L’amico immaginario

Circa tre anni fa è venuto a stare da noi Lalello.
Non è che vivesse proprio con noi: andave e veniva a suo piacimento.
Lalello aveva circa… boh!? Sette, otto anni, aveva un sacco di amici (tra cui Lalullo e Lalillo) e praticava diversi sport tutti estremamente competitivi e con ottimi risultati. Insomma, Lalello era un gran figo.
Era quesi sempre con noi negli spostamenti in macchina oppure stava in camera del Sorcio.
Poi, circa un annetto e mezzo dopo, quando il Sorcetto aveva quattro anni e mezzo, cinque, Lalello ha, prima, iniziato a farsi vedere sempre meno, poi, così, di punto in bianco, senza salutare, è sparito.
Che poi noi mamme ci affezioniamo agli amici dei nostri figli… e, insomma, a me è anche un po’ dispiaciuto, perchè in fondo era un ragazzino a modo. Mai troppa confusione, mai una cosa fuori posto…
Ah! Vi ho detto che Lalello non esiteva? 😀
Lalello era l’amico immaginario del Sorcetto.
Nello scirvere questo post mi era quasi venuto in mente di chiamarlo con un altro nome, non di scrivere qui proprio il suo “vero” nome… poi mi sono resa conto che questa riflessione era una vera idiozia!

L’amico invisibile può “nascere” più o meno tra i tre ed i cinque anni (ovviamente con tutte le eccezioni possibili sia in difetto che in eccesso) e viene partorito dall’immaginazione di circa due terzi dei bambini, in particolare primogeniti.
Tutta la letteratura psicologica è concorde nell’affermare che la creazione dell’amico immaginario non solo non è preoccupante, ma è indice di un’ottima capacità di reazione e di adattamento del bambino.

Ma reazione e adattamento a cosa?
Può essere un modo di adattarsi ad un cambiamento: può spuntare fuori in occasione della nascita di un fratellino, o di un trasloco, o del cambiamento di scuola o magari soltanto del mutamento di orari lavorativi di un genitore che possono cambiare alcune abitudini.
Ma può essere anche del tutto svincolato da queste motivazioni e nascere soltanto come modo, molto costruttivo, per affrontare i momenti noiosi o faticosi della giornata.
In entrambe i casi il bambino che crea l’amichetto immaginario è davvero in gamba! Invece di buttarsi giù o farsi stressare dal cambiamento o dalla noia, se ne sta in compagnia dell’amico perfetto: quello che lo rassicura o che lo stimola, quello che gli assomiglia o che è completamente diverso da lui ed anzi è come lui vorrebbe essere (il nostro era più grande e socievole!!).
[quote] Insomma, il bambino che ha un amico immaginario è un tipo che non si perde d’animo!
L’amico invisibile a volte assomiglia a qualcuno di cui il bambino sente la mancanza: per esempio se lo zio preferito è andato a vivere in un’altra città, aspettatevi un amico immaginario molto simile a questo zio. Altre volte rappresenta proprio l’immagine di quello che vostro figlio vorrebbe essere: l’amichetto potrebbe fare il pompiere o il mago (il nostro era praticamente un olimpionico…)!
In alcuni casi può “incarnarsi” in un pupazzo, in una bambola o in un peluche.
Una caratteristica comune a tutti gli amici immaginari è che non hanno mai una casa ed una famiglia a cui tornare, non hanno orari: sono, cioè, estremamente DISPONIBILI.

L’amico immaginario resta un’esperienza legata al mondo del gioco e per questo non va nè deriso, nè enfatizzato.
Deridere il bambino o cercare di fargli capire che sta parlando con il muro è del tutto fuori luogo: lui sa benissimo che l’amichetto non esiste, ma per lui il gioco resta una cosa seria!
Enfatizzare, al contrario, l’esitenza del compagno di giochi, per esempio apparecchiando a tavola anche per lui, è altrettanto fuori luogo: è un’invadenza di un territorio non nostro.
Un bel giorno, così, all’improvviso, l’amico invisibile se ne andrà… Quando non ci sarà più bisogno di lui, si lasceranno così, senza rancore!

E ancora oggi, quando noi nominiamo Lalello, il Sorcetto ci guarda un po’ stupito ed un po’ divertito e se la ride… Secondo me pensa “ma questi due rimbambiti mica ci avranno creduto veramente a Lalello!??”

E adesso, raccontateci gli amici immaginari dei vostri figli che vi girano per casa!

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24 thoughts on “L’amico immaginario”

  1. Mio figlio ha appena compiuto 6 anni ed i suoi amici “immaginari” sono le sue tartarughe ninja; quando sono in camera con lui si rivolge a loro ed io devo rispondere con delle voci differenti per ogni singolo ninja. Lo fa solo con me e non vuole che nessuno ci senta infatti si chiude in camera e non appena qualcun’altro della famiglia entra, il gioco deve finire immediatamente ????

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  2. non so se sia una cosa molto normale ma io ho (ancora) un amico immaginario il suo nome è Kisshu-kun (il kun è affettivo) tutto normale se non fosse per il fatto che ho 14 anni. a volte credo di non essere come gli altri ragazzi

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  3. Ciao,
    Anche la mia bimba di due e mezzo ha un amichetta immaginaria di nome BUBù ,si è presentata la prima volta la settimana scorsa quando è andata in vacanza con la nonna e il nonno ed io sono rimasta in città per lavoro, ma quando l ho raggiunta BUBù nn può giocare con noi ,scappa ,la chiama e non arriva e a volte se la nomino si stizzisce e mi risponde mamma ancoraaa non c e! Come se si ingelosisse es. “Carlotta anche mamma e amica di BUBù “e lei con il faccino un po’ dispiaciuto “ed io?” Come per dire ed io nn sono una tua amica !
    Ho pensato che il cambiamento ed anche per sopperire alla mia mancanza ha portato la creazione di questa nuova amica che ne pensate?

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  4. Salve! Noi abbiamo una bimba di quasi tre anni e da qualche mese ci fanno compagnia ben due amici immaginari dai nomi singolari! Pinkett, che è un po’ pasticcione e spesso piange perché cade e si fa male e Ponin, che invece è più intraprendente! Anche loro ormai fanno parte della famiglia e anche se tutto rimane a dimensione di gioco (come ritengo giusto sia) è divertente condividere questa fase con nostra figlia! Noi però non possiamo attribuire l’arrivo di questi amici a qualche particolare cambiamento…. sono arrivati da un giorno all’altro e per ora viviamo tutti in questa “famiglia allargata”!

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  5. io ho solo una figlia, di nome SABRINA, ma si è inventata ben 2 fratelli immaginari: ZOE e ALBERTO. lei mi dice sempre guarda lui è uscito, guarda lei non ha studiato, ecc. si inventa tante storie, e quindi per me sono diventati i miei FIGLI IMMAGINARI!

    spero che non sia capitato solo a me!

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  6. mia figlia di due anni e mezzo da qualche settimana ha il suo nuovo amico Cillali di 3 anni che a volte la fa arrabbiare perchè vuole mangiare la torta al cioccolato che fa male!! per il resto giocano assieme, ci porta le caramelle…lui ha la sua mamma con la sua casa. E’ da circa un mese e mezzo che sono alla mia seconda gravidanza ma a lei non l’abbiamo ancora detto (già nove mesi son lunghi, così vogliamo aspettare fino a che la pancia non si vede) xò con i miei familiari ne parlo anche se non proprio apertamente ma si sa che i bimbi sono super attenti!!! non so se le due cose son collegate perchè cambiamenti o altri avvenimenti particolari non ce ne sono stati. subito non sapevo come reagire ma visto che ci coinvolge molto spesso nei giochi con cillali siamo complici. cmq l’importante è che mia figlia si diverta e sia serena, è una bimba super socievole e chiacchierona.

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  7. Preoccupate? … singolare… e’ uno dei passaggi più naturali (e divertenti) che possa capitare in età da asilo…

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