Gemelli: evitare il confronto

confronto-gemelli“Nessun confronto signora, mi raccomando, eviti qualsiasi confronto”.
Questa, una delle prime cose che mi sono state dette parlando dei gemelli. Un dictat imperioso: ogni bambino va considerato per quello che è, con i suoi tempi e le sue peculiarità, senza sbirciare con la coda dell’occhio i risultati raggiunti dal fratello gemello.
Principio giustissimo, sacrosanto enunciato che ogni pediatra, ogni insegnante, ogni specialista ripete da sempre ai genitori di fratelli, che siano gemelli o di età differenti.
“E che ci vuole?” Direte voi.
Già, a dirlo e’ semplice, ma come resistere di fronte a due bambini della stessa identica età?
Come non farsi angosciare guardando due esseri fisicamente tanto somiglianti eppur così diversi nel raggiungimento delle loro tappe evolutive? E i miei in fin dei conti sono eterozigoti, cosa avrei fatto di fronte a due bambini spiccicati come due gocce d’acqua?
E’ il classico esempio: predicare bene e razzolare male.
La teoria la so bene, e sono la prima a ripetere a macchinetta la lezione a genitori angosciati che guardano il quaderno del figlio piu’ piccolo e sospirano: “Vedi, l’altro alla sua età scriveva molto meglio!”.
Già, non lo metto in dubbio, e mi metto a rassicurare al parco la mamma di turno sul fatto che ognuno ha i suoi tempi, le sue conquiste, e blablabla.
Poi giro i tacchi e me ne torno sulla via di casa, e ad ogni passo mi metto a pensare ai miei di bambini.
Proprio io, che pontifico verità per rassicurare gli sguardi persi degli altri, faccio l’opposto.
Non accetto che uno arrivi sempre prima dell’altro, e cerco di compensare acrobaticamente facendo delle scelte mirate per pareggiare i conti.
E’ vita questa?
Eppure il mio processo mentale e’ chiaro: arrivo io dove non arriva lui.
Perché Tommaso taglia sempre il traguardo per primo?
Perché Tommaso ha iniziato a camminare prima? Perché ha tolto il pannolino con tre mesi di anticipo? Perché ha iniziato prima a fare disegni riconoscibili? Perché si è reso prima autonomo nel distacco all’asilo? Perché ha tolto prima entrambi i braccioli? Perché ha iniziato prima a scrivere il suo nome? Perché ha iniziato prima a sciare con il fratello grande, e subito dopo a fare insieme al fratello lunghe passeggiate in montagna senza lamentarsi?
Domande che buttate su un foglio fanno ridere anche me, come il mio goffo tentativo di compensazione.
Riccardo ha più difficoltà di inserimento in classe? E io mi butto nell’impresa di andare a tutte le venticinque festicciole di compleanno in altrettanti venticinque week end, per farlo stare con i suoi compagni.
E non contenta, mi accodo alle mamme della sua classe per iscriverlo alle stesse attività pomeridiane.
Riccardo ha più difficoltà a togliere i braccioli? E io lo iscrivo in piscina al corso in cui va il suo compagno preferito, al suo stesso livello, ad un orario e un giorno per me scomodissimo, facendo mille e più peripezie.
Riccardo fa fatica a star dietro al fratello nelle camminate in montagna? Be’, possiamo sempre andare al mare, al lago, in campagna, le scarpinate me le evito volentieri anch’io.
Non mi eviterei una miriade di problemi se approcciassi semplicemente le cose per come vengono? Perché ad ogni scelta, ad ogni occasione, ad ogni appuntamento che riguarda “i gemelli” mi sento in dovere di fare una qualche stramba compensazione?
Perché mi assale il patema d’animo ad ogni possibile differenza, ad ogni presumibile occasione non equamente distribuita tra entrambi i miei figli gemelli?
Perche’ ad ogni cambiamento scolastico mi trovo sotto esame a dover scegliere che preferenza mettere, per chi, per poter dare a ognuno le stesse identiche possibilità?
Perché la loro festa di compleanno deve diventare peggio di una partita a Risiko, tutta strategie e studi di fattibilità assurdi? Perche’ mi trovo a fare conti assurdi per far quadrare al centesimo gli invitati di uno e dell’altro? Perche’ mi trovo poi a pregare il buon Dio che le defezioni di amici dell’uno siano in numero uguale a quelle degli amici dell’altro?
Già, perché?
Me lo chiedo anch’io rileggendo questo post: vuoi che il problema sia proprio questo?
Qualcuno dirà, e me lo dica pure: “Take it easy Valewanda!”

di Valewanda

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23 thoughts on “Gemelli: evitare il confronto”

  1. cara vale, io ho due figli, tra loro hanno 4 anni di distanza e due storie e caratteri molto diversi. se fossero stati gemelli il primo, il piu’ grande, sarebbe stato riccardo ed io uguale uguale a te. sono fortunata, i quattro anni mi hanno regalato il lusso di dover aspettare per fare confronti e non farli pesare troppo al grande che, ora e solo da un paio d’anni, poco a poco, a 8 anni suonati, ha preso il volo. si, ha parlato piu’ tardi, e’ sempre piu’ schivo, meno spigliato e bla bla bla ma a guardarlo adesso, adesso che non si percepisce solo il ritardo dell’agire ma tutta l’attenzione e il rimuginare che ha portato a questo ritardo, beh, si vede chiaramente che anche questo ritardo era una qualita’, un modo di essere prezioso quanto lo e’ e lo sara’ il fratello. serve ripetere che a 20 anni nessuno si chiedera’ quando ha camminato o in che mese avra’ scritto il suo nome? che ci sara’ un momento in cui esssere trasognati o timidi o pensierosi ne fara’ dei gran fighi?
    abbi pazienza e occupati di loro come senti, senza scordarti mai il tuo amore e la fiducia, l’importante e’ che di queste ne hanno uguale uguale, e si sente.

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  2. @closethedoor e’ vero, rischio di fargli passare il messaggio contrario rispetto alle mie intenzioni. E’ una cosa più forte di me ma rischio troppo. Mi devo mettere in testa messaggi positivi, senza mai cadere nella tentazione di compensare perché penso che lui non arrivi da solo. Ma e’ un lavoro lungo e tortuoso, mi ci vuole un bel po’ di tempo… Grazie davvero…

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  3. Valewanda, ma tu devi eliminare il numero 2 dalla tua vita !!! 😀 Anche se non ho gemelli, ho continuato a pensare a te perché quello che scrivi mi riguarda molto. Da quello che scrivi vedo una mamma che ha un peso enorme sulla schiena, e ho pensato che è perché pensi che R. “non ce la fa”, e molte volte vorresti sostituirti a lui non fosse altro che per non vederlo stare male. Se ci ho preso, da figlia vorrei provare a dire che non solo ci perdi la vita, ma rischi involontariamente di passare un messaggio di disistima come pochi. Ovviamente avrai capito che sto parlando di me: vedere mia mamma che quando qualcosa va storto propone immediatamente soluzioni, chiede continuamente come vanno le cose, sistema, aiuta, corregge, poco manca che si sostituisca a me, è una cosa diversa dal vedere tua mamma che ti guarda in faccia e ti dice “Vai cara, hai le qualità per fare la tua strada, e se cadi sono qui a darti un bacio”. Quello che ho interiorizzato io non è “Mia mamma mi sostiene nelle difficoltà” ma piuttosto “Senza mia mamma non vado da nessuna parte”. Chiaramente mi porto dietro questo modo di vedere le cose con mia figlia, e sto lavorando per dare fiducia a entrambe. Mio marito mi ripete da sempre che la Stellina “non è fatta di zucchero”, una volta lo sgridavo, adesso penso che aveva ragione lui. Ti abbraccio a distanza :-*

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  4. @tutti. La follia di oggi, ad uno spettacolo circense davanti alla scuola. Il pagliaccio fa un quiz ai bimbi e dice che darà un premio al primo che corre sul palco con due euro in moneta. Tommy e Riccardo si girano e tendono la mano e io allungo a caso i due euro al primo che mi capita sottomano, che è Tommaso. Lui va sul palco e riceve in dono un palloncino a forma di cane. Ovviamente nel mentre che era li’ mi sono mangiata le mani, perché il fratello lo guardava e mi diceva che lui non aveva avuto niente. Ecco, un altro esempio, ovviamente mi sono sentita di dovergli comprare un pacchetto di figurine per compensare, ma è possibile?….

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  5. @Closethedoors: grazie davvero, grazie perché ho bisogno che mi si dica questo, e l’esercizio delle 20 qualità lo farò eccome, anche se di me!
    @lunamonda, e’ un bel mantra e ne farò tesoro, e il confronto con altre persone mi fa sentire meno aliena;
    @ grazie KTML, tu mi segui e mi capisci sempre 🙂

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  6. mi hai fatto riflettere con questo post. effettivamente due gemelli comportano una serie di attenzioni, dal punto di vista educativo, che non sono trascurabili. anch’io con due figlie, cerco sempre di evitare tutti i raffronti, ma per l’appunto, viene facile, riuscire ad evitarlo avendo davanti due fanciulle con età diverse, che si somigliano poco.
    Tu hai in dono di avere questa delicatezza e gli intenti giusti per metterlo in pratica con due gemelli.

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  7. Io non ho gemelle, ma tre figlie vicine. E quello che tu scrivi per il tuo Riccardo lo provo per la mia Nora. Io credo che dipenda dal fatto che li percepiamo più fragili, non so se lo siano davvero, magari è solo un carattere diverso e basta, ma noi li percepiamo bisognosi di maggiori precauzioni e cure. Guarda in tutto quello che hai scritto io mi ci trovo con la mia mediana. Gli sforzi per lei si fanno sovrumani, ti sembra che non basti mai e non c’è sacrifico che non faresti, ma poi magari scopri che non basta che lei/lui non vuole arrivare dove pensi tu o come pensi tu e che se anche lo aiuti non va bene lo stesso e allora ti fermi, respiri e pensi. Io ho pensato questo (ed è pensiero di questi giorni): non posso parare tutto, non posso essere ovunque e non capirò mai davvero, fino in fondo quello che pensi e non importa se non vorrai andare in quella direzione o se ci arriverai per ultima. Ma una cosa però la so: ci sono, ti vedo e sono qui con te. E questo è il nostro “mantra” nei momenti più tosti…Un abbraccio.

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