La Staccata: questa è una recensione atipica perché non vi racconteremo di un libro, ma di un fumetto. L’idea è nata, come succede sempre, in modo assolutamente casuale. Chiacchierando al telefono con Silvia di genitoricrescono le ho raccontato di quanto Superboy fosse entusiasta di una sua nuova lettura. Nuova si fa per dire… Mio marito ha scovato Dio solo sa dove un vecchissimo numero di Nick Carter. Per fornirvi la misura di quanto sia datato, considerate che il mitico Ten recita quanto segue sulla copertina: “Dice il saggio: questo album costa mille lile!”
Mio figlio se n’è letteralmente innamorato; l’ho sentito ridere di cuore ed esclamare ogni due per tre: “Ma questo che ha scritto Nick Carter è davvero un genio matto!”.
Silvia mi ha proposto di fare uno strappo alla regola, proponendomi una recensione diciamo così “sperimentale”. Ho accettato volentieri, mi sembrava un’idea stuzzicante. Qualora non foste d’accordo, ora sapete con chi prendervela 😉
Se siete nati negli anni ’70 o giù di lì non devo certamente fornirvi maggiori dettagli sul leggendario detective partorito dalle geniali menti di Bonvi e Guido De Maria. Quello che posso aggiungere è un dato statistico che forse farà sentire parecchio agée anche voi: lo scorso settembre è scoccato il quarantesimo anniversario della prima apparizione di Nick Carter in TV, quando la Rai mise in onda la prima puntata di Gulp! Fumetti in TV, con la celeberrima sigla onomatopeica e la prima avventura di Nick Carter, Patsy e Ten.
Ve la ricordate la sigla?
Ragazzo che aspetti, incominciano adesso i fumetti, i fumetti, i fumetti, i fumetti-ti-in-TV!… ed ora vedrai sul video sfilar gli eroi che ti fanno sognar
Ci sono anche quelli di mamma e papà e forse qualcuno anche a te piacerà
Già. Gulp (diventato poi SuperGulp nel 1978) riproponeva i grandi classici dei cartoni che erano piaciuti ai nostri genitori. La storia si ripete: oggi Superboy legge fumetti che io e suo padre divoravamo da piccoli. E’ un’azione che produce risultati molteplici: trasmette in qualche modo cultura, è sicuramente un’attività riciclosa e crea condivisione. Vedere il mio marmocchio divertirsi con un trastullo di modernariato (o antiquariato? Mi sorge un dubbio…) mi ha scaldato il cuore. Sono un’inguaribile nostalgica, lo so. Ma tant’è… Vi consiglio di tentare l’esperimento se conservate ancora vecchi fumetti in casa. I risultati potrebbero sorprendervi. Lascio la parola a Superboy, che vi racconterà con il consueto modo bislacco le sue impressioni.
Superboy: Dice il saggio: “Non c’è trucco, non c’è inganno, questo fumetto è più divertente di Capodanno!!!”(Superboy).
Come dice questa frase, che ho inventato io, questo fumetto è davvero bellissimo e divertente perché ci sono tante indagini, ma alla fine il colpevole è sempre quello più ovvio. Per esempio: c’è uno sforbiciatore solitario che tagliuzza i vestiti della gente? Ci sono il commissario O’Callaghan, Nick Carter e il sindaco. Ovviamente il commissario non può essere stato, Carter idem e quindi chi volete che sia il colpevole? Ogni volta che scompariva lo sforbiciatore era presente il sindaco, quando compariva lo sforbiciatore spariva il sindaco. Magia? Coincidenza? Oppure ovvia verità?
Ecco, a me questi gialli fanno morire dalle risate perché sono molto ovvi. Per esempio: sulla copertina di questo vecchio fumetto che era di mio padre c’è Nick Carter con Patsy e Ten. Carter dice: “Uhm…che si tratti di un suicidio?!?” Vi spiego la situazione del cadavere: è strangolato, con un’ascia in mezzo alla fronte, ha due coltelli e una freccia piantati sulla pancia. Ora. Rifletteteci un attimo: può essere un suicidio?!?!
Il mio personaggio preferito è Ten, perché ogni volta tira fuori dei proverbi come, per esempio: “Dice il saggio: non c’è peggiol antipatico di uno che vuol fare l’alistoclatico”. Sono corti, intelligenti e soprattutto fanno morire dalle risate, come nella copertina.
Nick Carter sembrerebbe uno della polizia, invece è un investigatore privato. Qual è la differenza? La polizia si occupa di tutti, Nick Carter di casi privati. E’ parecchio pasticcione, ma non è stupidottero come Patsy che è un suo collaboratore e c’ha la fissazione di avere sempre l’ultima parola su tutto.
Alla fine questi tre scoprono sempre il colpevole, ma non perché siano particolarmente intelligenti ma perché è ovvio il colpevole. Questi personaggi mi fanno simpatia perché agendo come dice Nick Carter sbagliano sempre, idem quando fanno di testa loro però poi se la cavano sempre. In un episodio li vogliono carbonizzare con l’elettricità, però portando abitualmente scarpe di gomma una scossa di 10.000 volt riesce a non farli secchi. Insomma, hanno parecchia fortuna, hanno. Secondo me quello che l’ha scritto non l’ha scritto solo perché doveva far ridere ma anche per far vedere ai bambini che a volte il colpevole è sempre il più scontato e che le soluzioni possono essere semplici anche se un caso è complesso.
Questo fumetto è molto ironico. L’ironia è l’arte di scrivere in un modo che fa ridere alcune persone perché ci devi nascere ironico, che è una comicità strana. Uno che cade per terra o che si becca una torta in faccia fa ridere a tutti, l’ironia solo a chi la comprende.
Questo fumetto ha 40 anni, quindi se Carter fosse un vero personaggio investigherebbe da appena 10 anni perché secondo me si inizia a 30 anni a fare il detective, poi ci vuole anche una scuola ben specializzata.
Penso, anzi, scommetto che mio padre sia morto dalle risate anche lui con Nick Carter. Anzi, gliel’ho chiesto proprio ora e me l’ha appena confermato. E’ un po’ strano pensare che anche lui è stato piccolo, non pensavo che anche lui avesse il cuore di un bambino a volte. Perché spesso è molto duro, però la maggior parte delle volte è morbido nel cuore.
Lo consiglio dai 5 ai 99 anni (se riescono ancora a leggere a quell’età)
Nota della Staccata: mi dissocio da questa battuta politicamente scorretta, ma ho giurato sul mio onore di riportare fedelmente le corbellerie partorite da questo benedetto ragazzino e io mantengo sempre i miei propositi, a costo di fare figuracce.
– de La Staccata –
Assolutamente d’accordo con te, el_Gae: anche un fumetto può essere un sorprendente punto d’incontro con i nostri figli. Sto immaginando la tua prole vestita da supereroe. E sorrido 🙂
I miei sono legatissimi ad un paio di volumetti dell’Uomo Ragno (che ora si chiama Spiderman) e uno dei vendicatori (che ora si chiamano Avengers). Pensa che per il loro primo carnevale hanno deciso di vestirsi rispettivamente da Capitan America e da Thor. Viva i fumetti ed il fascino che esercitano sia sui figli che sui genitori perchè è di questi punti di incontro che abbiamo bisogno.
Grande Stacky! Mitico SuperBoy
@mammamsterdam: e so’ soddisfazioni, so’ 😀
@silvia: uuuuuuuh, Asterix è il mito di mio marito. Secondo me potrebbe piacere tanto anche ad Ale. Tienimene da parte un paio così, tanto per…
@Livia: no, no Livia cara! Buttare quell’albo mai, sacrilegioooooo! Ma lo sai che questo Omino Bufo mi mancava? Ora mi documento, grazie.
Ho avuto la fortuna di ricevere svariate annate di Corrieri dei Piccoli e dei Ragazzi da mio cugino grande, degli anni ’70 circa (non ho ancora perdonato mio padre per averli lasciati a casa vecchia quando ha traslocato), e c’erano molti fumetti di Nick Carter: lo adoravo, e se decidi di buttare quell’albo TI PREGO di darlo a me! Voglio rivedere Stanislao Moulinsky!
Forse a Superboy piacerebbero anche le strisce dell’Omino Bufo… cercalo su Google immagini poi riferiscimi 🙂
Devo andare in cantina a prendere gli Asterix…
Anche qui stiamo aprendo le collezioni di fumetti e li sentiamo ridere da sotto
@Supermambanana: Superboy ricambia il bacetto (è un pomicione lui, mi sa che lo sai:-D) anche se ora è a scuola. Ma so che lo farebbe volentieri, non perde mai un’occasione per baciare un bella donna, lui. Micione e amante dell’altra metà del cielo – ahimè – non chiude MAI la porta. Ma proprio mai mai, porca miseria.
@Mammame: ti piaceva Diabolik? Mmmmmmmh… allora resta collegata su questi schermi 😉 Già, la cosa curiosa è che anche Superboy non riesce a capacitarsi del fatto che l’uomo ragno e compagnia bella sono vecchie conoscenze mie e di suo padre.
ma cosa hai tirato fuori? bellissimo! aspettavamo supergulp tutta la settimana ovviamente. nick era fantastico ma i fumetti non li ho mai visti eppure da bambina ero letteralmente sommersa di fumetti perchè i miei fratelli ne erano appassionatissimi. quando giocavamo in corridoio a rugby e facevamo danni mio padre come somma punizione chiedeva di raccolgierli tutti e di portarli in cantina. dalla quale transitavano nuovamente nella loro camera di nascosto dopo tre giorni. a me non appassionavano moltissimo ma mi piaceva molto diabolik. un pò di tempo fa un amico ha fatto vedere una raccolta intera delle puntate di supergulp al mio nano e lui ha visto qualche episodio dell’uomo ragno e non si capacitava che ci fossero quando noi eravamo bambini….
“Mentre su New York calano le prime ombre della sera….” ma che mito Nick Carter, ma lo sai che per puro caso lo abbiamo menzionato a pranzo ieri? E neanche sapevo del quarantesimo anniversario, non mi ricordo come è venuto fuori nella conversazione.
Un bacino a superboy: hai detto una cosa importantissima sull’ironia, ne capisci molto più te di molti parrucconi in TV su questo argomento my dear.
(e l’ultimo, chiuda la porta. SLAM).