E’ un po’ che mi tengo in serbo questo libro da recensire, e siamo proprio arrivati al punto in cui ci sta benissimo. E’ la storia di Roberto, che torna da scuola già un po’ arrabbiato. Quando torna a casa, il padre lo accoglie immediatamente con un rimprovero “Levati quelle scarpacce!” che non fa che peggiorare l’umore di Roberto. Quando il padre lo invita a mangiare gli spinaci, la situazione diventa intollerabile. Roberto esplode in un attacco di rabbia e va in camera sua. Una Cosa rossa esce dal suo corpo e inizia a distruggere tutte le sue cose. Roberto a vedere quel disastro si arrabbia ancora di più, e più lui si arrabbia con la Cosa rossa, più il mostro rosso diventa piccolo. Quando finalmente Roberto riesce a dire “Basta!, e riesce a chiuderlo in una scatolina, tutto torna tranquillo. A quel punto Roberto va dal papà e gli chiede «Papà, è rimasto un po’ di dolce?».
Il libro si chiama Che rabbia! di Mireille D’Allancé, ed è indicato per bambini dai 3 ai 5 anni, e in effetti il testo è molto semplice. Secondo me ha bisogno di qualche spiegazione in più perché abbia il giusto effetto, infatti potrebbe spaventare il bambino soprattutto se la rabbia non fa parte delle sue abituali manifestazioni emotive, e se è facilmente impressionabile. Un bambino che si arrabbia con facilità invece non ha difficoltà ad identificarsi con il piccolo Roberto. Mi piace molto il fatto che la dimensione della Cosa rossa sia controllata dal protagonista, e mi piace molto la metafora della scatolina in cui la rabbia viene rinchiusa.
Inoltre adoro il fatto che a prendersi cura del bambino in questione sia un papà, e che è distratto al punto di non accorgersi che Roberto aveva avuto già una brutta giornata di suo (proprio come una qualsiasi mamma che si rispetti!)
Quello che mi piace meno è il fatto che la rabbia non venga descritta in nessun modo come normale, e in questo credo che ci sia bisogno di spiegare qualcosa oltre alla storia del libro. Del resto è sempre rabbia quella che fa si che Roberto riesca a ridurre la Cosa rossa nella scatolina, come a dire che c’è una rabbia distruttiva e una costruttiva. Insomma un bel libro che offre sicuramente un ottimo punto di partenza per parlare di questa emozione tanto complessa.
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A noi l’ha dato in prestito il nido. La mia bambina, Manila, ha 2 anni e a dire il vero non so quanto abbia compreso della storia, ha voluto che gliela rileggessi per un weekend intero. A distanza di qualche settimana,ho scoperto che “LA RABBIA” le fa molta paura, ma più che identificarsi con Roberto, lei associa la Rabbia a me, quando fa i capricci e mi fa perdere la pazienza, mi dice: MAMMA CAMMA, NO RABBA, BRUTTA RABBA… smette di fare i capricci e mi abbraccia.
Ecco. Lo leggiamo anche noi di tanto in tanto ma al mio ballerino fa ancora un po’ paura. Credo che, come dici tu, sia necessario aspettare ancora un po’ (ha poco più di due anni)e cercherò di fargli capire la differenza fra i due tipi di rabbia.
Questo libro è stato il nostro faro dai 15 mesi ai 3-4 anni, per entrambi i bambini.
E’ uno dei libri più azzeccati che abbiamo preso, su suggerimento della pediatra. Inizialmente i piccoli lo snobbavano un po’, ora tutti e tre lo leggono volentierissimo e ci si identificano parecchio…
anche noi l’abbiamo preso in biblioteca e flavia si è identificata con roberto e con la sua rabbia, l’unica cosa che non ha capito è perchè la chiude nella scatola , quindi ci abbiamo raggionato insieme. non so’ però quanto abbia capito.
Abbiamo letto questo libro,ma non mi è piaciuto, è difficile da capire. Proverò a leggere il libro segnalato da MammaImperfetta <> di Jutta Bauer.
anche secondo me la rabbia non deve essere trasmessa come emozione negativa, anche io credo come dice serena c’è una rabbia distruttiva e una costruttiva, è quest’ultima che ti spinge all’azione positiva… anche io l’ho preso tempo fa ma ho capito che sotto i 3 anni è ancora presto, anche 4 forse…o dipende solo dal bambino. Grazie comunque
Noi lo avevamo ma anche a Ida faceva paura e non lo voleva assolutamente vedere così lo abbiamo regalato in biblioteca 🙂
Ciao. L’abbiamo letto anche noi – e l’ho anche recensito a dire il vero – e la mia bimba un po’ si è spaventata tanto che mi ha chiesto di portare via il libro dalla sua cameretta. Poi ci abbiamo ragionato con calma e devo dire che, con le giuste spiegazioni, il messaggio passa. Pensa che il piccoletto di casa (che ha quattro anni) qualche giorno fa – e ne è passato di tempo da quando abbiamo restituito il libro in biblioteca, perchè è dalla bibioteca che l’avavamo preso – mi ha chiesto: “Mamma, che anche io posso avere nella pancia quella cosa rossa dell’altra volta… quella di Roberto?”. E’ evidente che il messaggio è passato ed abbiamo affrontato nuovamente l’argomento anche senza libro. La sua sorellina, invece, che di anni ne ha sei, l’altro giorno si è trovata una scheda proposta dall’insegnante di italiano (stanno imparando la consonante R) con due immagini tratte da quel libro e me l’ha subito fatto notare una volta tornata a casa….
@Stefania accidenti avevo il sospetto che potesse spaventare, ma addirittura portare via il libro dalla stanzetta! Wow! Il mio piccolo, che ha 2 anni e mezzo) non lo ha apprezzato molto, ma il grande non ha avuto problemi ad identificarsi. Però a pensarci può essere anche un modo per spiegare la rabbia degli altri. Se ti fosse sfuggito si rimando ad un racconto che io e mio figlio abbiamo inventato insieme, magari può esserti utile per parlarne al piccolo, e dirgli che quella cosa nella pancia ce l’ha anche lui 🙂
Ecco il link: https://genitoricrescono.com/quello-che-giacomino-aveva-nel-corpo/