La Staccata: prendo un respiro profondo prima di raccontarvi il tema di questo libro, mi faccio coraggio e procedo. Dunque: giochi da maschi e giochi da femmine, comportamenti da femminuccia e atteggiamenti da virili maschietti, il rosa che definirebbe il “sesso debole” vietatissimo nel caso in cui si faccia la pipì in piedi. Eccoli qui i preconcetti ancora fortemente radicati nella nostra cultura. Duri a morire, peggio delle frasi fatte e dei luoghi comuni. Più tenaci della gramigna nei campi, difficili da debellare neanche fossero una malattia incurabile.
Io e Superboy abbiamo già trattato questo argomento in una delle recensioni che in assoluto mi ha regalato maggiori soddisfazioni da quando ho il piacere di curare questa rubrica. Il libro si chiama Campione in gonnella e mi ha aiutato a superare un attimo in cui mio figlio si è trovato invischiato in stereotipi che rischiavano di smantellare tutto il paziente lavoro svolto fino ad allora, un’ opera che potrebbe risolversi in una frase che gli ho detto un giorno in cui tutti i suoi calzini erano stesi ad asciugare e gli ho proposto di infilare un paio dei miei: “Tesoro di mamma, se indossi un paio di calzini rosa il tuo pene non si dissolverà, te lo assicuro su quanto ho di più caro.”
E’ un’ affermazione che molti troveranno caustica e/o sconveniente, ma posso assicurarvi che il marmocchio non è rimasto minimamente scosso. Si è fatto una bella risata, invece, convenendo sul fatto che effettivamente il color confetto non possiede questi superpoteri.
Mi piace Spiderman…e allora? è un libro adatto ai piccolissimi. Anche se Superboy ha superato da un pezzo l’età di lettura consigliata, ne ha apprezzato molto i contenuti. E’ strutturato in forma di diario; sono piccole storie che la mamma di Cloe trascrive al computer sulla sua passione per tutto ciò che è universamente riconosciuto come “roba da maschi”. Per cominciare la prima elementare, decide di acquistare una cartella di Spiderman. Intorno a Cloe tutti, ad eccezione dei suoi genitori, si stupiscono per questa sua scelta che lei non trova affatto anomala. Il libro è coloratissimo e rapido da leggere, ha il pregio di affrontare le varie tematiche legate agli stereotipi di genere, sviluppa il senso della consapevolezza, regala spunti di vita pratica fruibili anche da bimbi che frequentano ancora la scuola materna.
Vi cito un paio di stralci utili a farvi comprendere lo spirito di questo testo:
Poi ho chiesto alla mamma cosa potevo fare per spiegare ai miei amici che quello che dice la pubblicità non è vero, e che non esistono giochi da maschi e giochi da femmine. Il papà allora ha detto che bisogna giocare con le cose che ci piacciono e indossare quello che vogliamo, senza pensare se è da maschio o da femmina, così gli altri vedono che tutti possono farlo.
Oggi ho capito che indossare la cartella di Spiderman è importante.
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Oggi mi sono tagliata i capelli. Ho chiesto alla parrucchiera di farmi la frangia da maschi e lei mi ha detto: «Perché? Vuoi essere come un maschietto?». E io: «Sì, perché i maschi possono fare tutto». La mamma allora mi ha detto che non è vero che i maschi possono fare tutto. Non si possono mettere il rosa o le gonne, per esempio, ché vengono subito presi in giro. Anche se giocano con le bambole, a volte vengono presi in giro.
Alla parrucchiera allora ho detto di farmi davanti la frangia da maschio e dietro i capelli da femmina.
Età di lettura: dai cinque anni in su.
Superboy: un po’ di tempo fa abbiamo fatto la recensione di Campione in gonnella in cui mi sono fatto una foto dove io ero vestito da femmina e mamma da maschio. Ciò non significa che abbiamo cambiato sesso!
Mi piace Spiderman…e allora? è un piccolo libriccino che parla un po’ degli stessi argomenti, però è adatto ai bambini un po’ più piccoli. E’ importante spiegare queste cose perché da piccoli si fanno le teorie e da grandi si creano le basi fondamentali.
Adesso che io sono un ragazzino di 10 anni, trovo un po’ più di difficoltà perché molti miei amici hanno dei fondamenti che se sei una femmina, e ti metti una cosa da maschio, diventi maschio e viceversa. Ed è una cavolata. Secondo me la colpa è soprattutto dei genitori. Per esempio a me adesso piace tanto confezionare i braccialetti Elasticolor. Secondo me quella è una cosa da entrambi.
Ora, non parlo di fare cose estreme tipo andare a scuola col tutù e tutto truccato perché non è una cosa che mi interessa, col cavolo bollito che lo farei, però fare una cosa tipo disegnare abiti di qualsiasi genere, che a me piace tanto, ma che stranezza è? Molti dei più grandi stilisti del mondo sono maschi. I cuochi, per esempio, c’è chef Rubio. Che vi sembra una femmina, quello? Se quello è una femmina, io mi chiamo Francesca!
C’è stata una volta in cui ho lavorato ai ferri in piscina, e un mio amico che si chiama Jacopo mi ha detto che era fichissimo. Ecco, certe volte basta poco per far capire alla gente che se ti piace fare una cosa, ma perché non la devi fare?
Al centro estivo dove vado adesso io c’è un bambino che ha chiamato “femminuccia” il mio amico Andrea solo perché ha i capelli lunghi. E’ una cavolata, molte rock star hanno i capelli lunghi. E poi non è un insulto. Fare la “femminuccia” significa piagnucolare e questo lo fanno pure i maschi. Sarebbe meglio dire “non piagnucolare”. Punto. Senza “come una femminuccia.”
Avevo pensato a una cosa tipo un semi aforisma finale, tipo “Se vuoi fare una cosa che non fa male a nessuno, perché dovrebbero vietarti di farla?”per ogni recensione e comincio da questa. Se per le prossime recensioni non me ne viene uno adatto, poi non ci rimanete male 🙂
Età di lettura: questo libro va bene per i bambini dai 4/5 anni in su. Prima lo leggono, meglio è.
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El_Gae, credo di conoscerti a sufficienza per sapere che di leggere questo libro tu non hai affatto bisogno. Leggilo però alle tue tre stelline, a loro farà sicuramente bene come supporto aggiuntivo a ciò che imparano già in casa.
Direi che qualsiasi cosa che abbia Spiderman nel titolo a casa nostra vada letto, per dogma religioso. Maschi e femmine che siano.
Acuto però, superboy, alla fine lo ha capito che il problema spesso lo vedono solo i genitori… forse è meglio che me lo legga prima io, e per bene.