Il linguaggio segreto dei neonati

Non posso esimermi dallo scrivere il primo post dedicato ai primi mesi, dedicandolo alla recenzione di un libro che per me è stato una guida importantissima nei primi mesi di vita di mio figlio, ma non solo. Parlo naturalmente dello splendido Il linguaggio segreto dei neonati di Tracy Hogg; Blau Melinda, edito Mondadori.
L’autrice, britannica di origine, ha vissuto e lavorato negli Stati Uniti, dove ha aiutato moltissime famiglie ad affrontare e risolvere i problemi che assilano tutte le neo-mamme e neo-papà, ossia l’allattamento, il sonno, lo svezzamento, il cambio del pannolino e via dicendo. La sua fama è cresciuta negli anni, arrivando addirittura ad avere un suo programma televisivo seguito a livello internazionale, e a meritarsi il nome di “baby whisperer” ossia di donna che sussurra ai neonati. Questa è una delle parti più affascinati del libro. Tracy Hogg è in grado di descrivere con una precisione quasi inquietante i modi differenti di piangere che hanno i neonati. Quel pianto straziante, a cui nessuno riesce a resistere e che ci mette sull’attenti, non è sempre uguale a se stesso. Cambia a seconda che il bebè sia affamato, abbia sonno, sia annoiato, arrabbiato, voglia un pannolino pulito, eccetera eccetera. Insomma il pianto è un vero e proprio linguaggio. Un linguaggio a noi sconosciuto, ma che se impariamo a riconoscerlo, e Tracy Hogg nel suo libro ci spiega come, ci aprirà le porte per una vita più in armonia con il nostro pargolo. Perchè invece di sentirci persi nel tentare di indovinare quale è il problema del momento, si può dire “ah, sta facendo un pianto un pò scoppiettante, la lingua viene spinta fuori dalla bocca, il corpo è esattamente in quella posizione descritta dal libro. E’ ora della poppata!” Questo eviterà di offrirgli il seno quando invece i segnali sono quelli evidenti del sonno (pensate al vantaggio di non insegnargli a prendere il latte per addormentarsi!), oppure di cercare di cullarli quando hanno bisogno di mangiare, e così via.
Secondo alcuni studi, la maggior parte delle mamme sono in grado di riconoscere almeno due tipi diversi di pianto già dopo appena un paio di mesi dalla nascita. Ma perchè limitarsi a due tipi o aspettare così a lungo quando si ha una guida completa a disposizione? Poi c’è ovviamente un aspetto che a mio parere vale ancora molto di più. Quello ovvio di spostamento del paradigma: il pianto è un linguaggio. Il mio bambino sta cercando di dirmi qualcosa, di comunicarmi i suoi bisogni. Tutto quello che devo fare è mettermi in ascolto.

liguaggio-segreto-neonati

Il libro non si limita a descrivere il linguaggio dei neonati. Presenta ovviamente uno dei tanti METODI possibili. Quale è la differenza tra questo metodo e gli altri? E’ presto detto: si concentra sui bisogni
dei neonati, senza perdere di vista quelli dei genitori. Le nuove tendenze ci spingono sempre di più
nella direzione dell’approccio “naturale”. Il neonato nel lettone, l’allattamento a richiesta, stare dietro ai suoi ritmi in tutto e per tutto. E’ un tornare alle origini, alle abitudini della vita tribale. Purtroppo (o per fortuna) non viviamo più in quel modo. Alla madre viene richiesto di tornare a lavoro dopo pochi mesi dalla nascita e mediamente al bebè non è consentito di seguire la mamma in ufficio (ne credo sarebbe auspicabile), viviamo in una società sempre più stressata e in corsa, la donna è moglie, figlia, donna in carriera e ora anche madre. Avere un metodo che prenda in considerazione tutto ciò può aiutarci a vivere meglio il nostro ruolo di neo-genitori, diminuendo i nostri sensi di colpa e frustrazioni. Attenzione non sto dicendo che dobbiamo mettere i nostri bisogni al di sopra di quelli del neonato. Questa non è certo l’intenzione dell’autrice del libro. Il bambino è e rimane sempre e comunque al centro. Il metodo si basa sull’ascolto e sul rispetto dei suoi bisogni. Partiamo dal capire ed accettare il figlio che ci è capitato, e cerchiamo di capire come poter fare per iniziare il percorso di crescita insieme. Non nonostante lui, ne contro di lui. Ma insieme. Cercando di ascoltare le sue esigenze, e trovare il miglior compromesso possibile nel rispetto e nella comprensione reciproca.

Per concludere, consiglio caldamente questo libro a tutti i neo genitori, ma anche nonni e zii e chiunque abbia a che fare con neonati. Indipendentemente dalla scelta del METODO che si vuole seguire, insegna a guardare al bebè come ad un individuo, con il suo carattere e i suoi bisogni. E’ una guida insostituibile per imparare a mettersi all’ascolto dei propri figli sin dall’inizio.

Se ti fosse venuta voglia di leggere questo libro, compralo utilizzando uno di questi link e aiuterai questo sito a crescere:
amazon.it
inMondadori.it
lafeltrinelli.it
Potrebbe inseressarti anche Il linguaggio segreto dei bambini – da 1 a 3 anni

Prova a leggere anche:

Previous

Non etichettiamo i nostri figli, please

Involtini di prosciutto cotto

Next

38 thoughts on “Il linguaggio segreto dei neonati”

  1. @Angela, ti capisco molto bene, anche mia figlia ha sempre avuto problemi con il sonno. Abbiamo provato il metodo Hogg ma non ha funzionato, forse perché non siamo stati sistematici e abbiamo ceduto al lettone. D’altra parte, come nel tuo caso, dormire 2 ore per notte (e pure male) è una vera tortura se devi andare a lavorare e il lettone ci è sembrato il male minore.
    Ti racconto la mia esperienza. Il periodo dai 12 ai 16 mesi è stato il più brutto: o dormiva nel lettone con noi oppure si svegliava mille volte, il massimo che riuscivo a fare era farla addormentare con fatica nel lettino tenendomi (e stritolandomi) la mano ma poi, quando si risvegliava, non trovando la mano ricominciava a piangere o cercava di scendere dal lettino; il ciuccio non bastava e i pupazzetti non li ha mai voluti. Il lettino tra l’altro è di fianco al nostro letto.
    Con il tempo però si è abituata ad addormentarsi nel lettino in tempi ragionevoli, i risvegli si sono ridotti e adesso (ha 22 mesi) in media ci sono 1-2 mezzi-risvegli dove basta una carezza, un po’ di camomilla o mi stringe la mano per poco. Molte notti dorme di filato fino alle 6, quando si sveglia per fame. Non lo dico troppo forte ma la situazione è migliorata.
    Ora dovremmo riuscire a trovare il coraggio di spostarla nella cameretta, ma il pensiero di altre notti insonni devo dire che mi frena.
    A ben vedere, la mia esperienza è l’esempio di tutto quello che i manuali dicono di NON fare. D’altro canto però, perché ora dorme e prima no? Al contrario di quello che molti dicono, crescendo si è abituata al lettino e ora non viene quasi più nel lettone.
    In sintesi, ti posso incoraggiare dicendo che dovrebbe migliorare, e che forse in alcuni casi bisogna solo aspettare, poco si spera.
    Spero sia di aiuto
    Lorenza

    Reply
  2. Ciao a tutti;
    sono mamma di due bambini: Riccardo di 3 e Alice di 20 mesi, le ho passate tutte… essere un ciuccio umano col “grande”, che non voleva assolutamente il ciuccio, per staccarlo un po’, soprattutto d’estate gli davo un biberon d’acqua (dai 3 ai 6 mesi) e si addormentava mentre ciucciava.
    La piccola si è sempre svegliata di notte per fortuna solo una volta o due, all’inizio per la poppata poi per la compagnia (nel lettone dormono benissimo tutti tranne mamma e papà!)
    Anche a lei le ho dato solo l’acqua e anche il ciuccio.
    Per Angela: se non dorme di notte bisogna sapere però cosa fa di giorno… stancala, falla correre e giocare, in questo periodo usa soprattutto l’acqua: portala in piscina, falleanche due docce al giorno, insomma stremala e cerca di farle prendere la routine giorno sveglia / notte nanna! Se poi lavorate entrambi di giorno e ve la cura qualcuno che la fa dormire 3 ore al pomeriggio… beh non c’è da stupirsi se non ha sonno la notte!
    Per i bambini bastano tre giorni per instaurare una routine, interrompetele il pisolino pomeridiano, datele da mangiare a orari regolare e…
    Tanti auguri!
    Ale

    Reply
  3. Ho letto i vostri commenti, ma mi sembra che riguardino soprattutto i neonati, qualcuno mi può consigliare cosa fare (o leggere) per far dormire una bimba di 16 mesi che si sveglia continuamente? siamo disperati, io e mio marito andiamo a lavorare dopo aver dormito solo un paio di ore per notte…siamo veramente distrutti

    Reply
  4. Grazie per la tua risposta, Serena : )
    Sai, mi trovo un po’ come quando tu eri con il Vikingo neonato in Svezia, io non sono italiana, sono messicana ma abito in Italia.
    Il diagnostico del pediatra e’ stato COLICHE!
    Quel gesto di tirare le gambine in su pero’ la Emma non lo fa, invece si irrigidisce e piange come una disperata.
    Ovviamente mi ha detto che se ne andrano da sole come sono arrivate, stiamo usando Mylicon e per crisi severissime, il sondino (non l’ho ancora usato e non penso usarlo, mi sembra bruttissimo dover usare quella cosa!).
    Con crisi di coliche e tutto, abbiamo ripreso la routine, negli ultimi giorni pero’, e’ saltato un’altro particolare: Emma non prende il ciuccio, l’odia, da quando e’ nata non c’e’ stato modo di metterglielo in bocca, ogni volta che proviamo lo sputa, non lo ciuccia mai e fa il verso di vomitare per toglierselo dalla bocca. Il particolare nuovo, sviluppato negli ultimi giorni, vuole essere attaccata al seno per fare i pisolini!
    Come faccio per evitare questa cosa??, non succedeva prima. Fino qualche giorno fa, dormiva senza bisogno della tetta della mamma, quando sta male per le coliche lei stessa rifiuta il seno. Ma ora succede questa cosa, e’ gia’ nella sua culla con gli occhi che se gli chiudono e all’improvviso piange e gesticola come se avessi fame, se la prendo in braccio un’altra volta, gira il volto verso la tetta ed sta li’ tutta “grufolante”… io l’ho attaccata perche’ senno’ non dorme piu’ e sono strilli fino alla fine del mondo.
    Come faccio ora??. Sono proprio un ciuccio umano!
    Con questa signorina una nuova ogni giorno…

    Reply
    • Diana, il corpo rigido e le gambe tese mentre piange sono proprio il segnale di coliche. Prova con il Mylicon, ma ti consiglio anche le gocce di fermenti lattici per neonati, si comprano in farmacia senza ricetta. Sono gocce che gli dai una volta al giorno e per alcuni bimbi aiutano più del Mylicon. Puoi provare anche i massaggi. Purtroppo non c’è soluzione alle coliche, e bisogna solo aspettare che passino. Ti consiglio anche durante le crisi peggiori di metterti i tappi alle orecchie. Non potete fare nulla per alleviargli il dolore ma sentire il pianto disperato di un bambino per ore non vi aiuta e non lo aiuta in nessun modo e può portare all’esasperazione.
      Quindi tappi per tutti.

      Per il fatto che vuole ciucciare per addormentarsi, l’unica è resistere e non farlo, se non vuoi. Ci sono mamme felici di trasformarsi in ciuccio umano, pensando in questo modo di soddisfare un bisogno del bambino e di essere quindi madri migliori. Io personalmente non sono d’accordo con questa visione della faccenda ma è comunque una questione di scelte. Se non vuoi allattarlo per farlo dormire allora non lo fare. Quando lo tiri su dal lettino perché piange mettilo in posizione verticale con la sua testa nell’incavo del tuo collo, e inizia a dargli pacche al centro della schiena mentre sussurri sh sh sh vicino al suo orecchio. Se lo metti in posizione distesa infatti è normale che lui cerchi il tuo seno, di cui probabilmente sente l’odore. Mettendolo in verticale non dovrebbero esserci problemi a meno che non abbia realmente fame. Però se stai seguendo una routine e.a.s.y. allora sai che al momento di dormire non può avere fame.

      Un’ultima cosa, non c’è nulla di strano in tua figlia. Con tutti i bambini c’è qualcosa di nuovo ogni giorno, e l’essere genitori si trasforma in una continua ricerca di equilibrio, e quando pensavi di averne trovato uno, ti accorgi che devi ricominciare da capo.

      Reply
  5. Salve, ho trovato questo post e leggendo i commenti, ce ne uno che e’ il mio stesso caso, quello di Serena, anche se magari peggiorato con delle terribili crisi di pianto che stanno aumentando giorno dopo giorno : (
    Mia figlia adesso ha 8 settimane, dalla 4a. ho provato ad utilizzare i metodi della Hogg, per un paio di settimane le cose sembravano funzionare, anche se non seguivo con l’orologio la routine… dalla 6a. settimana ho provato a mettere degli orari per le poppate (ogni 3 ore), facendo la prima poppata del giorno alle 5, poi 8, 11, 14, 17, 20, ecc.
    Non c’e’ stato ancora un giorno in cui sia riuscita a seguire gli orari, nelle giornate migliori mi avvicino anticipando di 15 minuti o mezz’ora. Inoltre, la mia piccola ha cominciato a soffrire queste crisi di pianto che arrivano a qualsiasi ora del giorno, sia mentre gli sto cambiando il pannolino che quando sta dormendo o anche mentre sta tranquilla nella sua sdraietta. Quando queste crisi cominciano, farle smettere e’ difficilissimo, la mia povera figlia puo’ piangere anche 2 ore di fila. Dovuto a queste crisi di pianto, non fa piu’ pisolini regolari, poi questo pianto si trasforma in pianto di stanchezza e finalmente in pianto di fame, al momento di farla mangiare e’ tanto stanca di piangere che si addormenta in continuazione mentre mangia.
    Questo e’ un circolo vizioso orribile che non riesco a rompere.
    Secondo la vostra esperienza, quando e’ possibile cominciare ad utilizzare il metodo EASY della Hogg?, per una bebe’ sensibile di 6 settimane era troppo presto?
    Oggi vado anche dal pediatra per vedere se c’e’ una causa patologica in queste crisi di pianto che esplodono a qualsiasi ora. Mamma e papa’ siamo stanchissimi, il rapporto con la nostra piccola non e’ ottimo, dopo 2-3 ore di pianto ci fa innervosire, ci fa sentire frustrati perche’ non riusciamo a calmarla e abbiamo paura di uscire con lei perche’ in qualsiasi momento potrebbe iniziare a piangere e noi non saremo in grado di calmarla.
    Quando piange per 2-3 ore di fila, e’ terribile, veramente. Gli episodi di pianto possono capitare anche 3-4 volte al giorno. La nostra situazione e’ tristissima.

    Reply
    • Diana non credo che il problema della tua piccola sia il fatto che tu le faccia seguire una routine (e non è troppo presto iniziare a 4 settimane. Io ho iniziato appena nato). Al contrario, questo normalmente aiuta tutti i bambini. Vorrei tranquillizzarti sul fatto che il metodo easy non prevede una routine ad orari fissi, e quindi se ha fame 15 minuti prima o mezzora prima non è assolutamente un problema. Capiterà di certo che qualche volta possa avere fame più tardi. Insomma, routine va bene, ma non dimentichiamoci la flessibilità di seguire il suo ritmo biologico. Se è una bimba sensibile controlla se dorme abbastanza a lungo (almeno 45 minuti circa) o se si sveglia troppo presto, perché in quel caso sarebbe troppo stanca per fare qualsiasi cosa.
      Credo sia importante capire per quale motivo scoppia a piangere. Cerca di osservare e prendere nota di tutto quello che succede prima della crisi. Pensi abbia dolori? Coliche? Aria nella pancia? Pensi si sia spaventata per qualche rumore improvviso?
      Facci sapere come evolve nei prossimi giorni e cosa ha detto il pediatra. Coraggio!

      Reply
  6. Silvia, sono d’accordo con Lucia. Non ha ancora 3 mesi, è presto per non allattarla più la notte. Quello che puoi fare è di provare ad offrirle il seno più di frequente il giorno, ogni 3 ore circa invece che ogni 4, e allattarla ogni 2 ore per le ultime 3 poppate serali (ad esempio alle 19, alle 21 e alle 23 circa). In questo modo potrebbe diminuire le poppate notturne spontaneamente.
    Se è una bambina sensibile è particolarmente utile seguire una routine, in quanto la aiuta a trovare un ritmo che la tranquillizza. Per instaurare una routine puoi partire con l’osservazione della sua giornata tipica per qualche giorno. Segni tutto, orari di sveglia, attività fatta, poppate. Se è stato facile o difficile addormentarla. Prendi nota dei tempi necessari per farla addormentare. Tenendo un diario per qualche giorno scoprirai che ci sono dei comportamenti ripetibili. Ad esempio potrebbe avere più difficoltà ad addormentarsi dopo aver fatto una certa attività che la stimola troppo. Sulla base di questo diario, scrivi una routine, inclusi orari indicativi, su come pensi la vostra giornata potrebbe funzionare.
    Prova a seguirla rigidamente per un paio di giorni, orologio alla mano, e poi puoi rilassarti sugli orari, mantenendo la sequenza alla EASY.
    Spero di essere stata chiara. Fammi sapere come va.

    Reply
  7. per silvia: io direi che è presto x la tua bimba dormire di più senza ciucciare il latte. porta pazienza che migliorerà!
    io ho letto il libro quando il mio bimbo aveva già un mese mi sembra.
    mi ha aiutato molto, ma non l’ho seguito alla lettera, soprattutto per il latte, io l’ho allattato a richiesta, ritengo sia il metodo migliore per dargli il nutrimento giusto.
    cmq in gerale vorrei dire a tutte le mamme disperate: PORTATE PAZIENZA, NON DURA IN ETERNO! sembra poco, ma quando me la sono messa via con le colichette (tremende, tutto il giorno tutti i giorni – altro che regola del 3!) è andata meglio.

    Reply
  8. x Marina:
    mipare che ci sia un libro, sempre della Hogg, per bambini più grandicelli: “Secrets of the Baby Whisperer for Toddlers”.
    E poi volevo chiedere, il libro “The baby whisperer solves all your problems. By teaching you how to ask the right questions” esiste in una traduzione in italiano?

    Reply
  9. Ciao,
    ho letto e riletto il libro. Sono mamma di una bimba sensibile e sono abbastanza disperata. Sto cercando di applicare il metodo EASY ma non riesco a trovare il giusto equilibrio. Tutte le volte che la devo mettere a nanna è un pianto disperato irrefrenabile, ma non demordo (sono i vicini che si lamentano!) su e giù, coccole nella culla, alle volte si addormenta, altre la prendo in braccio e la porto a svagarsi e giocare. Nella culla a volte piange per essere presa in braccio, altre è disperata e piange comunque. Sarà un modo per rilassarsi?
    In più non riesco ad instaurare una routine, nel senso che quando vedo il 1°, max 2° sbadiglio la prendo la porto in cameretta canto una ninna, la saluto e la metto giù. dite che è abbastanza? A volte da brava giocherella e si addormenta, altre iniziamo la danza su e giù.
    Per non parlare dell’allattamento (al seno), ho sempre dubbi se mangia abbastanza o meno, infatti di notte si sveglia ogni 2 ore per mangiare (alle 2, 4, 6)sembra un orologio svizzero. Ho provato con il ciuccio ma piange disperata, lo sputa e poi non vuole più neppure il seno.Di giorno invece aspetta tra una poppata e l’altra anche 4 ore.
    Mah… Non so che fare, vado a tentativi. Avete consigli?
    Grazie mille

    Reply
  10. ciao Alessandra, anche i miei sono attivo il primo, o amplificato come lo chiamiamo in questo blog, e da manuale il secondo, secondo la divisione di Tracy Hogg. Ti dico che io ho applicato il metodo EASY anche con il primo figlio ed è stato decisamente la mia salvezza. Ancora più importante che con il piccolino, che è decisamente più facile da gestire. Grazie pe la tua testimonianza!

    Reply
  11. Ciao ho letto anch’io “il linguaggio segreto dei neonati” quando ero incinta della mia seconda figlia che ora ha 6 mesi, e mi è stato utilissimo!!! Vedo la differenza con il mio grande di 2 anni e 2 mesi, sempre e perennnemente attaccato al seno perchè dopo mezzo vagito: “Ha fame!” …Mai riuscita a farlo addormentare da solo… solo con biberon in mano, in braccio a me, davanti a un cartone e la sua mano perennemente sulla mia guancia! Con la piccola invece greazie alla Hogg capivo quando piangeva perchè aveva fame o voleva cambiare ambiente… al seno si attaccava regolarmente ogni 3/4 ore e non ogni ora come il primo che nn ha mai preso il ciuccio mala mia tetta!!! Ovviamente sono diversi fra loro lui è iperattivo lei è da manuale! Ma credo che da manuale sia riuscita a trasformarla io sempre merito del libro che insegna semplicemente a rispettare orari, routine… lasciare i bambini soli che giochino (anche solo un foglio da osservare disegnato con righe nere è sufficiente nei primi mesi di vita!) Lo consiglio vivamente a tutte le mamme apprensive e iperprotettive!!!

    Reply
  12. Vorrei scrivere anch’io qualcosa sui due libri di Tracy Hogg (con Melinda Blau) che sono stati fondamentali per instaurare il mio rapporto quotidiano con mia figlia Lavinia Sofia, che adesso ha 3 anni.
    Il primo, Secrets of the Baby Whisperer: how to calm, connect and communicate with your baby (questo il titolo originale del “Il linguaggio dei neonati”) — suggerito da Serena durante la nostra re-union (Serena dì tu cos’è) — è fondamentale per imparare a orientarsi e a interpretare i segni “emessi” dai neonati, questi piccoli sconosciuti che, seppur attesi per nove mesi, ci troviamo tra le braccia con tanta sorpresa. Non mi dilungo sulla impreparazione psicologica e pratica dell’affrontare il primo figlio. Sarebbe troppo lungo.
    Nonostante i nostri figli siano generati per amore e siano il frutto della nostra voglia di amare, sono pur sempre delle personcine sconosciute, che noi dobbiamo imparare a conoscere. Scoprendo i nostri bimbi e interagendo con loro, sveliamo anche parti inusitate di noi stessi e, certo, cresciamo e maturiamo in modo molto meno individualistico rispetto al nostro passato di single. Ma l’interpretazione dei segni non è facile. E i consigli generici non servono all’atto pratico. E qui Tracy Hogg entra in gioco. Le sue descrizioni e interpretazioni aiutano a capire i minutissimi gesti dei neonati, senza pontificare troppo sull’aspetto generale. Siccome le sue interpretazioni vengono dalla sua esperienza pratica come “nanny”, e sono spesso suffragate dalla letteratura di psicologia infantile, funzionano. Ovviamente, bisogna avere la pazienza di leggere, rileggere e sforzarsi di capire e di “vedere” la minuscola persona che ci troviamo davanti. La classificazione tipologica caratteriale è molto utile, anche se Tracy Hoggs sottolinea che nella realtà i tipi sono spesso mescolati. E soprattutto non rappresentano un “destino”. Un bimbo può avere caratteristiche di “angel baby” quando ha 6 mesi, e diventare uno “spirited” quando ha 1 anno. Le tipologie servono per semplificare le interpretazioni dei comportamenti.
    Ancora più fondamentale per me è stato il secondo libro: “The baby whisperer solves all your problems. By teaching you how to ask the right questions)”. Io ho applicato praticamente tutto di questo libro, dal “pick up/put down” al “the case for early toilet”. Con LavSof tutte le tecniche hanno funzionato. Le sue abitudini regolari (grazie alla routine) mi hanno fatto scrivere una testi di più di 300 pagine. Dorme senza problemi e va senza pannolino da quando aveva 20 mesi, dato che ho seguito il consiglio di cominciare il toilet training nel momento in cui i bimbi sono più cooperativi. Lo scorso ottobre LavSof ha deciso (da sola, questa volta) che non voleva portare i pannolini neanche di notte. Sicuramente l’early toilet training ha favorito l’unico risparmio che io sia mai riuscita a fare: sarebbe interessante quantificare quanti soldi abbiamo risparmiato in pannolini dal luglio 2007 a oggi.
    Ho un unico rammarico… Dato che la povera Tracy Hogg è passata a miglior vita, adesso chi mi aiuta a interpretare i segni di una treenne? C’è qualche altro libro miracoloso che possa aiutare una mamma piena di amore, sì, ma con poca pazienza e senza esperienza? Personalmente, non credo all’istinto materno, dato che non penso di esserne provvista. Credo però nella conoscenza di sé e degli altri. Serena, quando ti capita qualcos’altro che fa al mio caso, ti prego, dimmelo subito!

    Reply
  13. Ascoltare un figlio fin dai suoi primi giorni di vita è una buona abitudine, che, una volta imparata, potremmo conservare per ascoltare il suo linguaggio “non detto” per tutta la vita: un bambino in età scolare, un adolescente, hanno ancora più bisogno di un neonato di essere capiti dai propri genitori per quello che non stanno dicendo, ma che vogliono comunque comunicare. Mettiamoci all’ascolto dal primo giorno ed impareremo a conoscerli meglio.

    Reply

Leave a Comment