Abbiamo (incautamente?) affidato questo spazio di recensione e segnalazione di libri per bambini a Luana Troncanetti, scrittrice, blogger e umorista, nota in rete come La Staccata (ovvero donna senza tacchi), dal titolo del suo libro di esordio “Le mamme non mettono mai i tacchi”.
Una scrittrice che ama leggere e sa leggere ai bambini (non per niente, ogni tanto si cala nei panni di una fantomatica Professoressa Paginus che “insegna” ai bambini a divertirsi con la lettura!).
Ma non potevamo lasciarle svolgere questo compito tutto da sola! Per quanto in lei aleggi sempre l’animo fanciullino (che mica è scrittrice così per caso!), aveva bisogno di avere accanto un vero esperto, un critico letterario di livello. E così le abbiamo affiancato Superboy: otto anni e una gran passione per la lettura!
Oggi finiscono le scuole e inizia un buon momento per coinvolgere i bambini in un’attività troppo spesso trascurata: la lettura per puro, assoluto, insostituibile divertimento! E’ finita la scuola, apriamo i libri!
La Staccata
Deliziosa è la biografia dell’autrice “Vivo da sola in mezzo a un bosco. A volte ho sei anni, altre volte cento. Dipende se c’è il sole oppure piove. Quando cammino per strada o dentro i pensieri, vedo le storie. Intorno, che volano. Allora le scrivo. Perché mi piace far solletico ai fogli, con le matite oppure l’inchiostro. E perché, quando poi ho finito, mi sento come un campo di fiori. Due Case, il paese del racconto, esiste davvero. L’ho attraversato un giorno, cantando, sulla mia macchina giallo risotto. In generale scrivo per i bambini, per i grandi e anche per me, sul diario. Ma quello in cui sono davvero bravissima è scrivere lettere a Babbo Natale”, delizioso è il libro.
Decisamente educativo e soprattutto utile a sdoganare i nostri piccoli dal preconcetto della diversità, I Supereroi non bevono il brodo è una storia che si snoda sui buoni propositi ancora acerbi, in fondo non troppo diversi dai cattivi pregiudizi. E’ un viaggio di conoscenza biunivoca che narra di due uomini, l’uomo del Nord e quello del Sud, che fin dalla prima infanzia hanno vissuto con un singolo desiderio: viaggiare per incontrare uno sconosciuto, stringergli la mano con entusiasmo e chiamarlo subito “Amico!” senza se, senza ma, senza perché.
Quando, grazie a una convivenza forzata, i due incontrano le rispettive culture, si ostinano invece a voler vivere secondo le proprie tradizioni, sbeffeggiandosi reciprocamente e soffrendo il caldo, il freddo, la fame e la sete pur di non darla vinta all’altro. Una conclusione a lieto fine mette pace fra i due, ma non vi svelo quale, ovviamente. Altrimenti che gusto c’è?
I Supereroi non bevono il brodo ha il pregio di insegnare la diversità divertendo il piccolo lettore, una caratteristica sempre più comune nelle fiabe moderne. Il linguaggio ludico è l’unico davvero vincente con i bambini. I pedagogisti forse mi contraddiranno pesantemente, ma io lo scopo didattico delle fiabe infarcite di streghe cattive e lupi famelici a simboleggiare il Male (anche se alla fine “…vissero tutti felici e contenti”) non lo capirò mai, neanche se mi mimano dettagliatamente il concetto con i pupazzetti di Winnie The Pooh.
Mio figlio sostiene che non sia un libro consigliabile per i bambini in età prescolare. Fissa, meticoloso com’è, un parametro di almeno 7 anni. Dubito che spunterà mai il massimo dei voti in teologia (il perché lo scoprirete leggendo la sua recensione), ma concordo con lui. Il testo è permeato di sottile ironia, di allegorie fantasiose e di metafore difficilmente fruibili da bimbi di un’età inferiore.
Superboy
Il libro è stato divertente e mi è piaciuto molto. Mi ha insegnato che non si deve essere scontrosi con gli altri perché poi se tu litighi con un amico, questo amico lo puoi anche perdere.
I due Supereroi del Nord e del Sud mi sono piaciuti perché erano tipo uno scambio; la maestra del Nord faceva il Supereroe del Sud, e il pescatore del Sud faceva il Supereroe del Nord.
Non bisogna aver paura della diversità. Secondo me la diversità fra i vari popoli è la diversità fra i popoli diversi e basta. Uno che è diverso da noi ci può insegnare le sue tradizioni e poi noi gli insegniamo le nostre.
Quando non conosco una cosa, se si tratta di una persona ci voglio fare amicizia, e se invece è una cosa cerco di scoprire come funziona. Nella mia classe c’è un bambino musulmano che mi incuriosisce perché le sue tradizioni sono diverse dalle nostre, e anche se gliele chiedo non me le spiega sempre, però a volte sì. Non mi sembra strano che non crede in Gesù Cristo perché loro hanno la loro religione, che se non sbaglio è Budda (e sì, core de mamma, sbagli – NdR). Succede che loro non sono strani: sono uguali a noi, soltanto un pochino più diversi.
Se mi dicessero che in una città sono tutti ladri, oppure tutti maleducati, non ci crederei perché devo avere proprio la conferma. Questa conferma ce l’ho se vado in questa città e vedo che sono tutti ladri o tutti maleducati.
Io farei leggere questo libro a tutti i bambini perché è molto divertente. Un bambino di 5 anni, però, non lo capisce questo libro. Secondo me è consigliabile dai 7 anni
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@Nina Cerca: te possino 🙂
@Anna: ecco a voi, siore e siori, la mia futura consuocera… 😀
io lo amooooo. Che supergenero che avrò quando mai sarà che si incontreranno >DDDD Viva Superboyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy
P.S.: devo dire che correrò a cercare questo libro… la recensione mi ha convinto appieno :))
Ecco un altro motivo per cui desidero tanto un figlio e mi ostino (oh quanto mi ostino! ah ah) a cercarlo in ogni modo (ma non in ogni dove, che i figli non si trovano così, ahimè sennò sarebbe tutto più facile!): per vivere momenti come questo.
Per leggere insieme e poi sentirlo raccontare il suo punto di vista, personalissimo e unico. Per vivere questi squarci in cui, se li mettiamo nella ‘condizione di’, loro ci consentono di entrare, di scoprire il loro mondo, quel che pensano, cosa provano. L’individualità che si esprime, il confronto con un figlio che prima di tutto è altro da noi: un’ anima con un suo patrimonio. Questo mi affascina di più, questo io spero di vivere presto per poi poter tornare qui e prendere spunto. Sarà davvero un immenso piacere 🙂
Bellissima e utilissima rubrica, grazie alle recensioni di Super Boy ovviamente. Lo conoscevo già e ora lo stimo ancora di più.
Luana? La Staccata? Non so chi sia, il nome non mi dice nulla. Mi informerò.
Grazie CloseTheDoor! E’ tenero soprattutto perché non mi permetto di correggere/censurare una virgola di ciò che esce dalla sua boccuccia, strafalcioni grammaticali inclusi, se no che senso avrebbe? 🙂
L’idea (nel suo piccolo) sta effettivamente registrando un consenso che non avrei mai immaginato neppure nei miei sogni più rosei. Sono già tantissime le persone che hanno letto, “laikkato” e/o condiviso questa recensione. Quella di mio figlio Alessandro, naturalmente, perché la mia (come dice l’avvocata nostra) non l’ha letta nessuno. E so’ soddisfazioni, so’. Giuro che lo scrivo senza un briciolo di ironia.
“Succede che loro non sono strani: sono uguali a noi, soltanto un pochino più diversi.”
Questa me la incornicio, è meravigliosa. Ma tutto è di una tenerezza assurda.
Bella idea della doppia recensione !
@chiara: hai visto, Chiarè, che belle cosine si trovano su GC? 🙂
@mammamanager: oh, guarda, sicuramente. Ha già preso accordi privati con l’avvocata. Tramano alle mie spalle, quei due, possino benedilli! Fra qualche giorno uscirà la seconda recensione. Scomettiamo 10 a 1 che la mia non ci sarà? 😀
@el_gae: grazie, grazie, grazie. Il pupo è stato bene felice di questo incarico, soprattutto dopo aver letto tutti i commenti. A lui leggere risulta piacevole esattamente come rincorrere furiosamente un pallone assieme a un branco di ragazzini sudaticci. Speriamo che duri.
Bella recensione, bel libro e bell’idea di coinvolgere il pupo… Ottima la chiusa:”Un bambino di 5 anni non lo capisce”. Concretezza, questo si chiede alle generazioni future 🙂