Gli spasmi affettivi: intervista ad una mamma che si è documentata

Questa intervista a Barbara, nostra lettrice da lunga data, riguarda un problema molto diffuso e spesso poco conosciuto: una manifestazione eclatante di pianto che, in alcuni bambini, porta fino allo svenimento.
E’ ovviamente una situazione che getta nell’angoscia e nel panico i genitori, soprattutto ai primi episodi. Ma è una situazione molto più drammatica in apparenza, che in concreto.
Barbara non è una specialista, è una mamma che ci è passata e, essendo una ricercatrice (in tutt’altro campo), con la sua mentalità scientifica, si è voluta documentare a fondo in prima persona, leggendo e studiando il problema della sua TopaGigia. Qui ci offre la sua esperienza.

Questo post non è scritto da un un medico: contiene solo il racconto di un’esperienza personale in merito agli smasmi affettivi, che, comunque non costituiscono una patologia. E’ sempre necessario consultare un pediatra in caso di manifestazioni che possono rientrare nella descrizione di quanto segue

Come ci si accorge che il proprio figlio soffre di spasmi affettivi?
A noi è successo quando TopaGigia non aveva ancora compiuto nove mesi. Eravamo insieme in salotto, lei nella sua abituale posizione in ginocchio. A un certo punto cade a faccia avanti, comincia a piangere. O meglio, carica il pianto: bocca aperta, occhi chiusi, non esce nessun suono. Io aspetto che prenda fiato e che parta l’urlo, e invece niente. Dopo parecchi secondi fa un mezzo respiro e mi si affloscia in braccio. Svenuta.
Io ovviamente vado nel panico, temo che si sia rotta il naso o chissà cos’altro, un trauma cranico… Dopo tre o quattro secondi in cui respira profondamente si riprende, e comincia a piangere normalmente. Io la controllo per le ore successive, ma la botta non sembra essere grave: non crolla addormentata, non vomita, mangia e beve normalmente. Tutto sembra tornato come prima dello svenimento.
Qualche giorno dopo succede di nuovo. La causa scatenante stavolta è esclusivamente emotiva: io e il Prof stiamo discutendo animatamente (ok, litigando furiosamente) e lui la tiene in braccio. Lei scoppia a piangere, il pianto monta finchè non trattiene il fiato e… sviene. Io riconosco la dinamica, il Prof ovviamente va nel panico. La prende e va dalla pediatra, la quale ci dice che molto probabilmente si tratta di spasmi affettivi.

Ma che cosa sono esattamente gli spasmi affettivi?
Gli spasmi affettivi sono crisi su base emotiva, crisi causate anche da banalità (tipo stanchezza o un rifiuto o i genitori che litigano nel nostro caso) che fa scattare un pianto incontrollato durante il quale il bambino non riesce a respirare e sviene. Lo svenimento è, come dice la nostra pediatra, l’uscita di sicurezza da quella situazione: il bambino perde i sensi a causa della mancanza di ossigeno (che pero’ non raggiunge mai i livelli pericolosi che vi state immaginando ora) e allo stesso tempo perde il controllo cosciente della respirazione, per cui riprende involontariamente a respirare. Dopo pochi secondi rinviene e potreste trovarlo un po’ spaesato o spaventato, ma a livello fisico non gli è successo nulla di grave.
La pediatra ci ha dato anche alcuni particolari in più (anche se le cifre che abbiamo trovato nelle nostre successive ricerche variano parecchio): soffre di spasmi affettivi circa un bambino su quattro. Alcuni non arrivano a svenire, vanno “solo” in apnea o diventano cianotici. A volte lo spasmo affettivo è facilitato da un difetto del controllo del fondo della gola (di nuovo, alcune delle nostre fonti danno questo difetto come unica causa, altre non lo riportano per niente), per cui il bambino piangendo in quel modo particolare non riesce fisicamente a riprendere fiato. Questo difetto è spesso ereditario (TopaGigia l’ha preso dal Prof, che diventava cianotico ma non sveniva).
Generalmente il primo svenimento avviene per una causa scatenante (spesso una brutta botta, uno spavento ma anche solo una situazione emotiva particolarmente difficile) dopodichè il bambino si rende conto che con quel comportamento attira una grande attenzione su di sè e lo ripete per tirarsi fuori da situazioni scomode, proprio come un capriccio. Quindi gioite: se vostro figlio soffre di spasmi affettivi vuol dire che è proprio sveglio e ha già capito come tenervi in pugno. Nel caso di TopaGigia, mi dice la pediatra, la causa scatenante può essere stata la botta che vi ho raccontato o anche la grave sofferenza che ha subìto prima del parto, occasione in cui ha avuto la totale attenzione e ha scatenato l’immediata reazione di una ventina di persone del reparto maternità dell’ospedale che si è immediatamente occupata solo ed esclusivamente di lei.

Gli spasmi affettivi hanno un’età tipica?
Si, sono tipici del periodo uno-due anni e generalmente scompaiono da soli intorno ai tre-quattro anni, a volte prima, molto raramente dopo, ma anche questi numeri sono la media delle informazioni che ho trovato. TopaGigia ha naturalmente bruciato le tappe e iniziato molto presto.

Veniamo agli aspetti pratici: cosa si deve fare se un bambino piange senza prendere fiato e sviene?
La prima volta non avrete tempo di fare nulla, ve lo ritroverete svenuto in braccio. Aspettate che si risvegli e naturalmente se l’episodio è stato causato da un trauma fisico controllate che non ci siano conseguenze.
Per il resto, la prima cosa da fare è ovviamente la più difficile: mantenere la calma. Il bambino sta cercando di attirare la vostra attenzione con un vero e proprio supercapriccio, se voi lo assecondate andando nel panico fate il suo gioco. Ricordate che non rischia assolutamente nulla.
Poi, quando è lì con la bocca spalancata che non prende fiato, soffiategli in bocca, un bel soffio vigoroso. Questo, oltre a distrarlo, gli andrà a stimolare il fondo della gola e lo può aiutare a riacquistarne il controllo per riprendere da solo a respirare, dopodichè partirà quel bell’urlo che una volta tanto vi darà sollievo.
Parlatene quanto prima col vostro pediatra, che molto probabilmente vi consiglierà un controllo neurologico per verificare che si tratti effettivamente di spasmi affettivi. Preparatevi ad essere presi ampiamente in giro dai medici, il neurologo che ha visitato TopaGigia ha detto subito: “questa qui ha proprio la faccia da professionista di spasmi affettivi”. Il controcommento della nostra pediatra è stato: “finchè il neurologo ride, va tutto bene”. Il controllo consiste in una semplice visita, ma so di colleghi di TopaGigia ai quali sono state consigliate anche indagini strumentali (EEG).
Avvertite le persone che accudiscono vostro figlio: babysitter, educatori dell’asilo, nonni, eccetera, e possibilmente fate usare a loro gli stessi metodi che usate voi per controllare le crisi.
Alcuni pediatri addirittura consigliano, per bambini un pò più grandi e per quando siete abbastanza sicuri del vostro metodo di rottura del capriccio, di lasciare la stanza e/o usare qualunque altro metodo usiate per ignorarlo quando fa i capricci proprio per far vedere al bambino che trattate il comportamento come un normale capriccio. Altri consigli che abbiamo trovato in giro sono di dargli degli schiaffetti o bagnargli la faccia con dell’acqua fredda (questo soprattutto nei casi in cui diventa cianotico). Noi ci troviamo bene con il soffio. In ogni caso, MAI scuotere un bambino piccolo, potreste provocargli dei seri danni.
Infine, non litigate furiosamente davanti a vostro figlio, e non solo per evitare gli spasmi affettivi!

Quanto spesso si possono presentare gli spasmi?
Suppongo che la casistica sia infinita. TopaGigia ha passato un periodo in cui provava a svenire anche più volte al giorno. Adesso che siamo quasi sempre in grado di bloccare la crisi la frequenza è diminuita vertiginosamente a forse un tentativo al mese. Il trucco non funziona più. Quando la vedo che carica il pianto le parlo dolcemente, facendole sentire che non mi agito, e solo se la cosa si protrae le devo soffiare in bocca. L’ultima crisi con svenimento risale a un paio di settimane fa, ed è stata scatenata dal fatto che l’ha portata all’asilo il Prof e non io, e la sua educatrice preferita ancora non era arrivata. Insomma un vero e proprio capriccio. Inoltre, con mia madre che difficilmente si lascia intimorire non ci ha mai provato, con mia suocera che è molto ansiosa si.

Altre raccomandazioni?
Mi rendo conto che il mio tono è stato fortemente sdrammatizzante, in realtà so perfettamente che le crisi, specialmente all’inizio, spaventano a morte. Tuttavia l’atteggiamento rassicurazione dei medici che abbiamo incontrato e le ricerche che abbiamo fatto ci hanno molto tranquillizzato, e dopo parecchi mesi di “pratica” devo dire che in effetti le crisi non sono nulla di ingestibile nè, lo ripeto, pericoloso. Tanto più sarete in grado di gestirle, tanto prima vostro figlio smetterà di averle.
Infine ci tengo a precisare che non sono un medico nè un’esperta, quella che vi ho raccontato è la nostra esperienza di genitori e il frutto delle nostre ricerche da dilettanti. Fate comunque riferimento al vostro pediatra di fiducia sia per la diagnosi che per consigli sui comportamenti da tenere quando si scatena una crisi.

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55 thoughts on “Gli spasmi affettivi: intervista ad una mamma che si è documentata”

  1. Se sono risultato offensivo mi scuso molto, ma purtroppo non tutti la pensano allo stesso modo sui bambini, so che non è colpa loro, anche io lo sono stato ed anche io avrò gattonato aspirando tutto come un aspirapolvere (anzi a dire il vero da piccolo mia mamma mi ha detto che ero MOOOLTO noioso, e che frignavo come una fontana)… Ma purtroppo quando la tua vita ha una determinata routine e in casa arrivano i bambini di colpo, la tua vita ti si stravolge. All’inizio pensavo che l’esperienza del fratellino sarebbe stata bella e positiva, ma il
    pessimo carattere di mia mamma con le sue ansie eccessive e il fatto che il primo dei tre era molto agitato di suo (carattere ereditario?) mi hanno reso l’esperienza pessima, portandomi, con l’arrivo degli altri due fratellini, a provare un senso di repulsione verso i bambini. Che condivido il fatto che siano innocenti e tutto, ma proprio non ci vedo nulla di positivo, anche in quei momenti “dolci” tra loro e mia mamma…

    Ribadisco, se sono stato offensivo, mi scuso anche per i termini volgari, spero che voi “mamme” possiate vivere una maternità serena, senza che l’ansia vi renda tutto più difficile.

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  2. Ecco uno dei tanti motivi per non volere bambini… Che odio se penso a mia mamma che quando ne ha fatti altri tre quando avevo 14 anni, mi ha rovinato la vita. Lei ansiosa come non so che cosa che ogni cazzo di spasmo affettivo iniziava a urlare nonostante avesse già avuto me e gli altri due miei fratelli grandi e sapesse benissimo che non sono pericolosi (anche se poco tempo fa sentii la notizia di una bambina morta per uno spasmo affettivo, ma voglio ben sperare che le cause della morte siano state altre…) poi il terrore per la morte in culla e il soffocamento quando gattonano e tirano tutto su da terra manco fossero aspirapolvere, e i capricci e gli strilli a 10000 decibel er ogni minima stronzata…. BAHHH! Guardate, proprio non capisco cosa ci troviate in questi bambini, se l’amore che dite di provare vale veramente tutte queste pene ma per voi e non per me, che mi guarderò bene dall’evitare questa tortura della “paternità”, e se non fosse per i costi proibitivi qui in Italia mi farei fare la vasectomia anche subito.. Childfree a vita e basta, no bambini, no problemi!

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  3. Ciao. Sono confusa. Massi ha 30 mesi, il fratello ne ha 10 anni. Da quando è nato è una lagna totale e si fa venire delle crisi di nervi pazzesche. A volte lo calmo, a volte lo lascio perdere, a volte faccio la forte ed è un secco no. Ma è deprimente lottare contro le sue crisi tutti i giorni. Va al nido, io sono corsa nuovamente al lavoro, perchè una cosa così non posso essere lasciata al mio destino. NESSUNO nella mia famiglia l’ha mai tenuto, neanche per 10 muniti, perchè impauriti da questi suoi scatti d’ira. Il suo papà, su mia insistenza, ha cominciato ad occuparsi di lui, ma solo ultimamente. Le crisi partono nel momento della negazione, anche la più banale, tipo fanno 40 gradi e lui vuole mettersi il cappello di lana per andare al nido piuttosto che quello di cotone con visiera. Tipo deve lavarsi le mani prima di cena, tipo deve lavarsi i denti prima di andare a dormire, tipo TUTTI i cambi pannolino. Oggi è svenuto e per fortuna stava con il padre, perchè a quanto pare sono io l’esagerata che a 43 anni non sa gestire un secondo figlio. Sono contenta di avervi trovato, mal comune mezzo gaudio….. Massi già in pancia non stava tranquillo e da subito ha dimostrato un caratteraccio. Provai ad allungare le poppate al seno da 1 ora e 45 ad almeno 3 ore, ma dopo 7 (si 7) giorni e notti di pianto ininterrotto e io che l’ho cullato in continuazione, i miei familiari mi hanno implorato di dargli la tetta. Va da se che, senza mai nessuno che mi desse il cambio, io ho proprio schlerato negli ultimi 2 anni. E’ deprimente, specialmente al 2° e in età matura, quando il fallimento di essere il porto emotivo di tuo figlio ti fa sentire una schifezza umana. Grazie di esserci ragazze

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  4. @maria si, finirà. E si, certo che può andare all’asilo. Avverti gli educatori di questi fenomeni, però.

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  5. ciao a tutte, mi chiamo maria e anche la mia bimba di 34 mesi soffre di spasmi affettivi da quando ne aveva 8.piange,diventa blu…rivolta gli occhi,si irrigidisce e si accascia.il tutto dura 10 secondi,ma io perdo 10 anni,quando finirà tt questo?lei lo fa anche due volte al giorno per un capriccio o peechè si fa male!!!potrà andare all’asilo?speriamo che questo problema giunga al termine,sono stressata e ho perso già 10 anni di vita!!!

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  6. @tea sicuramente parlane col pediatra. E non spaventarti se consiglia un controllo dal neurologo, come ho raccontato nel post è successo anche a noi ed è un modo per farvi stare più tranquilli. In bocca al lupo.

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  7. salve ho una bimba di 2 anni è miè succesa la stessa kosa ………ma nn sucede spesso anzi raramente e quando succede entro in paniko x ke lei nn respira più diventa nera e si kolassa kosa posso fare ?

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  8. Mi sento come i bambini con le figurine, a fare “celo” e “mimanca”. “Balzo di crescita – celo”, “terrible two – celo”, “crisi di rabbia – celo”, “spasmo affettivo – mimanca”. Ah no, “celo”!!! Con rovesciamento oculare. Meno male che avete messo in cantiere questo blog, va’ :-*

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  9. @Mariella, ma spasmi di che tipo? Convulsioni? Smette di respirare? Sviene o diventa cianotico? Succede solo e sempre di sera? Quanto spesso?
    Mi sembra decisamente troppo piccolo per gli spasmi affettivi, che sono una sorta di supercapriccio e quindi tipici di un età più avanzata, quando il bambino comincia a richiedere attenzione anche con bassi sotterfugi tipo svenire, ma resta in guardia perchè essendo di natura emotiva se soffre di altri tipi di spasmi potrebbe usarli più avanti sapendo di spaventarvi. Ma un controllo neurologico, tanto per stare tranquilli e avere una diagnosi certa?

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  10. Salve, ho un bambino di 5 mesi, capita spesso che il mio piccolo la sera ha degli spasmi, sia io che mio marito non riusciamo a farlo calmare facendoci prendere dal panico, abbiamo contattato il pediatra, visitandolo ci ha fatto mettere in allarme, in quanto misurando la circonferenza cranica, ci ha detto che ci sono 2 cm in più del normale. Questi spasmi possono essere dovuti a questo? Fatemi sapere sono preoccupata. Grazie.

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    • @Mariella, se il pediatra ha rilevato una situazione anomala, sarà il medico a darvi le indicazioni del caso. Non vi ha detto se il problema riscontrato dal bambino può essere legato a quello che ha riscontrato? Non glielo avete chiesto?
      Non possiamo farti sapere noi, è il vostro pediatra che deve farvi sapere il da farsi.
      Comunque conosco bambini che hanno avuto spasmi affettivi anche così piccoli. In questi casi, poichè sono più rari gli spasmi affettivi, si fa qualche ricerca in più del solito.
      Sono comunque valutazioni mediche. L’unico consiglio che posso darvi è quello di pretendere informazioni chiare dai medici a cui vi rivolgete.

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  11. ciao! arrivo a questa pagina perchè proprio ieri, la mia bambina è svenuta dopo un’apnea causata dal pianto. Chiara ha 13 mesi, stava giocando con il cuginetto, è caduta sul sedere come altre decine di volte nella giornata visto il suo precario equilibrio (ha iniziato da un mesetto a camminare). ha iniziato a piangere (era particolarmente stanca, assonnata e un po’ influenzata), è andata in apnea e mi è svenuta tra le braccia. stavo per morire. è intervenuto mio padre aprendole la bocca e lei in quel mentre si è ripresa dal torpore in cui era caduta.
    Grazie per questi vostri commenti, grazie a Barbara per la sua intervista.
    Laura

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  12. Ciao a tutti. TopaGigia fa tre anni fra poco meno di un mese, e ho notato un cambiamento: gli svenimenti sono rari, ma il pianto tipico della crisi a volte si presenta. In uesti casi le dico di respirare, le dò delle leggere botte sulla schiena (tipo quelle della tosse) e in genere se ne viene fuori così. Adesso però spesso, dopo che riprende a respirare, ha un attacco di tosse piuttosto forte che si protrae per diversi minuti. Non ho trovato notizie su come i bambini smettano di avere gli spasmi, ma mi sa che ne stiamo venendo fuori… Qualcuno di voi ha notato la stessa cosa? Mi pare dai racconti che ci siano qui bambini più grandi di lei….

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  13. care amiche, vi definisco così perchè vi sento davvero vicine, ho letto finalmente qualcosa che risponde alle mie domande. ho il secondo bambino che ha 15 mesi compiuti e che già sette otto mesi fa ha cominciato con gli spasmi affettivi (li definisco cosi dopo aver letto le vostre storie.all’inizio era chiaramente legato ad un capriccio, quando non lo prendevo in braccio o non lo accontentavo mentre piangeva spalancava la bocca e non respirava diventanto violaceo ma poi riprendeva a respirare da solo dopo qualche secondo e ricominciava a piangere.io e mio marito lavoriamo molto, lui fa l’autista di linea e quindi fa l’estero stando fuori per due/ tre settimane alla volta, io sono interinale in una multinazionale, faccio turni comodi per loro e quindi soprattutto notti e mattine. la mia prima bimba ha 5 anni a gennaio e il secondo come ho detto 15 mesi. l’ho lasciato a 10mesi per ricominciare a lavorare perchè la nostra situazione era critica. ritornando alle crisi, una notte dalla babysitter ha cominciato a respirare male e a non riuscire a tossire perchè gli faceva molto male la gola. quando me l’ha portato visto la gravità l’ho portato in ospedale e gli hanno fatto l’areosol con l’adrenalina dicendo che era un laringo-spasmo. non so ancora bene se dipenda da una prematurità della trachea(ma ho sentito persone che hanno lo stesso problema con i loro bambini e da quello dipende a loro)ma il giorno dopo averlo portato all’ospedale ha avuto il primo episodio di apnea. iniziato da un capriccio ma che invecedi durare pochi secondi è durato di più infatti è diventato nero e si è ripreso solo dopo avergli bagnato il viso con acqua fredda. ovviamente ho perso 10 anni di vita ma dopo qualche è risuccesso e gli ho dovuto soffiare in bocca per farlo riprendere. quando riesce a riprendere fiato si accascia sulla mia spalla e non emette suoni ma non sviene, o almeno fino ad ora. dopo essergli passata la crisi e aver avuto le mie attenzioni gli passa tutto. fino ad ora è successo quattro volte ma ogni volta ad un momento di panico mio e di chi ho attorno segue il momento di lucidità mia durante il quale gli soffio in bocca e lo faccio riprendere. che paura ragazze ma sapere che non è capitato solo a me mi rassicura e mi calma un po, la prossima volta cerchero di rimanere piu fredda e poi vi faccio sapere. grazie di esserci. baci a tutte.
    ah dimenticavo mi chiamo NUNZIA.

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  14. Valentina, ciao. Anche a me sembra proprio uno spasmo, anzi un’evoluzione dello spasmo: tuo figlio ormai non ha più bisogno nemmeno di piangere per svenire! Innanzi tutto ti consiglio di usare il tuo efficace pugno duro durante le vacanze da scuola, magari riesci a togliergli questo bel vizio prima del rientro a settembre, come ti ha consigliato già Silvia. Per quanto riguarda le maestre… eeeehhh, è dura… TopaGigia è stata in due asili e nessuno degli educatori aveva mai visto uno svenimento da spasmo affettivo. Il che è molto strano, visto che sembrano essere un disturbo abbastanza diffuso.
    Comunque, come strategia verso la scuola noi abbiamo adottato questa: spiegare che può succedere, spiegare i vostri metodi di contenimento della crisi e quando vi dicono che è successo stare tranquilli e sorridere. Insomma minimizzare con gli educatori come con il figlio. Spiegare che è un supercapriccio e che la cosa migliore è trattarlo come tale, specialmente nel caso di tuo figlio che è grandino e ha avuto una regressione. Fate sentire però alle maestre che empatizzate e non le state ritenendo responsabili di nulla di tremendo, se è spaventoso per noi gestire una crisi figuriamoci per loro. Cercate la collaborazione, ecco.
    Devo dire che mi stupisce la reazione del pediatra, forse un pò sbrigativa?

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  15. Ho chiesto a Barbara, l’autrice del post, di darti qualche consiglio, ma dobbiamo aspettare che rientri dalle ferie.
    Tu intanto sii decisa almeno a casa.

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