Lisa è Mammaemigrata, la blogger italiana in Lussemburgo, dove vive, lavora ed è la mamma di Veronica (12 anni e mezzo), Cristian (8 anni) ed Elia (1 anno).
Alcune delle pagine più appassionate del suo blog le ha dedicate proprio alla realizzazione di questo grande progetto familiare: costruire una casa compatibile con il mondo e con la sua famiglia.
La decisione di costruire la propria casa è una delle più rilevanti nella vita di una famiglia. Cosa spinge a pensare ad una casa eco-compatibile?
Io e Sebastien abbiamo deciso di cercare un terreno a prezzi abbordabili qualche anno fa, e più precisamente nel momento in cui traslocammo in un appartamento in affitto più grande, quando lui venne ad abitare con noi. Scegliemmo appunto un appartamento vivibile in modo da poterci prendere tutto il tempo necessario per trovare ciò di cui avevamo bisogno.
In quel momento iniziammo quindi ad informarci sulle possibilità per la costruzione: eravamo entrambi d’accordo sul fatto che non volevamo assolutamente comprare una casa “chiavi in mano”, volevamo una casa pensata per noi e unica.Iniziammo ad acquistare varie riviste, dove si iniziava a parlare del boom delle case eco-compatibili, dei nuovi materiali, dei nuovi impianti. [quote]
Ci è sembrata subito una cosa intelligente, in primis a fronte dei possibili risparmi economici, visti i ridotti consumi. E poi abbiamo capito che potevamo avere una casa sana, senza pericoli per i nostri figli. Così abbiamo iniziato ad informarci in modo molto più approfondito e praticamente per due anni non abbiamo parlato di altro che pompe di calore, ventilazione meccanica controllata, stufe e camini a pellet e a legna, pannelli solari termici e fotovoltaici ecc.
Quando ho letto varie cose sulle case a ossatura in legno, ne ho parlato con Sebastien, che inizialmente era scettico, perchè per lui la casa in legno era lo chalet svizzero, e non corrispondeva assolutamente allo stile che volevamo per la casa. Poi però l’ho convinto facendogli vedere riviste specializzate, in cui c’erano case in cui il legno non si vedeva nemmeno, sebbene fossero costruite esclusivamente con quel materiale. Abbiamo poi trovato un architetto che costruisce solo questo tipo di case, che ha saputo interpretare alla perfezione i nostri bisogni e ci ha orientati anche su molte scelte tecniche, spiegandoci il perchè magari un tipo di riscaldamento era meglio di un altro.
Poi in Lussemburgo è stato introdotto l’obbligo di fornire un passaporto energetico all’introduzione delle domande per i permessi alla costruzione. E poi, per caso, abbiamo scoperto il terreno su cui abbiamo costruito, che si trova in un comune particolarmente attento alle problematiche dell’ambiente, e che ha liberato tutti i lotti del nostro nuovo quartiere SOLO ed ESCLUSIVAMENTE per farci costruire case con almeno una classe B sul passaporto energetico. Le nostre considerazioni precedenti si sono quindi rilevate utilissime e perfettamente compatibili con quel terreno.
Quali sono gli aspetti che caratterizzano la vostra abitazione?
Intanto, come già detto, l’ossatura è completamente in legno. La casa è stata costruita in una fabbrica a Baden-Baden (i tedeschi fabbricano questo tipo di case da più di 50 anni), ed è stata consegnata sul cantiere con un camion enorme, via trasporto eccezionale. E’ arrivata in pannelli, in pratica per ogni piano, c’era un pannello enorme per ogni facciata della casa, con i “buchi” per le porte e le finestre (qui le foto del giorno in cui l’hanno montata).
La struttura dei muri è così composta:
all’esterno, legno come rivestimento (larice naturale, non trattato e non verniciato, perchè naturalmente imputrescibile. Col tempo assumerà un colore grigio come avviene con il teck non oliato). Le foto del rivestimento terminato sono qui (in pochi mesi mi rendo conto che, dal lato giardino, il colore è già variato moltissimo, oggi è quasi bianco-grigio!!!);
sotto al rivestimento, a distanza di 3-4 cm (per lasciar respirare il legno) un rivestimento “tecnico” che si chiama para-pioggia;
dietro al para-pioggia, tra i montanti di legno verticali della struttura, ci sono una 30ina di cm. di lana di legno che è l’isolante della casa: in pratica, i truciolati e i residui delle falegnamerie vengono tritati a formare una specie di polvere sottile che viene poi compressa in placche che hanno l’aspetto un po’ della lana cardata. Il materiale è ovviamente trattato contro l’umidità, i funghi, le termiti e soprattutto, l’incendio
all’interno, dove non abbiamo voluto o potuto mostrare il legno, pannelli di cartongesso.
Non ci sono vere e proprie fondamenta, in pratica hanno scavato per neanche una 50 di cm, e hanno colato una classica soletta di cemento. Poi hanno elevato la casa sopra a un “vuoto sanitario” costruito in muratura e alto circa 1,30. Questo vuoto ha diverse funzioni:
la casa è isolata anche “dal di sotto”, visto che l’aria è a una temperatura più o meno costante;
il vuoto permette il passaggio di tutti i tubi degli impianti, e quindi anche la circolazione degli eventuali operai, per modifiche e/o riparazioni (tipo se un giorno mi viene in mente di spostare la cucina, basterà bucare la soletta per far passare tutti i tubi dell’acqua)
riceve inoltre l’aria viziata del sistema di ventilazione (che spiego più avanti);
Per gli impianti tecnici invece abbiamo scelto:
pannelli solari termici per il riscaldamento dell’acqua: nel pannello circola un tipo di alcool che si riscalda con la luce (non serve il sole) e circola poi in un boiler per scaldare l’acqua contenuta nello stesso;
ventilazione meccanica controllata (VMC): l’aria è ricambiata in continuazione, per evitare di aprire le finestre per il ricambio, e i relativi sbalzi di temperatura. L’aria pulita entra dal tetto, attraverso un sistema di tubature arriva alla lavanderia, in un cassone, in cui si “sfrega” con quella viziata per recuperarne le calorie. Viene poi “soffiata” in continuazione nella casa attraverso varie uscite posizionate in tutte le stanze. L’aria viziata invece viene “risucchiata” nelle stanze umide (bagni e cucina) e viene “risputata” fuori, come detto, nel vuoto sanitario;
per il riscaldamento abbiamo deciso di munirci solamente di una stufa/camino a legna. Anche in questo periodo freddissimo, ci rendiamo conto che è molto efficace, e largamente sufficiente a riscaldare in poco tempo tutta la casa.
Ovviamente, la disposizione delle stanze e delle aperture è stata fondamentale. L’architetto ha studiato il tutto nei minimi dettagli, in modo da sprecare il meno possibile, e in modo da sfruttare il più possibile le fonti passive quali il sole. Concretamente, è per questo che sopra al soggiorno c’è, su una larghezza di circa due metri, un soffitto di 6 metri di altezza: in questo modo il calore non resta solo al piano terra, ma viene distribuito uniformemente in tutta la casa.
Il terreno poi è idealmente orientato a sud-ovest: questo vuol dire che abbiamo potuto sistemare tutte le stanze “di abitazione” (zona giorno e camere) a sud / sud-ovest e tutte le stanze “fredde” (bagni e lavanderia) a est. Al nord c’è solo il garage. Le aperture a est sono minime, si tratta di finestre molto strette, anche se alte. E ovviamente invece a sud-ovest le finestre sono grandi.
Abbiamo scelto vetri tripli, che hanno il vantaggio ovviamente di isolare perfettamente dal freddo, ma anche lo svantaggio di lasciar entrare meno calore che i vetri doppi. Per noi questo però non crea problemi, perchè abbiamo molte aperture dalla parte giusta.
Infine, abbiamo interrato una cisterna da 5.000 litriper recuperare l’acqua piovana: tale acqua alimenta non solo i rubinetti del giardino e del garage, ma anche i due W.C. e la lavatrice.
I costi di costruzione dell’immobile e degli impianti sono stati superiori a quelli necessari per materiali e tecniche tradizionali?
Contrariamente a ciò che si crede, la costruzione di una casa come la nostra non costa necessariamente di più rispetto alle costruzioni tradizionali, anzi!!! A volte costa anche meno. Infatti bisogna considerare che:
le fondamenta non sono necessarie, quindi i lavori di scavo spesso non esistono nemmeno e lo sterro è più rapido;
la costruzione di una casa in legno è detta “a secco”, perchè non necessita di materiali che devono asciugare: niente tempi di attesa;
la costruzione dell’ossatura, dura da un giorno a una settimana al massimo: meno manodopera e tempi molto ridotti;
esistono molti aiuti statali o regionali (anche in Italia, almeno in alcune regioni) sia per gli impianti che la costruzione di queste case;
i materiali non sono più costosi di quelli tradizionali;
infine, non c’è da trascurare anche il vantaggio economico che si ha a lungo termine, per quanto riguarda soprattutto i consumi energetici. Non dover dipendere più dal gasolio, e dalle fluttuazioni del prezzo petrolio per il riscaldamento, e già notevole!
(concretamente, per la nostra casa hanno iniziato lo sterro in gennaio e abbiamo traslocato in luglio: il che vuole anche dire che non abbiamo dovuto perdere soldi nell’affitto per troppo tempo, e che siamo riusciti a ridurre notevolmente gli interessi pagati sul mutuo che ovviamente avevamo acceso all’acquisto del terreno, e che abbiamo iniziato a rimborsare solamente a trasloco effettuato).
La gestione di una eco-casa è più complicata?
Complicata direi di no. Diciamo che è necessario cambiare alcune abitudini, come non aprire le finestre per cambiare l’aria, alzarsi un po’ prima se ci si scalda a legna per accendere il camino, farsi la doccia piuttosto di giorno se si hanno i pannelli solari, così riscaldano loro l’acqua, ecc. Poi, ovviamente, vivendo in una casa eco-compatibile è normale che cerchiamo di adottare anche altri comportamenti che ognuno di noi dovrebbe adottare, anche chi non vive in un’eco-casa.
Abbiamo cercato inoltre di non “rovinare” l’ecologia della casa con i nostri lavori per le finiture (tinteggiature e rivestimenti pavimenti), cercando soluzioni giuste anche in questo campo. Per esempio, abbiamo acquistato sempre materiali ecologici. Questo è stato un po’ complicato, perchè è difficile imparare a leggere le etichette delle colle, delle tinteggiature, dei rivestimenti ecc. per sapere cosa sia nocivo e cosa no. Per fortuna c’è Internet e abbiamo trovato tutte le informazioni utili in vari forum!!!
Abbiamo utilizzato esclusivamente tinteggiature a base d’acqua, pavimenti stratificati certificati rispettosi dell’ambiente, olii per legno senza composti organici volatili (COV), che possono essere nocivi e scatenano allergie. Anche per i mobili della cucina mi sono informata, per essere sicura di acquistare un prodotto interamente riciclabile ed ecologico.
E, nella vita di tutti i giorni, mi è costato un po’ di più trovare soluzioni ecologiche anche per le pulizie: è stato difficile infatti trovare detersivi biodegradabili, ma nello stesso tempo efficaci. Alla fine ce l’ho fatta, e li affianco ai “trucchi della nonna” come l’aceto, l’indispensabile bicarbonato di sodio, e il “sapone nero” che è un efficace detergente a base d’olio di origini magrebine.
Secondo te i figli crescono in un modo diverso, vivendo in un’abitazione a basso impatto ambientale? E’, per così dire, una casa educativa?
Direi di sì, nel senso che di sicuro una casa di questo tipo serve a sensibilizzarli sulle problematiche ambientali. Veronica e Cristian ovviamente partecipavano alle nostre discussioni, ai ragionamenti che facevamo per determinare le scelte tecniche e di sicuro hanno imparato molte cose.
C’è da dire poi che di base già viviamo in un Paese molto sensibile a queste cose, e quindi fin dall’asilo sono interessati a parlare di ambiente e soluzioni alternative. Cristian poi, che dalla sua classe può vedere la finestra della sua camera, ha potuto spiegare a tutti i suoi compagni com’è fatta la nostra casa, visto che ne hanno seguito la costruzione “in diretta”, e ha saputo dare anche dettagli tecnici.
Il risparmio nella gestione domestica ha premiato questa vostra scelta?
Per il momento direi di sì. Per esempio, l’anno scorso, nell’appartamento abbiamo speso circa 1.000 euro di riscaldamento da maggio 2008 a maggio 2009. Quest’anno, secondo i miei calcoli, spenderemo circa 500 euro per la legna sullo stesso periodo. Per l’elettricità consumiamo circa lo stesso che nell’appartamento, ma ora abbiamo in più la VMC che prima non avevamo, e che è costantemente in funzione, e il boiler che scalda l’acqua con l’elettricità quando i pannelli non funzionano.
Alla fine non è male che quest’inverno sia così freddo, perchè ci ha permesso di vedere l’efficacia delle nostre scelte: con -10° fuori e il caminetto che si spegneva intorno all’1 di notte, ci alzavamo al mattino con una temperatura di 18° in casa. Quando fuori fanno 5-6° basta che scaldiamo due-tre ore al mattino e poi riaccendiamo il fuoco alle 18, e abbiamo una temperatura più o meno costante di 20° al piano di sopra e 22° al piano terra. Con temperature superiori ai 10°, Seb accendeva il fuoco solo per la bellezza della fiamma.
Anche i pannelli solari funzionano più di quanto pensassimo, nelle giornate fredde e grigie riescono comunque a scaldare l’acqua per due-tre ore, il che vuol dire che possiamo farci tutti quanti la doccia senza spendere soli per riscaldare l’acqua utilizzata.
Poi certo, bisogna vedere sul lungo termine, ma già sappiamo che in termini di materiali viviamo in una casa che durerà nel tempo, che potremo far evolvere come vogliamo, che è molto più sana delle case tradizionali, e che, nel caso dovessimo rivenderla un giorno, non avremo problemi a farlo perchè sarà ancora attuale tra una decina d’anni.
Vorre, infine, spendere due parole sui PREGIUDIZI VERSO LE CASE IN LEGNO.
Parlando con gli amici e i parenti, ci siamo resi conto che molte persone hanno dei pregiudizi assurdi verso le case a ossatura in legno, e vorrei sfatare alcuni “miti”
LA CASA IN LEGNO BRUCIA. E certo, così come bruciano le case in muratura e quelle in cemento armato. Ma, intanto, tutte le nuove case in legno hanno subito trattamenti speciali, che le rendono altrettanto resistenti al fuoco che le case tradizionali. E poi, bisogna sapere che quando il legno brucia, ci mette un sacco di tempo per perdere le sue caratteristiche strutturali. Una casa in legno che brucia, quindi, crollerà molto più tardi che una casa in cemento. Onde, intanto da una casa in legno che brucia si ha più tempo per scappare. E poi i pompieri sono autorizzati a restare più a lungo dentro a una casa in legno che brucia, che non dentro a una casa in cemento.
Tra l’altro, questo pregiudizio nuoce un bel po’ ai clienti delle assicurazioni, che, come spesso accade, aprofittano di tutto per aumentare le polizze… ho parlato dei problemi che abbiamo riscontrato in questo post, che aggiorno dicendo che alla fine siamo riusciti ad ottenere un gesto commerciale dalla compagnia, e paghiamo in pratica quanto pagheremmo per una casa tradizionale.
E LE TERMITI? E le termiti cosa? A parte che esistono trattamenti per gli insetti xilofagi (=che mangiano il legno). E poi, scusate, ma quanti termitai avete visto in vita vostra? Perchè io, nemmeno uno. Vi capita così spesso di, che ne so, girovagare nel bosco e vedere le termiti in azione?
E SE VIENE IL TERREMOTO? Il legno è un materiale molto elastico. Quindi, anche se la casa in legno antisismica non sarà, è di sicuro molto più resistente ai terremoti che le case in muratura. Perchè la casa in legno potrà muoversi seguendo l’onda. Non per molto, certo, e non oltre una certa potenza. Ma preferisco sentire il terremoto in casa mia, che non in una casa di mattoni.
LA CASA IN LEGNO PUO’ MARCIRE. Come detto, il legno e i materiali derivati dal legno che vengono usati per questo tipo di costruzioni, hanno subito trattamenti speciali per evitare qualsiasi deposito di umidità. Non dimentichiamo poi che spesso la costruzione di questo tipo di case è molto più accurata che le case tradizionali, perchè è obbligatorio per le prime utilizzare para-pioggia, para-vapore ecc, mentre per le case tradizionali no. Sappiate che ci sono funghi che attaccano (e distruggono!) anche case tradizionali, e che io nell’appartamento dov’ero prima, tradizionalissimo e molto massiccio in cemento armato, avevo costantemente condensa sui vetri e tracce di umidità (che nelle due settimane di vacanze invernali quando non c’eravamo si trasformavano puntualmente in muffa) in camera. In casa mia di condensa nemmeno la traccia, e l’umidità se la voglio trovare mi ci vuole la lente d’ingrandimento.
Non dirlo forte, già me lo vedo mio marito che mi prepara un papier da sottoporti!!! 😉
Cara Gloria, sono contenta di vedere che non siamo gli unici “eco-entusiasti” 😀 Naturalmente se hai domande particolari a cui magari posso rispondere, sono a disposizione!
Lisa che bello… seguo da tanto genitori crescono, e solo questo mese sono uscita allo scoperto commentando un po’, perché il tema eco-genitorialità mi affascina e coinvolge tantissimo.
Oggi finalmente mi sono dedicata a leggere tutti i post del blogstorming, e adesso anche tutti i guest post.
Non vedo l’ora di tornare a casa per far leggere questo tuo a mio marito, fantastichiamo sempre su una casa eco-compatibile e leggere insieme la tua esperienza, così completa e dettagliata, sarà bellissimo!
Grazie ancora a Serena e Silvia per il tema di questo mese: siete grandi!!!
Avevo letto le risposte di Mammaemigrata lasciandomi affascinare dalla sua competenza in materia di ecoedilizia e mi era sfuggita l’importanza del sapone nero. Supermambanana dalle tue notizie presumo che sia buono per un Sorcio con dermatite atopica!?
Lorenza, anche noi abbiamo acquistato nel 2004 un appartamento appena costruito e non abbiamo pannelli solari e neanche i serbatoi per annaffiare…
Credo però che oggi non acquisterei più un immobile senza verificare alcune condizioni essenziali, come queste.
Per esempio mia madre ha acquistato una casetta in campagna, frutto di ricostruzione di vecchi casali, realizzata con accorgimenti che consentono il risparmio energetico, come delle intercapedini nel sottotetto, e solo questo permette di riscaldarla in pochissimo tempo e di attentuare l’umidità interna.
hey, una rapida ricerca mi dice che il sapone nero e’ ottimo per chi soffre di eczema! L’ho trovato in saponette dal mio store di fiducia, qui: http://www.ethicalsuperstore.com/search/black-soap/ e lo provero’ sui bimbi (sembra che sia cosi’ delicato da essere adatto ai neonati).
Lorenza: no, il vuoto sanitario non crea nessun rischio, la tecnica è comunque conosciuta da molto, visto che i miei suoceri abitano in una casa molto vecchia (muri di pietra) costruita anche lei sul vuoto. E comunque, con l’ossatura in legno, la costruzione è leggerissima, quindi il vuoto si può costruire senza fondamenta, mentre per le costruzioni tradizionali le fondamenta ci vogliono… per le fuoriuscite, tutti i tubi sono comunque “nascosti” nella soletta, non è che siano “nudi” sottoterra. E sulle aperture del vuoto (che affiorano accanto ai muri esterni, a livello della terra del giardino) sono state installate griglie antiroditori, per evitare danni eventuali… gli unici animali che potrebbero quindi eleggere il vuoto come “casa” sono gli insetti.
Leggendo questo post sono combattuta tra ammirazione e un po’ di sconforto, io ho comprato un appartamento nel 2004 a Roma in uno stabile di nuova costruzione e non hanno nemmeno messo i pannelli solari, hanno giusto creato dei serbatoi per l’acqua piovana per innaffiare il giardino…
Interessantissima la descrizione tecnica, avevo visto qualcosa in tv ma questo è veramente chiaro. Mi incuriosisce questo “vuoto sanitario” creato sotto la casa, non pone rischi di stabilità, non si possono verificare delle fuoriuscite?
Grazie anche per i consigli sui detersivi, io il sapone nero non lo conoscevo, cercherò di trovarlo! Per i parassiti uso il sapone di marsiglia, le formiche lo odiano!
Aspetto con ansia il post promesso su questo tema
Ciao
Lorenza
Silvietta, anch’io mi stavo arrendendo, ma per fortuna il mio compagno ci ha creduto fino alla fine, perchè anche qui i terreni sono improponibili (dove abitavo prima costavano fino a 150.000.-EUR/m2!!!!!), ma come vedi, cerca cerca, alla fine poi si trova… ti faccio i complimenti comunque, hai letto l’intervista (o meglio il romanzo) fino alla fine!!!! 😀
E ringrazio anch’io Silvia e Serena per questa intervista!!!!
grazie a Silvia e Serena per avermi fatto conoscere Lisa-Mammaimmigrata e grazie a Lisa per il dettaglio con cui hai descritto la tua avventura. Due anni fa mi ero arresa (ma i terreni qui erano improponibili), ma chissà chee in futuro non segua le tue orme … grazie degli spunti!
il sapone nero è principalmente usato negli hammam in marocco (se di qua passa Alle può confermarlo), ed è confezionato a partire dall’olio d’oliva, un po’ come il sapone di marsiglia. Non si trova in saponette però, ma solo sotto forma di “crema” (consistenza tipo marmellata) oppure liquida. Si può quindi usare per il corpo. Io lo compro su Internet in negozi bio. Lo uso, diluito in varie percentuali per: pulire i pavimenti, sgrassare le superfici della cucina, come detergente multiuso anche sui mobili e infine come… antiparassitario sui fiori!!! E’ perfetto infatti per far fuggire in particolare i pidocchi dai rosai, basta spruzzare la soluzione acqua+sapone sulla pianta, e ti garantisco che in massimo due volte non ci sono più bestiacce, e soprattutto non tornano più. Senza contare che è naturale, e non rovina i fiori come gli spray chimici 😀
e per la serie, non si finisce mai di imparare: che e’ il sapone nero? Lo usi per la biancheria o anche la persona?
eheheh, bellissima l’immagine 😀