Contro il libro “Fate la nanna” di Estivill

Estivill- Fate la nanna Mi sento sempre più spesso consigliare di leggere il libro “Fate la nanna” di Estivill, descrivendolo come un metodo miracoloso, che nel giro di 3 giorni è in grado di far dormire tuo figlio tutta la notte. Il libro l’ho letto nei primi mesi di vita del Vikingo, perchè mi è stato regalato. Si, l’ho letto, mi sono infuriata, e l’ho classificato come non solo inutile, ma potenzialmente pericoloso. Il metodo proposto in realtà non se l’è nemmeno inventato Estivill, si rifà a quello elaborato dal noto pediatra Richard Ferber direttore del Center for Pediatric Sleep Disorders a Boston e reso pubblico tramite il libro Solve Your Child’s Sleep Problems nel 1985. Il metodo del Dottor Ferber, o di Fate la nanna, può essere descritto brevemente così:

  • Preparare il bambino all’addormentamento, introducendo una routine da ripetersi ogni sera (bagnetto caldo, pigiama, lettura di una storia….)
  • Mettere il bambino nel lettino, e lasciare subito la stanza
  • Se il bambino inizia a piangere, lasciarlo piangere per periodi di tempo controllati prima di rientrare, aumentando gradualmente il periodo di tempo (ad esempio prima 3 minuti, poi 5 minuti, poi 10, e così via)
  • Quando si rientra, bisogna dare conforto al bambino senza prenderlo in braccio. Nel caso, non raro, in cui il bambino abbia vomitato, bisogna pulire tutto, dire al bimbo che va tutto bene, sempre senza prenderlo in braccio, e uscire dalla stanza
  • A questo punto, secondo Estivill, il bambino capisce che tanto piangere non serve a niente, e si addormenta

Non so a voi, ma a me viene la pelle d’oca solo a pensarci. Il mio bambino piange, urla, si dispera e magari vomita, e io esco dalla stanza e rientro solo dopo 5 o 10 minuti? Ma avete idea di quanto sono lunghi 5 minuti? E quando entro, di fatto lo ignoro, e gli dico “caro mio, per quanto tu sia disperato, io me ne infischio e torno di là. Arrangiati da solo”. Si, vabbene, magari non dico proprio così, ma in fondo non è molto diverso. E tutti i discorsi sul mettersi in ascolto, cercare il dialogo, costruire un rapporto di fiducia reciproca?

Ci sono molti genitori che ci hanno provato e non sono riusciti a sostenere il livello di stress di lasciare il figlio piangere (e pensate allo stress del bambino!) e hanno ceduto, sentendosi aimè magari anche in colpa per non essere dei bravi genitori.
Ovviamente qui entra in gioco il temperamento del bambino, e non metto in dubbio che il metodo possa funzionare nei casi in cui il bambino non è molto tenace o ha un carattere tranquillo. E ci sono moltissimi genitori che giurano che questo metodo ha risolto i loro problemi, e che non è stato poi così difficile come sembra. Ci sono però studi scientifici che dimostrano che l’efficacia del metodo Ferber o Estevill, quando funziona, è solo temporanea e che i problemi si ripresentano dopo un paio di mesi. Per contro non c’è nessuno studio scientifico alla base del metodo Estivill, e il supposto esperto mondiale del sonno dei bambini, non ha publicazioni su riviste scientifiche internazionali in merito, ma solo articoli di divulgazione. Varie associazioni di pediatri, tra cui l’Associazione australiana per la salute mentale del bambino (AAIMH), lo criticano fortemente e lo considerano addirittura pericoloso in alcuni casi.

Il signor Estivill sostiene che il bambino, anche a 4 o 6 mesi di età, che non vuole addormentarsi da solo la sera, o che si sveglia nel mezzo della notte e richiede la nostra attenzione, lo fa perchè ci sta mettendo alla prova. A pagina 61 scrive: Qui mamma e papà dovranno dimostrare la loro vera forza. Non dovranno pensare a Paolino che, in segno di supplica, alza i braccini con un viso triste o che, se più grande, urla tutta la sua disperazione [..] Piangerà, urlerà, singhiozzerà fino a strangolarsi, vomiterà, si agiterà in preda a convulsioni, dirà “sete”, “fame”, “bua” “ti prego”, “non ti voglio più” e quant’altro pur di riuscire a piegarvi. Ma voi fate finta di nulla, siate stoici.

E’ già questo mi fa pensare. Ci possono essere moltissimi motivi per cui il bambino non dorme la notte, i cicli circadiani nel bambino diversi dai nostri nella prima infanzia, o il fatto di aver un sonno disturbato da incubi o paure assolutamente normali nella crescita del bambino un pò più grandicello. Mio figlio ad esempio aveva dolori di pancia dovuti a problemi di intolleranza al latte per i primi mesi, e attacchi di asma nascosti di cui non ci siamo accorti se non dopo molto tempo quando sono diventanti più acuti. Certamente tra i motivi, può esserci il fatto che al bambino non sia stato insegnato ad addormentarsi da solo, ma è veramente necessario ricorrere ad un metodo così drastico, sia per il bambino che per il genitore?

L’alternativa proposta più frequentemente è, a mio parere, altrettanto drastica, anche se si pone sul lato opposto della scala. Sto parlando del co-sleeping, ovvero dormire tutti nel lettone fino a che il bambino non si senta pronto ad andare nel suo letto. Io non ho assolutamente nulla contro il metodo del co-sleeping in se, che anzi è perfettamente in linea con il cercare di stabilire un rapporto stretto con il bambino, e se funziona per la famiglia non vedo nessuna controindicazione. Inoltre è un metodo molto naturale, usato con successo da sempre sia dall’essere umano che nel mondo animale, e che quindi ha superato la dura prova dell’evoluzione.
Purtroppo però non va bene per tutti. Io ad esempio se mi sveglio nel mezzo della notte ho grosse difficoltà a riaddormentarmi, e quando nel letto con me c’è un frugoletto che scalcia, si rotola e magari si mette di traverso, le mie preziose ore di riposo vengono meno, e questo non mi aiuta di certo ad essere una mamma migliore durante il giorno. Ma ci possono essere anche altre ragioni per le quali dormire tutti nel lettone non è la soluzione migliore, quali ad esempio la necessità e voglia legittima per i genitori di una loro intimità, e non ultimo il fatto che il sonno dello stesso bambino possa essere disturbato dalla presenza dei genitori.

Insomma che fare? C’è un modo di risolvere il problema dei risvegli notturni o dei lunghi periodi di addormentamento serali senza adottare un metodo per lo meno discutibile o cedere al lettone? E se veramente insegnassimo al bambino ad addormentarsi da solo? Ci sono talmente tante cose che insegnamo a fare ai nostri figli: mangiare da solo, camminare da solo, vestirsi da solo, ma in un certo senso c’è un tabù riguardo al fatto di insegnargli a dormire da solo. Quasi come se lo abbandonassimo nel buio della sua stanza o nel gelo del suo lettino. Quando il bimbo inizia a sollevarsi in piedi lo incoraggiamo, gli teniamo le mani e lo aiutamo a fare i primi passi. Di certo non gli diciamo: cavatela da solo. Lo sosteniamo con la nostra presenza finchè la chiede, magari alleggeriamo la presa leggermente, finchè si sente pronto a fare quei due o tre passi che che segnano l’indipendenza. Normalmente continuiamo a stare al suo fianco finchè vediamo che ha un passo sicuro e che possiamo allontanarci di più. Insomma siamo li accanto, a disposizione, finchè non impara. Che c’è di male a fare la stessa cosa per l’addormentamento? Adottare una via di mezzo tra l’abbandono di Estevill e il lettone, che si basa sempre sul rispetto del bambino in quanto persona, senza dimenticare il rispetto per noi stessi e considerando le esigenze di tutti, potrebbe essere la soluzione più faticosa, ma di certo è anche quella che ci fa sentire di aver fatto la cosa giusta.

Se però avete ancora qualche dubbio sul fatto che forse volete adottare il metodo Estivill, allora date un’occhiata a questo video (sconsigliato per i deboli di cuore):

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491 thoughts on “Contro il libro “Fate la nanna” di Estivill”

  1. Brava Mammaarrabbiata. Nei vari post miei, ho sostenuto quello che tu scrivi. Spesso (per fortuna non sempre), i commenti contro qualsiasi “metodo” che non sia “fallo dormire con te e guai se piange” sono conditi di sensi di colpa. Non ti preoccupare, non c’e’ colpa. E, comunque sia, se sei sola, molto probabilmente tua figlia va o andrà al nido o all’asilo e, probabilmente, al momento di lasciarla, piangerà l’ Aida. Ciononostante, quando torna a casa e trova la mamma che le vuole bene, si dimenticherà del pianto della mattina. Anzi, il pianto generalmente se lo dimenticano dopo 5 minuti, appena iniziano a giocare con gli altri bambini. E tu? cosa devi fare? non vai a lavorare? Questa la società in cui viviamo. La vita é fata di cose che ci piacciono e di cose che ci piacciono un po’ meno. Io penso che se mio figlio non dorme di notte, di giorno gli piace un po’ meno svegliarsi ed andare a scuola. Se mio figlio non dorme di notte e di conseguenza io non dormo di notte e di giorno lavoro, magari la sera sono un po’ più irritabile (come la maggior parte delle persone) e meno funzionale al gioco.
    Per concludere, dimenticati i sensi di colpa che sono come la nostra ombra che non ci lascia mai se non di notte quando c’e’ buio e dormiamo e non la vediamo. I sensi di colpa sono inevitabili. Il sole (tua figlia) é la cosa piú bella, é la fonte della nostra energia. Con il sole, inevitabilmente, arriva l’ombra (il senso di colpa). L’ombra ci può servire a giudicare e a mediare le nostre azioni. Se però ci nascondiamo tutto il tempo all’ombra…
    Cono nostro figlio abbiamo “applicato il metodo”, anche con un po’ di senso di colpa ma con il fine di permettergli/ci di riposare di notte. Ha funzionato. Oggi, a 4 anni appena compiuti, continua dormire tutta la notte e non sembra aver traumi di alcun genere. É molto sociale, sa stare con gli altri, adulti e/o bambini. Se si sveglia di notte, al buio (non usiamo lampadine di notte), non ha paura e trova la strada da solo per andare magari in bagno, ecc. Piange e ha momenti di crisi? OVVIAMENTE! …come tutti i bambini e come tutti gli adulti. Poi, passano.

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  2. carissima mamma arrabbiata, complimenti per il tuo post.
    ti capisco perfettamente. come ho già scritto sopra, mi occupo delle notti di giacomo, il nostro bimbo numero 2, perché la mamma non riesce a sentirlo piangere e, fosse per lei, il piccolo sarebbe in braccio.
    io ho applicato il metodo solo come strategia di fondo, prendendo alcuni concetti di base, come quello che sostiene che non si capisce il motivo per cui i bambini piccoli non debbano dormire nel loro letto ma in situazioni tutte strane, o nel lettone.
    però non ho rispettato i tempi alla lettera, sono rientrato sempre prima di quello che indica il metodo, seguendo piuttosto i ritmi del bimbo. se giacomo era assatanato rientravo sempre dopo un minuto, se più tranquillo allungavo un po’.
    il bimbo ha reagito benissimo, passando da pause di un’ora a quattro e a volte 5 ore prima di risvegliarsi.
    però ho scoperto che non è una cosa definitiva. infatti, adesso, dopo circa 2 mesi, e dopo una brutta influenza che lo ha tutto scombinato, ha ripreso a svegliarsi spesso. piange molto prima di addormentarsi. vuole sempre stare in braccio, dove si addormenta istantaneamente. e si sveglia subito appena lo ripongo nel lettino.
    che dire?
    io continuo per la mia strada, ma cerco sempre di essere sereno e comprensivo. una mamma amica nostra ha lasciato urlare il suo secondo figlio per tre notti di fila senza mai entrare nella stanza, per “insegnargli” a dormire, dicendomi che, come noi, anche suo figlio non aveva nessun bisogno di mangiare a mezzanotte…. !!! solo che noi abbiamo 40 anni e lui 4 mesi, le ho detto…
    il mio parere è però anche questo: un genitore che non dorme da sei sette mesi, e quando dico non dorme voglio dire che per tutto questo tempo non dorme per più di tre ore per notte, e magari nemmeno di fila, è un genitore disperato.
    ve lo posso assicurare.
    i bimbi così piccoli di notte quando non dormono, non piangono, urlano.
    è un macello!
    allora, ad un certo punto, si cede e si prova con altre strade.
    probabilmente chi si professa totalmente contro il metodo fate la nanna ha i figli che dormono almeno 4 ore filate per notte.
    a queste persone chiedo di provare, per una settimana, di non dormire. andando a lavorare tutto il giorno e magari, tornando a casa, mettersi a giocare con il figlio più grande (tre anni) fino a cena.
    provate.
    poi mi dite come vi sentite.
    io, come credo la mamma arrabbiata, non ho mai abbandonato mio figlio solo a piangere tutta la notte nella sua stanza, ma non ce la faccio più a tenerlo in braccio per farlo dormire. e a non dormire mai.
    quindi bisognerà che lui si abitui, con tutte le delicatezze del caso, a mettersi tranquillo.
    e non mi voglio sentire in colpa per questo.
    e sono sicuro di dare a giacomo, insieme alla mamma, tutto l’affetto del quale ha bisogno. infatti, è un bambino di otto mesi molto vivace, sempre sorridente, che mangia tutto con piacere ed è anche un bimbo precoce, perché stimolato dal fratello di tre anni.
    con fatica, un po’ col metodo un po’ no, sto riuscendo a fargli allungare le pause di sonno.
    ma non è giusto giudicare chi per sopravvivere ha adottato un metodo piuttosto che un altro, quando magari il proprio figlio si fa otto ore da sempre…

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  3. Salve,
    sono la mamma di una bimba di 5 mesi. Intorno ai 3 mesi e mezzo, la mia piccolina, che fino a quel momento si era autoregolata benissimo per pasti e sonno, era diventata ingestibile: non dormiva di notte, mangiava continuamente, era sempre nervosa e neppure tenerla in braccio e coccolarla serviva a nulla. Inutile dire, come successo a tutte voi, che io non ne potevo più: ero diventata intrattabile con tutti, persino con la mia Topolotta e non ragionavo più. Un giorno, ritornata da una commissione, trovai mia madre abbandonata sul divano (con mia figlia a pancia sotto sulle sue ginocchia) in uno stato pietoso…le mancava solo una flebo attaccata al braccio! Mi disse che mia figlia aveva pianto per 2 ore filate ( e vi assicuro che urla come un’aquila: dicono tutti che farà la cantante lirica!), che non era normale una cosa del genere. Disperata, mi consigliano “Fate la nanna” di Estevill, definendolo miracoloso. Proviamo, mi sono detta, male non farà. Ad essere onesti non l’ho applicato proprio alla lettera: l’unica variante è stata che quando entravo in camera mi avvicinavo al mio amore e le sussurravo all’orecchio parole rassicuranti, le davo un bacio e me ne andavo. Però i tempi li ho rispettati. Ha funzionato, miracolo! Dopo una settimana, solo 5 minuti di lagna e poi si addormentava da sola. Inoltre sia io che lei eravamo rinate: io più serena e lei molto più concentrata e sorridente…si faceva 12 ore con una sola interruzione di notte e dormiva per altre 4/5 ore di giorno. Poi una settimana fa, girando su internet, trovo questo sito e la valanga di opinioni contro il metodo Estevill (preciso che ce ne sono altrettanti in rete, se non di più, che sono concordi! Forse, così come me, non tutti lo applicano alla lettera ma lo adattano al proprio carattere… cum grano salis). Vado in crisi: ma allora sono una madre disumana, perchè lascio mia figlia lagnarsi prima di dormire; sono crudele perchè non ascolto le sue esigenze e non instauro un rapporto di dialogo (ma si può a 4 mesi?!) e di fiducia con mia figlia; sono un vero mostro perchè rischio di provocarle problemi psicologici e neurologici in quanto il pianto fa male al bambino! Ho girato freneticamente per i siti, mi sono informata sui libri e soprattutto ho continuato a leggere i post di Serena e di tutte voi sull’argomento ‘sonno del bambino’: non dormo da una settimana perchè leggo fino a tardi le diverse opinioni, poi mi addormento e faccio incubi su come mettere a letto mia figlia, poi la poppata notturna e poi tutto il giorno al lavoro. Risultato: sono di nuovo a pezzi, ho perduta la fiducia in me stessa e nella mia capacità di discernimento, e adesso metto a letto mia figlia con sensi di colpa, la ritiro su come dice Tracy Hogg, ma se la prima volta ha dato risultati, già la seconda volta la situazione è peggiorata drasticamente: mia figlia piange di più e fa più fatica ad addormentarsi; devo aspettare il pasto successivo per farla dormire di nuovo, perchè la tetta ha sempre un effetto miracoloso e lei ormai è stravolta dalla stanchezza. Mi chiedo: ‘Ma queste mamme non fanno mai piangere i loro figli? Appena fanno un vagito, accorrono subito al loro capezzale?’ Perchè questo deve succedere, dato che Serena dice che non è in grado di aspettare neppure che suo figlio pianga per un minuto! Sì, perchè la tabella dei tempi di Estevill dice che il primo giorno si aspetta 1 min prima di entrare la prima volta, 3 min per la seconda e 5 le volte successive. Sapete quante cose si fanno in 1 minuto? Pochissime: tempo che sei uscito dalla stanza, metti due piatti nella lavastoviglie, ed è già ora di rientrare. E se hai un’altro figlio che piange per altri motivi come fai a non farli piangere entrambi, dato che non puoi farli aspettare? E con i gemelli? Io non ho un marito che mi può aiutare perchè lavora fuori durante la settimana, quindi sono sola! E all’asilo nido cosa fanno quando è ora di dormire? Stanno dietro ad ogni bimbo come suggerisce Tracy? Non credo proprio! Quindi significa che se mando un figlio al nido sono una cattiva madre, dato che sarà condannato a piangere? Penso che ritornerò al mio metodo ‘disumano’, perchè almeno si lagnava solo 5 minuti e non per 1 ora. Ora arrivo al punto: PER FAVORE, QUANDO SCRIVETE UN’OPINIONE, FATE CHE SIA TALE! Magari io sono l’unica sciocca che si mette così in discussione, ma credo anche che, sebbene internet ti permetta di scrivere ciò che vuoi, ci debba essere il buon senso di esprimere le proprie opinioni in maniera più oggettiva, senza giudicare gli altri. Dire che ‘il metodo è crudele’ e chiedersi ‘come faccia un genitore ad applicarlo e affermare che funzioni’, è come dire che quel genitore è da denuncia! Questo non mi sembra giusto perchè credo che ogni genitore mai e poi mai farebbe del male al proprio figlio, neppure inconsapevolmente dato che abbiamo il nostro istinto materno/paterno che ci tutela da questa possibilità! A voi piace Tracy Hogg, ad altri Estevill: benissimo, lasciate che sia così e non giudicate! I nostri genitori e nonni lasciavano piangere i loro bambini molto più di quanto non facciamo noi, eppure non hanno turbe psicologiche, non hanno problemi con il sonno e vogliono bene ai propri genitori. Cum grano salis

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  4. Concordo con Miriam, penso ci siano bambini sensibilissimi alle condizioni di addormentamento/risveglio. Non tutti magari, ma TopaGigia per esempio è sempre stata così. Dobbiamo stare attenti che l’ultima persona che vede la sera sia quella che vede la mattina, e quando si svegliava di notte (aaaahhh, permettetemi un bel sospiro per il fatto che posso parlare al passato!!!) stessa cosa. La messa a ninna era un impegno fino alla mattina dopo per la stessa persona.

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  5. Capisco che è difficile svegliarsi molto volte di notte, parlo anche per esperienza personale……io ho due bambini, il più grande ha un sonno pronfondissimo, il secondo invece è leggero….Se posso permettermi….quando va nel lettone o sul divano con la mamma, potete provaee a metterlo nel suo lettino prima che si addormenti….perchè lui si addormenta vicino alla mamma, e questo da a lui delle bellissime sensazioni, ma quando si sveglia la mamma non c’è vicino a lui…e per alcuni bambini questo è un pò destabilizzante….per capirci, pensa se tu andassi a letto la sera e la mattina ti svegliassi sul divano…cmq morbido e soffice…ma come sei arrivato li????
    Si può provare a passare le coccole…in camera…
    E comunque penso che tutto debba essere fatto con la serenità di tutti….quella del bambino ma anche la nostra…….

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  6. grazie miriam.
    giacomo ha sette mesi.
    da circa tre settimane mi occupo delle sue notti.
    lo faccio io perché la mamma proprio non le riesce di sentirlo piangere e lo prende in braccio subito.
    la routine prima di andare a letto prevede una specie di bagnetto rilassante con la mamma, la poppata al seno verso le 20,30/21 (alle sette lui mangia la pappa, quindi non poppa veramente, è più che altro una coccola) e infine i covi con la mamma nel lettone o sul divano. poi è lei che lo mette a letto.
    ma nella notte quando si sveglia vado io.
    comunque hai ragione, fa fatica a fare tre ore di fila senza svegliarsi.
    la cosa buona è che gli rimetto il ciuccio e si riaddormenta immediatamente.
    dorme nel suo letto in camera sua e di suo fratello senza problemi.
    in questi giorni stiamo svezzandolo e ogni volta che aggiungiamo qualcosa, come ieri sera, lui non dorme… e io sono in coma.
    ma poi passa.
    grazie e a presto.

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  7. Ciao Massimiliano….ti volevo dire se ti può aiutare….che i risvegli notturni avvengono quando si passa dal sonno profondo(rem) a quello più leggero…non ho capito quanto tempo ha il tuo bimbo….però verso l’anno dovrebbe essere quasi di due ore….se non erro…ma puo verificarlo da te guardandolo….quando ride mentre dorme es….Se capisce “cosa” lo sveglia…puoi in parte prevenirlo…..Anche il mio è un orologio….ma sto in parte risolvendo……Quando va a letto dopo due ore si sveglia…(fine primo ciclo!!!!)poi all’inizio dopo quattro…..ma ora va meglio….

    In più la notte è un pò lo specchio del giorno…troppa stimolazione di giorno….rende il bimbo un pò agitato di notte…..

    Un altra cosa che aiuta è rendere il momento prima della nanna sempre uguale….tipo un gioco rilassante….quindi o librino o canzoncina o massaggio…..poi piagiama e a nanna….neinte giochi frenetici perchè “lko faccio stancare così dorme…”non funziona….ma è proprio il contrario……

    Il sonno è un argomento delicato…e estevill lo tratta in un modo troppo superficiale…………….

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  8. Ciao Daniela! Fai la cosa giusta……come fa a vivere il sonno come una cosa bella e piacevole altrimenti???se la vive con ansia non ci riuscirà mai……..

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  9. Miriam, hai detto nel modo giusto quel che penso da quando ho letto Estivill.

    Comunque… senza estivill, la piccola in un giorno ha imparato ad addormentarsi nel lettino, per ora io sto in camera, ma senza contatto, coccole, bacio, ciao a giochi e mondo, e la metto nel lettino. Sto in camera perché è ancora molto agitata, perché non ho voglia di fare dentro e fuori, e perché prevedo a brevissimo di passarla nel lettino da grande e non voglio fare mille cambiamenti insieme. Ma sto su una sedia, dove non mi vede, leggendo un libro, e mi limito a qualche “schhh” quando inizia ad agitarsi troppo o quando si alza.

    Appena la passo nel lettino, tempo qualche giorno che accetti la novità, e passerò subito al ciao mamma esce. Sono sicura che funzionerà.

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  10. cara miriam hai riportato un parere molto interessante.
    come ho scritto sopra, non sono stato capace di adottare il metodo perché avevo intuito che era troppo rigido.
    avevamo dato a giacomo abitudini sbagliate, però in buona fede, cercando di assecondare il suo ritmo di vita.
    dopo sei mesi praticamente insonni io ho detto basta.
    gli ho semplicemente insegnato a dormire nel suo letto.
    gli faccio compagnia finché non si addormenta.
    se piange torno da lui, magari non immediatamente, ma torno sempre.
    se ha solo perso il ciuccio, glielo rimetto e lui prende sonno subito.
    se si sveglia nella notte fuori dagli orari nei quali ha fame (verso la una e verso le sei della mattina), sto con lui ma non lo prendo in braccio, anche perché non ce la faccio proprio.
    mi fa comunque piacere che si sia abituato ad addormentarsi nel suo letto.
    adesso dorme dalle 9 circa alla una circa. mangia e si riaddormenta. si sveglia sempre all 4. sempre. ma non per mangiare. lo riaddormento. e alle 6 (spesso 5,30) è giorno fatto…
    siamo tutti un po’ più riposati.

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  11. Ciao! Sono una pedagogista, vi spiego io perchè il metodo orrido di Estivil funziona:
    Quando ripetutamente si lascia piangere un bambino in camera da solo, si attiva in lui un meccanismo di difesa chiamato “dissociazione”.
    Lui non impara ad addormentarsi da solo, ma impara che nessuno lo ascolta e il suio stato diventa abbandonico. Nessuno contiene il suo stato interno e questo potrebbe diverntare un trauma.
    I BAMBINI POSSONO IMPARARE A DORMIRE DA SOLI, basta dargli buone abitudini appena nati e non vuol dire non coccolarli!!!!!
    hannno bisogno del nostro contatto, sono stati nove mesi dentro di noi!!!!!Possiamo metterli nella culletta quando si stanno addormentando e fargli delle carezze mentre sono nella culla…..
    In più bisognerebbe sapere che il ciclo del sonno di un bambino è più breve del nostro e i risvegli notturni avvengono quando finisce un ciclo e ne inizia un altro…..osservarlo per capire!!!!!
    non sono soldatini!!!!!
    Importante però orari regolari e creare una routine prima di andare a letto!
    Chi l’ha detto che è sbagliato fare una carezza al bambino per farlo addormentare?????

    Per addormentarsi da solo un bambino non deve vedere l’andare a letto in modo ansiogeno…il metodo estevil crea questo!

    Quindi a tutti quelli che hanno scritto che loro figlio a imparato a dormire così, mi dispiace ma non è così….ha imparato altro e il dormire e solo una conseguenza!

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  12. @Lorenza, eehe MAGARI fossi a Roma…abito in provincia di Parma, a Salsomaggiore Terme. Un abbraccio, virtuale!!

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  13. @Letizia, direi che siamo proprio nella stessa situazione, quello che scrivi sembra esca dalla mia tastiera…ma tu di dove sei? Se sei di Roma se vuoi ci possiamo vedere e raccontarci le reciproche insonnie 🙂
    Grazie a tutti ancora per i consigli e la comprensione!

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  14. Scusate, forse mi sono spiegato male. Non vorrei fare la parte del mostro che abbandona il figlio alle sue crisi e tantomeno lo sto consigliando. Mi riferisco al fatto di cercare di non dare così importanza al “gesto” (cioè sdrammatizzare) e di guidarlo verso altre forme. Per il suo bene soprattutto, visto che le testate sul pavimento non sono certo salutari. Poi, ci sono bambini come il figlio di Marzia la quale fa sicuramente benissimo a fare come fa (il mio é sicuramente più “semplice” e non mi permetto di dare consigli). Come giustamente dice Marzia, le esplosioni di rabbia sono una forma comunicativa. Noi abbiamo cercato altre forme già sue. Mi riferisco al fatto che Esteban, a quel tempo comunicava i suoi desideri anche in maniera non rabbiosa (ma senza parlare perché ha cominciato tardi a farlo e tuttora, a quasi 4 anni, non parla benissimo). Quando sono iniziate le crisi, dopo un periodo di sconforto e sensazione di non controllo, abbiamo cercato di canalizzarlo verso le SUE forme d’espressione non rabbiose. Ovviamente, non é stato tutto rose e fiori come sembra, ci é voluto del tempo ma, sinceramente, molto meno di quello che ci aspettavamo.
    Infine, ci sono volte che, come il figlio di Marzia (scusa), che non ne vuole sapere di chiudere la “crisi” cosí, lo lascio continuare fino ad un momento in cui io “esplodo”, si fa un bel pianto, lo consolo e lo distraggo con qualcosa d’altro. Finisce li.
    Il passaggio dallo stato di crisi a quello di calma é un filo sottile, a volte invisibile e difficile da decifrare. I nostri figli devono imparare a stare al mondo e noi, per aiutarli, dobbiamo ri-imparare a vedere il mondo come loro… che ardua impresa!

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  15. Immagino di non essere la persona più rassicurante per parlare di queste cose. Mio figlio ha un temperamento molto particolare e in questi 6 anni abbiamo fronteggiato moltissime tipologie di crisi. Ho smesso da tempo di pensare che lui lo faccia per manipolarmi, se avesse quella freddezza e quella capacità di calcolo non potrebbe essere un bambino. Un bambino in difficoltà che ancora non riesce a sviluppare una buona tolleranza alla frustrazione. A 10 gg. di vita diventava blu trattenendo il respiro, a 9 mesi sbatteva la testa contro il muro, etc. Abbiamo ignorato ma è semplicemente passato da una manifestazione all’altra. Il suo sonno è stato agitato per tanti motivi fisici ed emotivi. Un paio di mesi fa improvvisamente ha iniziato a dormire nel suo letto, senza proteste e svegliandosi al max 1 volta a notte. Era finalemente pronto, tutto ciò che ho provato in precedenza non era servito a nulla se non a farmi arrivare in ufficio distrutta.
    Le crisi nervose, le esplosioni come le chiamiamo noi, ci sono ancora. I contenimenti sono la mia specialità. Perchè gli accade? La spiegazione più plausibile è che non riesca a contenersi. Che abbia bisogno di sfogare il suo disagio portando noi genitori al massimo della rabbia con lui per poi potersi calmare, insieme a noi. E’ una lotta terribile, una sofferenza grande ma quello di cui sono certa è che non sono capricci manipolatori. La sua rabbia è più forte delle regole, il suo disagio nei confronti del mondo è ancora troppo forte. Ci lavoriamo molto ma il viaggio sembra ancora lungo.
    Non tutti i bambini per fortuna sono come il mio, però a volte anche per i più tranquilli vale la pena pensare che forse non sono le regole a mancargli ma che proprio non sono ancora pronti a vivere ciò che gli chiediamo, fosse anche solo dormire da soli.

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