Il diabete gestazionale è una patologia diffusa in gravidanza e comporta rischi sia per il nascituro, non solo al momento del parto, ma anche per la sua vita futura, sia per la mamma.
Ne parliamo con la Dott.ssa Silvana Costa, specialista in diabetologia, per capire chi sono i soggetti più a rischio di contrarre il diabete in gravidanza e come prevenirlo
– Da che cosa dipende il diabete gestazionale?
Il Diabete gestazionale è una condizione transitoria che si verifica durante la gravidanza, è caratterizzato da un aumento delle glicemie, cioè del livello di glucosio (zucchero) nel sangue materno. Esso è dovuto ad un’alterazione degli ormoni prodotti durante la gravidanza che vanno ad ostacolare l’azione dell’insulina, l’ormone deputato a mantenere sotto controlli i livelli di glicemia.
Il diabete gestazionale è tra le più frequenti complicanze della gestazione, interessando il 5-10% di tutte le gravidanze.
Le donne più a rischio di sviluppare il diabete gestazionale sono quelle che hanno familiarià per diabete tipo 2, sovrappeso, che hanno partorito in precedenza un bimbo macrosomico (peso alla nascita maggiore di 4000 gr) o che originano da aree ad elevata prevalenza di diabete (Asia Meridionale, Medio Oriente, Caraibi)
– Come ci si accorge di averlo? Quali sono i sintomi?Quali analisi si devono fare? In quali casi è necessario fare uno screening preventivo?
Il diabete gestazionale non dà alcun sintomo poichè le alterazioni della glicemia sono di modesta entità. L’unico modo per fare diagnosi è eseguire lo screening tramite il carico orale con 75 gr di glucosio, che consiste in un prelievo ematico per glicemia a digiuno, dopo 60 e 120 minuti dall’assunzione di 75 gr di glucosio. Basta che solo una glicemia su 3 sia alterata per fare diagnosi di diabete gestazionale (i valori di riferimento della glicemia a digiuno, dopo 60 e 120 minuti sono rispettivamente 92, 180 e 153 mg/dl).
Lo screening tra la 24° e 28° settimana gestazionale va eseguito alle donne con almeno una delle seguenti caratteristiche:
– età superiore a 35 anni;
– indice di massa corporea maggiore di 25;
– pregresso parto di figlio macrosomico (>4000 gr)
– familiarità per diabete (parente di I grado con diabete)
– origine da aree ad alta prevalenza di diabete
Lo screening va fatto anticipatamente (tra la 16° e 18° settimana gestazionale):
– in donne che hanno il rilievo, all’inizio della gravidanza, di una glicemia tra 100-125 mg/dl;
– o un indice di massa corporea maggiore di 30 kg/m2
– o che hanno avuto il diabete in una precedente gravidanza.
Nel diabete gestazionale l’obiettivo della terapia è quello di mantenere i livelli di glicemia nella norma, con valori a digiuno inferiori a 90-95 mg/dl e un’ora dopo i pasti inferiori a 130-140 mg/dl.
– Che rischi ci sono per il bambino?
Il diabete gestionale determina un’alterazione della crescita del feto, con il rischio che il bambino nasca macrosomico, cioè troppo grande. Questo può determinare problemi al parto o rendere necessario il ricorso al taglio cesareo. La macrosomia del feto inoltre correla anche con lo sviluppo di obesità nell’infanzia.
Il diabete gestazionale aumenta inoltre il rischio di ipossia (carenza di ossigeno) dopo il parto, acidosi e ipoglicemia nel neonato.
La mamma affetta da diabete gestazionale è a maggior rischio di sviluppare ipertensione in gravidanza. Dopo il parto c’è un maggior rischio di sviluppare diabete tipo 2, soprattutto se coesiste obesità.
– Che tipo di alimentazione è consigliata?
Una corretta alimentazione è indispensabile per garantire un buon esito della gravidanza. Essa deve essere bilanciata in modo da garantire un adeguato apporto di nutrienti necessario alle esigenze della madre e del feto e allo stesso tempo raggiungere e mantenere un controllo glicemico ottimale.
L’apporto calorico giornaliero varia in base al peso prima della gravidanza e va concordato con gli specialisti che seguono le donne affette da diabete gestazionale (diabetologo e dietista).
In generale va ridotta l’assunzione di carboidrati a rapido assorbimento (zuccheri), incoraggiato il consumo di carboidrati complessi (pasta, legumi, pane integrale), che costituiscono la fonte principale di energia anche in gravidanza e di fibre (contenute in frutta e verdura).
Le calorie giornaliere vanno frazionate tra 3 pasti principali (colazione, pranzo e cena) e tre spuntini (a metà mattina, metà pomeriggio e prima di andare a dormire).
Se non controindicato dal punto di vista ostetrico, anche una leggera attività fisica (30-40 minuti di attività di tipo aerobico praticata per 3-4 volte a settimana) può aiutare a mantenere sotto controllo il livello di glucosio nel sangue.
Nella maggior parte dei casi la terapia dietetica e l’esercizio fisico permettono di raggiungere gli obiettivi glicemici ideali per la gravidanza (<90 mg/dl a digiuno e < 130 mg/dl un’ora dopo i pasti) e solo nel 30% circa dei casi è necessario ricorrere alla somministrazione di insulina per via sottocutanea
(foto credits Shannon Smith su flickrCC)
Durante al mia seconda gravidanza, il medico si è accorto che potevo essere a rischio diabete gestazionale, dalla maggiore quantità di liquido amniotico. E’ un parametro di allerta? Io ho fatto poi le analisi e, in effetti, i livelli di glicemia erano alti, pur non essendo sovrappeso e avendo avuto, però, una nonna diabetica. Con la dieta sono riuscita a mantenere tutto sotto controllo.