L’altro giorno sono stata a fare un workshop di musica carnica, che no, non è musica tradizionale del Friuli ma dell’India meridionale e più nello specifico è musica sacra. Ma del tipo curativo, i chakhra eccetera e quindi mica ti scaldi la voce e gorgheggi, no, ci hanno fatto fare 45 minuti di meditazione prima, e siccome il maestro indiano è uno che ci crede, ci ha fatto dire prima, durante e dopo preghiere e benedizioni ai nostri maestri spirituali e allo spirito creatore.
Io, che dire, quando sento la parola spirituale mi viene l’orticaria perché in genere la sento dire da tipi che sono tornati dall’India col nome cambiato e che poi sono stronzi e gelosi e litigano con i vicini come noi tutti nella vita. O da gente che si è bruciata le sinapsi facendosi della qualunque, ma se ti strafai con gli sciamani sudamericani, come dire, sei tanto spirituale.
Però in quell’occasione mi sono messa la mano sul cuore e mi sono detta che io in effetti un paio di maestri spirituali nella vita li ho avuto e che una di questi era zia Filomena. La mia santa zia Filomena, monaca di casa, devotissima e che mi ha tirata su prima che andassi a scuola con un programma educativo prerisorgimentale e preconciliare di cui le sarò sempre grata, altro che gli antropologi che vanno a vivere nelle isole sperdute cercando di integrarsi, altro che i viaggiatori nel tempo, io sono integratissima nel milleottocento.
Solo che grazie a zia Filomena che mi ha trasmesso insegnamenti inossidabili per cui le sono ancora grata, io, come dire, mi sono persa un po’ per strada il concetto di corpo, ed ero femmina tutta intelletto e spirito (non spiritualità, dioneliberi). Pure quando mi mettevo le minigonne, perché al mio corpo riconoscevo dignità di esistenza solo per le gambe che mi ero fatta a forza di palestra.
Per cui, non scherzo, per la prima volta ho provato e toccato con mano la consapevolezza di avere un corpo fisico pure io solo quando sono rimasta incinta. E solo perché questo povero corpo che per 34 anni avevo dato per scontato, improvvisamente si era animato di vita propria fuori dal mio controllo.
E non solo a me, pure agli altri. Voglio dire, l’automobilista che inchioda quando stai facendo una delle solite attraversate suicide io prima di restare incinta mica l’avevo mai avuto. Insomma, la solita storia delle cose abituali di cui ti rendi conto solo quando cambiano o non ce l’hai più.
Ne ho approfittato per farmi un po’ di santa haptonomia come allenamento preparto insieme al maschio alfa, cosa ottima, a parte che ce lo teneva uno di quelli tutti sorridenti, vegetariani e yogoso, che noi appunto guardiamo con sospetto. Ma diciamo che per la via alla scoperta del corpo ero partita, anche se alcune fisime le ho conservate per anni.
Poi, come si dice, con una mano danno con l’altra tolgono. Partorendo ho perso il senso del corpo. Non tutto, una parte sola ma fondamentale. Io ho avuto il parto più empowering del mondo, evidentemente sono una di quelle donne a cui l’ormone prende bene, avrei fatto un altro paio di figli soprattutto per l’esperienza di gravidanza e parto che ogni volta mi arricchivano di più. E sono anche un esempio da manuale del fatto che è proprio vero, dopo il parto ti scordi tutto.
Ma un primo parto facile non l’ho avuto, avevo le doglie ma non spingevano e dopo due ore di spinte a vuoto, quando mezzo ospedale era pronto a tirar fuori di lì quel bambino con le buone o le cattive qualcosa mi ha fatto clic nella testa e l’ho espulso a forza di muscoli (poi uno dice anni di palestra, arti marziali, l’haptonomia eccetera). Dopo di che i miei muscoli sono partiti per la legione straniera e non se ne è saputo più nulla per un bel pezzo.
Di pavimento pelvico mi era rimasto ben poco, ma l’ho scoperto dopo. (Io veramente certi post dovrei scriverli anonimamente, ma poi come faccio a farvi il link? Mi sgamereste comunque).
Come si manifesta ciò? Bè in tanti modi. Intanto ti svegli tra le quattro e le cinque del mattino per andare in bagno e se questo è l’unico momento della notte in cui nessuno vuole essere allattato o ha i denti che premono, non è che sia una bella cosa.
Poi, se il cielo ti da la forza e ricominci a fingere di avere ancora una vita sessuale, le contrazioni orgasmiche, ammesso che ci siano, non sono più quelle di una volta. Diciamo che non sono più proprio. Che anche qui, un orgasmo è qualcosa che viene con grande concentrazione mentale e forza di volontà, ma che il corpo nisba, sta da qualche altra parte.
Poi, il maschio alfa denuncia cambiamenti, vai dal tuo medico, santa donna, che ti dice: “Stringa” e tu stringi e lei trova che no, un minimo di risposta muscolare c’è e magari l’impressione di tuo marito avrà anche una bella componente psicologica. Che ci appuri. Io non sento niente quindi mi devo fidare di quello che mi dicono.
Poi decidi di fare anche il secondo figlio in tempi stretti, così sono vicini di età e si fanno compagnia e o l’anima di zia Filomena che da lassù mi ha assistito, o la partenogenesi fa miracoli, finito di allattare figlio 1 io ero di nuovo incinta. Contro il parere di tutti, visto che avevo un sistema immunitario a zero, gli strascichi della depressione postnatale, ma non lo sapevamo e ignorance is a blessing, e comunque quello di figlio 2 è stato un parto completamente diverso. Empowering da pazzi pure quello, che ve lo dico a fare? Io volevo fare il terzo subito.
Nel frattempo, da qualche parte in questa valle di lacrime pelvica mi ero messa a fare respirazione con una coach che tra le sue ottime qualità ha avuto quella di segnalarmi le palline vaginali per il recupero di pavimento pelvico. (Ma l’ostetrica no, vero, non me lo poteva dire?)
Dove si vendono? Nei sex-shop. La sventurata svenne.
Poi, complice l’ultimo giorno di scuola (si, nel frattempo i figli andavano a scuola, meno male che qui cominciano a 4 anni), l’amica Cinzia che in preda a sindrome del prigioniero (oddiooddiooddio da oggi pomeriggio ho il figlio a carico 24 ore al giorno) che mi propone: usciamo, anche solo per farci un caffè in centro, qualsiasi cosa per queste ultime ore di libertà, e io me la trascino in un sex-shop.
Perché ad Amsterdam in certe zone ci sono si di quei sex-shop che mi fa paura persino sbirciare nella vetrina quando ci passo davanti, che poi mi impressiono e noi vergini-madri prerisorgimentali e preconciliari siamo fragili in certi riflessi, e ci si abbatte la libido per un paio di mesi, ma ci sono anche quelli women-friendly che sembrano profumerie o negozi di lingerie.
“Cinzia, accompagnami, ho una missione” e siamo entrate e per fortuna c’era questa signora materna, diversamente cinquantenne con il capello sbiondito e vaporoso e tanti chili in più, che dire, rassicurante, a cui mi rivolgo balbettando perché non sapevo bene dove guardare, mentre Cinzia si studiava dei body a rete da regalare al marito, eventualmente, hai visto mai faccia miracoli il body a rete?
“Scusi, sa, cioè, le palline dopoparto?” Eccole qui le palline dopoparto. In tutti i colori e alcune sembravano disegnate da Stefano Giovannoni per l’Alessi. Che io per il design ho un debole e quelle ho preso. In due toni di giallo.
Poi dopo svariate pippe mentali per usarle, posso solo dire che funzionano. Basta lubrificarle bene (ma tanto che lo dico a fare a delle professioniste della coppetta mestruale come ce ne sono al giorno d’ oggi, ai miei tempi la coppetta mestruale era un altro mistero della fede) e lubrificare entrambe le palline (ma se non lo fate ve ne accorgete subito).
Chi sta messa male può iniziare a usarle da sdraiata provando a farci gli esercizi di contrazione del corso preparto. Io ci ho dormito una settimana, manco gli esercizi, e piano piano ho cominciato a svegliarmi alle cinque e mezza, poi alle sei per finire alle sette per andare in bagno, quindi funziona e ve ne accorgete subito. Poi si può iniziare a portarle in giro per casa.
Poi tutte le derive ve le potete leggere qui. Insomma, uno di quei regali che ti cambiano la vita. La cosa fondamentale è che grazie ai contrappesi interni (avete presenti le palline antistress cinesi? Uguali ma senza il gong che tintinna) ti mettono al lavoro i muscoli involontari e pure quelli sono importantissimi. Insomma, molto meglio degli esercizi senza.
Ora, io per tutti i motivi esposti finora, magari non sono la cavia ideale, non ho costanza, mi scordo, e la sera schianto vestita a letto nel tentativo di addormentare i figli. Per fortuna c’ è il blog, perché dopo aver scritto questo post qui, alcune lettrici mi hanno tenuta aggiornata sui loro risultati e ne sono felici.
Nel frattempo mi rendo conto che l’argomento è un pochino meno tabù di prima, quando nel mio entusiasmo da neofita l’ho segnalato in tutti i mummy-blog e forum che potevo (per venir bannata un secondo dopo e allora ho smesso).
Adesso abbiamo persino i Farmacii Serra-Genova che le hanno in assortimento. Per cui non so che dire: se menomale che si possono comprare tranquillamente in farmacia, o peccato che non abbiamo più la scusa legittima per farci un giro per sex-shop con le amiche.
Che per il recupero del pavimento pelvico vuoi che un po’ di sano santificare il matrimonio con il legittimo non sia il sistema migliore? Basta non impressionarsi per i cambiamenti, darsi tempo e affidare di tanto in tanto i figli a qualcuno.
Ma secondo me in questo mese qualche altro suggerimento interessante, completo di tranche-de-vie, che anche se a volte assomiglia più a un trancio di salmone che al sesso selvaggio, che dire, sull’ onda di “sono una donna non solo una mamma” un piccolo pensierino della sera al nostro pavimento pelvico glielo possiamo pure fare.
O altrimenti faremo la fine delle nostre mamme che improvvisamente, come notava qualcuna in qualche blog, a una certa età diventano consumatrici selvagge di salvaslip. Come mai? Perché il salvaslip è meno stigmatizzante e umiliante, psicologicamente, del pannolone da incontinenza. Ma a quello serve. Il colpo di tosse, la risata, sollevare un peso. Alzi la mano chi dopo i figli non ha avuto per mesi se non anni questo tipo di problemi (eh, lo so, alcune fortunate ci sono). Quando invece per evitare una serie di disturbi che, non illudetevi, basta aver pazienza e stanno tutti lì fuori ad aspettarci, basterebbe tenersi il pavimento pelvico allenato.
Ma chi ha interesse a vendere tutti i mesi o tutti i giorni assorbenti e salvaslip, non verrà mai a raccontarti che ci sono ottime alternative. Per cui concludo copiando dal post citato sopra: fate quest’ atto eversivo, usate le palline e la Moon Cup. O tenetevi il gocciolìo della vita moderna.
Informazione pratica: si possono comprare su Internet, cercate alla voce ladies-balls, geisha-balls e simili e su youtube c’è un video della Valigia Rossa che spiega altre cose.
Ciao Luna,
ho visto il sito che hai messo dedicato al cocomordan….Ho iniziato anche io a fare gli esercizi però mi piacerebbe mettermi in contatto con te per farti alcune domande se non ti disturbo.
Se ti va bene, rispondi pure su questo sito che ti rispondo di conseguenza e ti lascio il mio indirizzo mail.
Grazie.
Ciao.
Anna
Ciao, dopo il secondo parto ho iniziato a soffrire anch’io del “gocciolio della vita moderna” e questo stava sconvolgendo la mia vita pubblica e privata. poi un’amica mi ha parlato del “cocomordàn”.
praticamente gli esercizi per imparare a farlo sono simili a quelli di Kegel e dopo che ho imparato a farlo, oltre a risolvere il problema della mia piccola incontinenza ho avuto un risultato eccezionale nella mia vita sessuale. Io provo molto, ma molto, più piacere di prima e mio marito ne è entusiasta. da poco ho scoperto che c’è un sito in italiano dedicato proprio al cocomordàn. http://www.segretididonne.com
Ve lo consiglio….e ve lo consiglia anche mio marito…hahhaha…
Io le ho comprate perchè il mio compagno a volte si lamenta di non sentire molto durante il rapporto. Diciamo che io (purtroppo o per fortuna non lo so più!) ho una lubrificazione abbastanza abbondante e così ho deciso di comprare queste palline per rinforzare un po’ il mio pavimento pelvico. Mi sono arrivate da due giorni, le ho provate ad inserire ma…..non ci capisco niente!….Allora, prima di tutto non le sento, cioè avverto solo il muoversi del peso all’interno della pallina (che tra l’altro mi stimola la pipì) ma non sento il muscolo contrarsi per cercare di non farla uscire. Questo è normale? Voi quanto tempo la tenete?….Per ora ho provato con una, poi passerò a due. Io ho preso quelle della Luna Beads mini….Le riesco ad inserire anche senza lubrificante è normale?….Qualche consiglio ragazze per favore!!