Betty Senatore è qui con noi in veste di donna senza figli (e, attualmente, single).
Per molti non ha bisogno di presentazione: è la voce di Ladies and Capital su Radio Capital insieme a Silvia Mobili e dalla sua pagina facebook traggo questa sua bella descrizione: “Conduttrice alla radio, attrice, speaker, docente di linguaggio radiofonico, dizione e public speaking…in breve? Una gran curiosa!”
Ricordo che, quando Silvia Mobili me la presentò, lo vissi come un misto tra l’incontro con una star e quello con un’amica, dopo una lunga quotidianità acquisita con lei in anni di ascolto di RadioDue. Perché la radio ha questa magia: una incredibile vicinanza tra chi la fa e chi la ascolta.
Betty è anche una donna che non ha figli, non per caso, ma per sua scelta consapevole. E’ una scelta di vita che si porta dietro giudizi e pregiudizi? Lo abbiamo chiesto a lei.
Pensi che questa tua situazione personale di donna senza figli, ti abbia agevolato nel lavoro?
Io amo molto il mio lavoro e dico sempre che sono una persona fortunata ad avere un lavoro che coincide con una passione. Anticipo questa riflessione perché è più semplice spiegare come non sia stato faticoso dedicargli molte energie e come abbia potuto farlo serenamente anche perché non avevo figli. Non ho mai sentito, insomma, il senso di colpa nel lasciare a casa un bambino per una trasferta di lavoro o per uno spettacolo teatrale. Se vogliamo estendere il discorso e dire che per una donna con figli lavorare alla radio è impossibile, mi sembra esagerato, però è anche vero che nel mio ambiente conto sulle dita di una mano le conduttrici che sono madri…
Come organizzi le vacanze? Viaggi da sola? Quanti luoghi comuni affronti per questo?
A dire la verità ho avuto molte difficoltà in questi anni a convincermi che avrei potuto viaggiare da sola. Sono stata la prima a non avere il coraggio di affrontare dei viaggi che mi sarebbero piaciuti perché non sapevo come organizzarmi. Conosco tour dedicati a persone sole, anche se non necessariamente single, ma non amo quel genere di vacanza. Nelle vacanze, così come nella vita, ho sempre desiderato momenti di solitudine e silenzio e quel genere di viaggio non era adatto a me. Nello stesso tempo ho dovuto convincermi che vivendo da sola da anni, una vacanza non sarebbe stato tanto diversa dalla mia quotidianità. La mia scommessa è stata vinta dopo che ho affrontato un viaggio di lavoro in California a cui ho unito alcuni giorni di vacanza. 32 ore di aereo fra andata e ritorno. Ho conosciuto tantissime persone, ho fatto ciò che volevo quando volevo e sinceramente non volevo più tornare indietro. Mi auguro di poterlo rifare presto!
Dammi due parole per definire le tue amiche con figli, e dammi due parole con cui le amiche, o altre persone con figli, ti hanno definita.
Le mie amiche con figli sono felici e schiacciate allo stesso tempo da lavoro e impegni familiari. Per loro sono molto libera di godermi la vita. È vero, ma perché l’ho scelto. C’è però una cosa che voglio dirgli e per la quale le ringrazio. Nessuna di loro mi ha mai detto “se non hai figli non puoi capire”. Il prendersi cura di un altro essere vivente, di un’idea, di un progetto e portarli avanti riguarda tutte, madri e non, e loro lo hanno sempre capito.
Il luogo comune vorrebbe che una donna single e senza figli abbia “pentimenti” solo legati alla propria vita affettiva e a possibili figli mai avuti. Ma è così semplice? Quali altri “pentimenti” ci sono nella vita di una persona che non ha figli.
Non sono pentita di niente, soprattutto alla maternità. Da quando sono nata non ho mai detto: che belli i bambini. Anzi! Belli tutti, ma a una certa ora a casa dei genitori. C’è stato un solo periodo in cui ho desiderato avere una famiglia tutta mia, ma è stato legato alla malattia che aveva colpito mia madre. Sono figlia unica e in quel momento di difficoltà ho sentito improvvisamente il peso dei miei genitori su di me. Non avevo neanche un fidanzato. Ho passato un periodo veramente molto complesso. Piano piano ho però capito che il figlio desiderato in quell’istante non era un reale desiderio di maternità, ma solo il bisogno di sentirmi meno sola. Sarebbe stato un punto di partenza sbagliato per costruire una famiglia.
In realtà la mia riflessione sulla maternità nasce da molto prima. Diventare madre significa mettere se stessi dopo un figlio, stare in secondo piano. Io non sono assolutamente in grado di farlo. L'”egoismo” che si potrebbe imputare a questa riflessione, lo vedo come un gesto di altruismo verso un figlio infelice che avrebbe accanto una madre insoddisfatta. E poi lo confesso, sono molto ansiosa. Vado in paranoia per una cistite del gatto arrivando a non dormire per intere notti. Come potrei sopportare la malattia di un neonato che piange e si dispera?
Sono gli uomini o le donne a temere di più una donna senza figli?
“Temere” è un parola esagerata. Diciamo che veniamo guardate in maniera diversa dalle donne che vivono nei piccoli centri. Mi spiego meglio. Quando torno a Grosseto, nella città dove sono nata, mi ritrovo a essere l’unica donna fra le mie ex compagne di classe a non avere ancora figli. La mia situazione viene vista in maniera strana. Mi dicono: “Eh, ma tu pensi molto al lavoro!”. No, come ho spiegato prima non è il lavoro a bloccarmi. La mia è una scelta consapevole. Donne in carriera con figli ce ne sono. Usciamo dagli stereotipi! Invece a Roma, dove vivo, è molto più frequente vedere una donna senza bambini. Ne conosco tantissime. Forse, fra 10 anni, saremo guardate da tutte allo stesso modo e non più come quelle “strane”.
Che bella questa chiacchierata con Betty