Mi ricordo ancora quando qualche anno fa chiacchieravo con una mia amica delle notti insonni con cui ci deliziavano i nostri figli. Discutevamo insieme dei vari metodi presenti sul mercato, e lei mi ha detto che intendeva applicare Estivill. Credo di aver tentato di dissuaderla, e credo che lei abbia timidamente tentato di convincermi ad attuarlo con il Vikingo. Naturalmente nessuna delle due ha ascoltato l’altra, come è giusto che sia con ogni “buon”consiglio: si ascolta, si valuta e si va per la propria strada perché ciascuno sa cosa è giusto per il proprio figlio. Quasi 5 anni più tardi, le ho chiesto di raccontarci la sua esperienza con i suoi due figli. Un metodo, una mamma (e un papà), due bambini, diversi.
Come mai avete deciso di usare il metodo Estivill con Pietro
Abbiamo scelto di usare il metodo Estivill con il nostro primo figlio, quando, dopo aver smesso di allattarlo di notte, i suoi disperati risvegli notturni sono diventati insostenibili.
Non si calmava mai, si svegliava 4-5 volte a notte senza trovare pace, né lui, né noi!
Ci racconti come è andata? Quanto tempo ci è voluto? Cosa ha funzionato e cosa no?
Abbiamo sentito parlare del metodo Estivill da mio fratello e mia cognata, lo stavano usando per il loro primo figlio, di 2 anni e mezzo che ancora non dormiva tutta la notte.
Prima di adottare Estivill abbiamo provato con altri metodi più soft ma non hanno dato risultati.
Al nono mese di Pietro, dopo circa due settimane di incubo per aver smesso di allattarlo la notte, abbiamo deciso unanimemente io e mio marito di applicare il metodo!
Abbiamo letto entrambi il libro, ne abbiamo parlato e dopo pochi giorni abbiamo iniziato.
Con grande sorpresa dopo il terzo giorno Pietro ha dormito tutta la notte. Lo mettevamo giù e dopo la cerimonia lo salutavamo.
Dal terzo giorno in poi non ha più pianto e ha iniziato a dormire tutta la notte fino al mattino.
Pietro ha ora 5 anni e va a letto da solo, è molto sbrigativo nei saluti: ninna nanna, bacetto e via si dorme… e a volte dice pure «mamma te ne vai per favore che ho sonno?»
All’epoca hai avuto dubbi sul metodo? Lo avete applicato con serenità o è stata una scelta difficile?
Quando abbiamo deciso eravamo determinati a farlo bene, sapevamo che qualsiasi modifica del metodo avrebbe potuto comprometterlo.
La scelta non è stata difficile, la difficoltà è stata nel sopportare i pianti dei primi tre giorni, ma anche in questo siamo stati sorpresi (e probabilmente molto fortunati) perché a differenza di altri racconti, Pietro piangeva molto meno a lungo col metodo Estivill che con altri metodi o in braccio a mamma o papà.
Non ha mai pianto più di 20 minuti. Quindi, si, è stata dura ma solo per 20 minuti a sera e per tre giorni.
L’esperienza con Andrea è stata diversa. Cosa è successo?
Quando vedi che il primo figlio dorme, decidi che puoi fare il secondo e ti auguri che tutto vada come per il primo! Così è stato, o almeno in parte.
Dopo due anni circa è nato Andrea. Tutta un’altra pasta. Tutto un altro carattere.
Anche lui è stato allattato la notte per un po’. Rimaneva attaccato a me molto meno di Pietro, ero molto ottimista, sembrava molto meno attaccato alla mamma…
Invece mi sbagliavo! Andrea era molto meno disposto a staccarsi da mamma. Lo scrivo ora che ha 2 anni e mezzo ed è ancora così!
Sicuri che anche Andrea potesse imparare a dormire da solo, anticipando forse un po’ troppo i tempi, all’età di 4 mesi ho fatto il primo tentativo Estivill.
Priva di iniziare con lui il metodo abbiamo provato di tutto. Ma niente lo tranquillizzava.
Il distacco era troppo per lui. Non lo sopportava. Era, ed è tuttora, capace di piangere tre ore di seguito, o alzarsi dal letto suo e venire nel nostro anche 20 volte di seguito! Eravamo devastati.
Non accettava nient’altro che stare con la sua mamma vicina.
Quindi a 4 mesi abbiamo provato, sicuri che i ritmi di Estivill potessero regolarizzarlo.
Niente da fare al primo tentativo. Abbiamo lasciato perdere.
Ci ho riprovato a 6 mesi e dopo 10 giorni di pianti ininterrotti ha cominciato a dormire tutta la notte! Finalmente – dicevamo – anche lui è andato!
Ma puntualmente dopo un mese ricominciava a svegliarsi la notte e a non andare volentieri a nanna. Si ricominciava con il rituale, un’altra settimana di pianti e via si ricominciava a dormire.
Così per circa 9 mesi. Il metodo funzionava per uno o due mesi e poi scattava non so cosa e Andrea tornava indietro e voleva dormire solo con me!
Poi le vacanze estive hanno peggiorato le cose visto che siamo costretti a dormire tutti e 4 in una stanza.
L’autunno successivo abbiamo riprovato ma nonostante dopo una settimana-dieci giorni ricominciasse a dormire da solo, esattamente dopo un mese perdeva il ritmo…
Cosa pensi abbia funzionato e cosa no questa volta?
Ancora non sappiamo bene cosa sia successo, cosa non è andato. Anche perché continuiamo a svegliarci una volta a notte, tutte le notti! E questo grazie a una cura omeopatica, senza la quale i risvegli sarebbero 5 o addirittura 6 a notte.
La differenza tra i due casi sta sicuramente nella nostra stanchezza accumulata. Più aumenta la stanchezza e meno si riesce a tenere il punto.
Per sopravvivere poi si cede a vari compromessi e bimbi come Andrea hanno capito bene questo gioco.
Infine Andrea, a differenza di Pietro che in base a quanto insegnatoci da Tracy Hogg è un tipo da manuale, è assolutamente imprevedibile, e l’imprevedibilità è dura da gestire.
Pietro ha bisogno di un contenimento e i ritmi di Estivill gli hanno dato questa “sicurezza”. È come se lui sentisse proprio il bisogno di essere “inquadrato”, sostenuto, accompagnato seguendo delle regole ben stabilite.
Vista la tua esperienza con i tuoi due figli cosa ti senti di dire su questo metodo?
Dopo il successo con Pietro andavo dicendo che fosse un metodo applicabile a tutti i bambini. Dopo l’esperienza con Andrea, a malincuore, dico che non è adatto a tutti.
Continuo a condividere e sostenere pienamente il senso di questo metodo: i bambini devono imparare ad addormentarsi da soli o con dei pupazzi che possono ritrovare nel risveglio notturno, questo mi pare un insegnamento di vita, aiuta a far crescere bambini autonomi, coccolati, in altri momenti, ma indipendenti!
Ma infine dico… se ti capitano bambini come Andrea… bè ci puoi fare poco… ma puoi farci poco anche con altri metodi.
Dopo l’insuccesso di Estivill abbiamo comprato tanti altri libri: fate la nanna con il sorriso, fate la nanna in braccio, fate la nanna nel lettone, fate la nanna in piedi… e dopo 2 anni e mezzo Andrea ha deciso che il metodo migliore è quello di addormentarsi solo con mamma, dorme nel suo letto dalle 20.30 fino all’una-alle due di notte per poi andare a finire le ninne nel lettone accanto a mamma. E dopo 2 anni e mezzo di sonno interrotto non ce la faccio più a prenderlo e riportarlo a letto, perché lui è capace di rialzarsi 10 volte ancora per rifiondarsi nel lettone…
In realtà proprio in questi giorni sto riprovando a non farlo venire per niente nel letto nostro.
Quando arriva mi alzo e lo riporto nel suo… insomma… è una settimana almeno che mi sveglio e mi alzo 4 volte a notte… e alla quinta… alle 5 del mattino quando la sveglia è puntata alle 6.40 cedo inesorabilmente!
Sono parole ahimè di una mamma scoraggiata e stanca… che si accontenta di dormire a pezzi e che sorride quando le dicono «non ti preoccupare a 3 anni cominciano a dormire!»… chissà se Andrea, l’imprevedibile, seguirà mai questo cliché come tutti i bambini… perché mai dovrebbe farlo???
Cosa diresti ad un genitore disperato per le notti insonni che ha deciso di adottare Estivill?
Direi assolutamente di provare! Ma di non farlo a modo proprio, se si decide di farlo va fatto alla lettera! Pensate che è per il bene del bambino e anche di mamma e papà!!!! Io adesso vedo Pietro che è un bimbo felice e contento la sera di andare a dormire! E questo è merito di questo metodo che gli ha dato sicurezza e fiducia.
Se invece vedete che i pianti sono così disperati e durano troppo a lungo.. bè allora lasciate stare. Provate con altro, con metodi più semplici, con gocce di lavanda sul cuscino… con qualsiasi cosa… magari a voi funziona!
Io sarò proprio una voce fuori dal coro, ma non sono riuscita a finire di leggere nemmeno la Tracy Hogg! Che si crei una sorta di routine, e che ogni bambino abbia una indole a sé, è verissimo, ma forse sono proprio io semplicemente un po’ troppo allergica ai “metodi” in generale!
Io col mio bimbo (che ora ha 14 mesi) avevo provato tracy hogg, consigliato da voi…un disastro! la mia schiena a pezzi e lui arrabbiatissimo perchè quando pensava di stare con me io lo ripiazzavo da solo nel letto…pura cattiveria! Ho letto Estivil e ora si addormenta placido, col suo inseparabile bambolotto e il ciuccio, se si sveglia di notte (e lo sento) si cerca il suo ciuccio, se lo rimette e continua a dormire. Io inizierò a fare i turni di notte al lavoro, se avesse bisogno davvero di me anche di notte non potrei più lavorare? Così invece lui è sereno, io sono serena e ho tutto il giorno poi per coccolarlo, di certo non credo che pensarà che non gli voglio bene solo perchè ha imparato a dormire da solo…sarò forse più fortunata di altre ad avere un bimbo che dorme, ma il merito è un po’ suo e un po’ mio! Poi è vero ogni bimbo è diverso dall’altro e non è detto che al secondo (se ci sarà) sarò altrettanto fortunata, ma tentare non nuoce, e comunque lui ha pianto sempre di più con l’up-down che con estivil.
Grazie Close the Door per aver citato Richard Ferber e per aver ricordato, anche in questa conversazione, che il “metodo” Estivill in realtà è una sorta di copia-incolla di diversi saggi sul sonno dei bambini, il tutto semplificato e montato insieme come fosse la panacea di tutti i mali. E questo è il vero punto debole di tutta la teoria: volerlo passare come indiscutibile, non modificabile in nessun dettaglio e infallibile. A quel punto il genitore accorto dovrebbe capire che qualcosa non quadra!
Certo che, dovendo scegliere un “metodo”, che però va sempre interpretato, come dice Giulia come uno spunto per creare una routine personale, ci siamo sempre orientate verso Tracy Hogg piuttosto che… verso “il vegliardo nazista”.
Vi pregherei soltanto – anche, ma non solo da tedesca – di non usare il temine “nazista”. Stiamo confondando abbastanza le cose facendo così…
…ma non avevi scritto anche un post su un metodo che sembrava umano e fattibile? Una roba tipo up&down?
Per portare la mia testimonianza comunque io ho fatto dormire Puzzola nel suo lettino attaccato al mio fino ad un’età assurda, per motivi personali: 7 anni!
E nonostante abbia cominciato ad insegnarle a dormire da sola tardi devo dire che ora che ne ha quasi 9 siamo ad un buon punto: si sveglia per venire nel mio lettone (sono separata e ancora non ho un compagno) solo se fa un incubo o sta male e anzi inizia finalmente a reclamare di dormire nel suo letto. Veramente di rado ormai.
IO da piccola sono stata lasciata piangere e da bambina mi ricordo l’angoscia di addormentarmi da sola e da adulta la prima cosa che “salta” se c’è qualcosa che non va è il sonno continuativo per le canoniche 8 ore…
anche io sono d’accordo con giulia, ognuna ha il suo metodo perchè siamo diversi noi come genitori e sono diversi i bambini. Ognuno lo trova ascoltando se stesso e il bambino e avendo come priorità quella di …dormire (= E poi è vero che è bello poter pensare ai proprio figli come persone adulte, realizzate, sicure di sè, autonome etc etc, però si dice tanto di non voler essere genitori perfetti, allora mi chiedo se non pretendiamo anche dei figli che diventeranno adulti perfetti. Quindi se mio figlio si addormenta con me vicino ( e poi dorme tutta la notte), pazienza se non acquisirà quella sicurezza nella vita che gli farà spaccare il mondo (io sono una persona abbastanza insicura, ma non infelice, ho una famiglia meravigliosa, e un lavoro che mi piace), sono più contenta a pensare che si senta coccolato in quel momento in cui mi dice: mamma mi fai una coccolina, mentre in tutti gli altri momenti della giornata è lanciato alla scoperta del mondo.
@CloseTheDoor: ci sarebbe da tirarglielo in testa il biberon di camomilla a mio marito (a volte)!!!:-)
cmq anch’io lo allatto prima di dormire, diciamo un’ora dopo la cena ma la notte si sveglia comunque…ohimè
@ Francesca: lo fai allattare da tuo marito con la camomilla! 😀
Io ho usato il biberon di Mellin 2 come buonanotte serale, è diventato proprio il rito sostitutivo della poppata della buonanotte. Le riempie il pancino, la calma e dorme molto meglio. Con il peso non ci sono stati problemi e non ho trovato obiezioni da parte del pediatra. Con i 13 mesi sono passata al latte vaccino, ma il rito è rimasto, e si vede che mia figlia se lo gusta proprio.
buongiorno a tutte! ho letto il libro di estivill e non l’ho trovato così orrendo, per me comunque qualsiasi metodo è pressochè inapplicabile a causa del mio compagno che se lascio piangere Bibo per più di 30 secondi mi guarda schifato e accorre con un termos di camomilla. Bibo ha quasi 7 mesi, lo allatto ancora di notte e se va tutto bene si sveglia 1 o 2 volte a notte; vorrei toglierli la Tetta notturna ma non so come fare…consigli a riguardo???
Buongiorno ragazze, prima o poi si torna sempre a parlare del vecchiardo nazista, eh? Guardate, neo-mamme, ascoltate un consiglio dal cuore: al di là dei metodi che vi vengono insegnati, l’obiettivo primario deve essere DORMIRE. In qualunque modo. Lo troverete da sole insieme ai vostri bambini, perché come insegna anche questo articolo ogni bambino è diverso. Ascoltateli. E costruite insieme a loro il VOSTRO metodo. E non dimenticate di fare gli scongiuri. In bocca al lupo.
dico cose già dette: magari leggendo gli stessi contenuti ma spiegati da richard ferber invece che da eduardo estivìll, avresti la sensazione di avere davanti un medico che parla per il bene dei bambini. invece estivill ti propone un’immagine di bambini diavoletti e manipolatori – che esistono per carità, ma certamente non a 4-6 mesi – che ti fa sentire una povera idiota se dai loro retta, e soprattutto ti prefigura un futuro in cui tuo figlio si drogherà, e come sempre sarà tutta colpa tua. insomma il metodo di lasciarli piangere a oltranza puo’ andare benissimo per alcuni, ma estivill dice chiaramente che va bene per tutti, e se non funziona con il tuo, o tuo figlio ha bisogno di qualche cura, oppure tu sei un pirla. decisamente quello che si ha bisogno di sentire da neogenitori.
😀 Infatti come ti dicevo nemmeno io sono una fan sfegatata del co-sleeping, ma dello star loro vicini nel momento dell’addormentamento e dei risvegli notturni, considerando questi come una cosa naturale. Che poi uno sia snervato lo capisco, fino ai 15-18 mesi di Siria lei si svegliava anche 6 o 7 volte per notte, e nello stesso tempo Sveva si è sempre continuata a svegliare almeno 1 o 2 volte. Adesso siamo assestati sulle 3-4 volte (tra tutte e due le figlie) e magari tra un paio di anni torneremo a dormire tutte le notti anche noi!
Anche io ho utilizzato questo “metodo” con le mie gemelle ed è stato un successone: a nove mesi, in sole due sere, con 15-20 minuti di pianto…
Le mamme che non condividono ti dicono, però, che non ti giudicano ma quando ti guardano si vede lontano un miglio tutto il “disprezzo” che provano nei confronti del tuo essere mamma…
Non trovo che Estivill abbia scritto cose così orrende…non consiglia di legare i bambini al letto e bastonarli perodicamente anzi, in fondo anche i bambini che vanno al nido o alla materna possono piangere per ore ma chi rinuncia al lavoro per tenerseli a casa?
Io ho usato questo metodo, ho smesso di lavorare e mi dedico completamente alla loro felicità giorno e NOTTE da sei anni…
Io ho letto Estivill perché ne avevo letto su “Besame Mucho” di Gonzalez e su “Facciamo la nanna” della Honegger Fresco. L’ho letto, e non l’ho finito. L’ho letto perché non credevo ai miei occhi e non pensavo che quelle cose Estivill le avesse potute scrivere davvero.
Quando Sveva era piccolina mi sentivo ripetere che doveva imparare a dormire da sola, che non dovevo cullarla, abbracciarla, baciarla. E qualche volta, prima di leggere questi testi, ci ho anche provato a metterla giù da sola. Resistevo 2 minuti, e poi mi sdraiavo a fianco a lei e si addormentava in un attimo.
Io non sono una fan scatenata del cosleeping, anche se quasi tutte le notti, a un certo punto della notte, ci ritroviamo in 3 o 4 nel lettone. Solo, credo che non ci sarà più un momento della nostra vita (come diceva la Montessori) in cui nostro figlio ci chiederà “Mamma, mi stai vicino prima di dormire?”. In fin dei conti, se devo dormire sola, io che sono abituata a dormire con mio marito (e spesso con le figlie) non mi addormento facilmente, o tendo a risvegliarmi.
Il risveglio notturno e la necessità di trovare e sentire qualcuno vicino in fondo sono cose naturali, perché dovremmo negarlo? Detto questo, concordo sul fatto che risvegliarsi 4, 5, 6 volte per notte per quattro anni di fila non è una cosa piacevole, soprattutto se il giorno dopo si lavora, ma credo che faccia parte dell’infanzia, e dell’essere genitori. E, soprattutto, penso che la natura faccia il suo corso anche in questo, e nell’arco della vita di genitore 4 o 5 anni di sonno interrotto (pensate a quanto è a lungo termine il progetto di genitore) non sono poi una difficoltà insuperabile.
@Moma al di la della discussione sul metodo in se (e ho già espresso la mia opinione nel post contro il libro fate la nanna), come mostra l’intervista, il metodo NON funziona con tutti i bambini. Io sto iniziando a formarmi un’opinione in merito. Ossia che forse i bambini che hanno sviluppato delle abitudini “sbagliate” che interferiscono con la capacità di addormentarsi e di dormire intervalli di tempo sufficientemente lunghi per riposare, riescono a trovare nel metodo Estivill una buona struttura per imparare a dormire. Quelli invece che dormono male perché hanno bisogno della mamma, restano recidivi al metodo. Insomma come sempre non esiste un metodo universale perché siamo tutti individui diversi. Forse quando pensiamo ad un bambino con problemi di sonno dovremmo chiederci quali sia veramente il problema, prima di corrrere ad offrire una soluzione qualsiasi.
@Gloria anche io mi ricordo di averlo letto con disgusto e immediatamente accantonato. Per me il coo-sleeping purtroppo proprio non funziona, soprattutto con il Vikingo che lancia calci come un bufalo impazzito 😉
Io penso che una cosa sia un bambino che si sveglia 2 o 3 volte per notte, pesante ma forse sopportabile, un’altra è un bambino che ogni ora si sveglia e piange. Ecco in questo caso capisco che un genitore possa scegliere qualsiasi metodo, purché funzioni! Detto ciò io continuo a vedere Estivill come l’ultima spiaggia. A casa mia quando i miei figli non vogliono addormentarsi li minaccio (scherzosamente) dicendo loro “guardate che mi trasformo in Estivill!” Che poveretti loro nemmeno sanno chi è, quindi si immagineranno un qualche mostruoso essere veramente terrificante 😉
Ho usato anche io il metodo e ne sono una grandissima sostenitrice. Anche con mio figlio ha funzionato in soli 4 giorni, ma a differenza della mamma che avete intervistato, il mio promo figlio si svegliava anche 20 volte per notte. Poi, anche lui a 9 mesi e con soli 4 giorni di metodo ha iniziato a dormire da solo, tutta la notte…e anche oggi che ha quasi 6 anni è ancora cosi.
Sul nostro blog ho parlato anche io della mia esperienza e di questo metodo e devo dire che è stato un tema molto dibattuto.
Se volete leggere anche esperienze di altre mamme, pro e contro, potete leggerli qui: http://mercatinodeipiccoli.com/2009/05/04/fate-la-nanna-un-metodo-vincente/