Se siete stanchi di principesse salvate da principi coraggiosi, ecco nove film di Miyazaki da guardare in famiglia, per lasciarsi ispirare dalle sue figure femminili.
Non so se capita anche a voi di leggere un libro, illuminarvi per un’idea, pensare di approfondire e poi, presi dall’urgenza di mille altre cose, mollare tutto là. A me, per dire, succede in continuazione, e mi è successo anche stavolta. Qualche mese fa avevo scovato su Amazon un libro su Miyazaki, anzi sulle figure femminili di Miyazaki, e l’avevo divorato. Poi me ero dimenticata quasi del tutto ( niente si dimentica mai del tutto, per fortuna o per sfortuna) fino a che non mi sono imbattuta in un sito americano che si chiama A Mighty girl, ovvero “The world’s largest collection of books, toys and movies for smart, confident and courageous girls” (La più grande raccolta di libri, giocattoli, e film per ragazze brillanti, sicure e coraggiose). E lì, alla voce film, c’erano tutti i titoli di Miyazaki.
Così mi sono ricordata del mio libro, e sono andata a ripescarlo. Il titolo è Goddesses of Water & Sky: Feminist Ideologies in the Worlds of Hayao Miyazaki (English Edition)(Dee di acqua e cielo) di Daniel Nienhuis, ed è in realtà la sua tesi per il Master of Arts in Media Studies. Essendo una tesi, la sua è appunto una tesi, ovvero una sua interpretazione, che però mi ha dato molti spunti interessanti, e l’idea di proporvi oggi una piccola lista di film da vedere o rivedere in questa nuova luce.
Tra le caratteristiche dei personaggi femminili dei film di Miyazaki c’è quella di essere centrali nel racconto e non fungere da spalla. Il racconto è tutto basato sulla loro evoluzione. Sono alle prese con una lotta, sono l’eroe, colui che deve affrontare il male e sconfiggerlo. Solo che la vittoria non è tanto l’annientamento del nemico quanto il raggiungimento di un nuovo equilibrio, mettendo in atto virtù come il coraggio, certo, ma anche la capacità di trovare un compromesso, di cambiare , adattarsi, essere fluide, e soprattutto consapevoli e pronte a sacrificarsi. Ma attenzione, il sacrificio non vuol dire rinuncia a sé ma capacità di affrontare la fatica, la solitudine, la prova, fino ad arrivare ad uno stadio successivo.
Sarà perché sono adesso alle prese con le prime vere crisi adolescenziali, mi rendo conto di quanto sia importante un messaggio del genere. Tra i 12 ed i 15 anni (ma anche dopo) i ragazzi sembrano non essere pronti ad affrontare alcun tipo di difficoltà, mollano subito, si ritirano e lasciano il campo. Invece Ponyo, Kiki o Chichiro (per citarne solo alcune) sono costrette a stringere i denti e ad attraversare il fuoco. E non lo fanno da sole. Spesso sono affiancate da una figura maschile, come una coppia di opposti in cui gli elementi si completano, o a una figura femminile più matura, in una sorellanza che è sostegno e passaggio di esperienza (e anche di questo c’è bisogno).
Prima di lasciarvi alla lista vi faccio una premessa che riguarda l’età di visione. Se avete figli sui 5 anni, potete partire dal Mio vicino Totoro e da Ponyo sulla scogliera, dagli 8 più o meno gli altri, mentre consiglierei La principessa Mononoke e Nausicaa dopo gli 11 anni, sia per lunghezza e complessità che per le immagini forti.
Come vi ho detto tutti i film di Miyazaki sono adattissimi agli adolescenti, se però avete in casa ragazzi che per sentirsi più grandi disdegnano i cartoni, non perdete tempo a spiegare che in realtà sono anime, ma cominciate a guardarli con i piccoli di casa (se ne avete) o da soli, c’è sempre la possibilità che sbuffando e ironizzando vi raggiungano sul divano, curiosi come scimmie. (Sì zietto, questa nota è per te)
Ponyo è una principessa pesce rosso che sogna di diventare umana per poter vivere vicino al suo amico Sosuke, un bambino di 5. Per farlo ruba la bacchetta del padre, un potente mago del mare, scatenando così la furia degli elementi.
In un momento di grandi cambiamenti, tra il trasloco in una nuova casa l’assenza della mamma per una malattia, due sorelline entrano in contatto con spiriti antichi, che le aiutano a superare la prova. Un film bellissimo e delicatissimo.
Alla fine di un tunnel Chichiro ed i suoi genitori sbucano in una strana città. Qui gli adulti, presi dall’ingordigia, si trasformano in maiali, lasciando sola la bambina che dovrà riportare le cose a posto attraverso una serie di prove e di incontri straordinari.
Sheeta e Pazu vengono da mondi diversi, da gravità diverse, eppure diventano amici, e insieme combattono i pirati e si mettono alla ricerca di una misteriosa città che cela un segreto. Film un po’ lungo e farraginoso specialmente nella seconda parte, sebbene il rapporto tra i due ragazzi e il mondo descritto valgano davvero la pena.
Io adoro questo film. C’è dentro una fiaba classica, con un principe maledetto, l’incantesimo di una strega invidiosa, ed un immaginario folgorante. Oltre ad Howl, ovviamente, e per chi ha avuto parte della propria educazione sentimentale con gli anime degli anni ’80 non aggiungo altro.
La ricerca dell’indipendenza e di un posto nella vita di una streghetta tredicenne, che inventa uno strano lavoro: consegne a domicilio su…una scopa magica!
Shizuku è una ragazzina di tredici anni che passa larga parte del suo tempo libero immersa nei libri, finché un incontro la porterà a prendere coscienza e ad andare alla ricerca del proprio talento.
Ashitaka è un giovane guerriero costretto ad uccidere un cinghiale-demone diventato pazzo a causa di una ferita di arma da fuoco. Ferito dall’animale, è colpito da una maledizione che lo condanna alla morte e alla fuga. Durante il suo viaggio si imbatte in una principessa guerriera, legata alle presenze selvagge della foresta, in perenne lotta con il suo opposto, Lady Eboshi , che con le sue armi da fuoco ha come obiettivo proprio la distruzione delle foreste
Nausicaa nella valle del vento
In questo primo film dello Studio Ghibli si trovano già tutti gli elementi caratteristici del pensiero di Miyazaki: l’eroina, il coraggio, la ricerca di un equilibrio con la natura, il potere venefico della tecnologia usata con violenza.
Risponde TopaGigia: “Grazie tante, ma la mia mamma i cartoni li capisce abbastanza bene anche da sola. Adesso sto cenando (con due c cccenando) e quando mangio io guardo sempre un pò di TV e oggi per TV ho scelto Arrietty e e ho appena mangiato tutto il prosciutto che avevamo a casa. Mi era venuta voglia di Arrietty”.
Meno male che li capisco anche da sola 🙂
Barbara, dì a TopaGigia che i grandi guardano i film con i bambini perché da soli non li capiscono, e i bambini glieli spiegano meglio. Per quanto riguarda Arrietty appunto non è di Miyazaki, ma lo riprenderemo di nuovo in una puntata speciale dedicata ai cartoni. E’ uno dei miei preferiti, che ha talmente tanti livelli di lettura che si può guardare a tutte le età. Io l’ho visto insieme al mio tredicenne in uno dei nostri momenti Anime e anima che capiamo solo noi, e tutti quelli che sanno quanto può essere intima la condivisione di una storia.
P.S. TopaGigia chiede perchè non hai citato Arrietty, che però non è realmente di Miyazaki. E mò glielo devo spiegare io….
Detta TopaGigia, che questi film li ha visti quasi tutti:
“Il papà di Ponyo mi fa paura e non mi piace perchè mi fa così tanta paura che mi viene da piangere. La mamma di Ponyo è la mia preferita perchè è più bella di una farfalla e di una principessa. Voi lo sapete che a me mi piacciono tanto le principesse però la mamma di Ponyo mi piace ancora di più. Mi piace quando Ponyo ritorna da Sosuke e mi commuovo.
Kiki lo guardo spesso e mi piace tanto il nastro rosso che ha in testa. Mi piace pure il gatto che io a casa ho una gatta di nome Fagotta. Mi piacerebbe tanto volare su una scopa come le streghe però non posso, lo so bene e allora me lo immagino.
Totoro mi fa preoccupare quando trovano la scarpa della sorellina più piccola e con mamma abbiamo cercato tante volte in casa i nerini del buio, ma non li abbiamo mai trovati. Anzi, adesso li andiamo a ricercare.
Totoro e Kiki li faccio vedere sempre ai miei amichetti che vengono a casa mia.”
Mi sono spiegata sufficientemente?
@yellow l’avevo sospettato, però ti confesso che aprendo il sito tutto giallo, da brava giallista, per un attimo ho pensato che fossi anche tu appassionata di crime stories 🙂
@momatwork grazie mille della condivisione della tua esperienza, credo che sia importante avere dei feedback e delle opinioni reali da chi i film li vede davvero, più che basarsi sulle indicazioni di massima dei distributori (che poi a volte neanche ci sono). confrontando le nostre esperienze possiamo fare una media di visione reale
Sì, l’età della protagonista può essere una buon indice per quanto riguarda l’età di visione. L’unica perplessità riguarda Nausicaa che a me sembra molto meno impressionante di Howl o de La città incantata e che infatti ho già visto con mia figlia (otto anni da compiere).
Nulla da obbiettare, invece, per la principessa Mononoke.
Beh, il motivo non è molto complesso. Innanzitutto, il giallo mi piace molto, è un colore solare, vitale, allegro, che, guarda caso, è considerato sia per maschi che per femmine. Infatti di solito quando due genitori non vogliono conoscere il sesso del nascituro, e cominciano a comprargli qualche tutina da mettere di solito ne scelgono di gialle (e anche di verdi e bianche, ma infanziaverde sarebbe sembrato il titolo di un blog naturalista e infanziabianca mi sembrava un po’ triste, dal momento che io non sono per il togliere i colori, ma aggiungerli).
Yellow grazie. Su questo sito se vuoi trovi diversi spunti sulla questione di genere, e posso suggerirti una delle altre filmografie che avevo fatto https://genitoricrescono.com/cinepiattini-presenta-senza-genere/
Mi piacerebbe sapere da dove viene tutto questo giallo del tuo sito, sono curiosa 😉
Bietolina purtroppo più libri e film sono belli meno ritornano 🙁 ma non demordere!
abbiamo quasi tutti questi film ,due li abbiamo prestati e me ne pento, ho paura che non ritornino piu’!
Bell’articolo, mi ha fatto venire voglia di leggere il libro, dal momento che sono molto interessata agli stereotipi di genere dell’infanzia e nel mio blog propongo figure femminili che esulano dal modello principessa-fatina. Condivido il post sulla mia pagina e ne linko qua uno mio su un argomento simile http://infanziagialla.blogspot.co.uk/2013/11/le-10-ragazze-piu-intraprendenti-ed.html
l’autore del libro, (che si è pure autopubblicato) sarà stupito di trovare tutti questi acquisti proveniente dall’Italia! il sito è davvero carino, concordo 🙂
OMG, Anna, il sito a Mighty girl, e’ fantastico, come ho fatto a vivere senza fino ad ora?
Anche noi anche noi! Appartenenti al club delle superfan di Miyazaki presenti, a casa nostra Totoro lo conosciamo praticamente a memoria.
Io in realta’ ho visto anche (quasi) tutti gli altri e pur non essendo a conoscenza del libro sulle figure femminili, una delle cose che mi e’ sempre piaciuta di Myazaky era appunto la visione coraggiosa del ruolo delle protagoniste.
Se pensiamo poi l’ambiente e il periodo in cui ha scritto le sue storie e’ veramente rivoluzionario.
Vado subito a scaricare il libro suggerito, anzi ora non vedo l’ora di iniziare a leggerlo!
Non solo mi hai dato una bellissima idea su cosa regalare per Natale a mia figlia (il DVD di Ponyo che abbiamo visto una volta in TV ma forse palloccotta era ancora un po’ troppo piccola!)
sì può essere una buona chiave 😉 i suoi personaggi descrivono varie fasi della crescita, ma sono fasi che abbiamo dentro di noi sempre, per questo piacciono anche agli adulti (o almeno a certi adulti). Poi mi sono basata un po’ sulla nostra esperienza, La città incantata o Howl hanno delle immagini davvero inquietanti e delle storie complesse, li si capisce a diversi livelli e a volte man mano che li si rivede si scoprono significati nascosti, l’età in questo caso è data per tutelare i bambini che sono più impressionabili. Federico ha visto la città incantata a 6 anni e non ha dormito per varie notti, però da allora adora Miyazaki (e anche il Giappone ma questa è una storia più complicata), insomma io avverto, poi ognuno si regola in base ai propri figli.
Sono una fan sfegatata di Miyazaki e lovvo questo post! Qui da noi abbiamo già sperimentato Totoro con grande successo. Per l’età di visione ho l’impressione che Miyazaki lavori tenendo in mente l’età del(la) protagonista: Totoro ha come protagonista una bambina di 3 anni, Chihiro ha sugli 8 anni, Ashitaka potrebbe avere 15 anni, e ogni film si adatta a quel tipo di pubblico. Che ne pensi?