Contro il libro “Fate la nanna” di Estivill

Estivill- Fate la nanna Mi sento sempre più spesso consigliare di leggere il libro “Fate la nanna” di Estivill, descrivendolo come un metodo miracoloso, che nel giro di 3 giorni è in grado di far dormire tuo figlio tutta la notte. Il libro l’ho letto nei primi mesi di vita del Vikingo, perchè mi è stato regalato. Si, l’ho letto, mi sono infuriata, e l’ho classificato come non solo inutile, ma potenzialmente pericoloso. Il metodo proposto in realtà non se l’è nemmeno inventato Estivill, si rifà a quello elaborato dal noto pediatra Richard Ferber direttore del Center for Pediatric Sleep Disorders a Boston e reso pubblico tramite il libro Solve Your Child’s Sleep Problems nel 1985. Il metodo del Dottor Ferber, o di Fate la nanna, può essere descritto brevemente così:

  • Preparare il bambino all’addormentamento, introducendo una routine da ripetersi ogni sera (bagnetto caldo, pigiama, lettura di una storia….)
  • Mettere il bambino nel lettino, e lasciare subito la stanza
  • Se il bambino inizia a piangere, lasciarlo piangere per periodi di tempo controllati prima di rientrare, aumentando gradualmente il periodo di tempo (ad esempio prima 3 minuti, poi 5 minuti, poi 10, e così via)
  • Quando si rientra, bisogna dare conforto al bambino senza prenderlo in braccio. Nel caso, non raro, in cui il bambino abbia vomitato, bisogna pulire tutto, dire al bimbo che va tutto bene, sempre senza prenderlo in braccio, e uscire dalla stanza
  • A questo punto, secondo Estivill, il bambino capisce che tanto piangere non serve a niente, e si addormenta

Non so a voi, ma a me viene la pelle d’oca solo a pensarci. Il mio bambino piange, urla, si dispera e magari vomita, e io esco dalla stanza e rientro solo dopo 5 o 10 minuti? Ma avete idea di quanto sono lunghi 5 minuti? E quando entro, di fatto lo ignoro, e gli dico “caro mio, per quanto tu sia disperato, io me ne infischio e torno di là. Arrangiati da solo”. Si, vabbene, magari non dico proprio così, ma in fondo non è molto diverso. E tutti i discorsi sul mettersi in ascolto, cercare il dialogo, costruire un rapporto di fiducia reciproca?

Ci sono molti genitori che ci hanno provato e non sono riusciti a sostenere il livello di stress di lasciare il figlio piangere (e pensate allo stress del bambino!) e hanno ceduto, sentendosi aimè magari anche in colpa per non essere dei bravi genitori.
Ovviamente qui entra in gioco il temperamento del bambino, e non metto in dubbio che il metodo possa funzionare nei casi in cui il bambino non è molto tenace o ha un carattere tranquillo. E ci sono moltissimi genitori che giurano che questo metodo ha risolto i loro problemi, e che non è stato poi così difficile come sembra. Ci sono però studi scientifici che dimostrano che l’efficacia del metodo Ferber o Estevill, quando funziona, è solo temporanea e che i problemi si ripresentano dopo un paio di mesi. Per contro non c’è nessuno studio scientifico alla base del metodo Estivill, e il supposto esperto mondiale del sonno dei bambini, non ha publicazioni su riviste scientifiche internazionali in merito, ma solo articoli di divulgazione. Varie associazioni di pediatri, tra cui l’Associazione australiana per la salute mentale del bambino (AAIMH), lo criticano fortemente e lo considerano addirittura pericoloso in alcuni casi.

Il signor Estivill sostiene che il bambino, anche a 4 o 6 mesi di età, che non vuole addormentarsi da solo la sera, o che si sveglia nel mezzo della notte e richiede la nostra attenzione, lo fa perchè ci sta mettendo alla prova. A pagina 61 scrive: Qui mamma e papà dovranno dimostrare la loro vera forza. Non dovranno pensare a Paolino che, in segno di supplica, alza i braccini con un viso triste o che, se più grande, urla tutta la sua disperazione [..] Piangerà, urlerà, singhiozzerà fino a strangolarsi, vomiterà, si agiterà in preda a convulsioni, dirà “sete”, “fame”, “bua” “ti prego”, “non ti voglio più” e quant’altro pur di riuscire a piegarvi. Ma voi fate finta di nulla, siate stoici.

E’ già questo mi fa pensare. Ci possono essere moltissimi motivi per cui il bambino non dorme la notte, i cicli circadiani nel bambino diversi dai nostri nella prima infanzia, o il fatto di aver un sonno disturbato da incubi o paure assolutamente normali nella crescita del bambino un pò più grandicello. Mio figlio ad esempio aveva dolori di pancia dovuti a problemi di intolleranza al latte per i primi mesi, e attacchi di asma nascosti di cui non ci siamo accorti se non dopo molto tempo quando sono diventanti più acuti. Certamente tra i motivi, può esserci il fatto che al bambino non sia stato insegnato ad addormentarsi da solo, ma è veramente necessario ricorrere ad un metodo così drastico, sia per il bambino che per il genitore?

L’alternativa proposta più frequentemente è, a mio parere, altrettanto drastica, anche se si pone sul lato opposto della scala. Sto parlando del co-sleeping, ovvero dormire tutti nel lettone fino a che il bambino non si senta pronto ad andare nel suo letto. Io non ho assolutamente nulla contro il metodo del co-sleeping in se, che anzi è perfettamente in linea con il cercare di stabilire un rapporto stretto con il bambino, e se funziona per la famiglia non vedo nessuna controindicazione. Inoltre è un metodo molto naturale, usato con successo da sempre sia dall’essere umano che nel mondo animale, e che quindi ha superato la dura prova dell’evoluzione.
Purtroppo però non va bene per tutti. Io ad esempio se mi sveglio nel mezzo della notte ho grosse difficoltà a riaddormentarmi, e quando nel letto con me c’è un frugoletto che scalcia, si rotola e magari si mette di traverso, le mie preziose ore di riposo vengono meno, e questo non mi aiuta di certo ad essere una mamma migliore durante il giorno. Ma ci possono essere anche altre ragioni per le quali dormire tutti nel lettone non è la soluzione migliore, quali ad esempio la necessità e voglia legittima per i genitori di una loro intimità, e non ultimo il fatto che il sonno dello stesso bambino possa essere disturbato dalla presenza dei genitori.

Insomma che fare? C’è un modo di risolvere il problema dei risvegli notturni o dei lunghi periodi di addormentamento serali senza adottare un metodo per lo meno discutibile o cedere al lettone? E se veramente insegnassimo al bambino ad addormentarsi da solo? Ci sono talmente tante cose che insegnamo a fare ai nostri figli: mangiare da solo, camminare da solo, vestirsi da solo, ma in un certo senso c’è un tabù riguardo al fatto di insegnargli a dormire da solo. Quasi come se lo abbandonassimo nel buio della sua stanza o nel gelo del suo lettino. Quando il bimbo inizia a sollevarsi in piedi lo incoraggiamo, gli teniamo le mani e lo aiutamo a fare i primi passi. Di certo non gli diciamo: cavatela da solo. Lo sosteniamo con la nostra presenza finchè la chiede, magari alleggeriamo la presa leggermente, finchè si sente pronto a fare quei due o tre passi che che segnano l’indipendenza. Normalmente continuiamo a stare al suo fianco finchè vediamo che ha un passo sicuro e che possiamo allontanarci di più. Insomma siamo li accanto, a disposizione, finchè non impara. Che c’è di male a fare la stessa cosa per l’addormentamento? Adottare una via di mezzo tra l’abbandono di Estevill e il lettone, che si basa sempre sul rispetto del bambino in quanto persona, senza dimenticare il rispetto per noi stessi e considerando le esigenze di tutti, potrebbe essere la soluzione più faticosa, ma di certo è anche quella che ci fa sentire di aver fatto la cosa giusta.

Se però avete ancora qualche dubbio sul fatto che forse volete adottare il metodo Estivill, allora date un’occhiata a questo video (sconsigliato per i deboli di cuore):

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491 thoughts on “Contro il libro “Fate la nanna” di Estivill”

  1. Ecco Massimiliano, perfetto:

    “ad esempio, l’abitudine di addormentarsi attaccato al tuo seno è un’abitudine che sarebbe meglio non dargli, perché potrebbe arrivare a chiederlo sempre prima di dormire e comunque prima o poi dovrà smettere comunque.”

    Nonostante io ammiri il buon senso con cui hai gestito tutta la tua situazione, vorrei solo farti riflettere sul fatto che il bebè che si addormenta al seno è, sicuramente non per tutte le mamme, ma per un bel po’ di mamme, una gioia inimmaginabile. Una GIOIA. A cui molte mamme rinunciano sin dall’inizio, oppure lo fanno sentendosi in colpa, perché viene detto loro di non dare ai figli abitudini “sbagliate”. A me questo sembra ingiusto, onestamente.

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  2. Massimiliano, sai che quella del lettone non è una brutta idea? Ci penso sul serio!

    Claudia… un giorno una sostituta della pediatra, al bilancio dell’allora treenne, mi ha chiesto “dorme da sola nella sua stanza, vero?”. Al si ha sospirato con un tragico “ah, bene, mi raccomando siate rigidi perché è provato che i bambini che non dormono da soli nella loro stanza fin da piccolissimi possono poi soffrire di disturbi del sonno anche non da poco.”

    Non sono riuscita a non ridere! Mio marito era il terzo di 3 fratelli, vecchia famiglia senza tanti mezzi, le due sorelle hanno sempre dormito insieme in un letto matrimoniale e lui nel lettino in camera dei suoi finché non sono riusciti a recuperare una stanza in più. Eppure il suo unico problema sul sonno attualmente è la sveglia 😉 E idem mia figlia, in braccio fino a un anno, eppure ora russa come un orso tutta la notte (salvo malattie) e al mattino sai quante volte mi urla arrabbiata “mamma, lasciami stare io sono fatta per dormire?”. Al diavolo le mode! IO voglio che si addormentino per conto loro, ma perché la sera sono stanchissima, quindi nervosa, quindi perdo presto la pazienza e ho solo voglia di guadagnarmi il divano. Ecco, l’ho detto 😀

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  3. Francesca non credo che tu stia sbagliando niente, forse è solo questione di rivedere le aspettative, in fondo un bimbo di 6 mesi che si sveglia solo una volta per notte e si riaddormenta senza mangiare è già una bella fortuna. Io a mia figlia a quell’età le davo la tetta e basta, possibilmente senza nemmeno aprire gli occhi. Non ho idea di quanto spesso si svegliasse, ma sicuramente almeno una.

    Guardate, io sono d’accordo con tutto finché si tratta di risolvere un problema pratico. Se soffro d’insonnia è ovvio che non posso dormire nello stesso letto con un bambino che non sta mai fermo. Se ho più figli è ovvio che alla lunga non posso tollerare che si sveglino ognuno due volte per notte e ognuno a orari diversi. Per risolvere questi problemi secondo me è accettabile (quasi) qualsiasi metodo, ovvero qualsiasi metodo che noi genitori riteniamo appropriato ai nostri figli.

    Quando però leggo che non è GIUSTO che un bambino non si addormenti da solo, che non è GIUSTO che non dorma nel suo letto, che addirittura ne va della sua autostima e della sua indipendenza… beh… mi girano 🙂

    Mi girano perché si mette l’ideologia al primo posto, e il bambino al secondo. Mi girano perché questo implica che chi non fa così SBAGLI, e magari faccia dei danni psicologici permanenti al proprio bambino. Così una povera mamma, come Elisa sopra, si sente in dovere quasi di scusarsi, perché a lei e a sua figlia quelle coccole della sera piacciono.

    Allora, se i metodi che vanno di moda non combaciano col nostro sentire, io direi, invece di sforzarci di seguire la moda, di riflettere un attimo su come e quanto è cambiata questa moda solo negli ultimi 30 anni. Per fare un esempio stupido, il mio inserimento all’asilo è durato un quarto d’ora, appena mi sono distratta mia madre se n’è andata, allora si faceva così ed era considerata una cosa GIUSTA. Oggi l’inserimento all’asilo dura due settimane d’ufficio, e se dici che magari una settimana basta, le educatrici – giustamente – ti guardano male.

    Mia figlia non sta ferma un attimo e l’unico momento in tutta la giornata in cui vuole le coccole e io posso dargliele, è quando si addormenta. Quindi si addormenta in braccio a me con grande gioia di entrambe. Faccio sempre di tutto per esserci la sera perché è il momento più bello della giornata. Prima o poi capiterà che non ci sarò, beh pazienza, penso proprio che mia figlia sopravviverà. Prima o poi arriverà un fratellino o una sorellina e il lettone diventerà stretto, beh avremo tempo per prepararci. Del resto non conosco 14enni che vogliono addormentarsi in braccio alla mamma, quindi confido che prima o poi, nei prossimi 10-11 anni, il “problema” (che per noi problema non è) si risolva da solo.

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  4. daniela, noi ci eravamo organizzati così: il grande a dormire nel lettone con la mamma, io sul divano fin quando il piccolo non avesse imparato ad addormentarsi da solo nel suo lettino alle 20,30 circa (dico io sul divaneo perché la mamma mi ha detto “io che sento piangere mio figlio e non lo prendo in braccio? non succederà mai!” e così mi sono occupato io di tutta sta storia…).
    comportandomi come ho descritto sopra, il grande ha dormito nel lettone una notte sola. la prima. ora il piccolo si addormenta regolarmente alle 20,30. a questo punto verso le nove (come sempre) il grande va a dormire nel suo letto.
    noi avevamo paura che il grande poi non volesse più tornare a letto nel suo lettino, una volta stabilizzata la situazione. e in effetti, anche solo dopo una notte, è andata così. ma come ho detto, gli abbiamo spiegato per filo e per segno quello che stava accadendo, cercando di farlo sentire parte attiva del processo. adesso lui ci prova sempre ad ottenere di addormentarsi nel letto grande con noi, ma alla fine cede sempre e senza troppe storie si addormenta da solo nel suo lettino accanto al fratellino.

    cara francesca, non mi sento di dare consigli, solo riportare la mia esperienza. in genere noi abbiamo deciso di non dare al piccolo falsi bisogni e abitudini che poi per forza deve perdere. ad esempio, l’abitudine di addormentarsi attaccato al tuo seno è un’abitudine che sarebbe meglio non dargli, perché potrebbe arrivare a chiederlo sempre prima di dormire e comunque prima o poi dovrà smettere comunque.
    in genere la disciplina fa bene, credo, ma la nostra posizione è cercare di non imporla, ma fare in modo che i bimbi la chiedano, come se fosse un gioco.
    comunque una sveglia alle 2 e una alle 6 di mattina è un gran bel risultato per un bimbo di sei mesi.
    il nostro ha i ritmi del tuo, salvo che si addormenta alle 20,30 e non alle 22.
    prova a lavorare su quelle 2 ore…

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  5. ciao a tutti, io sono sinceramente un pò confusa da tutti questi metodi. il mio bimbo ha quasi sei mesi, di giorno dorme regolarmente un paio d’ore al mattino e altrettante al pomeriggio (più o meno dalle 3 alle 5, minuto più minuto meno) la sera invece fatico a metterlo a nanna, diciamo che lo porto nel suo lettino alle nove e mezza circa perchè prima non mostra segni di stanchezza o sonno, è un bimbo molto attivo ed è sempre in movimento. fino a qualche giorno fa dormiva solo dopo aver bevuto poco alla volta la camomilla dal biberon, lo so, è sbagliato e infatti ho deciso di cambiare metodo.
    ora lo porto nel suo lettino e lui comincia prima a giocare un pò e poi a piangere, allora lo prendo in braccio e ricominciamo di nuovo; quando lo vedo abbastanza stanco gli dò il seno e allora lui si addormenta per svegliarsi di nuovo verso le 2 circa, a questo punto non lo allatto (perchè non credo abbia fame visto che ha mangiato la pappa alle 20 e ancora il latte alle 22) e gli do il ciuccio o se proprio si lamenta lo metto nel lettone, quando va bene si addormenta e si sveglia verso le 6 (allora lo allatto) per poi svegliarsi alle 8. ah, dimenticavo, la mia sveglia per il lavoro suona alle 6 e 15. qualcuno mi può dire dove e se sbaglio…
    detta così sembro una persona molto insicura, ma il problema è che io sono precisa di carattere e in più sono una militare, quindi per me ordine e disciplina sono LA REGOLA, e quindi affrontare tutti i cambiameti del piccolo non è semplice.
    help!

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  6. Massimiliano, la mia cinquenne non farebbe nessun problema ad andare a dormire dopo la piccola! Però come siamo messi ora, è dura. Tutte e due vanno a dormire insieme alle 20,30/21. Io sto dentro seduta vicino ai lettini finché la piccola non dorme, poi esco.

    Se però voglio insegnare alla piccola ad addormentarsi da sola i tempi si allungheranno, come da prova precedente, ovvio che sarà per un periodo ma intanto deve passare. La prima volta ci ho messo più di un’ora ad addormentarla e alla fine sono rimasta nella stanza…

    Quindi le soluzioni, come la vedo io, sono: metto a dormire la grande, poi quando dorme inizio il tran tran con la piccola (la grande se dorme non sente niente, nemmeno le urla da gatto arrabbiato). Però ovviamente la grande all’idea di andare a dormire prima della sorella di nemmeno due anni frigge di gelosia.

    Quindi potrei mettere a dormire prima la piccola. Ma anche anticipando la messa a letto (che non trovo una buona idea perché non sarebbe abbastanza stanca) i tempi si allungano, e può voler dire mettere a dormire la grande anche un’ora dopo al solito. E al mattino già così sono dolori, proteste e giuramenti di odio eterno…

    Posso anche lasciare la grande nel letto mentre la piccola sta nel lettino, ma come ho detto la piccola, anche se non piange, gorgheggia, parlotta, ridacchia, urletta, e col piffero che la grande si addormenta, quindi il risultato è quello del punto due.

    E qui l’ultima soluzione, aspettare l’estate, niente asilo, niente sveglia del mattino e coricare la grande quando la piccola si è addormentata, così non ho problemi se si tarda. Ma vuol dire aspettare altri 6 mesi, e sono tanti!!!!!

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  7. cara letizia, grazie a te.
    non scoraggiarti. io sono convinto di una cosa: i bambini capiscono tutto. tra l’altro dopo i due anni tutto ma proprio tutto. con il bimbo numero uno abbiamo sempre parlato tantissimo e abbiamo capito che, spiegandosi bene, facendo capire che noi che gli vogliamo bene sappiamo meglio di lui quello che è giusto per il suo bene, riusciamo a raggiungere risultati straordinari.
    in questo modo lui si fida di noi.
    certe volte il processo è lunghissimo, ma basta porsi nel modo migliore e si arriva sicuramente là dove si vuole arrivare…

    cara daniela, il bimbo numero due dorme nella stessa stanza con il bimbo numero uno.
    il piccolo si addormenta alle otto e mezza, nel suo letto, dopo il latte e con me. nel frattempo, il grande sta con la mamma a leggere favole. appena ne ha voglia va nel suo lettino e si addormenta subito. i bambini così piccoli (il mio numero due ha sei mesi) se dormono dormono, quindi non si svegliano se il fratellino grande si agita nel suo letto. e per il grande è un gioco sia andare a letto in punta di piedi per non svegliare il piccolo, sia dormire in camera con lui facendogli compagnia.

    insomma, buona notte a tutti!

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  8. Ciao a Tutti!
    sono un pò stufa di sentire criticare così spietatamente il metodo Estevill… per me è un metodo come tanti altri che va letto, interpretato ed adattato alle nostre esigenze, ai nostri figli ai nostri caratteri ed ai nostri pensieri!
    E’ un metodo, semplicemente. C’è chi lo trova super e c’è che lo trova distruttivo! Ma ricordiamoci è solo un metodo non una legge.E di sicuro il “sig. Estevill non ha mai voluto dare delle regole o imporre qulacosa ai genitori come se fosse un comandante delle SS tedesche” ha proposto solo un suo metodo!l’ha pubblicato, ed ha fatto successo.beato lui.
    Io lo letto ho cercato di applicarlo, trovo però che alla base del suo metodo e alla base di altri metodi o quello semplicissimo della mamma e del papap ci sia sempre la semplice “logica”, una logica che unita all’amore che si ha verso i propri figli ne risulta un super metodo!
    Non vediamo “nero” dove non c’è….
    Il filmato, si è raccapricciante… ma siamo sicuri che sia un’applicazione del metodo?
    beh! nella nostra “gestione sonno del bambino” abbiamo aspolatato tanti … dal panettiere ai nonni, dal metodo estevill al metodo pediatra… ma abbiamo rielaborato tutte le informazioni date e ne abbiamo estrapolato le migliori. Seguire una sola scuola di pensiero vuol dire essere un pò ” pecore”… no! bisogna di ogni consiglio o suggerimento farlo proprio.
    Buona giornata a tutti!

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  9. Ed ecco che arrivo anche io.

    Con la più grande avevo fatto come la maggior parte di voi: ho trovato un metodo mio. Non mi piace Estivill, più che altro perché sembra dover dettare legge divina (è così e chi non fa così sbaglia). Però anche io sono sempre stata d’accordo sul fatto che se si addormentano da soli è molto meglio!

    Con la prima è stata dura all’inizio, coliche terribili, di sera urlava ore e ore (anche 6 ore 🙁 ), a volte si calmava un po’ attaccandola al seno (la pediatra mi ha detto che la sensazione del latte tiepido dà un po’ di sollievo, e che per i neonati il dolore è uguale a fame, insomma, per loro è l’unica associazione) ma se serviva, e non serviva sempre, durava poco. Finiva la tortura verso mezzanotte, e crollava senza forze, in braccio, per dormire poi anche 6 o 8 ore filate. Questo fin dalle prime settimane, la attaccavo io al seno la notte se mi faceva male! Ovviamente l’abitudine di stare in braccio dopo è rimasta. E l’ho tolta pian piano, prima mettendola nel lettino e standole vicino, alzandola se piangeva, poi giù, un po’ alla tracy hogg ma non avendo letto il libro era la mia versione casalinga. Poi abituata è passata al lettino dei grandi, e così mi sedevo lì vicino e basta. Quando i tempi sono diventati lunghi (ci metteva anche un’ora) ho iniziato ad uscire. Prima rientravo ogni volta che chiamava, bacio, buonanotte, fuori. Poi pian piano le spiegavo che doveva dormire e se io stavo lì non ci riusciva. Fai e rifai, a due anni e mezzo si addormentava in camera sua da sola.

    Ora c’è la sorella, ma con lei è un’altra storia. La prima difficoltà è che a due anni con la grande comunicavo, parlava, contava anche in inglese, capiva e si spiegava, quindi potevo spiegarle cosa succedeva. E poi era da sola. Ora invece sono in due, e dormono nella stessa stanza. La piccola si addormenta nel suo lettino, dopo che l’ho calmata in braccio, ma se io sono lì e se è abbastanza stanca. SE non è troppo stanca, si addormenta anche ma ci vuole tanto tempo! La parte positiva è che non piange, si gira, rigira, gioca con i piedini, le mani, parlotta, finché poi a un certo punto crolla, senza pianti, ma ci può volere anche più di mezz’ora!

    Adesso vorrei abituarla ad addormentarsi da sola ma… ma appunto, la sorella è in camera con lei. Ho provato ad uscire, non ha pianto, ma ha iniziato a giocare di più, ad alzarsi, gorgheggiare, ridacchiare, urlare per chiamarmi. Insomma, dopo quasi un’ora sono entrata e sono stata lì, altri 15 minuti e si è addormentata. Certo, potevo aspettare di più, ma la grande non dorme se la sente e si fa tardissimo e al mattino è una tragedia! ho pensato di mettere a dormire prima la grande, ma non vuole, la vede come un’ingiustizia (figuratevi voi, la sorellina che sta con mamma e papà mentre lei è a letto da sola…) e non si sogna di dormire. Mettere prima la piccola tarda troppo la grande. Ho anche pensato di spostare di nuovo il lettino in camera nostra, ma mi spiace, la grande è felicissima di averla in cameretta. E così alla fine ho anche pensato di aspettare le vacanze per non avere problemi di orari, ma si va a finire ad agosto e non ne ho più voglia…

    Uff, ecco, visto che spesso da fuori si vede quella soluzione che è lampante ma da dentro sfugge, se ne trovate una voi fatemelo sapere!

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  10. Massimiliano,
    mi piace molto come hai scritto, i tuoi toni. Grazie!
    Mi viene da piangere lo stesso…il mio pagnotta ha 2 anni e 2 mesi. Anche noi abbiamo sempre assecondato i suoi ritmi in tutto e per tutto, convinti che fosse la cosa giusta, ha sempre poppato all’inverosimile e si è sempre addormentato così fino ai 15 mesi,con me…e ha sempre voluto solo me. Anche ora si addormenta con noi nel lettone dopo aver letto le favole,se va via il papà gli spiace ma sta calmo, se vado via io inizia la crisi (ma lui non piange, URLA, si sgozza, isterico). Poi lo metto nel lettino di fianco al nostro e quando è tranquillo dorme tutta notte.Se si sveglia devo esserci io a qualsiasi ora.
    Il fatto che voi abbiate iniziato a togliergli questa abitudine così tardi, mi consola…perchè mi sento proprio alla frutta.
    Grazie ancora

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  11. massimiliano, io ho usato un metodo simile a quello che stai usando tu(tranquillizzavo la bimba lasciandola nel suo lettino, uscivo dalla stanza e rimanevo fuori per periodi sempre più lunghi, ma senza cronometro, non l’ho mai fatta piangere più di 5 minuti, forse anche meno)e il risultato è stato che, in meno di una settimana, ha iniziato ad addormentarsi senza alcun problema e a dormire dalle 22 alle 9, a partire dai 5 mesi! ogni tanto quanto risveglio lo faceva, ma molto superficiale e brevissimo, bastava darle il ciuccio per farla riaddormentare. E a 9 mesi ha iniziato a dormire nella sua stanza.
    In bocca al lupo!

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  12. carissime.
    vi riporto la mia esperienza, cioè quella di un papà.
    il nostro secondo figlio ha oggi 6 mesi, nel corso dei quali abbiamo cercato di assecondare i suoi ritmi, senza forzarlo a dormire se non voleva o a mangiare se non lo chiedeva.
    in questo lasso di tempo il piccolo ha dormito sempre con pause di sonno lunghe al massimo 2 ore.
    nessun tentativo ha funzionato. nemmeno il lettone, nel quale si addormentava subito per poi svegliarsi dopo due ore, appunto.
    tre giorni fa ho detto basta.
    ho pensato: tra lavoro, figlio grande (tre anni) sempre malato (asilo) e figlio piccolo che non dorme finisce che muoio.
    non ci sono alternative.
    così mi sono letto il metodo “fate la nanna”. l’ho trovato abbastanza violento. non nei metodi, ma negli assunti di fondo. come ogni metodo parte da assunti di base generalistici, come se tutti i bambini fossero uguali o come se fossero delle macchine alle quali far fare semplicemente un tagliando per risolvere tutti i problemi.
    però il metodo esprime anche un paio di concetti di base a mio parere interessanti. ad esempio: non ci sono motivi validi per cui un bambino non debba dormire nel suo letto; se un bambino si addormenta in braccio, o nella carrozzina, o nel lettone e poi lo si sposta mettendolo nel suo lettino, è ovvio che se nella notte lui apre gli occhi potrebbe non riconoscere il luogo nel quale è come luogo nel quale si è addormentato e questo potrebbe inquietarlo; un bambino ha bisogno di dormire, anche se questo cambia da bambino a bambino, non esiste un bambino sano che dorme solo qualche ora per notte.
    detto questo ho applicato il mio metodo.
    metto il bimobo nel suo lettino alle 20,30, dopo che la mamma gli ha dato il latte e dopo averlo tenuto in braccio qualche minuto per coccolarlo un po’. lui non è contento, lo ammetto, ma gli offro il ciuccio (che prendo solo a volte) e lo calmo parlandogli dolcemente e se la chiede, gli do pure la mano (cosa che il metodo non permette). appena vedo che inizia a chiudere gli occhi allungo ancora di più le vocali e abbasso il tono della voce, poi esco dalla stanza. lo lascio piangere per qualche minuto, poi rientro, mi siedo accanto a lui, gli offro nuovamente il ciuccio, gli parlo dolcemente e quando si calma esco di nuovo. tendo ad allungare le pause nelle quali sto fuori dalla stanza, ma senza seguire una tempistica predefinita. se il bimbo è particolarmente agitato non mi importa se il metodo dice che devo star fuori 7 minuti. ci sto meno. ad un certo punto si addormenta. e lo fa senza di me accanto.
    per il momento questi sono i risultati: il bimbo si addormenta dalle 20 alle 21 e dorme fino alla 1 o alle 2 di notte. si sveglia perché ha fame. in genere entro le 3 si riaddormenta per dormire fino alle 6 circa.
    quindi il metodo sta funzionando, senza creare squilibri particolari al bimbo.
    un’ulima osservazione sul filmato. ma siamo matti? in questo modo la cameretta del bambino diventa una galera. hanno messo addirittura le sbarre!!!
    però vi chiedo di riflettere anche su un’altra questione: non credete sia sbagliato anche il comportamento di due genitori che abituano il figlio a dormire con loro tanto che il bimbo non ne può fare a meno? il bambino del filmato ha almeno tre anni!!!
    mio figlio grande a 2 anni e mezzo dormiva già nel suo lettino, ma si svegliava ancora 3 o 4 volte per notte, chiedendo della mamma. una notte sono andato io. apriti cielo! gran pianto. però gli ho detto: “amore mio, la mamma non può più venire a trovarti se ti svegli di notte. tu sai che la mamma è di là, ma ha bisogno di dormire, come te. d’ora in avanti, se ti svegli e vuoi qualcuno qui, vengo io. verrò ancora per qualche notte, poi non verrò più, perché devi capire che per diventare grandi devi imparare a dormire tutta la notte, e se ti svegli, devi imparare a riaddormentarti da solo. se stai male invece le cose cambiano, ma solo se stai male”.
    tempo 3 notti e il bimbo numero uno si addormenta alle 21 e si sveglia alle 7.
    speriamo che il bimbo numero due segua le orme di suo fratello.

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  13. CIAO voglio raccontarvi la mia esperienza. La mia stellina ha ora 10 mesi. I primi mesi ha dormito subito 6 ore dopo di che, poichè ha iniziato a mettere presto i dentini ( 4 mesi) ha smesso di dormire…un vero incubo! si sveglia una media di 10 v a notte, dorme un ora poi si sveglia irrequieta e isterica ( e premetto che è una bambina buona e tranquilla durante tutto il giorno)ma di notte si trasforma. qualche giorno fa devastata dal sonno sono addiritura caduta inciampando nel nulla mentre per l’ennesima volta mi dirigevo verso la cucina per preparare il biberon con la tisanina.. FIGURATEVI UNA VERA E PROPRIA MUMMIA! Da domenica 23 gennaio ho preso la decisione, insieme al mio compagno, di comprare un libro.. dormi bambino dormi.. sempre di estevill ma prima di scegliere se usare o meno il metodo ho letto tutti i vostri commenti e anche di piu..sono rimasta un giorno documentandomi e alla fine abbiamo deciso di provare. Nel libro c’e scritto che i genitori devono essere convinti durante l’applicazione del metodo, ma in realtà non è per niente semplice. Il primo giorno ho portanto la mia cucciola nel suo lettino le ho messo il pupazzetto accanto e accarezzandole la fronte le ho ho detto di fare la nanna con la sua amica giraffa poi sono uscita dalla stanza! Ha iniziato a piangere e urlare e io…ho iniziato a piangere in cucina disperata…dopo 1 minuto sono tornata da lei e con la massima calma e dolcezza le ho ripetuto la frase e le ho nuovamente accarezzato la fronte e poi uscita nuovamente… e via con il pianto. Dopo 3 minuti sono rientrata e la stessa routine… poi dopo 5 minuti ha smesso di piangere, io mi sono affacciata per controllarla ed era ancora sveglia ma tranquilla.. infine si è addormentata e durante la notte si è svegliata un pò di meno.. i giorni successivi sono stati un pò diversi, è stato tutto molto più semplice. Oggi a distanza di4 giorni stellina si addormenta da sola nel lettino abbracciata alla sua giraffa e di notte nn si sveglia e se si sveglia si riaddormenta immediatamente abbracciando la sua amica giraffa 🙂
    Il percorso è ancora lungo secondo me…ma siamo sulla ottima strada grazie al metodo estevill.. che in realtà non sto applicando alla lettera! Ritengo che ognuna di noi debba personalizzare il metodo a seconda del bimbo e metterci la dolcezza che il bambino necessita.. In effetti dare delle “regole”o comunque dei punti fermi aiuta a regolarizzare anche il suo sonno non credete??
    grazie e mettete altri commenti che sono curiosa.. 🙂
    baci mamme

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  14. Noi bariamo. Dopo cena : gioco con luci basse, cambio pigiamino, da qualche mese lavaggio denti, biberon caldo, copertina, nanna. La Stellina ormai si pregusta il momento del biberon e saluta tutti con la mano =)

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