Ancora su “16 anni e incinta”

barbieLa televisione, ah, la televisione. Come ci manipola, come ci forgia, come ci spegne il cervello.

GenitoriCrescono ha parlato giorni fa di “16 anni e incinta” e Silvia, in modo molto pertinente, si chiedeva se questo programma non generasse uno spirito di emulazione fra i giovani telespettatori, se gli adolescenti non ritenessero, guardando le storie dei loro coetanei raggiungere la popolarità televisiva, che avere un figlio fosse l’ultima frontiera per un’avventura fuori dall’ordinario. L’avventura delle avventure.

Silvia era preoccupata di “andare troppo lontano con i suoi dubbi”. Ebbene, no, non stava affatto andando troppo lontano, se gli stessi dubbi e le stesse considerazioni devono aver mosso una sostanziale ricerca, negli Stati Uniti, proprio per capire l’impatto di questo stesso programma, nella sua versione originale su MTV, sulle adolescenti americane. In un contesto quindi in cui le gravidanze precoci sono un problema molto pressante, certo in diminuzione come trend, ma sempre preoccupante: si stima che le gravidanze fra adolescenti in US siano in media quattro volte più che in Europa.

Lo studio è fresco fresco di stampa, essendo stato appena pubblicato sulla rivista del National Bureau of Economic Research, e si intitola proprio “Media Influences on Social Outcomes: The Impact of MTV’s 16 and Pregnant on Teen Childbearing“. I ricercatori si sono chiesti se il programma abbia avuto impatto sulle gravidanze precoci nei 18 mesi dopo la messa in onda della prima puntata, nel periodo 2009-2010. Esattamente quello che volevamo sapere! E quindi ci siamo procurati l’articolo originale, e lo abbiamo studiato.

Dunque, la sorpresa, per noi almeno, non so se anche per i ricercatori, è che si, “16 and pregnant” ha avuto un notevole impatto sulle gravidanze precoci. Le ha… prevenute! La stima è che il programma è riuscito a ridurre le gravidanze fra gli adolescenti statunitensi del 5.7%, stabilendosi come il secondo più importante fattore, dopo la recessione, nella riduzione delle gravidanze precoci. Al programma si possono attribuire nientemeno che un terzo delle gravidanze prevenute, fra tutte le gravidanze prevenute stimate durante il periodo in cui è stato in onda. E visto che nello stesso periodo sono anche diminuite le richieste di aborto, l’impatto del programma si è concretizzato proprio in una maggiore contraccezione, non una minore natalità, né un maggiore ricorso all’aborto, fra le adolescenti.

Un risultato stupefacente, che va evidentemente spiegato e argomentato.

Dunque, innanzitutto la stima dei ricercatori, dopo aver avuto accesso ai dati di ascolto di quel colosso delle indagini di mercato che è la Nielsen Corporation, è che il 71% dei teenager ha seguito almeno una puntata del programma, che è stato sempre molto alto negli indici di gradimento, spesso votato come il più popolare fra i programmi della televisione via cavo.

Cosa hanno dunque visto in TV tutti questi adolescenti? Un’analisi comparata di tutte le puntate rivela una grande ambivalenza fra le ragazze che hanno partecipato allo show. Solo 18 su 47 hanno reagito con grande rifiuto alla gravidanza, quando si sono scoperte incinte. Ma nessuna ha detto di stare cercando una gravidanza, la maggior parte non pensava che sarebbe rimasta incinta, o non aveva previsto/anticipato di avere un rapporto in quel momento. Tre quarti delle ragazze ha dichiarato di non aver usato alcuna forma di contraccezione, e solo 5 delle 47 hanno detto di aver attivamente cercato di evitare una gravidanza, non riuscendoci evidentemente. Si conferma quindi quello che molti hanno già evidenziato: non importa quanto informate le ragazze siano, o quanto facile sia l’accesso a contraccettivi, spesso la gloriosa scelleratezza della gioventù è più forte di qualsiasi raziocinio.

Questo per quanto riguarda il “prima” della gravidanza, ma cosa dice il programma sul “dopo”? Parlando delle situazioni di coppia, nel programma la grande maggioranza dei padri non è scomparsa, per la maggior parte sono andati a vivere con la neo mamma e il bambino (in 4 casi c’è stato un matrimonio prima della nascita), anche se quasi metà delle coppie, alla fine dell’episodio, mostrava segni di tensione (ma questo succede anche agli adulti, no?). Ma soprattutto, il programma ha anche chiaramente enfatizzato i problemi associati alla gravidanza precoce: in linea con i dati nazionali, ci sono stati il 23% di cesarei, alcuni dopo un travaglio lungo fino a 26 ore, in otto casi su 47 la madre o il bambino hanno avuto serie complicazioni, una madre ha avuto necessità di restare un mese intero in ospedale come misura preventiva, un bimbo ha avuto bisogno di essere trasportato in elicottero di urgenza in un altro ospedale per trattamenti. E, crucialmente, anche di coloro per cui tutto è filato liscio, gli adolescenti telespettatori hanno potuto avere testimonianza delle difficoltà (e specialmente la carenza di sonno!) in un modo che sarebbe stato difficile da immaginare solo per sentito dire o leggendo materiale informativo.

Questo hanno visto, dunque, i giovani telespettatori. Ma cosa hanno fatto, dopo aver visto? Come hanno usato questa informazione?

I dati sull’ascolto sono soltanto parte della storia: una qualsiasi ricerca nel mondo 2.0 non può prescindere dai dati provenienti da internet. Per cogliere al meglio l’entità dell’impatto fra i giovani, i ricercatori hanno analizzato le ricerche Google, ma anche i tweets, che menzionavano il titolo del programma, nel periodo in cui la serie è andata in onda, soffermandosi sui trend in concomitanza delle singole puntate. Qui ci sono i risultati più interessanti: durante una tipica puntata, tweets e ricerche google che menzionavano “contraccezione” o “aborto” o “come procurarsi la pillola” aumentavano significativamente sulla media, e un ulteriore aumento si riscontrava nel giorno immediatamente seguente. Il 21% in più di hit e ricerche, con picchi proprio nelle regioni in cui il programma era più seguito, come rivelato dai dati sulle locazioni degli utenti. Chiaramente la trasmissione ha stimolato gli ascoltatori a cercare informazioni su questi argomenti.

Insomma, la ricerca mostra che la trasmissione è stata vista molto, è stata vista proprio da chi ne aveva bisogno (i dati di ascolto mostrano che lo show è stato più popolare proprio nelle regioni e/o fra le etnie con un tasso di gravidanze precoci più alto), ha avuto un notevole impatto, motivando i giovani ad informarsi su contraccezione e aborto, e questa informazione ha portato ad un potenziale cambiamento nel comportamento dei giovani, e ad una misurabile riduzione nelle gravidanze.  Ovviamente MTV tipicamente attrae un pubblico di adolescenti in generale, e parla loro in un linguaggio e in un modo che coglie nel segno, l’identificazione evidentemente ha fatto molto più di qualsiasi altro fattore. I ricercatori concludono nel loro articolo che i media non solo si confermano di grande impatto, ma anche che questo impatto non deve essere necessariamente negativo: il potenziale di questi programmi è alto, purché non diventino soltanto un fatto di costume.

Diventa quindi importantissimo il modo in cui viene rappresentata la realtà, in questi “reality show”: perché siano di impatto, la rappresentazione deve essere fedele, non romanzata. Mi chiedo quindi, e passo la palla a voi, come questo venga “tradotto” dalla televisione italiana: quanto c’è di reale nella versione italiana? In questo e altri “reality”? Sono programmi patinati, gossippari, o hanno un impeto giornalistico? Insomma, continuiamo il discorso cominciato da Silvia, e fermo restando che nel nostro Paese non c’è un’emergenza gravidanze precoci, alla luce di questi dati: “16 anni e incinta” è un’occasione persa, o ha un grosso potenziale anche da noi?
(foto credits @ Hamish Darby)

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19 thoughts on “Ancora su “16 anni e incinta””

  1. no, ma che scusa! anzi grazie per l’opportunità di continuare a chiacchierare, è un tema molto importante

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  2. no no scusa non mi sono spiegata, io non mi riferisco al post che mi sembra anche bello e forse ho sbagliato a lasciare il commento qui mi riferivo ai commenti di entrambi i post ad esempio nell’altro post qualcuna dice che le baby nonne social usano la notizia per fare marketing poi il commento l’ho messo qui perche io mi sono letta tutto e mi trovavo in questa pagina, scusami

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  3. Ciao Alessandra, non so se la tua osservazione, che peraltro capisco in pieno, si addice a questo post in particolare, visto che non ho parlato di nonne. Il programma su 16 anni e incinta, così come presentato in Italia, è fuorviante e oserei dire in malafede, se non pensassi che queste cose si facciano più come uscite superficiali che con seria premeditazione. In Italia, come detto più volte, non esiste forse un problema sociale come in UK o in USA, ma anche con questa premessa importante, trovo che sia quantomeno azzardato, da parte di un programma televisivo (non dei singoli coinvolti, bada bene) esaltare e idealizzare in questo modo la gravidanza di una sedicenne. Leggere del tuo bellissimo caso, e anche dei tanti altri bei casi che traspaiono dal programma, non cambia il fatto che una gravidanza a 15 anni comporta molti più rischi per la salute della madre e del bambino, senza voler andare a parlare dell’impatto sulla vita della madre, ma qui, appunto, la gravità o meno della situazione dipende dal contesto e dal livello di supporto della rete familiare. Non cambia il fatto, cioè, che una gravidanza teenager è una cosa che si auspica riuscire ad evitare, insomma. Mostrare in TV i casi più disparati, incluso i casi in cui la famiglia ha buttato fuori di casa la ragazza, non è un avallare questo comportamento da parte della famiglia, ma invece è un voler mostrare alla telespettatrice la realtà dei fatti, nuda e cruda e senza rose e fiori. Il messaggio qui non è un “voi genitori, dovete buttare per strada la ragazza”, ma che scherziamo? Ma il messaggio diventa “voi, ragazze, considerate quali potrebbero essere le conseguenze di una cosa del genere, la vita potrebbe diventare molto complicata, vale la pena pensarci bene, e pensarci prima”. E mi pare sacrosanto.

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  4. ho letto tutti i commenti a questo post e all’altro, alcuni mi hanno fatto davvero male e parlo perché io mi ci trovo in mezzo. Sentir parlare di queste nonne social che usano la no0tizia a scopo di marketing :(, beh se una persona voleva fare marketing io avrei usato il mio blog, e sui quest post in cui racconto per essere utile alle altre, avrei messo link e riferimenti….non l’ho fatto io ne ho parlato con i miei amici gli ultimi due mesi e solo perche camilla merita di avere l’accoglienza che ha un qualsiasi altro bimbo sopraturro visto che non avra un papa al suo fianco….mia figlia ha rotto il preservativo, giousto per completezza di cronaca e continuera la sua scuola perche è giusto cosi ma secondo voi allora fanno bene quelli che buttano fuori di casa i propri figli???? ecco alcune affermazioni mi sono sembrate peggiori dei giudizi di strada, perdonate questo mio commento ma sono stata davvero ferita da certe persone e certi commenti (anche dell’altro post)

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  5. Grazie a te Supermambanana per l’articolo!
    non dico che le difficoltà nella versione Italiana siano state nascoste (due dei bimbi hanno avuto problemi di salute che sono stati mostrati fin troppo), però la mia improssione è che sia tutto presentato troppo “filtrato”, troppo “roseo”…saranno le musichette infantili, le inquadrature ai cartellini con il nome del bimbo in arrivo ed ai peluches morbidosi, la voce fuori campo che sembra raccontare una favola,ma (e qui forse la sparo grossa) a me il programma è parso più come uno “spot” antiabortista che non come un monito ad essere responsabili e fare attenzione alla contraccezione per evitare di complicarsi l’adolescenza infilandosi in una maternità/paternità troppo precoce e piena di difficoltà.
    Poi mi sbaglierò, però per me stride parecchio che in un programma di questo tipo non vengano MAI nominati non solo l’aborto ma nemmeno la contraccezione (che invece sono temi centrali della versione americana).

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  6. grazie mille @Irene per questa testimonianza molto molto utile.

    “tutta l’attenzione è puntata sulla mamma, sulle sensazioni, sul bambino su quanto è bello avere un figlio”

    in considerazione delle serissime complicazioni che le teenagers gravide rischiano (il rischio di morte per parto può anche quadruplicare per le adolescenti, e non ne parliamo proprio dei rischi per i bambini), tutto questo mi pare criminale…

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  7. ciao,
    quando è uscito l’articolo di Silvia, avevo visto per curiosità solo la versione italiana dal programma, proprio dopo tale articolo (sempre per curiosità) sono andata a vedermi quella originale americana (si trovano le serie dalla 2 alla 4 su mtv-on-demand, le puntate sono complete e sono disponibili anche le puntate speciali) e sono rimasta decisamente stupita dalle differenze abissali tra le due serie!

    non mi stupisce che 16 and pregnant abbia prevenuto le gravidanze perchè è effettivamente lo scopo che si prefiggeva, il programma ha un taglio molto netto, punta sulle difficoltà, si apre con un descrizione della vita della ragazza prima della gravidanza e con un “ma ora tutto cambierà/si complicherà perchè sono incinta”; in ogni puntata viene affrontato il tema della contraccezione facendo parlare le stesse ragazze con i loro amici di come sono rimaste incinte, cosa pensano della contraccezione, cosa hanno sbagliato e cosa farebbero “a posteriori”; vengono toccati anche i temi di aborto e adozione (sia nelle puntate che nella due puntate speciali ad essi dedicate). Insomma il programma non è incentrato sulla gravidanza adolescenziale ma sulle DIFFICOLTA’ di una gravidanza adolescenziale e questo lo trovo estremamente positivo, infatti mi confermate che ha avuto un effetto netto!
    visto così, davvero è un’ iniziativa positiva, speriamo continuino a mandarlo in onda!

    Tutta diversa è invece la mia opinione riguardo la versione italiana, lì davvero si rischia l’emulazione, la trovo svuotata dal suo significato originale.
    Di questa serie ho visto solo 5 “storie” delle 6 che la compongono perchè le due puntate dedicate a Carmen, la ragazzina sedicenne con tre figli che spopola dalla D’Urso, sono state oscurate e passate solo su sky a pagamento, però questa versione sì che ha generato una serie di stelline e temo il rischio di emulazione sia reale.
    Durante le puntate NESSUNO parla di contraccezione, tutta l’attenzione è puntata sulla mamma, sulle sensazioni, sul bambino su quanto è bello avere un figlio, su quanto la famiglia aiuta (e qui giocheranno un ruolo molto forte anche le differenze culturali? forse, io credo di sì), NESSUNO MAI accenna alla contracezione, all’adozione (e qui credo siamo moolto più indietro che non in America), nè al grandissimo tabù dell’aborto. Insomma 16 anni e incinta è un programma tendenzialmente VUOTO secondo me , che mette solo in mostra le ragazzine e le loro gravidanze,mentre 16 and pregnant invece pare girato con l’intento di informare e prevenire.

    anche le reazioni delle famiglie delle ragazze sono molto diverse, nella versione italiana bene o male tutte le famiglie alla fine accettano al gravidanza e aiutano(chi ci arriva prima, chi dopo); solo due ragazze su 5 vanno a viere da sole,ma tutti i genitori aiutano moltissimo.
    In 16and pregant mica sempre…alcuni genitori/nonni rifiutano la gravidanza della figlia tanto da forzarla a trasferirsi a casa del fidanzato (in un paio di casi addirittura a casa della nonna del fidanzato) o a trovarsi una casa, ci sono puntate in cui le mamme/nonne rendono impossibile alla ragazza di decidere di tenere il bambino, nel tentativo di spingerle a dare il piccolo in adozione (una arriva a buttar la figlia fuori casa costringerla a trovarsi un lavoro e una stanza a pagamento a meno di un mese dal parto; solo dopo alcune settimane dalla nascita del bambino, davanti alla ragazzina che non riesce a lavorare e pagarsi le spese pur restanto ferma nella decisione di tenere il figlio, la mamma riprende in casa ragazza e bimbo).
    Non so se queste differenze siano davvero culturali oppure solo dovute al taglio dei due programmi, 16and pregnant punta anche molto sulla relazione mamma/figlia e si concentra anche tantissimo sulle difficoltà economiche.

    Insomma, secondo me, dietro alla versione italiana c’è stato un pessimo lavoro, e credo davvero che sia stata un “occasione persa” o addirittura un “esempio dannoso” a rischio di emulazione, mentre quella originale sinceramente trovo abbia la sua utilità e sia positiva, tutto sommato.

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  8. @Polly non nelle scuole, almeno non su tutto il territorio, ma i preservativi, le pillole, e tutti gli altri tipi di contraccezione sono gratis in UK per tutti, adulti e minori, uomini e donne, li ottieni nei consultori, nei centri medici, ci sono il walk in centre, sia generici sia specializzati negli under 25, quindi il costo non è un problema in principio

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  9. Non ho capito bene le obiezioni, però mi viene da pensare, forse ingenuamente, che il costo della contraccezione non possa essere un fattore che determina una scelta consapevole di non praticarla (al limite mi preoccupa la scelta di usare la pillola anziché il preservativo, perché la prima, almeno in Italia, costa meno, se questa scelta non contempla la trasmissione delle malattie). Quindi ti domando, @super: in uk, che sono meno moralisti di noi, almeno, i preservativi, li regalano nelle scuole? Perché sennò il programma televisivo è un po’ “monco”. Ma comunque se i risultati ci sono, non vedo perché contestare questo dato 😉

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  10. @Pellegrina, io penso sempre che un dialogo sereno con la propria famiglia su temi come la contraccezione e la sessualità in genere e come molti altri come giustamente dici tu sia un’ottima cosa, e fondamentale, ma purtroppo non sempre c’è e per tanti motivi diversi. Se programmi come questo possono aiutare a non rovinare la vita (ok, forse rovinare è un’espressione forte, diciamo evitare di fare errori che poi si scontano per tutta la vita) di ragazzi che o una famiglia alle spalle non ce l’hanno o non la accettano, beh, mi viene da dire meno male.
    Vedendo, lo ripeto, la serie americana, una cosa che mi ha colpita è proprio il modo do far parlare i ragazzi coi ragazzi: il programma che è tutt’altro che uno sceneggiato ha il linguaggio, i tempi e i modi degli adolescenti, e qui sta la sua forza comunicativa secondo me. Ripeto: fa proprio passare la voglia di prendere le cose con leggerezza, e allora ben venga.

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  11. @Barbara e @Mammame, non so come ma me l’aspettavo 🙂 la televisione italiana e i figli so piezz’e core vanno molto a braccetto

    @pellegrina, accidenti non ci provo più a usare espressioni poetiche 😀 interessante che tu abbia colto un aspetto moralistico mentre io lo dicevo proprio con affetto estremo, e ricordando il senso di onnipotenza che si aveva da ragazzi, dell’ “a me non succede” (che poi è un po’ quello che diceva Silvietta nel post di qualche giorno fa sulla paura della violenza sui bambini, quando citava il testo che riportava come noi umani siamo ottimisti di natura. La realtà è che, anche in UK, realtà che conosco meglio, le statistiche dicono che sebbene sia sempre in aumento l’uso corretto di contraccettivi, nella fascia di età più giovane questo trend non si replica. Se provi a seguire qualcuno dei link nel mio post di qualche giorno fa sulle gravidanze precoci in UK trovi anche qualche dato statistico più preciso, e dei puntatori ad una pletora di questioni che, certo, vanno risolte in modo informato. Stiamo, ripeto, parlando di una realtà UK e US, il moralismo è forse un tantino meno accentuato che in Italia (come del resto i commenti anche nel gruppo facebook di genitoricrescono stanno confermando, la versione italiana di “16 anni e incinta” non parla mai di contraccezione ma parla spesso di come sia bello essere madri… che non mi pare proprio il punto in questo caso)

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  12. “gloriosa scelleratezza della gioventù” sembra un’espressione quanto meno azzardata per definire un fenomeno così complesso. Che le ricerche di informazioni aumentino dopo una puntata di sceneggiato, se ho capito di cosa si tratta, pare smentire che l’accesso alle medesime nonché ai contraccettivi sia poi così facile e scontato. Che lo sceneggiato sia diffuso soprattutto tra le etnie e le fasce in cui lo sono anche le gravidanze e cioè le più sfavorite, se non sbaglio, smentirebbe di nuovo che sia facile l’accesso ai contraccettivi (che costano, specie per gli adolescenti), ma anche a un dialogo sereno con la propria famiglia su questi temi. E magari su molti e ben altri. Forse, più che espressioni colorite e vagamente moralistiche per definire le cause del fenomeno, quello che traspare, come causa e situazione è proprio il bisogno da parte degli adolescenti di più attenzione, ascolto e parole, in contesti più sereni e meno angoscianti o lacerati, che vivano e permettano di vivere la sessualità con meno sensi di colpa e vergogna di quanto si faccia ancora oggi, malgrado l’esibizionismo commerciale imperante.

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  13. Ho avuto l’opportunità di vedere alcune puntate americane e una puntata italiana. Ho colto la stessa differenza che hai sollevato tu: le puntate americane vanno subito al punto documentando in modo più diretto rispetto alla versione italiana le difficoltà che una coppia di genitori adolescenti deve affrontare; mi ha colpito in particolare il fatto che mostrino la fitta rete di rapporti emotivi che saltano o si saldano senza quasi filtro e questo lo trovo molto utile perché il fatto di dover riassestare equilibri emotivi con il fidanzato/a, con i genitori, con gli amici è un’esperienza intrinseca del diventare genitori anche da adulti. Ho avuto invece l’impressione che la versione italiana sia più filtrata: vorrebbe guidare verso la “morale” ma non ha la stessa forza. Se mi metto dal punto di vista di un adolescente preferisco mille volte vedere un dialogo tra miei pari in cui riescono o non riescono a risolvere il problema dell’accudire il bambino durante il giorno, conciliando questo fatto con il lavoro o lo studio, piuttosto che una voce narrante esterna che mi spiega che “il bambino viene affidato alla nonna perché la giovane mamma adesso ha capito che deve comunque costruirsi un futuro e si deve cercare un lavoro”. Non so credo che più si cerchi di essere educativi e padagogici in queste cose più si rischia di diventare pedanti alle orecchie dei ragazzi, più si documenta e si fa vedere anche senza mezzi termini cosa significa frequentare l’università on-line mentre devi allattare il bambino più si diventa educativi. Boh, spero di essermi spiegata…

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  14. Mi trovo molto più d’accordo con questa analisi che con quella fatta da Silvia, sinceramente. Non ho mai visto la versione italiana, ma mi è capitata qualche puntata di quella americana mentre pranzavo a casa da sola, e il messaggio che è arrivato a me è stato “ma che siamo matti? Non ci penso proprio a cacciarmi in una situazione del genere! Guarda che casino fra pannolini, poppate, litigi coi genitori, litigi col padre del bambino, coi genitori del padre eccetera. Non vedo più gli amici, non faccio più nulla di tipico della mia età, la scuola è diventata una chimera e di botto mi rendo conto che se non mi diplomo avrò ben poco da offrire a mio figlio”. Devo dire che la versione americana mi è sembrata molto dura e cruda su tutte le difficoltà che questi adolescenti devono affrontare, e personalmente l’ho trovato molto istruttivo. A quanto pare non solo io e mi fa molto piacere…

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