Intervista a Supermambanana: il sistema scolastico in UK

ukflagSupermambana vive in UK, prima in Scozia poi in Inghilterra, da circa 14 anni, dove, insieme al marito, anche Italiano, è docente universitario. Ha due figli, il più grande ha quasi 6 anni e il piccolo di casa ha 4 anni. Entrambi hanno frequentato il nido fin da quando avevano un anno, non solo per esigenze lavorative ma anche perché, con mamma e papà italiani, è sembrato importante immergerli totalmente nella realtà locale. Ora il grande è a scuola a tempo pieno, mentre il piccolo ha appena cominciato la pre-scuola, l’anno propedeutico alla scuola dell’obbligo, dove passa la mattina, per poi trasferirsi in asilo per i pomeriggi.

Puoi descrivere brevemente il sistema scolastico inglese?
La scuola dell’obbligo in Inghilterra dura 11 anni, dai 5 ai 16 anni di età. Cominciano la scuola tutti i bambini che compiono i 5 anni fra il 1 settembre dell’anno scolastico in considerazione e il 31 agosto successivo, quindi non esiste in effetti il concetto di anticipatario. I bimbi nati in estate possono però optare per aspettare l’anno successivo (l’obbligo effettivo scatta all’inizio del “termine” successivo al quinto compleanno, dove i termini sono quadrimestri con inizio al 1° settembre, 1° gennaio e 1° aprile).

Tipicamente la scuola si divide in primaria (fino agli 11 anni) e secondaria, ma ci sono anche (rare) middle schools fra gli 8 e i 12 anni.

La maggior parte delle scuole secondarie è “comprehensive”, cioè non c’è una selezione degli alunni in ingresso. Ci sono però ancora (ma parlano di eliminarle) diverse “grammar” schools, che invece richiedono un test di ammissione. In realtà il panorama della scuola superiore sta cambiando, con l’introduzione di altri tipi di college o “academies”, con l’obiettivo che forse aveva anche la nostra scuola una volta, di differenziare fra scuole che sono naturalmente propedeutiche all’università e altre che immettono direttamente nel mondo del lavoro.

La scuola è a tempo pieno, con gli alunni generalmente in classe dalle 9 alle 15:30 (o dalle 8:30 alle 15:00 in alcuni casi).

Quando vengono introdotti i voti (elementari, medie…)?
La scuola dell’obbligo è tenuta ad aderire ad un programma di studi chiamato “National Curriculum”, che praticamente indica le materie da insegnare, il livello che ci si aspetta gli alunni raggiungano per ogni materia, e come gli alunni devono essere valutati. Purchè si muovano all’interno del national curriculum, le scuole sono lasciate libere di organizzare la loro attività didattica.
Il national curriculum prevede 4 stadi, o ‘key stages’, rispettivamente a 7, 11, 14 e 16 anni. Inoltre, delinea 8 livelli di apprendimento. Alla fine di ogni stadio ci sono delle valutazioni ufficiali usando i livelli del national curriculum:
a 7 anni sono fatte dall’insegnante (ci si aspetta che l’alunno raggiunga il secondo livello)
a 11 ci sono degli esami nazionali su Inglese, Matematica e Scienze, (ci si aspetta che l’alunno raggiunga il quarto livello)
a 14 sono di nuovo fatte dall’insegnante, su tutte le materie (ci si aspetta che l’alunno raggiunga il quinto livello)
I livelli descritti non sono di tipo quantitativo, non sono voti, ma una descrizione del profilo dell’alunno. Anche se per ogni key stage è indicato il livello al quale ci si aspetta l’alunno arrivi, questo non è visto come un vincolo vero e proprio, nel senso che il fatto che un alunno sia indietro rispetto all’obiettivo educativo è più che altro un campanello d’allarme per la scuola e genitori per attivare una strategia atta a recuperarlo. Gli alunni comunque passano all’anno successivo, non c’è bocciatura, ma a seconda della gravità della lacuna possono dover fare attività supplementari, o in piccoli gruppi, o in rari casi con un insegnante dedicato.
Alla fine della scuola, c’è un esame nazionale sulle materie scelte dall’alunno, insieme a inglese, matematica e scienze, che sono obbligatorie. I voti di questo esame sono una lettera che va da A* (il massimo) fino a G. Gli esami si possono sostenere a diversi livelli di difficoltà, anche questo scelto dall’alunno, in maniera molto flessibile (ad esempio, Matematica a livello uno, Scienze a livello 3 etc). Questa scelta è cruciale in realtà solo se si vuole andare all’università, nel cui caso si deve scegliere il livello di difficoltà maggiore, e anche per il fato che ci sono dei vincoli di entrata che variano a seconda del corso di laurea scelto (se vuoi fare matematica dovresti dare matematica a livello alto come esame) e del prestigio dell’università (tipicamente Cambrige o Oxford settano criteri molto alti sul voto finale da ottenere).

Quali sono le differenze che ritieni più importanti nel metodo pedagogico utilizzato 
La teoria predominante è il “costruttivismo”, che a grandi linee suggerisce che l’apprendimento avviene al meglio se trova fondamenta nelle esperienze personali dell’alunno, e se immerso nella collettività. Alla primaria per esempio si cerca di capire quale stile il bambino preferisce: all’inizio dell’anno la maestra dei miei figli ci diede un piccolo seminario su come alcuni bimbi imparano visualmente, altri con l’udito, altri ancora cineticamente (i classici bimbi che non riescono a stare seduti buoni!) e come loro cerchino di identificare la tipologia e usare tutti questi stimoli al meglio per massimizzare l’apprendimento. La valutazione è diretta più all’apprendimento che alla mera distribuzione dei voti. I compiti non sono valutati quantitativamente, tipicamente si danno giudizi, e in particolare si cerca di porre l’accento sul particolare obiettivo educativo che si sta valutando. In altri termini, se si sta valutando la conoscenza di una specifica nozione di scienze, si cerca di dare meno peso al fatto che lo spelling sia impeccabile (e immaginate bene come lo spelling sia uno degli incubi dei bimbi inglesi!) per evitare che l’alunno si demoralizzi e perda il focus sull’obiettivo specifico. Si ritiene molto importante inoltre che l’alunno per primo conosca i parametri con cui viene valutato, incoraggiando la auto-valutazione e la valutazione fra ‘peers’, cioè degli alunni fra di loro.

La scuola è pubblica o privata? costa andare a scuola?
La vasta maggioranza delle scuole è finanziata dallo stato, anche se il tipo di gestione può variare. Per semplificare diciamo che per ogni scuola possiamo tener conto di 3 fattori:
a – a chi appartengono le strutture (terreno e fabbricati)
b – chi assume il personale
c – chi decide i criteri di ammissione
Al variare dei questi tre fattori, abbiamo le scuole completamente statali (l’autorità locale fa le tre cose); le scuole completamente in mano ad una fondazione di qualche specie (la fondazione fa le tre cose); e le scuole “controllate”, il cui esempio tipico è una scuola denominazionale (cattolica, anglicana, musulmana etc) in cui la congregazione possiede le strutture ma l’autorità locale gestisce il personale e ha responsabilità per le ammissioni. Nessuna di queste scuole è comunque a pagamento, anche se ad esempio alcune scuole controllate sono ‘voluntary aided’, cioè lo stato si aspetta che una parte del finanziamento sia ottenuto dalla scuola. Questo non può però tradursi in una “retta” obbligatoria, deve essere un contributo volontario dai genitori e ci si può esimere. Il contributo è comunque non oneroso (dell’ordine di 20 o 30 sterline all’anno).

Poi ci sono delle scuole totalmente indipendenti, che sono a pagamento, e che definiscono un curriculum autonomo, e criteri di ammissione propri.

In tutti i casi le scuole sono regolarmente ispezionate da un organismo, l’OFSTED, che divulga i risultati dell’ispezione (sono ad esempio pubblicate sul sito).

I libri chi li paga?
Molti insegnanti non usano libri di testo, con la motivazione che questi limitano la creatività, ma distribuiscono dispense e materiale vario. Ogni materiale o libro comunque è fornito dalla scuola gratuitamente, così come cancelleria eccetera. L’unica spesa per il genitore è quella dell’uniforme, se la scuola la prevede, ma i prezzi sono molto abbordabili, considerando anche che l’abbigliamento per bambini non è soggetto ad IVA.

Cosa rimpiangi del sistema italiano per i tuoi figli, e cosa sei contenta di non dover subire?
Sinceramente al momento, con l’esperienza della scuola primaria, non c’è molto che rimpiango della scuola Italiana. I miei sono assolutamente entusiasti di andare a scuola, non vedono l’ora ricominci durante le vacanze, scattano in piedi al mattino e si fiondano in macchina, insomma si vede che sono proprio contenti, e questo ovviamente mi rende serena. Vedo anche che il metodo di apprendimento funziona, almeno con i miei, sanno tante cose e sanno fare tante cose che io non ricordo di aver saputo fare alla loro età (e si che sono stata una lettrice precoce). Ho anche esperienze ‘al contrario’, di amici che sono tornati in Italia dopo un periodo qui, e i cui figli sono stati un po’ frustrati dal passaggio ad una scuola formale (qui non ci sono i banchi, i bambini si muovono molto, anche perché con il maestro non unico si formano nella giornata vari gruppi di lavoro, creando un ambiente molto fluido). Quello che soprattutto sono contenta di aver perso sono i famigerati compiti a casa. Che ci sono ma sono molto leggeri, l’intento è quello di continuare a mantenere in esercizio ma non sfinire! In questo, il genitore è visto come un alleato non come mulo di fatica 🙂 ad esempio le maestre di mio figlio dicono che, siccome capiscono bene che non tutti i genitori possano avere la voglia e il tempo di aiutare i bambini la sera, i compiti sono controllati a scadenza settimanale (alcuni li fanno volta per volta, altri solo nel weekend).

Considerazioni generali
Mi piace la visione olistica del bambino, l’attenzione ad attività fisica e creativa, le attività all’esterno della classe e interclassi, e l’accento sullo sviluppo morale e personale fin dalle primissime classi.
Sono anche molto colpita dal livello di lavoro di squadra da parte degli insegnanti. Non è soltanto una questione di maestro non unico (nella classe dei miei figli i maestri/e sono in quattro) ma il fatto che ogni decisione, sia sull’alunno, sia sul curriculum, è pensata, pianificata e soprattutto sostanziata, registrata e valutata a fine anno. E discussa o almeno comunicata per quanto possibile con i genitori: a parte i colloqui, la scuola organizza serate informative dove, fra una cup of tea e un biscottino, ti spiegano (in linguaggio umano, non in tecnichese) cosa vogliono fare dei tuoi figli e soprattutto perché. In questo io vado a nozze, certo mi costa ore passate su google per approfondire il materiale che mi viene dato, ma non importa, è comunque un’esperienza formativa anche per me 🙂
Insomma, sulla primaria, al momento il pollice è alto. Quello su cui mi riservo di dare un giudizio è la scuola secondaria, fino a quando i miei non ci andranno e saremo in grado di valutare direttamente, per il semplice motivo che io mi trovo a ricevere questi ragazzi quando arrivano all’università e mi pare che ci siano delle apprensioni nel passaggio ad uno studio formale. Devo però dire che ricevo anche degli studenti Erasmus, anche italiani, e soprattutto in tempi recenti non è che le cose siano poi molto meglio 😛

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25 thoughts on “Intervista a Supermambanana: il sistema scolastico in UK”

  1. Salve a tutti. Sono una mamma e nei prossimi mesi vorrei trasferirmi a Londra per motivi di lavoro. Ho un figlio che a frequenta il liceo linguistico e vorrebbe finirlo qui. L’altro di nove anni invece a settembre farà l’ultimo anno della scuola elementare e quindi il nostro arrivo è previsto per giugno 2015 (salvo precipitino gli eventi )Ecco la mia domanda è :per iscriverlo alle medie a chi devo rivolgermi? O come sono distribuiti gli anni scolastici? (sono equiparati ai nostri ?)dove vanno fatte le domande ed entro quale data? Vi prego volermi contattare anche in privato se sapete come posso fare in quanto vengo dalla ambasciata britannica a Roma e non mi hanno fatto entrare dicendo di rivolgermi su internet. Questo è il mio indirizzo e mail : romina.soto1978@gmail.com Grazie infinite a tutti

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  2. salve,
    Io, mio fratello e mia madre andremo in inghilterra a giugno (io faccio 18 a gennaio e mio fratello a luglio 20). Dovremmo andare a vivere a Londra o Birmingham. Ne io ne mio fratello sappiamo l’inglese ma credo che entro 2-3 mesi riusciremo a impararla parlando con altre persone e non sui libri che è difficile (come abbiamo fatto x imparare l’italiano 5 anni fa). Vorrei sapere se x me è più conveniente finire qua la scuola e diplomarmi (sono al 4 anno di un istituto tecnico commerciale; amministrazione, finanza e marketing, indirizzo sistemi informativi aziendali) oppure andare lì e frequentare una scuola di questo tipo?

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  3. Salve
    Sono in Inghilterra dal 26 sett 2013 e il giorno dopo ho gia’ provveduto a richiedere l’iscrizione per i miei 2 figli (9 e 16 anni) a scuola, ma ad oggi 21 ott non ho notizie in merito anzi, dopo essere stato piu’ volte al civic center, oggi mi hanno detto che per la ragazza di 16 anni non eesendo piu’ scuola dell’obbligo devo vdermela io presso i vari college.
    A parte il fatto che non capisco se e’ giusto che mi abbiano fatto perdere tutto questo tempo, mia figlia in italia era presso un liceo linguistico e l’unico college che fa le stesse materie non so se oggi avra’ posto. In piu’ il bambino di 9 anni e’ alla scuola dell’obbigo coe e’ possibile che ad oggi ancora niente scuola? Ho paura che possano perdere l’anno scolastico …. Per cortesia come posso risolvere la cosa?
    Grazie in anticipo.

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  4. Ciao Sonia, in realtà tutte le scuole sono attrezzate a ricevere bambini non madrelingua, semplicemente perché ce ne sono moltissimi, e d’altro canto la creazione di classi di inserimento non è una prerogativa di scuole cattoliche o di altra denominazione, quindi io direi di andare comunque a parlare con la direzione di ogni specifica scuola – tieni comunque presente che la classe di inserimento separata per stranieri non è necessariamente una buona idea, ho ormai moltissime testimonianze di bambini che in capo a pochi mesi erano perfettamente inseriti nella classe regolare, noi adulti siamo sempre un po’ in ansia ma i piccoletti se la cavano alla grande! In bocca al lupo!

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  5. Ciao a tutti,a settembre mi trasferiro’in uk con mio marito e 2 bimbe di 12 e 8 anni + una in arrivo.Non parlano inglese e vorrei trovare una scuola dove poterle inserire senza creare troppi traumi.Mi hanno consigliato di rivolgermi a scuole cattoliche dove sono previste classi di inserimento x bambini stranieri.Se qualcuno sa darmi indicazioni nella ricerca,attraverso siti web etc.vi prego di aiutarmi…GRAZIE

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  6. Grazie di nuovo! Ora ho molti piu’ elementi per valutare, anche se la faccenda resta complessa.
    Intorno a noi gente di varie nazionalita’ trasferitasi in Inghilterra ha mandato i propri figli a una scuola privata. E tutti ne parlano di una scelta quasi obbligata.
    Secondo me perche’ nel trambusto del trasferimento, non conoscendo il sistema quanto si vorrebbe, pagare una cifra esorbitante da comunque l’impressione di fare una buona scelta.
    Dal sito Ofsted non sono riuscita a ricavare un’altra informazione che per me e’ importante, e cioe’ il destino scolastico e universitario degli alunni di ciascuna scuola. Inoltre cercando qua e la ho trovato quasi solo scuole con valutazioni tra good ed excellent, e questo mi ha fatto dubitare dei criteri adottati.
    Stiamo valutando di trasferirci a York, perche’ ci piace la citta’ e perche’ speravamo di poter trovare una buona scuola pubblica (nonche’ un lavoro per me, ma questa e’ un’altra storia). Il lavoro di mio marito e’ raggiungibile in 45 minuti di macchina viaggiando verso nord. Altra citta’ possibile: Durham. Cittadina piu’ vicina con buona scuola privatissima e a pagamentissimo: Yarm. Stiamo valutando di tutto e di piu’…

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  7. ah, dimenticavo, le scuole pubbliche hanno anche una serie di attivita’ extracurricolari, e nel doposcuola, la maggior parte delle quali sono anche gratis, o molto abbordabili (i miei al momento fanno scacchi, ginnastica, coro e banda, tutto gratis, e judo, a pagamento, con 4 sterline a lezione). Insomma, a meno che la zona in cui ti stai trasferendo non sia particolare (per esempio so che Oxford ha una situazione anomala per la presenza piu’ alta di scuole private) io sarei molto tranquilla ad affidarmi al pubblico. Per il nido ovviamente e’ diverso (parlo per il/la duenne), qui e’ quasi tutto privato, anche se avresti dei contributi al compimento dei tre anni (sempre se Cameron non li ha abrogati, non mi sono informata di recente visto che i miei sono ormai in scuola da un po’), pero’ il primo anno di “Foundation” e’ gratis, anche se comporta soltanto la mattina (o il pomeriggio, dipende dalle scuole).

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  8. @mammaonthemove, scusa, non avevo visto i tuoi commenti. Le scuole private come dicevo su in realta’ non sono molto diffuse, anzi, sono molto molto poche, se per private intendi “a pagamento”. E in effetti dal mio personalissimo punto di vista le scuole private possono essere uno svantaggio se vuoi esser sicuro che si segua il programma di studi nazionale, le scuole private sono indipendenti e quindi possono gestirsi il curriculum. D’altro canto esistono molti “flavour” diversi di scuole tutte pubbliche (inteso con “senza retta”) quindi che seguono il programma nazionale, ma che possono avere delle declinazioni o religiose o di metodo (tipo montessori etc) indipendenti. Queste scuole, cosi’ come le pubbliche-pubbliche, cioe’ completamente gestita dall’authority locale, possono essere anche molto molto buone, anzi, molte di queste hanno un record di accesso a high school prestigiose, e poi ad Oxford/Cambridge, di tutto rispetto. Ti consiglio, se gia’ conosci la zona in cui abiterai, di guardarti i rapporti dell’organismo di controllo, la OFSTED (il link ai rapporti e’ qui: http://www.ofsted.gov.uk/inspection-reports/find-inspection-report) tanto per avere un’idea.

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  9. Riprovo: capisco che questa discussione e’ un po’ vecchiotta, ma ripropongo il mio quesito sulle scuole private in UK. C’e’ qualcuno con figli alla scuola pubblica? O alla scuola Privata? Come vi siete regolati?

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