Inevitabilmente, un anniversario o una festa ci costringe a tracciare un bilancio. Di gennaio, può succedere che le voci di questo bilancio diventino punti su cui investire o progettare nuovi sviluppi in futuro.
Che cosa ho imparato, dunque, in 10 anni di blogging a genitoricrescono e su quali voci, oggi, investirei?
In sintesi mi sento di segnare tre diverse direzioni: collettiva, relazionale e interiore.
La direzione collettiva
Fare parte di un collettivo è una grossa sfida e una straordinaria opportunità.
Perde improvvisamente di valore l’idea di usare un blog tanto per dire la tua, lasciar parlare la tua pancia, sfogare le emozioni o esprimere la tua opinione. In un collettivo che è orientato a dare il meglio e che si interroga spesso sul proprio ruolo, sul perché vale ancora la pena scrivere, e per chi, sei costantemente stimolato a sfrondare quelle che possono essere le opinioni, i mal di pancia per giungere a un nucleo informativo che possa essere di un qualche valore per i tuoi “colleghi”, per i lettori, per le cape.
L’investimento futuro, chiaramente, è continuare a funzionare da connettore solo per le idee valide, testate, con una qualche utilità. Se il mondo si sposta sui social per sfogare i mal di pancia, il primo grosso insegnamento di questi anni passati a confrontarmi dentro genitoricrescono, è questo: in un collettivo è importante esserci, ma portando valore.
E più rispetti il collettivo in cui sei inserito, più stai attento a che cosa dai valore e a come, le tue azioni, possono condurre tutti verso un obiettivo valido per tutti, che rispetti tutti, che crei crescita.
L’aspetto relazionale
Dopo tanti post, commenti e interazioni social, l’aspetto su cui ritengo di essermi allenata di più è il fatto che la realtà spesso ci appare per come siamo noi, per il momento che viviamo e per i nodi inevitabilmente irrisolti che ci partiamo appresso.
Qualche volta sono riuscita a trasmettere solo parzialmente quello che volevo dire e talvolta sono rimasta ferita dai commenti che possono essermi risuonare come giudizi. Qualche volta un commento ha involontariamente colpito un mio punto debole, una fragilità esposta proprio in quel momento. L’interazione a distanza, scritta, virtuale, sicuramente non aiuta.
Con il tempo ho imparato che ciascuno sta facendo del proprio meglio e che vale sempre la pena rispondere con gentilezza, cercando di rispecchiare nei commenti e nelle risposte quello che è il meglio che vedo apparire nella risposta al mio post.
In questo credere che stiamo dando tutti reciprocamente il meglio – e che è quello che nel backstage di genitoricrescono prende una scintilla di un commento per trasformarlo in un luminoso tema del mese pochi giorni dopo – c’è la costruzione di un terreno comune di fiducia in cui davvero, a ciascuno, è dato modo e spazio per dare il meglio.
Anche su questo, io investirei nel futuro, e non solo sul blog.
Il mio io interiore
Scrivere è uno strumento importante per fare il punto, isolare questioni ed emozioni, e crescere, ossia tracciare una propria mappa, rispondente al proprio cuore, in cui le emozioni, le situazioni, i fatti quotidiani riprendano un loro ruolo oggettivo, non più ingigantito dalle difficoltà del momento.
Fare mensilmente il punto su come mi stava cambiando la mia vita da genitore è stata una ricchezza inestimabile.
È vero, inizio ad avere dei figli grandicelli e forse i miei pensieri non sono più tanto utili per coloro che ne hanno maggiormente bisogno, ossia chi si trova, oggi, in questo mondo, ad affrontare una maternità, interiore prima e sociale poi.
Ma per fare del mio meglio e credere che gli altri, attorno a me, stanno facendo altrettanto, ho bisogno anche di costruire e proteggere un luogo, dentro di me, anche attraverso la scrittura, in cui sono in contatto con ciò che credo, ciò che costituisce quell’autenticità che mi rende unica e che rende unico il mio apporto nel mondo.
Per questo, per continuare a costruire relazioni significative e donare qualcosa di valore alle comunità che attraverso, la scrittura e la riflessione continuano ad essere strumenti preziosi.
Ed è per questo che ancora adesso, dopo dieci anni di commenti, post e dibattiti, sono ancora qui a scrivere: se c’è qualcosa di prezioso su cui vale la pena riflettere, lo farò.