I diritti dei figli

diritti dei figli

Nell’ambito del tema della pluralità di figli e dei rapporti tra fratelli e sorelle, anche provenienti da diverse situazioni familiari, analizziamo quali sono i diritti, in particolare patrimoniali, dei figli nei confronti dei loro genitori.

Il principio essenziale del nostro ordinamento è che i figli sono tutti uguali tra loro e sono riconosciuti loro pari diritti. Quindi non vi è alcuna differenza tra figli nati nel matrimonio e figli nati al di fuori, intendendo per questi ultimi sia i figi nati nell’ambito di una convivenza more uxorio, sia quelli nati da una relazione che non comporti convivenza tra i genitori.
I figli, dunque, hanno pari diritti successori nei confronti nei genitori, ma hanno pari diritti anche in vita dei genitori, in particolare il diritto di essere cresciuti, mantenuti, istruiti ed educati dai genitori (art. 30 Costituzione), fino alla loro indipendenza economica, secondo le loro capacità, inclinazioni naturali ed aspirazioni (art. 147 c.c.).

Chiariamo prima di tutto il significato della terminologia giuridica:
figli legittimi: sono i figli nati in costanza di matrimonio
figli naturali: sono quelli nati da genitori non sposati, quindi i figli dei conviventi ed i figli nati da relazioni che prescindono dalla convivenza tra i genitori. In caso di matrimonio dei genitori successivo alla nascita, il figlio diviene legittimo.
figli riconosciuti: sono i figli naturali per i quali i genitori hanno posto in essere un atto formale di riconoscimento, ovvero la dichiarazione di essere genitore del bambino. Tale riconoscimento si fa nell’atto di nascita, ma può essere fatto anche prima, quando è già avvenuto il concepimento, innanzi ad un ufficiale dello stato civile o al giudice tutelare, oppure dopo la nascita in un atto pubblico o in un testamento. Possono riconoscere i figli naturali anche le persone sposate (quindi si possono riconoscere i figli nati da una relazione extraconiugale oppure da una persona che si è separata dal coniuge solo di fatto) ed il riconoscimento è un atto che deve essere compiuto anche dalla madre e non solo dal padre (quindi la madre può non riconoscere il figlio).
Se un genitore non ha riconosciuto un figlio, il figlio stesso di ricognizione di paternità/maternità per ottenere la dichiarazione giudiziale di paternità o maternità.

Distinguiamo, ora, le diverse situazioni
FIGLI LEGITTIMI (nati nell’ambito del matrimonio).
Diritti successori: i figli, come il coniuge, sono eredi legittimari. I legittimari: sono quei soggetti a cui la legge riserva una quota di eredità, in virtù del vincolo di parentela che li lega al defunto. I figli ereditano quindi il patrimonio del loro genitore anche e soprattutto in assenza di testamento.
In presenza di un figlio e del coniuge superstite, il patrimonio sarà diviso a metà tra questi, ma se vi è una disposizione testamentaria a favore di terzi, la quota riservata al coniuge ed al figlio sarà di un terzo ciascuno del patrimonio.
In presenza di più figli e del coniuge superstite, quest’ultimo erediterà un terzo del patrimonio ed i figli divideranno in parti uguali i restanti due terzi. In caso di disposizione testamentaria in favore di terzi (soggetti diversi dai figli e dal coniuge), il defunto testatore potrà disporre di una quota del suo patrimonio pari ad un quarto (c.d. quota disponibile), non di più: la metà di quanto possiede in beni mobili o immobili (costituenti la c.d. quota legittima indisponibile), deve essere destinato ai figi ed un ulteriore quarto al coniuge.
Diritti patrimoniali in vita dei genitori: i figli hanno diritto di essere mantenuti, cresciuti ed educati da entrambi i loro genitori, secondo le possibilità familiari e nel rispetto delle loro inclinazioni. E’ quindi dovere dei genitori non solo sostentare i figli, ma provvedere anche alle loro esigenze affettive e mantenerli in una situazione economica adeguata a quella del tenore di vita familiare, in relazione alle loro possibilità, fino a quando i figli non diventino autosufficienti. Questo momento non può certo essere identificato con la maggiore età, ma con la concreta indipendenza ed autosufficienza economica. E’ più che evidente che questo momento oggi si è spostato sempre più avanti nel tempo a causa delle crescenti difficoltà di collocazione lavorativa stabile dei giovani. Infatti il momento in cui un genitore può legittimamente smettere di mantenere un figlio, non può più neanche identificarsi con il termine degli studi, che siano superiori o universitari. Questa è comunque una materia in cui non può identificarsi un limite temporale prestabilito: la legge non obbliga un genitore a mantenere un figlio che eviti di impegnarsi in qualsiasi lavoro anche dopo molto tempo dalla fine degli studi, così come non lo obbliga a mantenere un figlio che prolunghi i suoi studi per un tempo irragionevole.
Diritti in caso di separazione: in caso di separazione personale dei coniugi e poi di successivo divorzio, il diritto dei figli ad essere mantenuti da entrambi i genitori, in modo commisurato alle loro possibilità economiche permane inalterato, come in costanza di matrimonio. Per questo motivo il coniuge non affidatario dei figli, o meglio, oggi non “collocatario” dei figli, dato che l’affidamento dovrebbe essere generalmente congiunto, deve provvedere a concorrere al loro mantenimento, normalmente con un assegno mensile da corrispondere all’altro coniuge. L’assegno è versato per i figli, ma non direttamente a questi, poiché è il genitore che li ha con sè che deve provvedere al loro concreto mantenimento. Questo valeva anche dopo la maggiore età dei figli, se rimanevano in casa. Oggi la riforma del 2006 sembrerebbe aver “normalizzato” il pagamento diretto al figlio maggiorenne, anche se è una norma che (forse giustamente) fatica ad entrare nell’uso e viene spesso disattesa.
L’assegnazione della casa coniugale, poi, segue normalmente la collocazione dei figli: quindi la casa è lasciata al coniugi che avrà con sé i figli, proprio perchè è tutelato il loro diritto di non cambiare, per quanto possibile, le loro abitudini di vita e la loro tranquillità domestica. Tutte le norme sulla separazione dei coniugi, infatti, quando ci sono figli, sono sempre orientate alla loro tutela. E proprio a rafforzare questa tutela tendeva l’ultima riforma del 2006: i giudici, in ogni decisione, devono sempre orientarsi al “superiore interesse dei figli”.
-competenza per affidamento e mantenimento. Il Tribunale ordinario (civile) ed in particolare il Presidente (o il Giudice che assume tale funzione) è competente per tutte le decisioni in materia di affidamento, collocamento e mantenimento dei figli, in sede di causa per la separazione personale dei coniugi. Anche in caso di separazione giudiziale, infatti, è prevista una prima udienza (c.d. presidenziale), in cui il Giudice stabilirà prima di tutto dell’affidamento e del mantenimento dei figli, anche se in modo provvisorio che andrà poi confermato o modificato all’esito finale della causa di separazione. In caso di separazione consensuale, invece, tale udienza esaurisce il procedimento e “omologa” gli accordi dei coniugi.

FIGLI NATURALI RICONOSCIUTI
Diritti successori: i figli nati in una convivenza o al di fuori di questa e riconosciuti dai genitori, hanno diritti di successione del tutto identici a quelli dei figli legittimi, anche se i genitori abbiano altri figli nati da precedenti o successivi matrimoni. Sono pertanto eredi legittimari. Unica differenza con eventuali figli legittimi dello stesso genitore, è che questi ultimi possono, in sede di successione, esercitare il c.d. diritto di commutazione: possono soddisfare in denaro o beni immobili ereditari la porzione del fratello, estromettendolo dalla comunione ereditaria.
Diritti patrimoniali in vita dei genitori. Anche in questo caso i diritti sono identici a quelli di figli legittimi. Questo è evidente e normalmente praticato in caso di figli nati in una stabile convivenza. E’ invece molto più difficoltoso, nella pratica, quando il figlio nasce al di fuori di un rapporto stabile tra i genitori, dato che troppo spesso in questi casi viene cresciuto esclusivamente dalla madre (inutile qui parlare di “un genitore”, dato che praticamente la totalità dei casi di bambini nati al di fuori di un rapporto stabile viene cresciuto dalla mamma). Sono questi i casi in cui dovrà intervenire il Tribunale secondo le competenze sotto descritte.
Diritti in caso di cessazione della convivenza: Come per la separazione dei genitori tra loro sposati, anche in questo caso i diritti dei figli nei confronti di entrambi i genitori rimangono inalterati anche quando cessa la convivenza, sia in merito al mantenimento che alla frequentazione. In mancanza di accordo tra i genitori, provvederà il Tribunale secondo le modalità e competenze di seguito indicate.
– competenza per affidamento e mantenimento. Su tutte le questioni relative all’affidamento di un minore in caso di genitori tra loro non sposati e non conviventi, o per cessazione di una convivenza stabile o perchè non hanno mai convissuto, decide il Tribunale per i Minorenni, su ricorso del genitore che abbia interesse alla sua pronuncia. In questo caso lo stesso tribunale può decidere in merito agli obblighi di mantenimento del bambino. Se invece i genitori non intendano sollevare il problema dell’affidamento, perchè non è questione discussa tra loro o già risolta con precedenti pronunce del Tribunale per i Minorenni, e si debba ricorrere al Tribunale solo perchè stabilisca modalità ed entità del mantenimento da parte del genitore non convivente con i bambini, sarà competente il Tribunale ordinario (civile), sempre su ricorso del genitore che vi abbia interesse.

I figli non riconosciuti acquisiranno diritti nei confronti dei genitori solo con il riconoscimento o con la dichiarazione giudiziale di paternità o maternità.

L’art. 570 del codice penale, infine, prevede come ipotesi di reato il comportamento di chi si sottrae agli obblighi di assistenza inerenti alla potestà dei genitori, in particolare facendo mancare i mezzi di sussistenza ai figli (se minorenni il reato è perseguibile d’ufficio).

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673 thoughts on “I diritti dei figli”

  1. Art. 147 C.c.
    Doveri verso i figli.
    Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l’obbligo di mantenere, istruire ed educare la prole tenendo conto delle capacità, dell’INCLINAZIONE NATURALE e delle ASPIRAZIONI dei figli.

  2. salve volevo un chiarimento,mio padre era convivente da 25 anni è deceduto aveva una casa di proprietà,purtroppo era scomparso in svizzera e mia sorella hà dovuto firmare per le ricerche con il soccorso rega,ora stà aspettando la fattura che deve pagare e si parla di migliaia di franchi,vorrei sapere se anche io sono obbligata a contribuire o se è una cosa che riguarda solo lei visto che hà firmato.se mio padre aveva un conto possono rivalersi sù quello o sulla casa?premetto che io non hò niente e mia sorella stà pagando un mutuo,possiamo chiedere aiuto al consolato italiano per il soccorso?grazie.

  3. vabe nn siamo d accordo inutile continuare a parlare di leggi generali buttate cosi alla vecchia -.- grz cmq

  4. LUCA, quello che credi tu è supposizione, quello che ti dice Silvia è la legge (visto che lei è avvocato e quindi ‘ste cose le conosce). Inutile dirle che secondo te è sbagliato: la legge prevede quello che lei ti ha detto, c’è ben poco da fare.
    Poi vorrei portarti un esempio a me vicino: il mio compagno. Ha intrapreso al carriera di calciatore professionista all’età di 16 anni e lo studio l’ha poi abbandonato per ben altri motivi (non andava d’accordo con alcuni insegnanti). A 22 anni durante una partita ha subito un infortunio che gli ha troncato di netto la carriera. Ora deve acconcentarsi dei lavori e degli stipendi che trova, e ti assicuro che non è appagante.
    Non voglio scoraggiarti, ma visto che sai studiare (coi voti che hai deduco tu abbia un ottimo metodo di studio) e che ti mancano solo 2 anni, forse è il caso che tu pensi un po’ più seriamente e realisticamente anche al futuro, tuo e della famiglia che un giorno potresti desiderare di crearti.
    Non è detto che arriverai a giocare professionista, se anche ci arrivassi non è detto che verrai preso in squadre di serie A o B, non è detto che tu possa poi giocare fino alla pensione (che comunque per un calciatore arriva presto, perchè le prestazioni fisiche calano con l’età).
    Forse sarebbe più saggio continuare gli studi fino alla maturità (o al diploma, non ricordo se hai detto che scuola frequenti) mentre continui a coltivare la passione per il calcio ed inizi a sondare le varie opportunità, e dopo buttarti a capofitto esclusivamente nel pallone, in modo da avere una piccola rete di salvataggio nel caso qualcosa non andasse proprio come nei tuoi sogni.

  5. Ho lasciato rispondere mio fratello perché conosce bene la situazione e crede anche lui che non ci sia niente di male nell’interrompere gli studi in quest ambito..la scuola dell obbligo comunque l’ho già finita, si tratta di interrompere gli studi perché non mi interessano più..se poi la signora silvia dice che i miei genitori possono per questo chiedermi di provvedere a me da solo questa è una risposta secondo me affrettata, perché io devo secondo me quanto meno avere il tempo di rendermi economicamente indipendente e ,per tempo, non credo si intenda un giorno, visto che ho fatto i 18 anni quest’ anno. La scuola credo abbia ostacolato la mia eventuale carriera calcistica , perché alzarsi la mattina quando il corpo lo suggerisce anziché alle 6 :30 del mattino per andare a scuola credo risulti molto più efficiente nello sport, visto che gli allenamenti sono pesanti e stancano anche la mente a tal punto da compromettere la voglia di studiare, perciò siccome non è nei miei progetti andare all’università, e per studiare e prendere il diploma ho tutta la vita davanti, volevo dedicarmi seriamente al calcio che può offrire davvero un futuro a livelli alti..molto più del futuro che può offrire un diploma, con cui quest oggi tra l’altro si fatica a trovare lavoro!visto che credo di aver le qualità per riuscirci mi sento in dovere di provarci con tutto me stesso e, visto che già da piccolo ero stato preso in club importanti ma non vi sono stato mandato per via della scuola, mi sono stancato di vedermi buttato nell’ ambito del pallone, perciò farò di tutto per non andare a scuola quest’ anno, che reputo assolutamente inutile, anzi ostacolante per la costruzione del mio futuro, visto il tempo che bisogna dedicargli.E sono parole di un ragazzo che a scuola va bene, con 8 in matematica e 9 in informatica per dire,non quelle di un ragazzo che non ha voglia di fare nulla ed è un disastro a scuola(visto che penserete che è il solito ragazzo che non ha voglia di andare a scuola). Perciò cercherò con tutte le mie forze di non andare a scuola quest anno e provare con tutto il mio impegno a fare carriera nel calcio, per essere sicuro di averci provato senza aver rimpianti in futuro. se non dovesse andare bene allora mi rimboccherò le maniche, prenderò il diploma e troverò un’altra strada. se avrò successo prometto di scrivere qui alla signorina silvia 😉

  6. Buon pomeriggio sono il fratello maggiore di Luca.La situazione nn è così semplice come la immaginate.Abbiamo due genitori dei quali uno mi alza le mani addosso sin da quando ero un bambino e l’altra(mia madre) ripete quotidianamente e nevroticamente un sermone nel quale sono contenute indicazioni per la vita dei suoi figli(indicazioni meno realistiche di un libro fantasy) e resta inerte di fronte a un marito che dilapida il patrimonio acquisito negli anni anche grazie talvolta alle firme dei propri familiari(ad esempio io)che lo hanno aiutato nell’ acquisizione di proprietà private, dalle quali ho tratto un guadagno risibile rispetto al valore dell’ immobile.Oltretutto,per non si sa quale oscuro motivo in famiglia solo alcuni possono utilizzare le automobili.In secondo luogo nn sono d’accordo con voi quando scrivete che un calciatore istruito è meglio di uno che calcia e basta mi sembra una frase discriminatoria e nn tiene conto del fatto che la libertà e la soddisfazione personale sono legate alla realizzazione di se al di là dello studio(certo lo studio apre la mente ma esiste anche chi,per essere una persona decente, nn ha bisogno di tomi e dottrine morali, perchè lo è già per natura).Cara Silvia ma in quale libro hai letto che se uno offre gli studi al proprio figlio e questo rifiuta,deve vedersela da solo??????????????????Io penso piuttosto che se fossi un genitore sarebbe mio interesse aiutare mio figlio,senza esagerare,ad esempio magari permettendogli di usare le auto di famiglia e magari riconoscendogli l’aiuto che mi ha fornito nell’ acquisizione dei beni di cui sopra.Insomma i figli vanno anche aiutati nn solo redarguiti e picchiati e questo sì che credo che sia scritto da qualche parte!!!

    • @fratello maggiore di Luca. Non so perché scrivi te al posto di Luca visto che questa è una faccenda che riguarda solo lui. Silvia è un avvocato, quindi non legge le cose su qualche insulso libro. Ha STUDIATO tanti anni per capire come funzionano le leggi italiane, e quindi se ha scritto così, evidentemente ci sono dei buoni motivi.

      Mi rendo conto che vivete una situazione difficile con i vostri genitori e mi dispiace, però non vedo sinceramente la connesione tra questo e il fatto di abbandonare gli studi. Ho invitato Luca a riflettere sul fatto che la scuola è per lui e non per i suoi genitori, e che la scelta è la sua per se stesso e per la sua vita futura.
      La scuola non ha nessuno scopo di insegnare dottrine morali o di rendere una persona “decente” o meno, quello è affar tuo. La scuola ti da delle conoscenze che possono tornarti utili nella vita per capire il mondo che ti circonda, e in cui volente o nolente ti ritrovi a vivere. Il mio intento non era certo quello di esprimere un giudizio su Luca, e infatti non l’ho fatto, ma l’ho invitato a riflettere sulle conseguenze di questo abbandono, perché mi è capitato di incontrare molte persone che se ne sono pentite moltissimo a posteriori. Spero che Luca si prenda il tempo di riflettere se questa scelta pensando un po’ al suo futuro.

  7. Enrico… se si chiede ad un avvocato un consiglio per violare delle norme di legge… bisognerebbe avere la compiacenza di farlo in privato e dal proprio legale di fiducia!

  8. Non aggiiungerò una parola di più alla risposta di Serena… Mi dispiace Luca!
    Tra l’altro se i tuoi ti offrono di studiare e tu decidi di non farlo, sono legittimati a chiederti di provvedere a te stesso da solo.

  9. salve volevo sapere…mia madre e mio padre tutti e 2 in vita hanno una casa con 4 appartamenti in cui in 3 abitiamo noi fratelli…e 4 terreni edificabili.tutto intestato ai miei genitori…la mia domanda è questa…visto i non buoni rapporti con 2 di loro..i miei genitori vorrebbero lasciare o intestare tutto a me adesso che sono in vita…come possono fare???si puo fare???…anche per il fatto dei soldi in banca vorrebbero che solo io fossi l unico beneficiario…possono toglierli liquidi per metterli poi sul mio conto personale???qual è un modo per far si che cio avvenga senza alcun problema con i miei due fratelli????è una situazione molto difficile perche i miei fratelli non si curano di mio padre e mia madre da anni e pensano solo al giorno in cui potranno dividere….grazie in anticipo!!!!

  10. salve, sono un ragazzo di 18 anni , dovrei fare la quarta liceo, ma da questa estate ho deciso di non frequentare la scuola quest’anno..i miei genitori mi hanno comunque iscritto, ci sono andato per qualche giorno ma ho smesso di andarci da circa una settimana..lunedì contano che io ci ritorni, ma io non ci voglio andare. non ho più voglia di andare a scuola.
    siccome gioco a calcio in una squadra di promozione anche se ancora non ricevo stipendio, si può considerare questo come un impegno da parte mia per il raggiungimento di una futura indipendenza economica? perché i mie genitori, in particolare mia madre m hanno detto che se non dovessi andare a scuola dovrei immediatamente trovarmi un lavoro, sono stato anche minacciato di essere mandato via di casa nel caso non fossi andato a scuola e non avessi trovato subito lavoro..perciò chiedo i diritti che ho essendo maggiorenne e se ho il diritto di decidere di non andare a scuola quest’anno ne’ lavorare e dedicarmi al calcio che pratico in una squadra di promozione e che dal prossimo anno mi renderebbe già qualche soldo..dai 200 euro in su… insomma chiedo se ho diritto di poter vivere in casa con la mia famiglia interrompendo gli studi scolastici e dedicarmi esclusivamente al calcio…chiedo scusa se sono stato lungo ma volevo essere esaustivo, ringrazio anticipatamente

    • Luca non posso risponderti sul merito della domanda che poni, per la quale ti risponderà Silvia. Però mi permetto di proporti qualche riflessione al di la delle questioni tra te e i tuoi genitori. Mi sembra di capire che il calcio ti interessa molto, e che ti piacerebbe farla diventare una professione. Questa mi sembra una bella cosa, il fatto stesso di avere una forte passione alla tua età è una cosa meravigliosa. Quello che mi dispiace è che mi sembra di capire che per te la scuola è solo un’imposizione dei tuoi genitori. Prenderti questo diploma dovrebbe invece essere una cosa che fai o non fai per te stesso. Prova a pensare per un attimo a cosa succederà se la tua carriera da calciatore non dovesse andare bene. Quel diploma potrebbe fare la differenza tra un lavoro di un tipo ed un altro, con ripercussioni anche sul tuo stipendio. Inoltre, se anche la tua carriera da calciatore dovesse andare bene, io credo che un giocatore di calcio diplomato sia meglio di un giocatore di calcio che non ha finito gli studi. Prima cosa perché dimostreresti a te stesso e agli altri (inlcusi i tuoi genitori) che sei in grado di portare avanti un impegno fino alla fine. E poi perché la scuola ti serve per imparare qualcosa che ti aiuterà nella vita, magari anche a sapere leggere e capire un contratto da calciatore, senza doverti fidare di qualcun’altro che lo faccia al posto tuo. Riflettici. Alla fine si tratta solo di un paio di anni che potrebbero darti opportunità di lavoro e di vita migliori!

  11. MAURO, mi sa che rispondevi a me 😀
    se lei adora tuo figlio ed ama te, non vedo proprio il problema. E’ vero che i figli costano, ma si crescono bene anche con qualche soldino in meno.

  12. SILVIA non è come dici tu…la mia compagna lo adora e vorrebbe che vivesse con noi….chi ha dubbi sono io, perchè se venisse un altro figlio con tutte le spese che ci sono e che non sto a dirti perche’ le sai, non credo che ce la faremmo….tutto qui….comunque non mi arrendo, mi rimbocchero’ le maniche e la faro’ felice….grazie ancora

  13. LORENZO ma non hai chiesto una revisione del mantenimento quando hai perso il lavoro e ti sei poi trovato con le entrate dimezzate? il figlio nato dalla tua nuova relazione non conta ai fini del calcolo del mantenimento (cosa altamente ingiusta secondo me, ma il giudice al mio compagno ha risposto “ci potevi pensare prima”, per dire), ma lo stipendio ridotto a circa la metà sicuramente è un valido motivo per chiedere la revisione dell’importo.
    per la vendita della cas ainvece non so proprio come funzioni, ma non credo che lei potesse cambiare la serratura ed impedirti di entrare in casa tua (perchè da quanto ho capito la proprietà è tua, lei ha l’usufrutto perchè è genitore affidatario del bambino).

    MAURO se la donna che ami ha bisogno di quei 400 euro mensili per esere felice mi viene da chiedermi quanto ti ami a sua volta… certo il mantenimento è un bel salasso, non lo posso negare (non posso permettermi il part-time perchè metà dello stipendio del mio compagno se ne va per la figlia), e potrebbero non mancare momenti di sconforto, ma non è certo quello che fa la differenza fondamentale tra felicità o meno nella coppia/famiglia.
    Quel figlio non l’hai voluto ma c’è, è tuo e lo devi mantenere. Se la tua compagna ti ama dovrà accettarlo. Se non lo accetta significa che non ti ama abbastanza.

  14. salve … volevo farle una domanda , io sono separato dal 2004 ho un bambino di 7 anni che abbitta con la sua mamma nella casa che ho comprato prima di sposarmi con lei, a lei e rimasta la casa di cui ancora pago il mutuo di 800 euro, più 400 euro di mantenimento al bimbo , adesso io ho un’altra famiglia di cui e nato un bimbo che adesso a 10 mesi , a noi e arrivato pure l’sfratto di casa perche non riesco a pagare tutto io sono stato licenziato al epoca guadagnavo 1,500 euro , adesso sono stato assunto part time ne guadagno 800 al mese, poco tempo fa ho scoperto che la casa può essere venduta sin dal giorno della sentenza di separazione sempre e comunque trovando a la mia ex e a mio figlio di 7 anni un’altra sistemazione come una casa in affitto ,ma la mia ex non vuole fare niente e non mi fa entrar in casa con quelli della agenzia per farla vedere a cambiato la serratura , cosa posso fare al riguardo ? se lei non vuole darmi le chiavi ? a cosa va incontro lei, già che non rispetta quello che a detto il giudice nella sentenza di separazione ?

  15. grazie della risposta sivia. non so nemmeno io come ho fatto ma per due anni sono andato in giro sempre con gli stessi vestiti perche’ lei non lavorava è rimasta incinta senza che lo avessimo programmato e doveva pagare 600 euro di rata mensile della macchina….per tante cose devo ringraziare i miei. sono assistito da un legale ma mi ha detto che molto probabilmente andrai a pagare intorno ai 400….e cosi’ non posso fare felice la donna che amo….spero almeno in un aiuto divino è l’unica speranza che mi resta…grazie ancora

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