Un buon libro per ragazzi deve, prima di tutto, essere un buon libro. La letteratura per i più giovani ha il dovere non solo di trasmettere messaggi adatti e costruttivi, ma anche il dovere di essere ottima letteratura, perché è su questa che formeranno i loro gusti.
“Wonder” di R.J. Palacio, edito in Italia da Giunti, è un libro che ha venduto milioni di copie nel mondo e il suo seguito “Il libro di Julian” si avvia alla stessa sorte. E’ un libro per ragazzi? E’ un libro bellissimo, non solo nei contenuti, ma nella tecnica letteraria e nello stile. Ecco, questo lo rende un libro per ragazzi e non solo per loro, perché è un buon libro, perché trasmette non solo contenuti, ma regala ai messaggi che vuole trasmettere una forma perfetta, in modo da insegnare (anche) ai ragazzi che leggere è bellezza.
Bellezza? Ma Wonder parla di bellezza? Secondo me sì: meraviglia e bellezza. “Wonder” e “Il libro di Julian” parlano di quanto le persone, con la conoscenza e la comprensione, possano stupire.
Wonder non è il meraviglioso protagonista, August, con la sua straordinarietà, wonder è la meraviglia che regalano tutti i personaggi riuscendo a essere sinceri, fragili e sorprendenti nelle loro scelte.
Molti mi hanno detto che leggendo questi due libri hanno pianto. Ecco, io neanche una volta. Questa è una storia di tale positività e di tale fiducia, che non può far piangere.
Leggerete spesso che questa è una storia di gentilezza e buoni sentimenti. Io preferisco appuntare l’attenzione sui sentimenti spesso cattivi che ci sono in questa storia. C’è gelosia, paura, incomprensione, vergogna. Ma su tutto vince la capacità di cambiare i punti di vista, di riscattarsi dai propri sentimenti negativi: cambiare, crescere, conoscere, guardare con occhi nuovi.
E sapete perché questo è un libro per ragazzi? Perché cambiare, crescere, conoscere e guardare con occhi nuovi sanno spontaneamente farlo solo loro.
Sapete allora perché questo è un libro che devono leggere anche gli adulti? Perché queste quattro capacità rivoluzionarie non dovremmo mai perderle.
Ecco, questo mi ha davvero commosso, leggendo “Wonder” e ancor di più “Il libro di Julian”: saper cambiare punti di vista salverà il mondo. E sono certa che, se leggendo questi libri, mio figlio saprà capirlo, anche lui si sarà un po’ salvato dalla vita che scorre e dal tempo che passa.
La tecnica narrativa molto particolare utilizzata dall’autrice ci offre la stessa storia, nei diversi capitoli di “Wonder“, ma raccontata ogni volta da un personaggio diverso: questo cambiamento di narratore è il modo di far evolvere la vicenda, perché ogni punto di vista diverso ci regalerà un piccolo pezzo di storia in più, ci svelerà un particolare e ci darà nuovi elementi. Così la storia, che apparentemente si ripete, in realtà procede.
“Il libro di Julian“, secondo libro della serie, che già ne prevede altri due, ci regala il punto di vista del “cattivo”, del bullo, del figlio di papà abituato a considerare tutti alla sua corte.
Julian, nel libro a lui dedicato, lungo capitolo che intreccia la sua storia a quella della nonna da piccola, è un eroe positivo perché sceglie di prendere coscienza dei suoi errori.
Le nonne… in questi due libri ci sono due grandi nonne, che sanno prendere e custodire con delicatezza i sentimenti negativi dei nipoti e aiutarli a trasformarli nel loro riscatto e a farci pace. Non sono forse tra i personaggi principali, ma sono due perle create dalla Palacio, come angeli custodi nei momenti di maggior fragilità.
Forse a questo punto dovrei raccontarvi qualcosa della storia: magari che August è un ragazzino fantastico, ma gravemente invalido e Julian sarà il suo incubo peggiore a scuola, fin quando le persone intorno a loro e loro stessi non sapranno trasformarsi. Ma no. Non voglio raccontarvi alcuna trama: le trame, alla fine, sono sempre più banali del modo di raccontarle. Vorrei semplicemente che lo leggeste, che ne riusciste a gustare i particolari. Regalatevi una piccola storia rivoluzionaria, in un mondo dove scegliere la gentilezza e rinnovarsi attraverso questa, è la vera rivoluzione.
Un’ultima chicca, che fa di questi libri un’esperienza gioiosa: in Wonder è suggerito un brano da ascoltare per ogni capitolo. Una playlist per la lettura: non la trascurate, fidatevi.
Da “Il libro di Julian”:
“Credi che mi perdonerà?”
La nonna ci ha pensato un po’ su.
“Starà a lui” ha risposto. “Alla fine, mon cher, l’unica cosa veramente importante è che tu perdoni te stesso. Stai imparando dal tuo errore”
“Un errore non dice di te quello che sei, Julian. Mi hai capita? Devi semplicmenete comportarti meglio la prossima volta”