genitori !mbroccano

genitori!mbroccano è lo spazio da usare quando senti di averne imbroccata una come genitore.
Quando ti senti molto orgoglioso della tua performance e vorresti urlarlo al mondo ma hai paura di passare per saccente.

Quando senti che le tue qualità di mamma o papà stanno finalmente fiorendo.
Quando il tuo orgoglio ha subito un’impennata e pensi di aver trovato la chiave di volta.
Quando sei riuscita/o a gestire una situazione che finora ti aveva fatto crollare miseramente.
Quando la mattina non si è trasformata in un campo di battaglia e siete riusciti a varcare la soglia con il sorriso sulle labbra.

Questa è una stanza amplificata: qui puoi scrivere con orgoglio il tuo imbrocco. Ti leggeranno tutti i genitori che hanno voglia di sentirsi meglio, più bravi, più efficienti, più utili.

Qui è vietato dare consigli agli altri.
Qui è vietato trovare soluzioni per gli altri.
Qui è vietatissimo usare un tono di sufficienza: ogni “imbroccamento” è motivo di esultanza collettiva e di congratulazioni!
Perchè noi genitori tante, ma tante volte, ci imbrocchiamo proprio! Siamo tosti, siamo forti, siamo pieni di virtù: e ogni tanto i risultati arrivano.
Siamo qui per dirci “bravi!”, perchè sapete una cosa…? Ce lo meritiamo proprio tutti!

150 thoughts on “genitori !mbroccano”

  1. Ero un pochino preoccupata per il mio piccolino che tra un mese compie tre anni ed ancora parla la sua lingua, in questi ultimi giorni però si sta lanciando nel ripetere le parole correttamente!! Complice la mamma a casa x malattia? Non so’ , certo e ‘ che questa polmonite me la sono proprio goduta, stare a casa con i bambini e ‘ impagabile.

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  2. Ciao, sono qui per dirvi che sono orgogliosa di avere un bellissimo figlio nonostante trovo lungo da 6 anni.
    Sono tosta, cocciuta direi, non mollo per mio figlio, leggo mi informo vado a conferenze etc. tutto per migliorare il mio rapporto il mio modo di essere genitore. Ho avuto tante difficoltà.
    Il mio più grande successo è stato rispondere con un sorriso. Guardare mio figlio negli occhi e dopo averlo agganciato sorridere con fiducia e nella mia mente dirgli “so che ce la puoi fare”. Unito alla fine ad un occhilino complice è come una medicina per la mia anima e del mio cucciolo.

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  3. Che periodo, lungo, di m….!
    Affinchè la mia famiglia possa vivere faccio tutto quello che posso, tutto quello che devo, lavoro lavoro lavoro per tenere insieme la baracca. La mia altra famigia, quella d’origine, sta andando a pezzi e anche in questo caso la fatica di tenere insieme i cocci è enorme.
    Tieni tieni tieni e quella che cade a pezzi sono io.
    Un’unica cosa mi consola, che in tutto ciò la mia bimba cresce comunque serena.
    Ce la mettiamo tutta, io e mio marito, per fare in modo che il suo sorriso sia sempre radioso e vederla felice ci ripaga di tutto.
    Il suo sorriso è il mio più grande successo.

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  4. Evvai!

    Siamo passati da: “questo posto non mi piace, sono a disagio, mi manca la comunità” a “possiamo restare ancora? dobbiamo proprio andare via? io qui ci verrei a vivere” in sole tre settimane. E non era solo la prima vacanza in montagna di s., erano le sue prime tre settimane con noi.

    Partiti tre, tornati una: una famiglia.

    Evviva!!!!!!!!!!!!!

    Castagna

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  5. La mia bimba, 9 mesi e 1/2, pensavo che non l’avrebbe mai fatto! Gattonare non è obbligatorio, ma un conto è se un bambino non lo fa di suo e un conto è se in qualche modo non gliene viene data l’occasione. Io ho ripreso a lavorare presto e i nonni si occupano della Pippi per 8-9 ore al giorno, fino ad un paio di settimane fa la mettevano pochissimo a terra e lei, frustrata perchè incapace di spostarsi in autonomia, si faceva scarrozzare di continuo in braccio. Dopo lunghi discorsi, spiegazioni sulla necessita per la loro nipotina di esercitarsi da sola, preghiere, rassicurazioni sul fatto che anche se ogni tanto lecca il pavimento o si mette in bocca rotolini di polvere scovati chissà dove non succede nulla … alla fine mi sono imposta: mettetela giù! Nel giro di 15 giorni ha iniziato a gattonare, ora esplora felice e sicura di se, addenta le gambe del tavolo, ciuccia di tutto e sbava su tutto…sotto lo sguardo atterrito-divertito dei nonni. Sono soddisfatta perchè sono riuscita a farmi ascoltare, per il suo bene!

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  6. Care lettrici/cari lettori,
    ho bisogno di urlare ai 4 venti internetici il mio orgoglio mammesco!
    Sono detentrice di un vorticoso treenne (tre anni compiuti a Giugno) che fino a un mese fa il vasino non se lo filava proprio.
    Avevo già cominciato a sistemare quell’oggetto dalle strane pretese in bagno in primavera, ma lui proprio ne faceva spregio, non lo degnava di uno sguardo, e se proprio proprio decideva di considerarlo un po’ di più era per farlo diventare un originale copricapo…..
    Insomma, della serie “ma manco per l’anima. Me la faccio addosso fino a 18 anni”.
    Io ho pensato che non fosse proprio pronto per niente; quindi ho riposto il vasino sotto al lavandino (però, speranzosa, l’ho lasciato comunque all’interno del bagno…) e non ho insistito.
    Venuta l’estate, venuto il 3° compleanno, venuti finalmente i primi caldi: con le prime uscite in spiaggia ho deciso di fare un altro esperimento.
    Già che ci mettevamo il costume per andare al mare, perché non provare a stare in mutande anche la sera, rientrati dal mare? Già, perchè no….
    Bè, lui ha accettato benissimo l’esperimento: la mutanda gli garba, qualche pipì è scappata, ma ci siamo prontamente ripresi incitandolo a fare meglio la prossima volta.
    Morale della favola: capito il meccanismo, nel giro di 2 giorni ha cominciato a volere fare pipì e pupù nel vasino (azzeccando sempre i tempi). E già gridavo al miracolo.
    Se non che, dopo 2 giorni di uso-vasino, ha deciso che era diventato un esperto e ha voluto cominciare a sedersi sul “water grande”, come lo chiama lui. E qui, permettetemi, GRIDO FORTISSIMO!!!!!!!! FANTASTICO IL MIO OMETTO!!!!!!!!!
    Devo dire che da come aveva cominciato in primavera, non mi aspettavo un escalation così rapida: praticamente sono 3 settimane che lo spannoliamo di giorno, ed è successo solo un incidente rilevante (pipì incontrollata) perchè stava giocando coi cugini, quindi non aveva certo tempo per badare alle proprie esigenze fisiologiche!! 😉
    Per il resto, ogni giorno è sempre più bravo: ornai ci facciamo anche il bidet!
    Con questo voglio proprio dirgli BRAVO anche pubblicamente, e voglio dire a tutti i genitori alle prese con questo delicato momento che non bisogna insistere: anche se sono già “grandicelli”, come nel mio caso, se non se la sentono ancora è inutile forzarli, perché si rischia di rallentare il processo.
    Io non ho insistito, e lui in quattro e quattr’otto si è regolarizzato autonomamente: e solo quando si è sentito pronto.
    In bocca al lupo a tutti/e!

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  7. La Stellina nn mangia verdure da giorni, ma ieri l’ho presa per fame: solo uova sode, pomodorini, ravanelli, olive e insalata rossa. Sbucciare le uova x dare a lei solo il rosso, a un certo punto agguanta i pomodori e infine si è scofanata l’insalata! E ha scoperto che le piace pure!!! YEEEE

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  8. Grazie a tutte. Mi sono commossa a leggere le vostre risposte.
    Quel che sarà, sarà: ho ancora un po’ di cose da sistemare, ma chissà che presto non mi ritrovi ad “urlare” qui con voi.
    Vi abbraccio tutte.
    E vi ho voluto bene, perché queste parole mi hanno fatto sentire bene, anche come figlia!
    In bocca al lupo!

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  9. Marcamilla, ero indubbio se rispondere o no, visto che continuare questo dibattito è, a rigore, off topic rispetto alla finalità di questa pagina. Ma poi ho pensato che quello che voglio dire è davvero in tema, invece. Se nella mia vita ne ho imbroccata una, è stato far nascere Meryem. Il che non vuol dire che certe volte non sia stanca, spaventata, sconfortata, inadeguata. Ma lo ero, e molto, anche prima. E lei, quella fantastica persona che è e che diventerà, non c’era. Vuoi mettere? 🙂

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  10. Marcamilla, mi accodo… Perché il tuo post ha qualcosa di bellissimo, ci fa fermare un attimo, tra un urlo di disperazione e una soddisfazione, per chiederci perché

    Penso che la maternità sia una delle poche cose naturali che ci restano e che… non si spiegano. Non ci sono si, no, perché, non ci sono leggi, non ci sono regole fisse, ragioni, motivi validi, non c’è nulla, ci sei tu, e basta, tu e tuo figlio se lo vorrai.

    Io ho avuto due figlie, ero molto giovane, la prima l’ho avuta prima di compiere 24 anni, l’ho voluta, l’ho cercata tanto, ho anche temuto di non poterla avere dopo un anno di attese.

    Pentita? SAra ha sofferto di coliche, ha pianto ogni pomeriggio fino a notte, io non sapevo che fare, mia madre era assente, le amiche senza figli, rete sociale zero, mi sentivo sola, stanca, qualche sera mi sedevo, la posavo nella carrozzina, piangevo mentre lei piangeva. Qualche sera guardavo la finestra e capivo perché alcune madri superano il limite, e piangevo per i sensi di colpa. Qualche sera pensavo che non avrei dovuto farlo.

    Eppure poi ho voluto, cercato, avuto Alessia. Altro mondo, altra vita, un’altra bambina, non ero più troppo giovane, sapevo già, pensavo di essere pronta, mi ha dimostrato che pronta non sei mai, non sono una fotocopia di mia sorella, io sono me, e basta, non mi conosci, non sei pronta.

    Mi hanno insegnato tanto. Sara ha buttato all’aria tutte le leggi scritte che sventolavo come infrangibili, ero un pozzo di libri letti e convinzioni rigide e insindacabili, le ha demolite una per una. Non ci sono certezze, ci siamo io e te e non siamo libri stampati.

    Alessia l’ho aspettata temendo il peggio, e invece… un orologio svizzero, veloce a mangiare, dormiva tanto, mangiava ogni 3 ore, sembrava un manuale.

    E’ difficile, lo è stato, il primo anno con tutte e due, il primo anno credo sia sempre difficile, con il primo figlio poi ancora di più, il mondo si stravolge. Ma poi… crescono. Arrivano i primi passi, arriva quel giorno che al parco ti siedi su una panchina, arriva quel giorno che mentre giocano prendi un libro in mano e leggi.

    Qualche settimana fa si sono chiuse in camera, tutte e due. Ho letto mezzo libro, 150 pagine, senza una pausa. Mi sono resa conto che ormai il difficile è andato, fisicamente parlando, hanno 8 e 4 anni, e la fatica è superata. Ora aspettano altre sfide, l’adolescenza, le domande, le cose importanti… Ma è diverso.

    E le guardo, e non c’è niente di più bello al mondo, la compagnia della più grande, leggere con lei, giocare con lei, passeggiare con lei, parlare con lei di cose importanti. E quella della piccola, rotolarsi ancora sul letto, farsi il solletico, sentire quella risata di pancia che rende il mondo rosa confetto.

    Ho patito tanto, mi sono resa conto poi che ero troppo giovane, impreparatissima, molto sola (con la seconda mi sono trovata sola a casa il giorno dopo il rientro dall’ospedale, niente nonne, marito al lavoro, è stata dura!). Mi sono detta spesso “mai più”. Eppure ho fatto il secondo. Eppure vorrei il terzo… e a volte ci sono ancora le liti, e quel pensiero del “certo che sola ero più tranquilla” eppure poi guardi quel bimbo che passa e ti rendi conto che il posto per un altro ancora, potessi, ce l’avrei eccome.

    Di esempi ce ne sono mille. I tuoi sono brutti. Io posso parlarti di una mamma di due gemelle tranquillissime che le ha allattate e cresciute senza una crisi nei primi due anni (ora hanno due anni). Ci sono madri che crollano e poi vanno dallo psicologo, ma ben venga, che ora non si tengono tutto dentro, sono meno sole, passerà se lo affrontano.

    Ecco, i figli sono una sfida. C’è quello che dorme, quello che non dorme, quello che mangia, quello che non mangia, quello insicuro e quello che ti sfida, quello che devi lavorarci su per arrivare al compromesso e quello che devi spronare perché dica la sua, non puoi scegliere, non saprai cosa arriva. Puoi solo decidere di giocare, e buttarti. Qualunque figlio può dare tanto, insegna tanto, cambia tanto. Se raccogli la sfida però… la mamma che lascia la figlia “difficile” alla nonna, per non avere problemi (se è così), ha rinunciato, ha smesso di stare al gioco, e la figlia sarà sempre più difficile perché lei ormai in quel gioco c’è e non può uscirne. Ma se sei pronta a metterti in gioco, a lasciar da parte le convinzioni, ad ascoltare te e tuo figlio, qualunque cosa ne esca fuori, sarà un di più senza prezzo.

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  11. Mi sono resa conto che non ho scritto niente sul bello di avere figli.
    Dare al mondo e occuparti delle persone a cui vorrai matematicamente più bene in tutta la tua vita… non c’è granché che possa scrivere senza essere banale. E’ come nelle storie d’amore, quando va tutto bene non c’è tanto da raccontare 🙂

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  12. Cara Marcamilla,
    capisco i tuoi dubbi: li ho avuti anche io.
    E non li ho superati al 100%, ma a un certo punto ho sentito che il desiderio di un figlio, e poi di un altro, era molto più forte di ogni dubbio razionale che mi ponessi. Quindi mi sono lanciata.

    Posso solo parlare della mia esperienza, ma non credo sia molto diversa dalle altre.

    Ci si pente? Sì.
    Per mesi mi sono pentita tutti i giorni, verso le 16.
    Era l’ora in cui, più o meno, mia figlia si svegliava, e dovevo mollare quel che stavo facendo (di solito un’ora di cazzeggio su internet) per dedicarmi solo a lei.
    Ecco, in quel momento mi dicevo “ma chi me l’ha fatto fare”.
    Poi passava. Poi è diventata un po’ più grande, e stare con lei è sempre meno pesante.

    Non che sia facile. La maternità stanca, molto più di quanto mi potessi immaginare. E dà soddisfazioni, molto più di quanto mi potessi immaginare.

    Come fare a scegliere una cosa che ti stravolgerà la vita, non hai elementi per sapere quanto, e da cui non puoi tornare indietro?
    Nessun discorso potrà “convincerti”, in un senso o nell’altro. Per me è stata biologia, credo. Mi sentivo abbastanza grande e solida, e ne avevo voglia, voglia, voglia. Perché? Non me lo so spiegare.

    Cara Marcamilla, lascia stare gli esempi brutti. La tua amica che va dallo psicologo, capisci bene che non può essere considerata “la normalità”. La collega col figlio piccolo ha un figlio piccolo, ossia qualcuno che dipende da te tutti i giorni tutte le ore, che può essere gratificante, ma per me era anche asfissiante. E mi spaventava. Ma poi crescono, anche solo un po’, e nonostante arrivino altri problemi, come i capricci, ad esempio, riprendi la tua vita. Puoi avere un po’ di tempo per te, puoi delegare, puoi organizzare, e il pupo ha sempre meno bisogno di te.

    La cosa banale e meravigliosa dei figli è che sono persone in continuo cambiamento. A rendermene conto prima, anche i periodi più difficili della mia esperienza sarebbero stati un po’ più lievi, perché prima o poi sono passati.

    Non dici niente del tuo partner. Forse potrebbe darti risposte meglio di noi.

    Un abbraccio

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  13. Cara Marcamilla,
    io di anni ne ho 39 e di figlie due, una di 7 e una di 5. Una vera risposta alla tua domanda non ce l’ho… se ne vale la pena è difficile dirlo secondo il mio modesto parere una mamma ha innato un amore smisurato per il figlio e per crescerlo ed educarlo ci mette tutta se stessa (anche se sbaglia) e naturalmente si crea delle aspettative che puntualmente vengono disattese perchè i figli sono persone non bamboli, spesso hanno reazioni e opposizioni che non ci aspettiamo e che ci spiazzano. La prima sensazione a questo è di aver fallito di aver sbagliato tutto. Se ci aggiungi il contorno di parenti e amici che sanno sempre tutto e sono pronti a criticare il quadro non è dei migliori e potrebbe anche venire alla mente quel “ma chi me l’ha fatto fare?” Io me lo sono chiesto e richiesto, ma la risposta me l’hanno sempre data le mie figlie ogni volta che mi sorridono e so che qualsiasi cosa sarà, bella o brutta, loro saranno sempre con me ed io con loro. Fare il genitore è impegnativo e difficile ma le soddisfazioni sono tante veramente…. ti dico solo due cose che mi fanno dire che ne è valsa la pena, la prima è il riscoprire tutto con gli occhi sorpresi dei bambini, ogni cosa che per noi è ovvia per loro è un motivo di meraviglia e per me era una senzazione che non provavo da anni. La seconda più egoistica, il sentire di essere necessari per un altro essere vivente, il sapere che una persona ha bisogno di voi, io non lo avevo mai provato e ne sono stata orgogliosa! Ti auguro ogni bene e qualunque sia la tua decisione falla con il cuore e non con la testa e ricorda che spesso i bambini arrivano quando vogliono loro non noi….io ho provato per sei anni e quando abbiamo deciso per la fecondazione ecco che sono arrivate da se…. Un bacio e un abbraccio.

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  14. @Marcamilla, io sono una che ha sbroccato tanto, quindi tanto tranquilla non sono. I soldi mancano, il lavoro se n’è andato, il matrimonio ne soffre, i parenti necessari poi s’impicciano… tutto il pacchetto. Ma non ho mai provato gioia più grande, mai. Lo sguardo di mia figlia vale e compensa tutta la fatica, tutti i pensieri, tutte le preoccupazioni. Se avessi i soldi ne farei un altro, e mai e poi mai tornerei indietro. Questo solo per equilibrare le opinioni che hai sentito ;), ma viene dal profondo del cuore.

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