Intervista a Federica: storie di sveglie notturne e “mammite” acuta

allattamento-sonno-bambiniOggi intervistiamo Federica che ci racconta la loro avventura con il sonno di Caterina, 12 mesi, e di come sia iniziata bene, sia evoluta male, sia pegiorata di molto, e ora finalmente sembra andare un pò in discesa.

Lettone con mamma e papà o lettino? Quale è il vostro ideale?
Non abbiamo un ideale, per ora usiamo entrambi, diciamo che il nostro “ideale” è dormire.

Che tipo di bambina è Caterina? Come avveniva il suo addormentamento nei primissimi tempi?
Caterina è decisamente una bambina angelica, basta che le siano soddisfatte le esigenze primarie: cibo e sonno. Per fortuna fin da subito tali esigenze le sono state soddisfatte a dovere, voglio dire che ha ciucciato subito benissimo e a me il latte non è mancato, anzi, abbiamo seguito l’allattamento a richiesta, non ha avuto coliche né intolleranze…insomma ci sono stati tutti gli ingredienti giusti per passare i primi mesi della sua vita in tutta tranquillità: a 3 settimane ha iniziato a saltare la poppata delle 3, a un mese dormiva già 8 ore di seguito, poi 10 a volte addirittura 12. L’addormentamento non avveniva per forza al seno, ma anche in braccio al papà, oppure cullandola in piedi, l’unico momento in cui si addormentava da sola in culla era la mattina, con una musica ninna nanna.

E poi sono arrivati i problemi
Poi è arrivata l’estate, il caldo, i primi omogeneizzati di frutta, insomma non so bene cosa sia stato, però intorno ai 5 mesi (giugno/luglio) ha iniziato a svegliarsi verso le 5 di mattina, poco dopo anche alle 2/3. Noi non ci eravamo assolutamente abituati, e io ho fatto la cosa che mi è sembrata più spontanea: attaccarla al seno. Sebbene Caterina viaggiasse intorno al 97° percentile di crescita (una bella polpettina insomma) l’unico difetto dell’allattamento al seno è venuto a galla, ed io ho pensato si svegliasse per fame, o per sete (ma allora ancora non beveva acqua perché da brava “ciucciatrice” rifiutava il biberon). Ho pensato fosse una cosa provvisoria, che molto presto le sarebbe passata, e avrebbe ripreso il suo fantastico ritmo da 8 ore. Sono passati altri 5 mesi. A novembre io ero praticamente esausta. Era un orologio svizzero. Ogni 3 ore si svegliava per ciucciare…e mangiare! La cosa che continuava a farmi pensare che fosse affamata (oltre al fatto che me lo diceva la pediatra) era che non ciucciava e basta, ma mangiava proprio…Lo svezzamento procedeva bene e non rifiutava le pappe, sembrava gradire tutto. A novembre c’è stato il primo tentativo di dire stop: non si ciuccia più di notte, ma è stato un fallimento su tutta la linea, e quello che abbiamo ottenuto è che oltre a ciucciare intorno all’una si trasferiva nel lettone. L’addormentamento serale parallelamente invece era abbastanza semplice e veloce, pigiama, musica (sempre la stessa) si addormentava nell’arco di 15 minuti in braccio, toccando i capelli e ciucciandosi la lingua.

So che ultimamente la situazione è degenerata. Ci puoi descrivere cosa sta succedendo
Ultimamente sono successe due cose. Una è che è iniziato il nido che ha complicato decisamente la situazione, perché le è scattata una forma di mammite acuta; due, io ho iniziato a lavorare a tempo pieno e mi è scattato un forte senso di colpa per non stare più con lei, amplificato dalla sua mammite. Il risultato di queste due reazioni è stato che Caterina ha iniziato a voler ciucciare anche di giorno, appena mi vede alle 6, poi per addormentarsi la sera, di notte ha iniziato ad incrementare le sveglie anche 6 o 7 volte, e il sabato e la domenica durante il giorno, non fa che chiedermi di ciucciare, ha iniziato a saltare i pasti completamente, e io in preda al senso di colpa l’ho assecondata.
Probabilmente il mio senso di colpa avrebbe prevalso ancora un po’ sul mio sonno, ma quando il mio compagno lo scorso venerdì ha detto “da stanotte riproviamo la terapia d’urto” non me la sono sentita di dirgli di no, ho colto la palla al balzo, ma ero spaventata, non ce l’avrei fatta a sentirla piangere disperata, e gli ho detto che se avrebbe sofferto troppo bisognava accontentarla perché era evidente che si sentiva abbandonata di giorno, non volevo che si sentisse abbandonata anche di notte. La terapia d’urto se l’è fatta praticamente lui. Le prime tre notti ho dormito sul divano, così per Caterina sarebbe stato più facile. Quando si svegliava piangeva, un pianto davvero arrabbiato, tanto che non si poteva fare granchè, l’unica tecnica è stata distrarla accendendo la luce. Non è stato facile, ma nemmeno impossibile, tanto che non sono intervenuta mossa a pietà, nemmeno la quarta notte quando ho passato io la notte con lei. Dalla quinta notte Caterina si sveglia una volta sola, dalla sesta non piange più si addormenta quasi subito…riassumendo ad oggi accade questo: la sera si addormenta sdraiata accanto a me (o al papà) sul lettone, (non sotto le coperte)con la musica di sottofondo, ci mette tanto, canticchia, si gira muove le mani, ti guarda, ride, piange ti tocca i capelli e si ciuccia la lingua, poi ad un certo punto crolla e viene messa nel suo lettino.
Verso le 3 o le 4 si sveglia, e viene presa e messa nel lettone. Dove si riaddormenta e continua a dormire fino alle 8 di mattina, quando ci si alza e si fa colazione…IN CUCINA!

Direi che state andando benissimo allora. I piani per il futuro?
Direi che siamo decisamente soddisfatti, sia della tempistica, stiamo parlando di 8 giorni fa, sia del risultato. Per ora continuo a soddisfare la sua mammite e il mio senso di colpa con l’unica ciucciata alle 6 di pomeriggio, quella appena torno a casa, alla quale ancora non riesce a rinunciare. La grande novità è che non avviene più sul lettone, ma sul divano. Ho pensato infatti di dissociarle totalmente le due cose, cambiando “luogo”, e sembra funzionare.
Dovremmo impegnarci a passare all’addormentamento direttamente nel lettino, perché credo che potrebbe risolvere anche il venire nel lettone alle 4 di notte. Ma sinceramente il lettone per ora non è un problema e credo quindi che rimanderemo a quando lo diventerà.

Considerazioni e consigli per altre mamme e papà nella vostra situazione?
Come ho detto all’inizio, noi seguiamo un po’ la logica del “basta che dormiamo tutti” e quello che funziona ora non è detto che funzionerà per sempre, con Caterina è andata così.. Credo che ci sia il tempo giusto per fare le cose, ed ognuno deve capire qual è. Se tornassi indietro, a luglio credo che agirei allo stesso modo, perché in fondo non posso essere sicura che le sveglie non fossero davvero per fame, o chissà cosa avrei dovuto fare per farla riaddormentare nel pieno della notte. Ho scelto la via più facile, e più piacevole (per entrambe).
Il consiglio che do è che ognuno deve seguire il proprio istinto soprattutto quando si tratta di un rapporto così particolare ed esclusivo come quello dell’attaccamento al seno. E’ un rapporto a due, che funziona bene finché mamma e figlio stanno bene.. quando uno dei due (e non è detto che sia sempre la mamma) non lo vive più bene allora forse è il momento di aggiustare il tiro…Non esistono
metodi, non esistono tabelle di età, né preconcetti sociali.
Una considerazione su tutte è che è fondamentale l’intervento del partner, perché da sola non avrei
iniziato ora, avrei dovuto aspettare un altro momento, ma nel frattempo avrei passato altre notti insonne…e soprattutto sarebbe stato più doloso per Caterina.

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3 thoughts on “Intervista a Federica: storie di sveglie notturne e “mammite” acuta”

  1. Ciao, volevo lasciare un commento su aggiornamento sveglie notturne, ma non ci sono riuscita…
    Quindi, visto che anche qui siamo in argomento…
    X TUTTE LE MAMME CON BIMBI PICCOLISSIMI, MEGLIO SE ANCORA NON HANNO COMPIUTO I 3 MESI, FORSE FINO AI 6, INUTILE DOPO:
    Io con le mie bimbe, ho seguito il metodo del dottor Karp, dal libro “magico sonno” ed ha funzionato ottimamente.
    Secondo la sua teoria, millenni fa, la gestazione durava 12 mesi, la natura poi, l’ha necessariamente dovuta accorciare a 9, perché la crescita del cervello (con relativa testa) al 12° mese non avrebbe permesso il passaggio nel collo dell’utero…dopo questa estrema sintesi, sintetizzo ancora dicendo: i bimbi nascono quindi “immaturi” non pronti a relazionarsi con l’ampio mondo esterno, le famose coliche non hanno fondamenti scientifici, trattasi di bisogno di utero e spazi ristretti del bimbo, oltre al fatto che agitandosi, il bimbo/a incapace di coordinare i movimenti, finisce per colpirsi e graffiarsi, peggiorando la situazione.
    Vero o falso tutto questo preambolo, il suggerimento I e veramente utile è: FASCIARE IL BAMBINO/A . Non pensavo che l’avrei mai fatto (ho letto il libro in gravidanza), mi sembrava una vera cattiveria, una costrizione inutile…ho provato il 2° giorno in ospedale, non riuscendo a calmare in nessun modo la mia tata grande…a parte la lotta iniziale (al massimo 1 minuto) che espressione beata, che viso sereno …. CHE DORMITA!!!
    Funziona così: L’ideale è una copertina da culla di cotone con un minimo di elastan, all’occorenza va bene anche un lenzuolino o altro. Si stende in orizzontale e vi si pone il bimbo/a in modo che le spalle finiscano subito sotto il bordo della copertina. Con sicurezza si tengono ferme le braccia lungo il corpo, si passa il lembo sinistro della copertina a fermare il braccio destro e lo si posiziona dietro la schiena. Stessa operazione con il lembo destro che tratterrete saldamente mentre lo/a tenete in braccio. Le braccia devono essere veramente ben ferme, perché se ha un minimo di libertà di movimento…allora sì che si innervosirà, perché invece di rassicurarsi, capirà di non riuscire a lamentarsi come potrebbe. Già questo dovrebbe bastare a garantirgli/le sonni placidamente tranquilli. E’ meglio prevenire la crisi, quindi fasciarlo/a quando è ora di dormire. Come seconda soluzione, sempre così fasciato/a, i rumori bianchi. Ottima la radio non sintonizzata, quando gratta monotamente con lo stesso non ritmo, a volume sostenuto.
    Infine, se ancora non bastasse, sempre tenendo saldamente la copertina, tenerlo/a in braccio dondolandolo in maniera energica.
    Le motivazioni?
    -La fasciatura lo/a riporta agli ultimi giorni nell’utero, quando si sentiva protetto/a e non aveva praticamente più spazio per muoversi
    -Il rumore bianco gli ricorderà i suoni ovattati che percepiva attraverso il nostro corpo ed il liquido amniotico
    -il cullarlo/a energicamente lo riporterà allo sballottamento abituale di quando era nella pancia e noi semplicemente camminavamo.
    In bocca al lupo mamme!

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  2. Anche io ho appena letto sul tuo blog sull’argomento. Siamo d’accordo sul fatto che i “metodi” possono dare un indirizzo, un’idea, ma poi la realtà di ogni bambino è quella e va rispettata. Sul sonno e su ogni altra questione. Grazie per la tua partecipazione

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