Il biologico low cost è possibile?

Sono una convintona del biologico e questo credo di averlo detto qua e là in questa rubrica. Prima di essere folgorata sulla via di Damasco da un educatore alimentare che ho ascoltato ad una conferenza (e che forse ha semplicemente toccato le corde giuste) non avevo motivo di credere che il cibo bio non fosse qualitativamente migliore, ma mi prendeva una sincope ogni volta che varcavo la porta di uno di quei negozietti di alimentazione naturale (dalle mie parti ci sono ancora pochi supermercati di quel genere).
Avevo l’impressione di essere spennata come un pollo e la convinzione di non avere uno stipendio adeguato al biologico.

Poi, un po’ alla volta, grazie al gruppo d’acquisto solidale, ad alcune letture e ad un po’ di fantasia ho capito che non era vero. Ho trovato un mio modo di comprare, ho aumentato notevolmente la qualità del cibo che consumiamo in famiglia e virato verso la cucina naturale. Alcuni cibi che prima non mangiavo mai sono diventati un’abitudine irrinunciabile, e al tempo stesso altri sono stati praticamente depennati dalla nostra dispensa.

Prima di tutto abbiamo diminuito (quasi eliminato) la carne e il pesce: il motivo è ambientale e salutista. A scuola le bimbe mangiano carne (o pesce) tutti i giorni e a nostro giudizio è già troppo. Le alternative ci sono e per questo ci limitiamo a consumarne una tantum nei week end.
Poi abbiamo aumentato moltissimo il consumo di ortaggi, legumi e cereali. Che non significa solo pasta e riso, ma anche orzo, farro, miglio, bulgur, cous cous, grano saraceno, quinoa, abbinati spesso nelle zuppe o nei piatti asciutti a ceci, fagioli di tante varietà, lenticchie etc.. Cucinando con le giuste spezie, e con i giusti mix si può variare moltissimo e mangiare molto saporito.
Sono piatti poveri, spesso fatti con ingredienti coltivati anche localmente (siamo in pianura padana): con un pacchetto di orzo o farro biologico che costa qualche euro mangiamo 2 o 3 volte. I legumi costano ancora meno. Li prendo a volte secchi, ma ne ho sempre anche in lattina, già cotti, per praticità: un barattolo costa dagli 80 ai 90 centesimi.
La frutta e gli ortaggi li acquistiamo sempre al g.a.s.: siamo organizzati con la fornitura di cassette miste. Quella piccola che acquistiamo noi costa 10 euro e contiene 4 o 5 verdure  e 2 o 3 tipi di frutta in sacchetti mediamente da chilo. Perchè costano così poco? Perchè sono verdure e frutta di stagione: il padre putativo degli ortaggi che mangiamo ne ha in grande abbondanza e li vende direttamente a noi, ad un prezzo che per lui è ottimo e per noi pure.
A questo aggiungiamo le uova e i formaggi. Mi chiedo sempre perchè le uova costino così poco, con tutta la fatica che fanno le povere galline a sfornarle tutti i giorni.. :), mentre i formaggi sono forse la voce più onerosa e visto che li adoriamo non ce li facciamo mai mancare.

Ogni tanto acquistiamo proteine vegetali (tofu, seitan e compagnia) che piacciono tanto alle bimbe e che apprezziamo abbastanza anche noi. Il tofu è molto proteico e molto economico, gli altri sono un po’ più costosi e noi li mangiamo come alternative ai secondi di carne. Ma senza andare su cose strane, per economizzare e mangiare bene, senza spendere necessariamente molto tempo nella preparazione, la cosa migliore è scendere di gamma: i prodotti di prima e seconda gamma (freschi e in scatola) sono sempre a prezzi abbordabili  rispetto a quelli di terza, quarta e quinta gamma (surgelati, pronti e precotti).
Io trovo spropositati i costi dei prodotti da forno confezionati (biscotti, dolciumi) che poi a volte anche nel bio hanno etichette un po’ troppo cariche di ingredienti, dal mio punto di vista e non sono quasi mai a filiera corta. Ne consumiamo pochi, giusto i biscotti per le bimbe che a colazione non si sono ancora convinte a mangiare i cereali o la crema di budwig (l’avete mai provata? E’ speciale!).
Tranne per qualche piccolo esperimento non sono una mamma che ha la cantina piena di marmellate e conserve: mi cimenterò anche lì, ma per ora le acquistiamo in zona. Il nostro bilancio è molto simile a quello di prima, a volte ho l’impressione di spendere anche molto meno: non frequentare i supermercati tradizionali fa la differenza. Compro solo quel che mi serve, via web, con il gas, ragionando su un’ipotesi grossolana di menù per la settimana, con qualche extra. Sicuramente il gruppo d’acquisto aiuta molto in questo, perchè i prezzi sono un po’ più accessibili (penso ad esempio all’olio, alla pasta e al riso, alle farine), ma si compensa con un piccolo impegno, che trovo sacrosanto ma che non tutti sono disposti a offrire. Ogni tanto compro qualcosa di confezionato, per le emergenze (tortellini, gnocchi), ma giusto una tantum.
Credo che ci siano ancora molti pregiudizi sul biologico, che viene considerato troppo spesso una scelta radical chic invece che un’opportunità e una soluzione per l’ambiente e per la salute. Siamo troppo abituati a fare il confronto diretto, senza pensare a modificare un po’ le abitudini alimentari, ragionando sul senso dei nostri acquisti, anzi sul buon senso del consumo.

Le truffe come quella denominata “Gatto con gli stivali” (che era però legata ai mangimi per animali) screditano un settore che dal mio punto di vista lavora seriamente ed è il futuro della nostra alimentazione. Io per non sbagliare cerco prodotti biologici a filiera corta, possibilmente trasformati localmente: a volte non conosciamo nemmeno il tessuto di piccole imprese che ci circondano!

Voi cosa ne pensate? Cosa/come scegliete i cibi in famiglia? Pensate di più al costo o alla qualità?

Elisa di Mestieredimamma.it

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23 thoughts on “Il biologico low cost è possibile?”

  1. Noi ci organizziamo così: verdura dall’orto di mio suocero oppure da un’azienda agricola non lontana da casa nostra. Quindi, solo frutta e verdura di stagione. Poca carne, ma abbastanza pesce. Viviamo nel Salento, vicino al mare, e per noi è naturale andare a comprare il pescato del giorno al porto. Cereali e legumi a volontà, anche questi per lo più locali. La farina al mulino. Il pane al forno. I latticini in una latteria sotto casa. In realtà abbiamo tutto sotto casa o quasi (è il bello di vivere in un paesone). Al supermercato compriamo quasi esclusivamente formaggi stagionati e uova, ma, se possibile, sempre privilegiando quelli che vengono da non troppo lontano. Stiamo molto attenti anche al packaging. Se, per esempio, un formaggio ha una confezione sovradimensionata non lo compro; mi viene naturale …

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  2. Sai che io e il mio compagno qua a valencia abbiamo una piccolissima azienda di agricultura biologica? E forniamo sia negozi ma anche GAS e famiglie che comprano da noi una volta a settimana. Moltissimi sono passati al bio perché hanno bimbi piccoli e poi hanno aggiunto nonni e zii. Ovviamente pure noi tutto di stagione, sarà da ottobre che non vedo un pomodoro ma oramai dopo anni ci ho fatto l’abitudine. E se proprio proprio voglio sgarrare e non compro locale, pure noi siamo clienti di un GAS e compriamo cereali e legumi. Carne zero, uova solo delle nostre galline (la Tonina, la Carmencita, :-D) , abbiamo la dispensa piena nel caso scoppiasse una guerra.

    Un sacco di gente ci viene a trovare: noi non abbiamo la certificazione perché pagare 300 euro all’anno per avere il timbro e poi vedere le verdure che vanno a madrid non ha niente di ecologico: siamo in una associazione mista produttori-consumatori e l’associazione certifica che siamo ecologici. E’ un certificato che qua in Spagna sta prendendo piede in alternativa alla certificazione ufficiale, perché chi certifica è colui che viene a controllare (vengono anche fatte analisi del suolo e delle acque), ma almeno c’è l’onestà perché viene gratis e lo fa perché crede nel progetto. I piccoli produttori non possono pagare tanto solo per avere una etichetta, è anti-etico!

    Ecco si le humeboshi quelle non me le togliete che anche se sono giapponesi io le uso per disintossicarmi quando divento macrobiotica stretta o quando strafaccio con le fritture mi metto in punizione 🙂

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  3. La quinoa è un cereale non proprio a km zero… Ma costa poco e ha un sapore abbastanza intenso. Io prendo quello di Altromercato e lo uso soprattutto d’estate per piatti freddi (tipo insalata di riso), ma può essere anche la base per fare polpette e zuppe
    Il tofu invece è fatto con la soia, quindi è un legume. Lo trovi in panetti al naturale (bianchi…) o saporito con aromi e verdure… è molto “spugnoso” e assorbe quindi i sapori delle cose con cui lo cucini, la cottura è velocissima, perchè di fatto il legume è già cotto. Si trova nei negozi di alimentazione naturale (tipo cuore bio, naturasì etc…)

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  4. Io ho limitato la carne, la classica fettina, insomma, ma da buona veneziana, rinunciare al pesce sembrerebbe sacrilego. Il mercato (Rialto) è una gioia per gli occhi e il palato. Scelgo preferibilmente pesce del mare nostrum, ma già è il mercato che effettua a monte la scelta. Occhiate, da noi, pochine, per dire.
    Alla coop cerco di comprare bio, anche perchè non si paga poi molto di più. E sul bio, lì , tocca fidarsi, ça vans sans dire..
    Frutta e verdura preferibilmente di stagione, anche perchè son più buone!
    Invece mi piacerebbe saperne di più su prodotti alternativie sulla maniera di cuucinarli tipo quinoa, tofu che, tra l’altro, non sono facili da reperire

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  5. Io ho un’azienda agricola, e buona parte di quello che mettiamo in tavola è prodotto da noi, carne, verdura, cereali, frutta…
    capisco che non tutti vivono in campagna o hanno la possibilità di coltivarsi un pezzettino di terra (anche se piccolo), ma il consiglio che mi sento di dare è di CERCARE le aziende vicino a voi, farci un salto, farsi spiegare come coltivano e eventualmente acquistare direttamente da loro, “fissando” i prodotti che pensate di utilizzare. Non tutte le aziende hanno la certificazione biologica (veramente onerosa), ma di fatto non usano prodotti chimici e coltivano in tutta sicurezza!Il comprare direttamente poi, evita passaggi onerosi per il consumatore, e vedere i prodotti che “crescono” sarebbe decisamente educativo per i bimbi 😀
    Noi la certificazione non l’abbiamo proprio a causa dei problemi burocratici-economici che comporta, ma essendo tutti i prodotti a disposizione degli ospiti (e nostra, compresa mia figlia) del nostro agriturismo in qualsiasi momento, mai ci sogneremmo di utilizzare i prodotti chimici (che sia ben inteso, con le dovute cautele e rispettando i tempi di carenza sono sicuri).
    L’unica pecca, e che le cose “non trattate”, sono deliziose ma di certo non esteticamente perfette come la maggior parte degli acquirenti vuole 🙁

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  6. Io venivo “dalla città” (oddio…un grosso paesone…ma sempre città è per le statistiche) e ho faticato a far capire a mio marito che derideva il biologico che era semplice per lui: nel bio ci era cresciuto!!!
    Infatti qui da noi è normale comprare le uova dal contadino accanto a casa con le galline ruspanti. Dagli stessi contadini si comprano galline, galletti, conigli tutti allevati in modo naturale.
    L’orto è sempre stato dove è ora: nel nostro giardino. Alla peggio si va dai tre produttori di biologico del paese (uno vende anche nei due mercati locali) comprando per 10-15 € a settimana tutta la frutta e verdura che servono.
    Per me è stato trovare il paradiso e finalmente anche lui l’ha capita che è un privilegio.
    Per pane, pizza, pasta all’uovo e dolci vado di autoproduzione. E anche per marmellate e conserve.
    Ultimamente anche per i detersivi.
    Insomma…il biologico, il naturale, l’eco-compatibile non sono più costosi secondo me…basta non farsi abbindolare da chi ci fa credere che sia uno status symbol e ci fa pagare una zucchina come una ferrari!

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  7. questo post è molto importante perché fa capire che più che il marchio deve agire il buon senso nella spesa. comprare dai produttore, imparare a fare a meno del già pronto e del troppo elaborato almeno per la maggior parte dei pasti è una scelta di salute ma che incide anche sulla produzione, sull’economia e sull’ambiente. c’è anche un’altra questione che mi sta molto a cuore ed è quella dello spreco. ogni giorno grande distribuzione ma anche famiglie buttano quantità di cibo inverosimili. una sana economia domestica aiuterebbe tutti a stare meglio. sai che però ho scoperto che alle medie di mio figlio fanno molte lezioni sull’alimentazione? credo che questo tipo di consapevolezza vada davvero diffusa fin da piccoli. grazie .

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  8. noi siamo molto molto fortunati, perche’ il biologico e’ onnipresente ormai nei supermercati inglesi, e anche a prezzi molto molto abbordabili, e lo so che uno dovrebbe andare addosso ai supermercati etc, ma se riescono ad abbassare i prezzi e dare la possibilita’ a tutti di mangiare biologico (sia come prezzo sia come comodita’, dallo stesso scaffale puoi prendere con lo stesso movimento del braccio il latte normale a 52pence al litro o quello biologico a 66pence) io son contentona. Qundi si, prendiamo praticamente quasi tutto biologico, dalla farina allo zucchero alle uova alla carne (che mangiamo molto poco anche noi, ma noi siamo pugliesi, la carne non fa parte del nostro background culinario comunque, non abbiamo fatto uno sforzo conscio per eliminarla) al caffe ai biscotti alla verdura e frutta etc etc etc, il tutto nel carrellone della spesa settimanale.

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  9. perfettamente d’accordo! anche noi facciamo così e abbiamo la fortuna di abitare in un piccolo paesotto, nella campagna padana e quindi di avere vicinissimo una favolosa cooperativa di contadini che fa biologico e che sono adirittura in collegamento con un’azienda biologica sicula e quindi abbiamo pure limoni arancie mandorle olio e quant’altro tutto di sicura provenienza biologica!!!!
    il trucco è mangiare “di stagione”: mi vengono i brividi quando sento le mie colleghe dire “da me i pomodori non mancano mai, tutto l’anno…..ai bambini piacciono tanto….” eh????? per me è come una bestemmia….e la cosa bella è che i miei bimbi si ammalano pochissimo, perchè mangiare cose di stagione è salutare oltre che per il portafoglio anche per la salute: le coste, le cavolacee, le verze contengono delle sostanze anti virus influenzali (ok, forse non anti virus influenzali,ma protettive sicuramente l’ho spiegata male,ma più o meno è così…)

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  10. Una cosa che non ho scritto nel post ma che è molto importante: acquistando in questo modo (poco confezionato, molto fresco, e direttamente dai produttori) si riducono moltissimo anche i rifiuti prodotti dal packaging.
    Altra cosa: ci sono prodotti che io considero un po’ speciali ed lì che spendo un po’ di più: frutta secca, creme da spalmare (mandorla, nocciola, e altre), miele o vari prodotti per i dolci al naturale (ad es. il malto o il succo d’acero che sono molto cari), ma non ne acquistiamo in grandi quantità, giusto una tantum

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  11. Noi viaggiamo così:
    per frutta e verdure di stagione, grazie all’orto biologico dei miei suoceri, ovviamente di estate c’è abbondanza, nella stagione fredda ci sono meno cose.
    Abbiamo tentato l’esperienza con un piccolo Gas (gruppo acquisto solidale) che ha funzionato poco, credo per la dimensione ridotta.
    da qualche mese facciamo la spesa on line in un gruppo di acquisto organizzato della provincia di milano, e andiamo a recuperare la spesa il sabato mattina.
    praticamente non entriamo più in un supermercato se non per i cibi per gatti, qualche emergenza, e qualche cosa che non si trova nel gruppo.
    questo ci garantisce di usufruire di cibi bio (non tutto) ma la maggior parte lo è e a km zero, riusciamo anche non sprecare tempo nei supermercati e non incorrere in acquisti indotti ma non necessari.
    abbiamo notato che abbiamo meno sprechi, deve essere una conseguenza, anche della qualità del cibo, e del fatto che questa scelta ci obbliga a pensare meglio cosa comperiamo, infatti il cibo non necessariamente più costoso diventa così meno “scontato”.
    ciao

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  12. Io abito in una cascina biodinamica con un casaro, quindi per latte/latticini e carne sono avvantaggiata: prendo direttamente dall’azienda. Col tempo, ho cominciato a prendere dal “nostro” macellaio anche carni, sempre bio, di altre provenienze (per esempio il pollo: sai quanto è diverso il sapore del pollo ruspante da quello a cui siamo abituati? Sembrano bestie diverse). Sempre allo spaccio aziendale ci rivolgiamo sia per i nostri cereali (in particolare riso, farina di grano tenero e per polenta) sia per altri prodotti biodinamici di un’azienda siciliana: passata (eccellente, la regalo sempre a Natale), arance, a volte sughi e pasta.
    Per la verdura e la frutta ci rivolgiamo a Bioexpress, perché la nostra esperienza di gas è stata troppo negativa, umanamente e logisticamente.
    Devo dire che, a parte l’autoproduzione (di pane, pizza e dolci), per i carboidrati ci rivolgiamo al mercato convenzionale. Se avessimo una Coop comoda e dove accettano i miei buoni pasto, compreremmo i prodotti a marchio. Invece così mi “tocca” comprare le marche della GDO.
    Stesso discorso per il pesce: cerco di prenderlo fresco e italiano, ma per comodità mi accontento un po’ di quello che c’è.
    Non siamo soliti comprare in supermercati tutti bio, lo facciamo una volta ogni tanto: anche se hanno il merito di distribuire prodotti che la GDO ignorerebbe, trovo che i prezzi siano spesso spropositati, soprattutto per quanto riguarda frutta e verdura (invece mi trovavo benissimo con i prodotti da svezzamento, che alternavo a quelli della Coop).

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  13. Io mi rivolgo per frutta e verdura a un produttore bio dell’Alto Adige che consegna a domicilio e mi trovo benissimo. Acquisto anche il latte e talvolta lo yogurt a prezzi più bassi che al super tradizionale. Per le farine e il riso ho trovato una cascina MERAVIGLIOSA ad un quarto d’ora da Milano, dove, quando vado a fare scorta acquisto anche latticini e uova sempre di loro produzione (qualità insuperabile). Purtroppo non ho ancora trovato un gas vicino a dove sto adesso quindi mi arrangio così. Dimenticavo io sono vegetariana da trent’anni mentre gli altri componenti della famiglia sono onnivori quindi l’accordo è che in casa si mangia esclusivamente vegetariano, mentre i bambini a scuola assumono già proteine animali sufficienti, mentre il babbo si sfoga di tanto in tanto ai pranzi di lavoro. Spendo parecchio meno di amiche che fanno la spesa al supermercato con una qualità, per loro stessa ammissione, notevolmente più bassa. Ciao e grazie, Valeria

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