L’autoproduzione, ovvero l’arte di produrre in casa quanto ci serve nella vita quotidiana sta incontrando grandi consensi. E’ una bella cosa, anche se stupisce in “tempi moderni” vedere un interesse crescente verso pasta, pane, pizza e altri cibi fatti in casa, detersivi, compostiere domestiche, giochi con materiali riciclati e molto altro.
L’atteggiamento attuale però è radicalmente diverso da quello delle nostre bis-nonne che autoproducevano tutto per necessità, innanzitutto perché in molti casi è un fermento trasversale, che coinvolge l’intera famiglia, anche nel fare; c’è da chiedersi se decreteremo il fallimento di salti in padella, bastoncini e sofficini, dei panettieri tradizionali e dei maggiori produttori di marmellate e sughi pronti… Non credo. Noi, per dire, ci limitiamo a fare *tze tze* al supermercato (le poche volte che ci andiamo!), snobbando il banco del pane o i soliti 10 metri lineari di marmellate. Tze tze sta per “a noi non serve, ci arrangiamo” espressione sapientemente coniata da una seienne. Che con l’adolescenza mi tirerà in testa pani e confetture, ma intanto mi godo l’estrema convinzione.
A questo proposito vi segnalo Autoproduzione in cucina: è un bel libro di Lisa Casali, che forse conoscerete già in quanto autrice di ecocucina.org, dei libri Cucinare in lavastoviglie, La cucina ad impatto [quasi] zero e del programma Orto e mezzo. Lisa è una sorta di pioniera, che instancabilmente offre idee e soluzioni per non sprecare e per consumare con maggiore consapevolezza, diminuendo sprechi e rifiuti, imparando ad utilizzare le parti meno nobili degli alimenti, a sfruttare al meglio il calore che c’è in casa, prodotto per altri fini. Il sottotitolo di Autoproduzione in cucina rende bene l’idea: fai da te tutto quello che di solito acquisti per risparmiare e mangiare bene. E per inquinare meno, si potrebbe aggiungere, visto che, se si autoproduce, l’impatto ambientale diminuisce radicalmente, migliora la consapevolezza delle scelte alimentari e ci si avvicina un’alimentazione sana e sostenibile, priva di additivi, di grassi “cattivi”, di conservanti e altro.
Niente più surgelati, merendine, buste pronte: seguendo le ricette di questo libro si possono preparare i prodotti più disparati, dal purè istantaneo alle zuppe in busta, dalle fette biscottate ai gelati, e ancora pasta secca o fresca, barrette di cereali, tofu, seitan, olio aromatizzato, latte vegetale, formaggio, aceto, fiocchi di cereali e legumi, dado granulare e molto altro.
C’è da stupirsi ve l’assicuro!
Una cosa che mi ha colpito del libro è, fin dalle prime pagine, il consiglio di dotarsi di alcuni piccoli elettrodomestici efficacissimi.
Nelle parole dell’autrice:
Nell’autoproduzione contemporanea, compatibile con un lavoro a tempo pieno e magari con una famiglia da sfamare, occorrono tanti aiutanti. Per questo è importante dotarsi degli elettrodomestici che veramente servono e sfruttarli in tutte le loro potenzialità.
Io stessa fino a non molto tempo fa utilizzavo solo un semplice frullatore ad immersione e un piccolo accessorio per tritare: mi è bastato acquistare un’impastatrice usata e un estrattore di succo per notare la differenza abissale in termini di quantità e qualità di autoproduzione. Si tratta – come ho forse già detto – di scelte, di volontà, di piccoli grandi cambiamenti che modificano radicalmente alcune abitudini familiari.
In questo senso è stato provvidenziale partecipare ad un gruppo di acquisto di piccoli elettrodomestici, organizzato da due associazioni di cui facciamo parte; il g.a.s. si prefiggeva proprio di venire incontro alle famiglie che, avendo modificato le loro abitudini, hanno bisogno di aggiustare i tempi che dedicano alla preparazione dei cibi, senza tornare all’età della pietra.
Siccome anche qui a casa mia non siamo così fusi da rinunciare a vivere per il gusto di farci le cose, volevo segnalare questa esperienza che ci ha davvero soddisfatti (in attesa di trovare una soluzione anche ad altre questioni, quali passare i pavimenti, mondare la quantità industriale di verdura che ci mangiamo, portare a spasso il cane quando piove e via dicendo…).
Gli elettrodomestici in questione, consigliati da Lisa Casali e, in parte, dal nostro g.a.s., sono:
– Impastatrice per preparare pane, focacce, torte, pasta fatta in casa come se non ci fosse un domani;
– estrattore di succo, una centrifuga che non centrifuga, cioè che gira lentamente estraendo il succo di frutta e verdura producendo uno scarto minimo molto asciutto;
– essiccatore, una specie di fornetto per chi non ha a disposizione tantissimo sole e desidera essiccare frutta e verdura da conservare;
– mulino e fioccatrice (anche 2 in 1) per farsi in casa farina e fiocchi di cereali, ottimi per la colazione e per molte preparazioni;
Lisa aggiunge un semplice frullatore, la macchina per il sottovuoto, yogurtiera/formaggera, acetiera, germogliatore; il nostro g.a.s. aveva proposto anche la macchina per i latti vegetali, con cui si possono preparare anche zuppe e altri trasformati (trita, cuoce).
È chiaro che gran parte delle ricette del libro si realizzano anche senza l’aiuto di questi strumenti, che si vive bene anche se privi di tutto ciò, che il piano della cucina non ha dimensioni infinite e lo stipendio neppure, ma sceglierne qualcuno può fare la differenza. È un investimento che torna nel tempo, nella salute.
Il g.a.s. si è strutturato così: è stato delegato un ingegnere nostro associato (con passione per la cucina vegan) a fare una piccola indagine di mercato per capire quali prodotti scegliere per le famiglie, puntando ad un buon rapporto qualità prezzo. La scelta è ricaduta su alcuni prodotti che sono stati presentati al gruppo con tutte le caratteristiche e il prezzo di mercato. Una volta raccolte le adesioni, il gruppo si è rivolto a rivenditori/produttori per spuntare un prezzo più conveniente.
Le adesioni sono state molto alte per alcuni elettrodomestici e l’operazione ci ha permesso di portare a casa il prodotto scelto con notevole risparmio; la convenienza c’è stata anche per chi ci ha venduto i prodotti.
Noi, per dire, abbiamo scelto un estrattore di succo e ora non facciamo che provare abbinamenti di frutta e ortaggi: tra i più gettonati arancia carota limone, senza rinunciare ovviamente a mordere la mela così com’è!
Ancora una volta il gruppo ha fatto la differenza ;).
E voi, conoscete esperienze di questo genere? Autoproducete manualmente o vi piace sfruttare al meglio aiuti “tecnologici”?
Elisa Artuso di Mestieredimamma.it