Contro il libro “Fate la nanna” di Estivill

Estivill- Fate la nanna Mi sento sempre più spesso consigliare di leggere il libro “Fate la nanna” di Estivill, descrivendolo come un metodo miracoloso, che nel giro di 3 giorni è in grado di far dormire tuo figlio tutta la notte. Il libro l’ho letto nei primi mesi di vita del Vikingo, perchè mi è stato regalato. Si, l’ho letto, mi sono infuriata, e l’ho classificato come non solo inutile, ma potenzialmente pericoloso. Il metodo proposto in realtà non se l’è nemmeno inventato Estivill, si rifà a quello elaborato dal noto pediatra Richard Ferber direttore del Center for Pediatric Sleep Disorders a Boston e reso pubblico tramite il libro Solve Your Child’s Sleep Problems nel 1985. Il metodo del Dottor Ferber, o di Fate la nanna, può essere descritto brevemente così:

  • Preparare il bambino all’addormentamento, introducendo una routine da ripetersi ogni sera (bagnetto caldo, pigiama, lettura di una storia….)
  • Mettere il bambino nel lettino, e lasciare subito la stanza
  • Se il bambino inizia a piangere, lasciarlo piangere per periodi di tempo controllati prima di rientrare, aumentando gradualmente il periodo di tempo (ad esempio prima 3 minuti, poi 5 minuti, poi 10, e così via)
  • Quando si rientra, bisogna dare conforto al bambino senza prenderlo in braccio. Nel caso, non raro, in cui il bambino abbia vomitato, bisogna pulire tutto, dire al bimbo che va tutto bene, sempre senza prenderlo in braccio, e uscire dalla stanza
  • A questo punto, secondo Estivill, il bambino capisce che tanto piangere non serve a niente, e si addormenta

Non so a voi, ma a me viene la pelle d’oca solo a pensarci. Il mio bambino piange, urla, si dispera e magari vomita, e io esco dalla stanza e rientro solo dopo 5 o 10 minuti? Ma avete idea di quanto sono lunghi 5 minuti? E quando entro, di fatto lo ignoro, e gli dico “caro mio, per quanto tu sia disperato, io me ne infischio e torno di là. Arrangiati da solo”. Si, vabbene, magari non dico proprio così, ma in fondo non è molto diverso. E tutti i discorsi sul mettersi in ascolto, cercare il dialogo, costruire un rapporto di fiducia reciproca?

Ci sono molti genitori che ci hanno provato e non sono riusciti a sostenere il livello di stress di lasciare il figlio piangere (e pensate allo stress del bambino!) e hanno ceduto, sentendosi aimè magari anche in colpa per non essere dei bravi genitori.
Ovviamente qui entra in gioco il temperamento del bambino, e non metto in dubbio che il metodo possa funzionare nei casi in cui il bambino non è molto tenace o ha un carattere tranquillo. E ci sono moltissimi genitori che giurano che questo metodo ha risolto i loro problemi, e che non è stato poi così difficile come sembra. Ci sono però studi scientifici che dimostrano che l’efficacia del metodo Ferber o Estevill, quando funziona, è solo temporanea e che i problemi si ripresentano dopo un paio di mesi. Per contro non c’è nessuno studio scientifico alla base del metodo Estivill, e il supposto esperto mondiale del sonno dei bambini, non ha publicazioni su riviste scientifiche internazionali in merito, ma solo articoli di divulgazione. Varie associazioni di pediatri, tra cui l’Associazione australiana per la salute mentale del bambino (AAIMH), lo criticano fortemente e lo considerano addirittura pericoloso in alcuni casi.

Il signor Estivill sostiene che il bambino, anche a 4 o 6 mesi di età, che non vuole addormentarsi da solo la sera, o che si sveglia nel mezzo della notte e richiede la nostra attenzione, lo fa perchè ci sta mettendo alla prova. A pagina 61 scrive: Qui mamma e papà dovranno dimostrare la loro vera forza. Non dovranno pensare a Paolino che, in segno di supplica, alza i braccini con un viso triste o che, se più grande, urla tutta la sua disperazione [..] Piangerà, urlerà, singhiozzerà fino a strangolarsi, vomiterà, si agiterà in preda a convulsioni, dirà “sete”, “fame”, “bua” “ti prego”, “non ti voglio più” e quant’altro pur di riuscire a piegarvi. Ma voi fate finta di nulla, siate stoici.

E’ già questo mi fa pensare. Ci possono essere moltissimi motivi per cui il bambino non dorme la notte, i cicli circadiani nel bambino diversi dai nostri nella prima infanzia, o il fatto di aver un sonno disturbato da incubi o paure assolutamente normali nella crescita del bambino un pò più grandicello. Mio figlio ad esempio aveva dolori di pancia dovuti a problemi di intolleranza al latte per i primi mesi, e attacchi di asma nascosti di cui non ci siamo accorti se non dopo molto tempo quando sono diventanti più acuti. Certamente tra i motivi, può esserci il fatto che al bambino non sia stato insegnato ad addormentarsi da solo, ma è veramente necessario ricorrere ad un metodo così drastico, sia per il bambino che per il genitore?

L’alternativa proposta più frequentemente è, a mio parere, altrettanto drastica, anche se si pone sul lato opposto della scala. Sto parlando del co-sleeping, ovvero dormire tutti nel lettone fino a che il bambino non si senta pronto ad andare nel suo letto. Io non ho assolutamente nulla contro il metodo del co-sleeping in se, che anzi è perfettamente in linea con il cercare di stabilire un rapporto stretto con il bambino, e se funziona per la famiglia non vedo nessuna controindicazione. Inoltre è un metodo molto naturale, usato con successo da sempre sia dall’essere umano che nel mondo animale, e che quindi ha superato la dura prova dell’evoluzione.
Purtroppo però non va bene per tutti. Io ad esempio se mi sveglio nel mezzo della notte ho grosse difficoltà a riaddormentarmi, e quando nel letto con me c’è un frugoletto che scalcia, si rotola e magari si mette di traverso, le mie preziose ore di riposo vengono meno, e questo non mi aiuta di certo ad essere una mamma migliore durante il giorno. Ma ci possono essere anche altre ragioni per le quali dormire tutti nel lettone non è la soluzione migliore, quali ad esempio la necessità e voglia legittima per i genitori di una loro intimità, e non ultimo il fatto che il sonno dello stesso bambino possa essere disturbato dalla presenza dei genitori.

Insomma che fare? C’è un modo di risolvere il problema dei risvegli notturni o dei lunghi periodi di addormentamento serali senza adottare un metodo per lo meno discutibile o cedere al lettone? E se veramente insegnassimo al bambino ad addormentarsi da solo? Ci sono talmente tante cose che insegnamo a fare ai nostri figli: mangiare da solo, camminare da solo, vestirsi da solo, ma in un certo senso c’è un tabù riguardo al fatto di insegnargli a dormire da solo. Quasi come se lo abbandonassimo nel buio della sua stanza o nel gelo del suo lettino. Quando il bimbo inizia a sollevarsi in piedi lo incoraggiamo, gli teniamo le mani e lo aiutamo a fare i primi passi. Di certo non gli diciamo: cavatela da solo. Lo sosteniamo con la nostra presenza finchè la chiede, magari alleggeriamo la presa leggermente, finchè si sente pronto a fare quei due o tre passi che che segnano l’indipendenza. Normalmente continuiamo a stare al suo fianco finchè vediamo che ha un passo sicuro e che possiamo allontanarci di più. Insomma siamo li accanto, a disposizione, finchè non impara. Che c’è di male a fare la stessa cosa per l’addormentamento? Adottare una via di mezzo tra l’abbandono di Estevill e il lettone, che si basa sempre sul rispetto del bambino in quanto persona, senza dimenticare il rispetto per noi stessi e considerando le esigenze di tutti, potrebbe essere la soluzione più faticosa, ma di certo è anche quella che ci fa sentire di aver fatto la cosa giusta.

Se però avete ancora qualche dubbio sul fatto che forse volete adottare il metodo Estivill, allora date un’occhiata a questo video (sconsigliato per i deboli di cuore):

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491 thoughts on “Contro il libro “Fate la nanna” di Estivill”

  1. Un lavoro già ce l’ho….non credo di aver chiesto soldi…tanto che lo faccio da anni GRATIS per coloro che me lo chiedono!!!!!!

    Se sei stufa saltali, evidentemente è perchè qualcosa di smuovono….

    Io non ho parlato di sensi di colpa, io parlo da MAMMA, DA AMICA DI MAMME E ANCHE DA OPERATRICE.

    Sono sicura che l’istinto di una madre sa che far piangere suo figlio fino allo sfinimento e finchè non si addormenta non è la cosa più utile per lui.

    Se poi parliamo di non correre subito appena chiama…sono d accordissimo anch’io…ma qui si parla di aiutarlo a sviluppare una capacità innata di autoconsolazione che già ha, ma non tralasciamo altro.

    Avendo anch’io sofferto il sonno, so come ci si sente, mi dispiace sapere che in questi mesi solo per aver consigliato e cercato di aiutare qualcuno è stanco di leggere…..anch’io sono stanca di tante cose..ma lasciamo stare!

    Io mi faaccio consigliare da altre mamme e da altri operatori, e quando mi danno dei consigli sul benessere dei miei figli ci ragiono e sono critica con me stessa…perchè lo faccio per loro…..

    Se non si vogliono suggerimenti perchè si cerca aiuto?????

    E’ proprio vero, in un mondo come il nostro quando qualcuno cerca di aiutare senza essere pagato ma solo perchè ha piacere nel farlo viene sempre trattato a pesci in faccia

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  2. Miriam capisco che le tue competenze e la passione per il tuo lavoro ti spingano a darci dei consigli e a metterci in guardia da atteggiamenti sbagliati.
    Però consentimi di darti a mia volta un consiglio:
    Esiste la pedagogia, esistono gli studi approfonditi di professionisti del settore. Utilissimi e forse indispensabili.
    Esistono però anche altri due ingredienti, i più fondamentali di tutti: IL BUON SENSO DEL GENITORE E L’ISTINTO.
    L’istinto e la conoscenza profonda dei nostri bambini, che solo noi in tutta la nostra ignoranza di apprendisti genitori abbiamo, ci salva!
    Seguendo istinto e buon senso possiamo anche applicare il metodo Estivill, e farlo serenamente! Basta sensi di colpa!
    Ai professionisti la teoria, poi la pratica, si sa, è un’altra cosa.. Lo sanno bene i pedagogisti-genitori, per i quali questo ruolo non è sicuramente facilitato dalla professione…

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  3. @Miriam… sono stufa di leggere i tuoi commenti, soprattutto questo ultimo… non è che stai cercando di farti i pazienti tramite questo sito???

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  4. ciao a tutti.Ho scritto tante volte….però questa volta devo essere un pò più rigida. Da mamma e da pedagogista: NON USATE IL METODO ESTEVIL, forse non essendo nel campo non conoscete tutte le ricerche che hanno valutato gli effetti dannosi di questo metodo.
    I bambini piangono, essere bravi genitori non significa non farli piangere perchè piangere è il loro modo di comunicare. Ma il sonno è una cosa delicata e anche non dormire lo è lo so perchè lo ho provato anch’io sulla mia pelle. Questo metodo non gli insegna a dormire, gli insegna solo ad isolarsi a dissociarsi ad arrangiarsi…….gli insegna che voi non siete li per lui. LUI NON SI SVEGLIA 20 VOLTE PER DISPETTO….ANDIAMO PIU’ SOTTO!!!!

    Prima di prendere in considerazione questo metodo siete mai andati a parlare della questione con il Pedagogista del comune????
    Chiedete hai servizi della persona!!!
    In più questo metodo non è duraturo…..dopo un pò spesso ricominciano!!
    Chiunque voglia applicare questo metodo perchè è alla frutta si chieda se prima ha chiesto altri pareri di persone competenti, si chieda se potrebbero esserci altre vie.
    Se non avete un pedagogista io sono di bologna/budrio e la mia e-mail è miricesari@hotmail.it

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  5. Ciao Luca. Provo a parlarti della mia esperienza… Ne ho passate tante con la nanna, perchè il piccolo dopo mesi di nanna tranquilla nel lettino, e dopo una brutta malattia, ha iniziato a d avere la necessità della mamma. A parte gli scleri vari che non ti sto a spiegare perchè vista la situazione li vivi pure tu, ho provato qualche settimana fa a stare con lui nella cameretta. Non in via definitiva chiaramente, ma magari la vostra piccola ha bisogno della vostra presenza come ce l’aveva il mio Tommaso. Così ho fatto 3 o 4 notti, non ricordo, a stare con lui. Lo faceva addormetare nel lettino, poi quando si svegliava la prima volta, una volta riaddormentato, mi sistemavo alla bell’e meglio per terra o sulla sedia, in modo che lui sentisse che ero li. Quando si svegliava e mi trovava li, era molto più sereno, e si rigirava di la, tanto che l’ultima notte non si è più svegliato. Allora sono ritornata nel mio letto. Capita ancorhe si sveglia una o due volte, ma forse il fatto di vedermi li lo ha aiutato a capire in via definitiva che la mamma c’è. Non so, con lui ha funzionato…Ovviamente è stata una faticaccia, ma anche Estiville lo è, e quindi provare per provare non cambia nulla. O altrimenti provate a mettervi il lettino in camera, e quando sarà più sicura e serena la riportate nella sua cameretta… Spero di esserti stata utile in qualche modo…
    Un saluto

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  6. Letto subito e sarò veloce veloce… Anche il mio cucciolo si addormenta da solo alle otto e mezza etc etc… ha cominciato a svegliarsi la notte e Io gli ho dato l’abitudine di andare da lui e dargli il ciuccio.. lui si rasserena e si riaddormenta… il fatto che si svegli.. può essere fisiologico.. se ignorato(non come intende Estivil, ma come intendo io… nel senso che invece che assecondarlo con un gesto meccanico, tipo ciuccio etc due occole e boh)dovrebbe interrompersi.. se così non è forse è il caso non di ignorare il suo pianto… l’unico modo in cui tua figlia si esprime.. ma cercare di capire le cause… il mio cucciolo che ha diciotto mesi… ha sviluppato una dermatite atopica… et voilà.. scoperto il problema dei risvegli.. allergia agli acari.. che non permette al bambino di fare sonni “normali”.. il fatto che lei si riaddormenti nel giro di pochi secondi non significa che dorma meglio di voi… ci sono bambini che hanno intolleranze ad alimenti per esempio.. in pratica… cerca di capire i problema.. ignorare per me non serve a nulla.. piange perchè c’è qualcosa che non va e magari non sa nemmeno lei cos’ha e tu cosa fai? La ignori?? Nooo.. ma ti pacerebbe?? Anche tu smetteresti di piangere.. ma con quali conseguenze?Ok un capriccio… anche se anche li io sto li a parlargli a sfinimento finche non ci rinuncia.. però il resto no..anche io la penso come tua moglie.. a me no costava asslutamente nulla alzarmi eppure lavoro.. anche mio marito mi ha sempre aiutato.. eppure lavora.. eppure ho anche una bambina di cinque mesi.. non sto facendo la splendida.. voglio solo dirti che un bimbo no piange per farti un dispetto…. In bocca al lupo Barbara

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  7. Ciao a tutti,
    innanzitutto vedo che c’è qualcuno che sta “quasi” nella mia stessa situazione e che non riesce ad uscirne vivo (p.e. Massimiliano). Io ho una bimba che ad oggi ha quasi 14 mesi; ha sempre dormito nel suo lettino fin dal primo giorno e quando la portiamo sul lettone con noi, non ci vuole stare! Vuole tornare al suo lettino. Bene direte voi: male diciamo noi! Sapete perchè? Perchè quella iena (ma guai a chi me la tocca!) si sveglia almeno 10 volte a notte e sono 14 mesi che andiamo avanti in questo modo. 14 mesi che ne io ne la madre riusciamo a dormire più di 4 ore a notte e chiaramente non di fila. La nostra Virginia si sveglia e urla: allora uno di noi due a turno si alza, va in cameretta e una volta gli rimetti il ciuccio, un’altra gli dai da bere, un’altra la cambi e poi ricominci a dargli il ciuccio e così via per tutta la notte (almeno una volta l’ora ma la media sta a 45 min anche 35!). Quello che ci fa rabbia (tra virgolette) è che si addormenta da sola nel lettino verso le 20-20.30, dorme un paio d’ore di fila e poi comincia il calvario ma è un colavario solo per noi perchè lei si sveglia noi arriviamo dopo 20 sec e dopo altri 20 sec lei si riaddormenta. E’ un continuo tutta la notte. Lei ogni volta che si sveglia lo rimarrà per non più di un minuto (forse meno, dipende da quando arriviamo noi).
    Chiaramente la madre si alzerebbe sempre se fosse per lei, mentre io la lascerei piangere un pò di tempo per vedere se magari la finisce dopo 5 min (non l’abbiamo mai provato visto che la madre scatta come una molla appena piange).
    Lavoriamo entrambi e a volte non mi spiego come facciamo ancora a sopportere questa situazione assurda.
    Oltretutto da un paio di settimane si alza alle 5.30 per cui….tutti svegli!!

    Per questo abbiamo deciso di provare ad usare il metodo di Estivill; domani inizieremo e vi farò sapere.
    Va bene fare i bravi genitori, ma a tutti/e colori che dicono che è un metodo che non fa bene al bambino, dico soltanto che se non dovesse funzionare, la mia bambina potrebbe non avere più due genitori “normali” visto che non dormiamo da quasi 14 mesi!
    C’è qualcuno che può dire di non dormire da più tempo di noi?
    Impossibile.
    Per favore fateci il tifo e spero di riuscire a dormire almeno 5 ore di fila già dalla prossima settimana 🙂
    un abbraccio
    Luca

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  8. Ciao Michela,
    il motivo per cui sarebbe meglio non addormentare i bimbi in braccio è proprio quello che hai detto tu…loro si addormentano nelle nostre braccia al caldo e al sicuro e poi di improvviso si svegliano nel loro letto e al buio…forse anche un pò disorientati…e quindi ci richiamano….dopo di che intuiscono che prima o poi li rimetteremo giù e lottano contro al sonno….
    1. Ovvio che nelle nostre braccia stanno meglio….
    2. pensiamo come staremmo noi se ci addormentassimo nel nostro letto e ci svegliassimo sul divano????? Cosa è successo????
    3. ansia da separazione che nei primi anni c’è!!!!

    Il metodo più utile sarebbe:
    Routine come già fai e a nanna, quando il bimbo si sveglia non prenderlo in braccio ma dolcemente rimetterlo giù. Se si tira su rimetterlo giù…sicuramente all’inizio piangerà….
    Verbalizzargli che lo capiamo che gli vogliamo bene ma che è notte e bisogna fare la nanna.
    All’inizio possiamo aggiungergli una coccola e piano piano vedrai che basterà rimetterlo giù.

    Bisogna armarsi di pazienza: è importante una cosa, il bambino piange e questo non dobbiamo ignorarlo, ma è il suo modo per dirci che non vuole stare li. Accogliamo questo suo stato d’animo facendogli sentire la nostra vicinanza ma lasciandolo nel suo lettino.
    Quando si sentirà al sicuro comincerà a non cercarci più……….
    Bisogna darsi almeno 20 giorni ma i risultati ci sono!!!!!

    Se invece lo si mette giù e si va via lasciandolo piangere da solo, lui si sentirà ignorato….prima o poi smetterà ma solo perchè d’istinto capirà che viene ignorato!!!Così non impara a dormire impara a non essere accolto………

    Tu fai benissimo a stare vicino a lui, prova con questa nuova modalità, i primi giorni sono pesanti ma i risultati sono ottimi e tu nonn lo lasci solo perchè cmq per lui è una frustrazione…………

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  9. Ciao Benedetta,
    capisco che ti puoi sentire inadatta, mai stai gestendo la questione e da quello che ho capito una soluzione l’hai trovata….
    credo che la gengivite possa centrare, la tua intuizione credo sia azzeccata….potrebbe essere che lui ultizasse il ciuccio anche per calamrsi e come coccola…non riesce più a ciucciarlo ma non può lasciarlo…..Forse è anche per questo che ti cerca di più di notte….alla fine il ciuccio sostituisce un pò noi mamme….prolunga la suzione al seno…..prova a pensare a qualcosa che possa sostituire il ciuccio….che lui possa tenere con se di notte….
    La soluzione del parlare al posto di urlare la trovo ottima!!!
    Se lui alle 6 della mattina vuole venire nel tuo letto, anche questo potrebbe diventare un patto. La notte in camera tua….e la mattina in camera con la mamma…..

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  10. Grazie Miriam… Il bimbo ha 20 mesi, e un bel caratteraccio come la mamma. Comunque il rito della nanna l’ho sempre usato, e funziona. Il fatto è che ora mi vuole li… In queste notti si è svegliato solo un paio di volte, e alle 6 pretende il lettone. Quindi diciamo che posso “reggere”. Anche perchè ho visto che non vuole necessariamente me, ieri sera ci ha pensato il papà, e ha dormito ugualmente. Ti chiedo una cosa visto che mi sembri esperta.. Da quando ha avuto la gengivite non tiene più il ciuccio in bocca, ma lo vuole in mano. E quando prova a tenerlo in bocca poi gli viene l’urto dopo 3 secondi. Pensi che possa essere anche questo il motivo della sua “insicurezza”? ci ho pensato oggi… Dorme con il ciuccio in mano, però penso che comunque sia diverso che averlo in bocca. Per i capricci in questi giorni li sto “gestendo”, gli ho insegnato che cos’è un “patto”, ne abbiamo parlato, e almeno adesso piange e basta, perchè gli ho spiegato che se mi dice le cose solo con la voce le capisco, se invece mi picchia e mi lancia le cose non riesco a capire. Sembra funzionare..Mi sento così inadatta che sto mettendo seriamente in discussione il desiderio di mio marito di farne altri…

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  11. Ciao Miriam,
    penso che tu ti riferisca al bimbo, che mi tiene in ballo due ore…
    Si sveglia e vorrebbe che lo prendessi in braccio.
    Appena lo prendo in braccio si tranquillizza e di solito tende a riaddormentarsi in braccio. Non riesco a rimetterlo nel suo letto, a meno che non dorma profondamente, ma non è chemi piaccia tanto il fatto di metterlo nel lettino da addormentato, mi sembra di imbrogliarlo…
    anche se a volte, dopo cinque-sei tentativi di rimetterlo nel letto, finisco per cedere e addormentarlo in braccio sulla poltrona cullandolo (e qui vuol dire che sono passate circa due ore!).
    L’ultima volta che è successo però mi è andata meglio, l’ho rimesso nel letto, lui ha accennato a piangere e io gli ho raccontato 3 o 4 favole, alla fine è ripartito da solo anche se ho abbandonato la stanza. Non so se è un caso…

    Di giorno non sembra più di tanto “subire” queste nottate, forse perchè tuttosommato lui in braccio va avanti a dormicchiare, e poi finisce x fare una nanna pomeridiana più lunga!

    BENEDETTA fatti coraggio che passerà! io spesso mi dico, cosa sono 2-3-4 anni di sofferenze x dormire rispetto a quanto è lunga la nostra vita?!
    Adesso ti sembra impossibile perchè non sai quanto durerà, ma alla fine vedrai che diventerà un aneddoto da raccontare ad altre mamme disperate!

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  12. Ciao Benedetta, quanti mesi ha il tuo bambino??

    I capricci come noi li chiamiamo non sono altro che una imposizione della loro personalità assolutamente normale, tutti i bambini li fanno e questo te lo dico per “tranquillizzarti”……
    Alcuni bambini difronte a questo metodo hanno delle reazioni “brutali”….ho sentito di peggio che sbattere la testa è per questo che non lo consiglio mai alle mamma…..

    Quello che è sicuramente certo è che i bambini seguono il loro istinto e le nostre reazioni ai loro comportamenti….

    probabilmente lui sente che “tu i capricci non li reggi o non li sai gestire”….e ha delle reazioni che non sono logiche ma istintuali….

    Tu hai la sensazione che lui ti prenda in giro, ma sono certa che non è una sua intenzione….quando urli smette perchè probabilmente in quel momento ha paura, prova a metterti nei suoi panni….

    Io mi metto nei tuoi e so che ad un certo punto si strippa…lo capisco….
    Ti posso dare qualche indicazione che però devi mantenere almeno per 20 giorni….Tutti i comportamenti che vengono cambiati in due/tre giorni con altrettanta facilità potrebbero tornare, un pò come quando si perde peso in poco tempo…..
    Non so quanti anni ha il tuo bambino, non so se va al nido o se ha paura del buio o se ha dell’ansia da separazione, ma ho capito che parla…giusto???quindi sicuramente più di un anno….

    – Prima di andare a letto si deve fare sempre la stessa cosa: ci mettiamo il pigiama, leggiamo un librino/cantiamo una canzoncina/ci facciamo le coccole…..
    -Esplicitare sempre “Leggiamo il nlibro e poi si va a nanna”
    -Da oggi la nanna si fa nel tuo lettino
    – Volendo possiamo dargli o un pupazzo o una nostra maglia con il nostro odore….questo per quei bambini che ricercano molto la presenza della mamma….
    -Ogni volta che si sveglia con grande tranquillita (quindi grande sforzo di volontà) chiedere al bimbo cosa è successo, ripetergli che è ora di dormire e si dorme nel lettino……
    -Se all’inizio richiede la presenza in camera decidi tu dove stare….la mamma sta sulla sedia e punto.
    -Se si sta in camera, pensare anche ad un sottofondo musicale….
    -Se il bambino vuole essere toccato i passaggi sono: 1.ti tocco + musica 2.sto in camera senza toccarti + musica 3.solo musica

    Il segreto è cercare di stare tranquilli e parlare a voce bassa…..
    All’inizio il bimbo forse piangerà, ma pensate a quello che avete fatto fino ad ora e cambiatelo perchè forse non ha funzionato….bisogna andare a tentativi ogni bimbo è diverso…..

    Si può anche svegliare 40 volte ma bisogna rimanere tranquilli…grandi respiri……..Lo so che è difficile per esperienza ma è la cosa più utile per raggiungere l’obiettivo!!!Quello di insegnargli a dormire!!!!

    datevi 10 giorni e poi vedete come va……
    Si può fare e sono sicura che anche tu Benedetta ce la farai!Armati di pazienza e forza e tranquillità…pensa che la tua meta stai per raggiungerla e prendi forza dal tuo obiettivo…..So che sei stanca ma sono certa che ce la fai!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  13. Bè, vi posso dire dalla mia che il piccolo, con cui ho cercato di utilizzare il metodo per questa nuova fase di “sonno con la mamma a tutti i costi” ha iniziato a sbattere la testa sul lettino come un forsennato. Una, due, tre volte, e ora passo le notti a svegliarmi ogni 30 minuti per mettermi accanto a lui, per terra, e stare li finchè non dorme. E se mi alzo mi dice “vai giù”. I bambini sanno manipolare benissimo, e chi pensa che i pianti siano solo frutto di disagio, secondo me si sbaglia di grosso. Il malessere è una cosa, il capriccio ostinato è un’altra. E con questo mio figlio mi prende in giro, perchè poi quando stufa marcia, assonnata e nervosa mi metto a urlare, si mette giù e mi dice “giù, nanna”. E dopo 30 secondi dorme. Non so ora che metodo userò, semplicemente perchè non dormo più di un’ora per notte, e fisicamente ne risento troppo per avere la lucidità di muovermi al meglio. Mio marito lavora 12 ore al giorno, e ne risente ad averlo nel lettone, e io pure. Passerò probabilmente il resto delle mie nottate per terra, perchè io i capricci non li reggo e non li so gestire. Sbaglierò, ma non tutti piangono solo per disagio. E nonostante l’amore che nutro per lui, sto cominciando a capire quanto possa essere “odioso”, passatemi il termine. Si può vivere così? Perchè poi come diceva qualcuna di voi, dopo una notte insonne si è nervosi, e chi è a casa tutto il giorno con il bambino poi diventa una belva, e non li sa gestire nemmeno di giorno.

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  14. Vi ringrazio delle risposte,
    ho letto il link di Serena e in effetti ho constatato che anche su di me il metodo Estivill ha avuto l’effetto di infiammare un po’ gli animi per niente…

    Io penso che ci si arrabbi tanto perchè di fatto tra di loro i bambini hanno una variabilità nel dormire disarmante! E a sentire che il proprio nipote a sei mesi dorme 12 ore di seguito, mentre magari tu sei condannato a non dormire da tre anni, è difficile restare indifferenti… con la conseguenza che ci sembra sempre che chi disapprova Estivill è perchè non sia mai veramente arrivato all’ultima spiaggia!

    L’unica cosa che mi sento di dire è che io il tono del libro, a volte un po’ spiccio e quasi spietato, l’ho trovato solo un espediente per dare più coraggio e convinzione ai genitori (e in genere chi legge questo libro è già alla disperazione e ha bisogno di sentirsi supportato).
    In questo modo per me è stato più semplice trovare la giusta convinzione nel fatto che non stavo facendo il loro male.
    Ad ogni modo la bimba ha imparato definitivamente a dormire, il bimbo ad ogni malattia resettava tutto.
    Ancora oggi che ha due anni e mezzo se si sveglia (grazie al cielo raramente) nel cuore della notte mi tiene in ballo due ore..
    Quindi è proprio vero che ogni bimbo è fatto a modo suo!

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