I disturbi del comportamento alimentare

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono in aumento: si abbassa l’età di insorgenza e, contemporaneamente, se ne definiscono di nuovi tipi. Il rapporto con il cibo sta diventando sempre più e sempre prima una questione di testa e una questione di rapporti con gli altri. Dal nutrimento all’ossessione.

© foto Gioia De Antoniis - flickr.com in licenza Creative Common
© foto Gioia De Antoniis – flickr.com in licenza Creative Common

La dottoressa Cecilia Verga Falzacappa, biologa nutrizionista, dottoressa in endocrinologia e medicina molecolare e specialista in patologia clinica, ci parla di quando il cibo non riguarda solo il corpo.

Tutti noi abbiamo sentito parlare dei DCA , i Disturbi del Comportamento Alimentare, di quei momenti in cui l’attenzione verso il corpo e le sue forme diventa un’ossessione, portando ad atteggiamenti squilibrati nell’alimentazione.
Quello che probabilmente non sappiamo è che questa problematica si innesca precocemente, che oggi colpisce anche bambini tra i 6 e gli 8 anni, e che non consiste più solo nel rifiuto del cibo.
Esistono nuovi disturbi del comportamento alimentare, che colpiscono i bambini e gli adolescenti, e che possono avere manifestazioni più subdole.

Quali sono i nuovi DCA

Conosciamo probabilmente l’ anoressia nervosa (l’assenza di appetito, che si manifesta col rifiuto del cibo) e la bulimia nervosa, che consiste invece in episodi di eccessiva voracità alimentare seguiti da meccanismi di compensazione (vomito indotto, utilizzo di lassativi). Quest’ultima è più subdola poiché può non associarsi a variazioni del peso e può essere facilmente nascosta agli occhi di chi convive con la persona malata. Simile alla Bulimia nervosa sono i Disturbi da Alimentazione Incontrollata, in cui sono presenti episodi di voracità incontrollata, che possono anche localizzarsi in particolare nella sera e durante la notte, ma che non sono seguiti da episodi di compensazione. Accanto a questi tipici DCA ne esistono oggi di “non canonici”, spesso poco conosciuti e facilmente sottovalutati.

  • L’ ortoressia, in cui è presente un eccessivo controllo nei confronti del cibo, associato frequentemente ad una notevole cultura in tema alimentare e ad un mantenimento costante del peso forma.
  • La bigoressia, insieme alla Dismorfia muscolare, in cui è presente un’ossessione per la tonicità del proprio corpo, e per lo sviluppo della massa muscolare. In questo caso si presenta una dedizione particolare allo sport, caratteristica anche dell’exerciting.
  • La drunkoressia, l’abbassamento dell’introito calorico da cibo utilizzato per compensare l’introito calorico che si ha con l’assunzione dell’alcool.

Cosa può fare un genitore

Vigilare, essere presente, dare l’esempio è ancora più importante, e lo è fin da quando i bambini sono molto piccoli. Quello che dobbiamo fare è insegnare fin da piccoli ad amare il cibo, a mangiare con gusto e in modo sano, non come una restrizione ma come un’abitudine. L’esempio è importantissimo. Il cibo deve essere una componente naturale della nostra vita, non un mezzo né di premiazione né di punizione.
Ciò che dobbiamo infatti fare di fronte ad un disturbo del comportamento alimentare è non vietare. Le regole sono un innesco per sviluppare le ossessioni, e rischiamo, senza rendercene conto, di partecipare al meccanismo della patologia.
Distogliamo l’attenzione dal problema, e non partecipiamo all’ossessione, non si deve dare peso al peso.
Cerchiamo quindi di non incentivare l’eccessiva attenzione per la forma corporea e per il cibo, fin da piccoli, e di avere un atteggiamento critico nei confronti del nostro comportamento e di quello dei nostri figli. Siamo attenti, e se notiamo qualcosa di poco convincente, interveniamo subito. La prognosi non è legata alla gravità ma alla precocità ed alla tempestività dell’intervento, è importantissimo intervenire entro il primo anno dall’esordio.

Come accorgersi di un DCA

Se diminuisce la voglia di partecipare ai momenti di convivio, se si esce meno frequentemente e meno volentieri, se si dedicano molti pensieri e molte attenzioni al proprio corpo e alle forme corporee in generale, con particolare attenzione nelle bambine e nel passaggio all’adolescenza.
Ciò a cui si deve fare attenzione non è solo la capacità del bambino di alimentarsi, ma l’approccio che il bambino ha al cibo. Bisogna fare attenzione ai sentimenti e alle emozioni che l’alimentazione provoca.

A chi rivolgersi

I disturbi del comportamento alimentare costituiscono una problematica multifattoriale, e necessitano di un approccio multidisciplinare. E’ quindi molto importante che il bambino o l’adolescente venga seguito da uno psicologo, che possa entrare in contatto con la radice del malessere e aiutare il bambino ad elaborarla; un nutrizionista, poiché il DCA comporta la malnutrizione che, soprattutto in età evolutiva, ha delle conseguenze fisiologiche rilevanti, ed un medico, che possa verificare ed intervenire sulla presenza di situazioni non più fisiologiche.

– di Cecilia Verga Falzacappa –
drceciliavergafalzacappa @ gmail.com
facebook: dottoressa verga falzacappa

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