“Gadget indispensabili” (o forse no) per neonati

Questo è il primo post di Silvietta di Qualcosa sta cambiando in qualità di autrice su genitoricrescono.
Questo spazio, “Anno 0, impressioni di una mamma”, sarà tutto suo per i prossimi mesi: ci parlerà del primo anno trascorso insieme a LaPulce
.

Prima che nascesse LaPulce ero molto preoccupata da come sarei stata in grado di reagire i primi mesi: dopo tanti anni “sola”, mi dicevo, come potrò abituarmi a questa presenza costante (ed esigente)?
E tanto per dire quanto ero spaventata, mi terrorizzavano tantissimo anche tutti quegli oggetti a dir di molti “indispensabili”. Dopo aver letto un articolo scritto da una mamma che sentivo piuttosto affine, avevo addirittura iniziato a chiamarli “gli anticorpi” e, temendo di vivere i primi mesi facendo slalom tra i vari oggetti più o meno ingombranti, cercavo di immaginare tutti i modi possibili per accogliere la mia piccola bambina con “meno” cose. Temevo infatti di perdere l’essenza di questa nuova relazione soltanto perchè sarebbe diventato “obbligatorio” gestirsi mille oggetti – oltre alla bambina, ovviamente – e già mi vedevo “imprigionata” in casa al solo scopo di evitare la fatica di mille saliscendi…
Per ragioni etiche e di risparmio, abbiamo accettato e accolto ben volentieri molti oggetti per la prima infanzia: passeggino, ovetto, fasciatoio … ovviamente, assieme a molte cose che davvero si sono rivelate indispensabili (dopo tutto, non sono esattamente un asceta e poi, per esempio, ritengo l’utilizzo del seggiolino auto una cosa assolutamente obbligatoria, come ho scritto qui ), le persone ci hanno giustamente imprestato o proposto alcune cose che per loro e il loro stile di vita si erano rivelate importanti.
E così mi si è aperto un mondo, un mondo popolato di gadget e strumenti che diventano la coperta di Linus per alcune, forse troppe, ansie che popolano la vita da neogenitori dei primi mesi.
Paura che non mangi abbastanza? Ecco la bilancia super digitale e accessoriata.
Paura di dimenticarti tuo figlio? Ecco le radioline o, meglio ancora, la radiolina con video.
Paura di quell’evento tragico, la SIDS, di cui tanto ti parlano nel corso preparto e che ti mette di fronte a tutta la tua impotenza di madre e di persona, facendoti tremare le viscere fino in fondo (per me ancora oggi è così)? Bene, allora ti propongo il percettore del respiro del bambino.
Paura di non stimolarlo abbastanza (con la tua presenza, il tuo abbraccio, il tuo portarlo in giro per il mondo ..)? niente paura, ecco la sdraietta a motore …
La seduzione di tutti questi oggetti è incredibile.
Forse mi fanno così effetto perchè tutte queste paure sono mie, mi hanno fatto compagnia per tanti mesi che anche adesso (LaPulce ha quasi un anno ormai), ripensandoci, le sento pulsare nella pancia. In queste paure sento la mia inadeguatezza di madre e il desiderio di potermi affidare a un oggetto per essere in qualche modo “migliore”, almeno per qualche minuto, per poter dare alLaPulce qualcosa di meglio dei miei sentimenti insicuri.[quote]
No, non so se sarei stata davvero in grado davvero di accogliere la Pulce con “meno” cose, se non avessi avuto la fortuna di ricevere molti oggetti in prestito e di avere un compagno razionale e saldo come MrWolf.
Grazie ai prestiti, infatti, non ho avuto necessità di girovagare nei megastore per l’infanzia e tutto sommato avevo la sicurezza di aver ricevuto “il meglio” in termini di consigli e di scelte da almeno 4 coppie di amici con figli già un po’ “navigati”. E poi, soprattutto, le cose c’erano, ma prima di andarle a prendere in garage, mi interrogavo (interrogava) sempre se davvero mi servivano o qual era il problema per cui avrei voluto averle.
Le radioline si sono messe a tacere da sole nel momento in cui mi sono resa conto che gli ormoni mi rendevano praticamente “sensitiva” e che, anzi, avevo bisogno di concentrarmi per rilassarmi e dormire.
La bilancia, invece, è stata una tentazione più viva: nel fatidico momento delle coliche (e dell’inizio del turbine di pensieri sarà il mio latte – sarò io – sarà la fame) MrWolf ha tenuto la bilancia abbastanza lontana da me (te la prendo domani … ah, l’ho dimenticata, va bè, domani …, no, dai, stasera … oh, adesso è tardi… ) perchè spostassi la mia attenzione dal peso raggiunto, dal latte dato o non dato al prendere nota delle serate in cui riuscivo a costruire con LaPulce quella relazione e quei gesti tali da renderle il momento più sopportabile (e più breve).
Cito questo caso perché è stato emblematico e un passaggio veramente importante per me: dare importanza al mio modo particolare di essere assieme alLa Pulce, fatto anche delle mie personali idiosincrasie, tra cui, appunto, l’osservazione e … carta e penna! Fin dall’ospedale avevo preso l’abitudine di annotare su un’agenda settimanale i fatti salienti della giornata delLaPulce (avrei letto Tracy Hogg solo molto più tardi, come raccontavo qui ). Un’assistente sanitaria mi aveva rimproverato: “ma non stare in ansia, essere mamma è una questione di istinto! Non temere, che si farà sentire perchè tu ti prenda cura di lei”. Per qualche giorno ho anche smesso, ma non mi sentivo io. Carta e penna sono stati – per i primi sei mesi, almeno in questa forma dell’agenda – il mio particolare modo di passare da “un bambino” alla “mia” bambina, quella che sarebbe cresciuta con me, quella di cui volevo osservare, per accompagnare, i mille passaggi dalla pancia alla vita.

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17 thoughts on ““Gadget indispensabili” (o forse no) per neonati”

  1. Infatti ho letto le recensioni e sono eccezionali! Lo comprero’ di sicuro!
    Trio e lettino ce li regalano, già’ e’ un bel passo!!!
    Grazie 😉

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  2. @Lucia,
    fatti regalare il meno possibile e fatti dare invece i soldi. Alla fin fine non sai cosa ti servirà, e non lo saprai fino a che non ti ci troverai.
    Al massimo fatti regalare il seggiolino auto, se ti serve, o un passeggino/carrozzina (se non hai qualcuno che te lo passi).

    Comunque quello che farei DI CORSA è andare a comprare “bebè a costo zero” di Giorgia Cozza (no affiliazioni di sorta). Sopo dopo averlo letto e digerito puoi cominciare a pensare a cosa ti serve davvero. Ti assicuro che ti serve MOLTO MENO di quello che non pensi.

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