Allergia e intolleranza al latte e risvegli notturni

Se da quando avete iniziato lo svezzamento vostro figlio si sveglia 20 volte per notte, se non c’è Estivill che tenga, se Tracy Hogg gli fa un baffo, e se siete sul punto del suicidio famigliare, provate a pensare ad un allergia. O almeno questa è la nostra storia.

Facciamo un salto indietro a 5 anni fa, quando il mio piccolo Vikingo di circa 10 mesi si svegliava numerose volte la notte con evidente strapazzo dei suoi genitori che vagavano come zombie e si chiedevano cosa avevano fatto di male. Ovviamente tutti sapevano esattamente la ragione di questi risvegli, ed era ovviamente interamente colpa nostra. Le ipotesi più accreditate erano: a) lo facevamo stancare troppo durante il giorno (noi??? Se non stava fermo un attimo?), b) non lo facevamo stancare abbastanza durante il giorno (!!!!), c) non dormiva nel nostro letto e pertanto si sentiva abbandonato nel suo lettino, d) eravamo troppo rigidi nel seguire una routine organizzata e) varie ed eventuali.
Naturalmente il fatto che grazie a Tracy Hogg riuscivamo ad addormentarlo in un battibaleno era di secondaria importanza, anzi a veder bene magari era pure un po’ colpa di Tracy Hogg e delle sue tecniche troppo stressanti.

Io invece avevo notato una certa corrispondenza tra i risvegli notturni e la quantità di formaggio ingurgitato durante il giorno (ne era particolarmente goloso). Ne ho parlato con il pediatra svedese, e anche con quello italiano ed entrambi hanno alzato le spalle dicendo che era troppo difficile sapere con esattezza se fosse allergico al latte oppure no. Dopo altri due mesi di torture notturne, il pediatra svedese si è mosso a compassione e mi ha proposto di usare prodotti senza lattosio. Io ci ho provato, ma senza grandi successi, e quindi sono tornata dal pediatra a lamentarmi. Nel frattempo ero perfettamente in grado di descrivere la situazione: mio figlio si svegliava la notte urlando, si tirava in piedi, emetteva un gran quantitativo di aria e si rimetteva a dormire immediatamente.
A forza di insistere, dopo altri due mesi sono riuscita ad imporre la mia opinione, ed ho ottenuto di fare un test allergico che però ovviamente, è risultato negativo.

Fatemi fare una premessa per chi non lo sapesse, esistono allergie ed esistono intolleranze.
Un’allergia è una reazione eccessiva del sistema immunitario che si sente attaccata da un elemento estraneo considerandolo pericoloso. Le allergie sono classificate a seconda della gravità, e quelle più gravi possono portare anche a shock anafilattico e morte della persona, ma sono sostanzialmente sempre date dallo stesso meccanismo, la protezione eccessiva e ingiustificata del proprio sistema immunitario nei confronti di un allergene che in realtà di suo è abbastanza innocuo. L’allergia è una reazione immediata, avviene entro 10-15 minuti, e può essere scoperta con dei semplici test sulla pelle o un prelievo del sangue, che controlla il livello di immunoglobuline E (IgE).
Un’intolleranza, a volte chiamata anche reazione allergica ritardata (delayed allergic reaction), è indipendente dalle immunoglobine e quindi non è misurabile con una semplice analisi del sangue o un test sulla pelle. Questo rende più difficile effettuare una diagnosi corretta.

L’allergia al latte normalmente significa un’allergia alle proteine del latte, che sono molte e varie, ed è una condizione che colpisce il 2 % circa dei bambini piccoli e che scompare con la crescita.
In caso di allergia al latte bisogna eliminare latte di mucca ma anche di capra e di pecora in quanto le proteine dei rispettivi latti sono molto simili tra di loro.

Un’intolleranza invece può indicare un’intolleranza alle proteine del latte oppure al lattosio (ossia agli zuccheri del latte). L’intolleranza al lattosio, che più comune degli adulti che nei bambini, si risolve assumendo l’enzima responsabile della scissione degli zuccheri e il gioco è fatto.
Le cause alla base dell’intolleranza alle proteine del latte invece non sono molto chiare, ed è per questo che non esistono test riconosciuti, almeno dal sistema svedese.
Il test più accreditato per verificare un’intolleranza è quello così detto dell’eliminazione. In pratica si elimina l’alimento sospetto dalla dieta del bambino e si verifica immediatamente se i sintomi scompaiono. A quel punto si può procedere alla reintroduzione dell’alimento e verificare se i sintomi ricompaiono.

Una volta eliminati il latte e il formaggio dall’alimentazione del Vikingo abbiamo subito notato che le sue sveglie notturne sono passate da 10-15, a 2-3 per notte. Lo abbiamo tenuto su una dieta senza latte e formaggi per un paio di settimane, e poi abbiamo introdotto di nuovo il latte nella sua dieta. Le sveglie notturne sono tornate ai valori insostenibili di 10-15 per notte. Questo semplicissimo test ci ha tolto ogni dubbio: il piccolo Vikingo era intollerante alle proteine latte.

Tre anni più tardi ci siamo ritrovati nelle stesse condizioni con Pollicino ma questa volta siamo andati direttamente al punto. Eliminato il latte e il formaggi diminuivano drasticamente le sveglie notturne.

Ecco quindi le raccomandazioni nel caso di allergia o intolleranza alle proteine del latte:

  • 1. fate attenzione al latte nascosto nei preparati (alcuni salumi, precotti, dolci, cioccolato, eccetera). Controllare sempre la lista degli ingredienti per essere certi che non contenga latte.
  • 2. il latte scremato contiene le stesse proteine del latte intero quindi non aiuta in nessun modo.
  • 3. il latte di capra o di pecora contiene molte delle proteine del latte di mucca, quindi generalmente non aiuta, nonostante siano molti i pediatri che lo suggeriscono come sostituto (e mi chiedo se qualcuno può spiegarmi questa cosa)
  • 4. esistono moltissimi prodotti di soya e di avena, yogurt, latte e persino formaggi che possono essere usati come alternativa

La maggior parte dei bambini risolve il problema dell’intolleranza intorno ai 2-3 anni di età, per questo ad un certo punto si può provare ad re-introdurre l’alimento, e sperare di aver superato la fase critica. la reintroduzione deve però avvenire gradualmente, e conviene iniziare prima con formaggio stagionato, poi con l’uso di latte o formaggi nelle ricette, e solo in ultimo il latte da bere.
Il Vikingo intorno ai 3 anni e mezzo ha superato completamente il problema, ed anche se non è diventato un appassionato di latte, ha ripreso abbondantemente ad ingurgitare tonnellate di formaggio. Pollicino invece segue tuttora una dieta milk free ma abbiamo speranze per il prossimo futuro, visto che ha già 2 anni compiuti.

E voi? Avete anche voi esperienza in merito?

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52 thoughts on “Allergia e intolleranza al latte e risvegli notturni”

  1. Salve a tutti.
    Io ho un bambino di 20 mesi.All età di 3 mesi ha avuto ina orticaria gigante.Noi pensavamo al sudore,al caldo visto che era il giorno di ferragosto.E invece ,portato al pronto soccorso d urgenza,la pediatra ha diagnosticato Allergia alle proteine del latte vaccino.Fatto il prick test (negativo), esami del sangue positivi.
    Da allora eliminazione del latte vaccino e tutti i suoi derivati dall alimentazione del piccolo.Ogni 3 mesi fa il prick test che ora esce sempre positivo e ogni 6 mesi analisi del sangue anche queste positive.
    A gennaio farà l ennesimo esame del sangue e in base al risultato decideremo se fare la reintroduzione del latte vaccino sempre in ospedale sotto osservazione della pediatra (in caso ci fosse reazione anafilassi).
    Spero che i valori si siano abbassati e che la prova riesca nel miglior modo possibile.Veder soffrire il proprio piccolo mentre gli fanno tutti questi esami è molto dura per una mamma perchè devi esser forte e fargli coraggio.E il tuo cuore vorrebbe scoppiare….
    un augurio di Buone feste a tutti

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  2. Ciao a tutte, è da maggio che volevo lasciare un commento, ma poi mi dicevo … non credo interessi, però … oggi ho deciso che invece un commento lo lascio.

    Mia figlia è pluriallergica e fra le tante è fortemente allergica anche al latte (tuttora, sebbene abbia già sei anni compiuti) sin dai primi mesi (diagnosticata sia con i Rast sia con un bel episodio di anafilassi a 11 mesi).
    Nel nostro caso i risvegli notturni non sono cessati nemmeno con la dieta, ma c’era di mezzo anche la dermatite atopica e quindi come vedi ogni caso è un caso a sé stante, ma quello che mi ha colpito è leggere della “stessa alzata di spalle” comune a molti che non ritengono la madre sufficientemente “competente”. Questo è un discorso che vorrei affrontare da tempo nel mio blog, ma che mi porterebbe lontano, e quindi rimando sempre.

    Per questo ho apprezzato la mia pediatra tedesca (madre di due figli e in attesa del terzo quando Alice aveva un anno circa) quando mi disse:”Io faccio una diagnosi qui ed ora, ma Lei osserva sua figlia quotidianamente e ciò che Lei osserva tutti i giorni, può essere un indizio prezioso per me…” Saggia donna.
    Quindi fai bene a incoraggiare le mamme a osservare e riferire e io aggiungerei a non arrendersi…

    Ben detto, allergia e intolleranze non sono sinonimi, e a questo proposito di dò un’informazione che forse non ti serve e non ti interessa o forse sì. Al fine di verificare nei casi di dubbio se trattasi effettivamente di intolleranza al lattosio, esiste un test che pare piuttosto attendibile: breath test al lattosio, ma temo sia riservato ai bambini da una certa età in poi, perché devono collaborare, nel senso che devono soffiare in un palloncino particolare. Qui trovi altre info in merito: http://www.ospedalebambinogesu.it/portale2008/Default.aspx?IdItem=2357

    Ancora una curiosità: in Germania (dove ho vissuto a lungo e dove è nata e cresciuta mia figlia per qualche anno) era (non saprei se ancora lo sia) possibile detrarre le spese per l’acquisto di certi prodotti, specifici legati all’intolleranza al lattosio, in fase di Dichiarazione dei Redditi… Curioso vero? E se non sbaglio anche in Austria. In Italia non mi risulta. E in Svezia?

    p.s. Mi permetto di suggerirti di scrivere “potrebbe scomparire con la crescita” invece di “scompare con la crescita”, perché in realtà l’allergia non è detto che scompaia dopo i due anni, a volte si protrae nel tempo, è molto soggettiva e in alcuni casi non scompare affatto:(

    In ogni caso non è facile trattare l’argomento in modo esaustivo ed esauriente in un solo post e tu hai fatto un buon lavoro:)

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  3. il caso di nostro figlio Elia è stato in linea con quelli che ho letto. Neonato facilissimo, dormiva 8 ore per notte dalla quarta giornata… allattamento al seno con integrazioni serali. Poi dalla prima grattata di parmigiano, sono cominciati i problemi: sonno via via più irrequieto, peggioramento della dermatite, intestino mai a posto. A 2-3 mesi dall’inizio dello svezzamento, i risvegli erano ogni 20-40 minuti, e a volte stava per ore a fissare nel vuoto… estremamente irrequieto anche durante il giorno, aveva un sonno comunque agitato, in cui si lamentava di continuo. E tutti ci davano i consigli più incredibili, che però si riassumevano nella frase “ma che ti aspettavi? di dormire tranquilla?”. Solo mia mamma mi sosteneva e confermava che non era normale! Dopo un altro paio di mesi, presa dalla disperazione, ho cominciato a fare ricerca bibliografica; se su Pubmed si digita “insomnia” e “infant” escono migliaia di citazioni e non ci si cava più d’impiccio. Ma cominciavo a sospettare che ci fosse una base alimentare, anche se la dermatologa insisteva che fosse allergico al pelo di cane (che stava fuori, e comunque era a quel punto Gennaio e pioveva, si stava sempre in casa… perché avrebbe dovuto peggiorare?). La reazione doveva essere modesta (ma con effetto cumulativo) a qualcosa di quotidiano, o avremmo avuto delle fasi alterne di miglioramento e peggioramento (e invece, il peggioramento era lento ma costante). L’unico vero indiziato erano i latticini, la cui quantità era andata crescendo dall’inizio dello svezzamento fino alla sostituzione dei formulati “umanizzati” con il latte vaccino vero e proprio (cosa che aveva infine davvero scatenato i sintomi). E quando ho aggiunto “milk” alle parole chiave, ecco pochi, sparuti lavori degli anni ’80 che mettevano in evidenza il legame in modo scientificamente certo. In anni più recenti il collegamento tra livelli di istamina nel SNC e regolazione dei cicli sonno veglia (e non solo) sono poi stati studiati più precisamente… Ho provato la dieta di sottrazione-reintroduzione, e nel giro di pochissimo non abbiamo avuto dubbi. Ora il problema è che si sono aggiunti molti altri alimenti che danno problemi (certi pesci, la soia, certi frutti, il bianco d’uovo, certe carni)… ma ha 20 mesi ormai, e con la sua dieta ipoallergenica e pre-industriale cresce molto bene; spero lo traghetteremo indenne a una età in cui questi problemi saranno solo un ricordo. Spero. Spero.
    PS: la figlia di mia sorella ha avuto lo stesso percorso, iniziato però solo intorno ai 2 anni della bimba, dopo aver visto cosa stava succedendo a Elia.

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  4. Quanto mi rivedo nel racconto di mamma Serena e del suo piccolo Vikingo!!!Il mio problema è che nessuno,compreso i pediatri,mi abbiano mai consigliato di provare ad eliminare il latte vaccino dalla dieta di mio figlio!!!!!morale della favola,dopo aver speso un capitale in dermatologi,creme costosissime di farmacia sciroppi vari x favorire il sonno e quant’altro mi ritrovo a scoprire dopo OTTO anni che mio figlio è intollerante alle proteine del latte.Da quando abbiamo quasi completamente escluso dalla dieta latte vacino e derivati, la sua dermatite è migliorata tantissimo e x quanto riguarda i risvegli notturni x fortuna il problema si era già risolto intorno ai due anni emmezzo se non che …colpo di scena ARRIVO’ LA SORELLINA e le levatacce notturne sono proseguite x alti due anni,fortunatamente non cosi’ frequenti come quelle del fratello!!

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  5. Ciao a tutte! La mia prima figlia non ha mai dormito fino a dieci mesi, risvegli notturni ogni mezz’ora con pianti inconsolabili :(:( Ormai decisa a passarla sul gas (scherzo, ovviamente!!) vado dall’omeopata il quale mi dice solamente di togliere il latte vaccino dalla mia e dalla sua alimentazione (allattavo ancora…). Come per magia, nel giro di un paio di giorni…dorme tutta notte!!!! E io a vegliarla pensando che non stesse bene…non riuscivo a capacitarmi di una cosa simile!!! Avrei fatto un monumento all’omeopata!! 🙂 Abbiamo poi reintrodotto graduatamente il latte vaccino e le cose sono andate bene; ancora adesso, però, se fa un’overdose di latte e formaggio ha mal di pancia…e ha 11 anni!!
    Con la mia seconda figlia, ho da subito eliminato il latte e ha sempre dormito benissimo. Magari con lei sarebbe stato diverso, ma non ho voluto rischiare! 🙂
    Buona giornata!

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  6. Non riesco a leggere tutti i commenti ma… boh, esperienza pasticciata.

    Sara: coliche fino a 6 mesi, con pianti, nervosa dal primo pomeriggio, lagnosa dalle 16/17, pianto isterico dalle 20 in poi, fino anche a mezzanotte. Non c’è stato massaggio, finocchio, milycon che abbia aiutato. Però finite le coliche, era sonno profondo, fin dalle prime settimane anche 6 o 7 ore di fila. Passano le coliche, inizia lo svezzamento, iniziano i risvegli notturni, pochi, uno o due per notte, basta una carezza, l’acqua, e generalmente dorme. Fino a 4 anni. Cosa sia stato non lo sappiamo, forse anche le adenoidi gonfie, forse no.

    Alessia. Piccole coliche da subito, non concentrate come la sorella e non così forti, ma distribuite durante la giornata, ogni tanto si irrigidiva e piangeva, due minuti e passava. Di notte ha sempre dormito. Poi sono incominciati, con lo svezzamento, rigurgiti acidi che hanno fatto pensare a un lieve reflusso. Andiamo avanti con lo svezzamento e arrivano i risvegli. Ogni notte, pianti, a volte brevi, altre di ore. Rigida, si piega, fa aria, passa. tutte le notti. Cresce poco. Test intolleranze, negativi. Ma decido (d’accordo con la pediatra) di provare.

    Elimino il latte e la situazione migliora. Provo ad aggiungerlo pian piano. Vedo che se non lo dò da merenda in poi (cioé si a colazione e poco a pranzo) e se evito i formaggi (ok a latte e yogurt a colazione e pranzo) va molto meglio. E mi dicono che fino ai 3 anni le allergie è difficile rilevarle anche con gli esami del sangue.

    boh… Ormai ha due anni, può anche mangiare il gelato al pomeriggio senza grandi problemi. dA un mese i risvegli sono molti meno e inizia a dormire tutta la notte. Io ancora non sono sicura di cosa abbia avuto. Spero che stia passando sul serio però! So solo che il tempo passa,ti dicono “è normale, devi avere pazienza” e intanto tu non dormi, lei non sta bene, e nessuno sa che fare…

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  7. La mia piccolina (che ora ha 13 mesi) ha mostrato una stitichezza pesante dal primo giorno della nascita. Non è stata allattata e fin dall’inizio ha bevuto latte artificiale. Dopo 7 mesi di “perette” e strazi continui e l’inizio dello svezzamento, si è presentato una dermatite sulla faccia che ci ha fatto pensare. Portata da un pediatra tanto antipatico quanto bravo le è stata diagnosticata l’intolleranza alle proteine del latte vaccino. Dopo due/tre settimane la bimba non presentava più alcun problema (ma aimè i risvegli sono continuati per molti mesi a prescindere dall’intolleranza!). Ora stiamo cominciando a reintrodurre qualcosa che contenga latte, ma con molta calma e rispettando i suoi gusti. A noi i pediatri consultati ci hanno detto che questa intolleranza dopo l’anno di età passa, vedremo…..

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  8. Ciao, anche noi intolleranza fortissima alle proteine del latte, notata intorno ai 7 mesi con l’introduzione di parmigiano e yogurt. Mai notata però una correlazione con i risvegli notturni, ma solo un forte arrossamento delle labbra e delle guance. In alcuni casi (latte di capra) addirittura labbra gonfie e eritemi sull’interno braccia e gambe.
    I test fatti al gaslini ad 1 anno (prick test) hanno rilevato forte intolleranza alle proteine del latte, compresi carne di vitello, manzo e agnello, che contengono proteine del latte.
    Abbiamo eliminati i formaggi e sostituito il latte con latte di riso e, naturalmente, anche evitato la carne. Il parmigiano è stato sostituito con il grana padano che non dà alcun problema (mi dicono contenga enzimi diversi dal parmigiano(?)).
    A 2 anni è tutto risolto, ma non abbiamo comunque introdotto il latte vaccino visto che sia io che mio marito non ne beviamo perchè ci risulta indigesto. Formaggi e yogurt comunque molto pochi.
    Ora vediamo con il secondo che succede… speriamo bene 😉
    Ciao

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  9. questo articolo – e l’esperienza di wonderland – che conoscevo già – rispecchia la situazione in cui ci troviamo da mesi. soltanto, a noi accade con il latte materno! si tratta, crediamo, di intolleranza al lattosio – slatentizzata dalla varicella o dall’antivirale (aveva un mese e mezzo). ora stiamo mettendo in atto svezzamento (anche se ovviamente la pediatra continua a dirmi “mi raccomando, pappone con tanto parmigiano… seee stai fresca!!) e inserimento di latte di soia, sperando che entrambe le cose portino a notti “accettabili”… dita incrociate e .. ci sentiamo 😉 grazie

    p.s. se qualcun’altro passasse di qui con la stessa esperienza, mi faccia un fischio, che devo ancora capire come organizzarmi con lo svezzamento, ok?!

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  10. Porpi: 8 mesi di risvegli (anche 20 per notte, uno ogni mezz’ora o meno). Sentenza: intolleranza alle proteine del latte. Stiamo provando a reintrodurre ora, dopo un anno e mezzo di dieta ferrea… (sul blog intanto trovate qualche ricettina)

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  11. a me è venuto il sospetto che Bibo fosse intollerante alle proteine del latte quando ho introdotto il fomaggino, la notte si svegliava urlando e non capivamo il perchè (normalmente si sveglia ma non piange). ho lasciato stare il formaggino per un pò di tempo e dopo qualche mese ho riprovato cambiando marca, e pare abbia funzionato.
    non so se si tratta di un’intolleranza vera e propria o se sia stato quel determinato tipo di formaggino a dargli fastidio, sinceramente non credo che gli attuali risvegli notturni di Bibo (1-2 senza piangere) siano dovuti al latte…mah! dovrei fare qualche prova

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  12. @kunziker, l’uomo e’ pure l’unico mammifero che cucina :-PPPPPP

    (scusate, non ho resistito… perdono perdono perdono)

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  13. oh yes…la mia piccolina, 8 mesi, è intollerante a latte e derivati (e uova!!!!). la cosa mi stupisce poco visto che io non bevo latte da circa 20 anni e ho limitato tantissimo il consumo dei latticini. il papà molto più integralista di me perchè non assume nè latte nè latticini praticamente dalla nascita.
    tutta la nostra famiglia è seguita da una bravissima omeopata che ci supporta nelle nostre scelte alimentari per compensare eventuali carenze…che, ad ogni modo, pare non ci siano mai state. assumiamo calcio dalla verdura a foglia verde (scuro), semi (nmandorle, noci, semi…) etc…e, soprattutto con la piccolina, cerchiamo di ridurre almeno per l’ora l’assunzione di fibre perchè una quantità eccessiva rdurebbe l’assorbimento del calcio.
    in sostituzione al latte, quando smetterò di allattare al seno, darò latte di avena e riso.
    non per portare l’acqua al mio mulino (anche perchè a me fondamentalmente i formaggi ahimè piacciono molto), ma concludo con una frase che è sempre presente nello studio della mia dottoressa “avete mai visto una muca bere del latte? l’uomo è l’unico mammifero che continua a bere latte dopo lo svezzamento”.

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  14. sarah ha avuto gli stessi problemi con le coliche e non riuscivo a convincere la pediatra…e così anche io ho fatto da me sostituendo l’unica poppata artificiale con latte “confort” e non mangiando latticinei(allattato fino al quarto e in seguito l’ho fatto anche col grano visto che dopo l’introduzione del grano non cresceva più).

    Mi sono affidata ad una rivista di ricerca infermieristiC..”evidence based nursing”…perchè a volte la disperazione è più forte dei pregiudizi dei medici..ora a 4 anni segue un’alimentazione normale..
    PS: anche i nostri test erano negativi.

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    • @mammadifretta a noi invece ha continuato a seguirci il pediatra e l’allergologo, quindi medici a tutti gli effetti. Il fatto che i test fossero negativi infatti non è indicativo per quanto riguarda le intolleranze.

      @kunzinker a noi una dietologa ci ha dato un integratore di calcio, avvertendoci che i bambini normalmente non lo amano, e infatti nessuno dei due ne ha voluto sapere. Però ci aveva spiegato che seguire una dieta bilanciata sarebbe stato più che sufficiente, anche perché molti dei prodotti alternativi che si trovano in commercio, come il latte o lo yogurt di soya o di avena hanno calcio aggiunto. Per quanto riguarda le mucche che non bevono il latte, spero che sia una battuta, perché è pieno di cose che mangia l’uomo (onnivoro) rispetto alle mucche (erbivore) oltre al latte 😉

      @supermambanana non avrei saputo dirlo meglio! Ah ah ah!

      @francesca se si tratta di 1 o 2 risvegli e non piange, allora direi proprio che sono risvegli assolutamente normali. Non ti mettere a fare prove alimentari inutilmente, perché è effettivamente faticoso. Magari il problema non era nemmeno il formaggino, ma chissà che altro.

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