’. Il limite di eta’ mi sembra assolutamente opportuno, proprio per chiarezza.

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  11. Scusa @Andrea ma “rendere le scuole impervie ai segnali dei telefonini” mi sembra davvero una pretesa assurda. Vogliamo demandare alla scuola anche la responsabilità di controllare che i nostri figli non usino i social network? Non è che magari sarebbe meglio proprio non darglielo il telefonino a bambini delle elementari? che (come tu stesso dici bene e come sappiamo benissimo tutti quanti noi, cresciuti senza cellulari) il genitore se ha bisogno chiama la scuola, e se il bambino ha bisogno la scuola chiama il genitore… O almeno dategli un telefono da 40 euro, senza connessione internet!!! Vabbè, piccolo sfogo.
    E il divieto di iscriversi sotto i 13 anni io lo capisco benissimo: i ragazzini potrebbero postare qualche immagine illegale e fb non vuole responsabilità. E non vuole avere orde di genitori che lo accusano di essere il diavolo.

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    • L’altro giorno alla scuola elementare di mio figlio ho visto l’insegnante del doposcuola vietare l’uso dell’iPad a due bambini di 7-8 anni. Ognuno provvisto del suo iPad personale. Ma i genitori che mandano i figli a scuola con l’iPad che hanno nella testa? Gli insegnanti a scuola devono perdere tempo a controllare gli zainetti dei bambini??? Ovviamente l’uso è vietato a scuola secondo le regole, ma le regole sono per gli sciocchi (come quella di non avere un account su facebook prima dei 13 anni).

      Sul divieto di registrarsi su facebook se hai meno di 13 anni, credo che chi eroghi un servizio abbia il diritto di mettere le regole che vuole, soprattutto visto che è gratuito. Sui genitori che permettono ai figli di fare un’azione illegale invece avrei delle opinioni più forti. Il punto qui infatti va ben oltre la presenza online su un network e sulle pericolosità che ne possono derivare in base ad un uso improprio del mezzo, ma sul fatto di incoraggiare un bambino a fare una cosa illegale, perché le leggi e le regole sono opinioni, come andare in motorino senza casco qualche anno fa (ma oggi se lo mettono tutti il casco?) o andare in macchina senza cintura tanto sono pochi metri.
      Marcello tu a tuo figlio questa cosa delle regole come gliela spieghi?

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  12. Boh. Io non ho parlato di censura, e che di contenuti non adatti ce ne sono anche altrove lo so. Suggerivo che molti genitori, non frequentatori della rete e dei social network (ce ne sono parecchi in giro) sottovalutassero questo aspetto.
    Quanto alle scuole, l’uso dei cellulari è vietato, e sinceramente l’idea di spendere una fortuna (credo che un jammer costi alcune centinaia di euro, e in genere hanno una portata molto limitata) per impedire agli alunni di fare una cosa che non dovrebbero proprio fare non ha molto senso (se anche ci fossero i soldi, ma tanto non ce ne sono).
    Sono perfettamente d’accordo con supermambanana sull’abbassamento della soglia.

    Poi, certo, nel migliore dei mondi possibili i ragazzini si fidano dei genitori e i genitori sono in grado di proteggerli dai pericoli. Ma io parlo con molte decine di genitori all’anno, e sono tutti assolutamente certi di conoscere i figli come le proprie tasche e di avere un rapporto di splendida fiducia. E invece in moltissimi casi non è così, anche in situazioni che non sono di conflitto.

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  13. Sì, ma è il divieto in sé che è assurdo…
    In tutta onestà non credo che me la sentirei di vietare a mia figlia di aprirsi il profilo FB a n anni, con n<13 se lo desiderasse. Poi magari cambierò idea.
    Comunque una volta che si presenterà il "problema" FB sarà morto e sepolto 🙂

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  14. qui ci sarebbe anche da allargare il discorso comunque, perche’ se andiamo a vedere le statistiche nel dettaglio tutti questi bambini non sono iscritti di nascosto dal genitore, anzi, la percentuale di quelli per cui e’ stato il genitore ad aiutarli ad aprire l’account e’ altina. E, intervistati, un buon 35% dei genitori crede che il limite di eta’ sia soltanto una raccomandazione, e un sorprendente 78% pensa che violare i limiti di eta’ per servizi online sia tutto sommato accettabile. Credo che tutti noi abbiamo una soglia molto piu’ bassa nel valutare l’appropriatezza di comportamenti online di quanto non sia per i comportamenti dal vivo.

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