Spunti di riflessione su quanto di noi stessi mettiamo in gioco sul lavoro: il lavoro fa parte della nostra costruzione personale e anche volendo, è difficile relegarlo a un semplice modo di guadagnare denaro.
Emozioni, sensazioni, razionalità: all’opera in ogni ambito
Ognuno di noi ha dentro di sé la possibilità di attingere
– ai pensieri e alle elaborazioni razionali,
– alle sensazioni immediate del corpo,
– al bagaglio immane di informazioni che derivano dalle emozioni.
Questo, in ogni ambito in cui veniamo coinvolti: in famiglia, come nel lavoro, come nella solitudine, o coltivando i nostri passatempi, prendendoci cura del nostro corpo o della nostra anima o della nostra istruzione.
Emozioni al lavoro… sul lavoro
Il lavoro può essere una grande occasione di sperimentare appartenenza, stima, orgoglio, oppure vergogna, colpa, rabbia, invidia.
Sul lavoro però spesso si scontrano due istanze inconciliabili: l’esigenza di dimostrarsi efficace nelle prestazioni e la necessità di ritenersi soddisfatti come persone. Spostare la soddisfazione solo sugli aspetti esteriori, come la gratificazione economica, può non essere una buona scelta, come ci ricorda Barry Schwarz nel suo Ted talk “The way we think about work is broken”
“non lavoreremmo se non fossimo pagati, ma non è il motivo per cui facciamo quello che facciamo. E in generale penso che le ricompense materiali siano una ragione abbastanza scarsa per fare il lavoro che facciamo. Quando diciamo di qualcuno che “è lì per i soldi” non stiamo semplicemente descrivendo la situazione.”
Su che cosa lavorare e con che tempi
Come suggerisce Dan Ariely nel suo Ted Talk What makes us feel good about our work? Cercando di trovare senso, motivazione e orgoglio e anche un po’ di sforzo e fatica nel nostro lavoro.
Come fare?
Quotidianamente, prendo per buona la piramide alimentare suggerita da Luca Vignaga nel suo “Il lavoro in dieta”: cercando prima di tutto di fare bene il proprio lavoro con etica e senso di responsabilità.
Alla lunga, osservando le cose nella giusta prospettiva, consapevoli che le teorie che formuliamo sulla natura umana, alla lunga, la determinano.
Tornando allora a Barry Schwarz, prendiamo consapevolezza di come
“disegniamo la natura umana dando forma alle istituzioni in cui la gente vive e lavora. Quindi voi, praticamente ciò che di più vicino c’è ai padroni dell’universo, voi dovreste porvi una domanda, quando tornerete a casa a gestire le vostre organizzazioni.
Quale tipo di natura umana voglio aiutare a creare?”