Tema del mese: portare i bambini

Il babywearing è una pratica che si sta diffondendo velocemente che consiste nel portare i bambini piccoli addosso. Consigliato sin dalla nascita, si evolve insieme alle esigenze del bambino e si adatta facilmente a quelle del genitore.

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Nonostante il numero crescente di persone che scelgono di portare i figli, il babywearing continua ad essere una pratica poco conosciuta alla maggior parte dei neo-genitori.

Eppure il babywearing è nato nella notte dei tempi per motivi sostanzialmente pratici. Un bambino tenuto addosso si mantiene caldo al contatto con la madre, piange di meno, dorme meglio, e soprattutto permette alla madre di svolgere compiti anche duri all’aperto portandolo con sé e allattandolo in ogni momento ce ne fosse bisogno. Ma che significato assume questa pratica nel mondo occidentale moderno? Quali sono i vantaggi in un mondo in cui ci sono carrozzine, baby sitter, nonni, asili nido?

E’ grazie alla diffusione dei principi dell’attachment parenting che il babywearing ha preso piede anche nel mondo occidentale, trasformando il portare da una esigenza pratica, ad una relazione quotidiana tra genitori e figli che passa anche attraverso il contatto fisico continuo.

Ci sembra quindi un tema importante da affrontare, per capire gli effetti psicologici sui bambini e anche quali sono i vantaggi per i genitori che scelgono di seguire questa pratica.
E visto il proliferare di tipologie diverse di supporto, da fasce portabebè corte o lunghe, manduca, marsupi, Mei Tai, sling, fasce ad anelli, impareremo a distinguere i vari modelli e a capire quello che è meglio in base alle esigenze di ciascuno. Insomma cercheremo di dare una risposta a tutte le domande che ci passano per la testa quando vediamo un genitore portatore o quando pensiamo di esplorare questa pratica, ma non sappiamo esattamente da dove iniziare.

Leggi i contributi al blogstorming su questo tema.

(Ringraziamo Patrizia e Andrea per la loro foto insieme)

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12 thoughts on “Tema del mese: portare i bambini”

  1. Un’amica che abitava a Firenze (città particolarmente non adatta al passeggino) mi ha fatto provare la fascia lunga quando ero incinta di pochi mesi.
    La fascia è una di quelle cose che se non ti fanno provare quanto siano semplici non ci puoi credere. La mia prima reazione fu: io e 5 mt di tessuto? No way! Mi vedevo già appesa al lampadario!!

    Invece è stata la mia salvezza per le giornate uggiose, le commissioni veloci, i viaggi, andare al nido la mattina.
    Con la primogenita ho usato molto sia fascia che passeggione (orgogliosa proprietaria di passeggino SUV – che si spinge con un dito anche sul pavé). Col secondo per ora più passeggione che in fascia dorme meno. Ma se sono di fretta e il tragitto è breve fascia tutta la vita!
    Adesso che sta fronte strada sembro un po Zaphod Beetlebrox con la seconda testa che sbuca dalla giacca.

    Quando era appena nato ho usato tanto la posizione rana e culla (poi ho scoperto qui che non va benissimo).. E li veramente rischi avo la vecchietta che entrava nella fascia.
    Un sacco di curiosità nelle vecchine del paese!!

    E impagabile vedere le facce di bambini stupiti… Ma c’è un bimbo!!

    Il mio consiglio non richiesto è di provare a informarsi prima e vedere se in negozio di puericultura, centro ostetrico, consultorio etc fanno una dimostrazione di fasce o altri supporti. In molti borghi di Italia la fascia credo salvi la neomamma. (Ma anche a Mila no se una de

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  2. Pingback: Ti porto con me |
  3. La fascia lunga per noi è stata indispensabile, il Papu che mai dormiva e mai dico mai voleva essere deposto nemmeno per un attimo, lì dentro passava la giornata, si calmava, riposava e io potevo fare tutto… In inverno andavamo a passeggio e lui stava nella fascia, col mio giaccone chiuso davanti, solo la testina che spuntava in parte… solo grazie alla fascia potevo fare la spesa, pulire, cucinare, fare i bagagli, prendere un caffè al bar e una volta addirittura seguire una conferenza, col cucciolo tranquillo dentro. Da noi non usa tantissimo portare i bimbi, anzi vanno x la maggiore i trii o quei passeggini con ruote da fuoristrada che ci vorrebbe un garage solo per parcheggiarli, così la gente mi guardava… mitico il commento di una signora che mi ha fissata per un po’ senza capire come mai io avessi quel rigonfiamento all’altezza dello stomaco, poi ha capito che lì dentro c’era un bimbo e ha detto “aah ecco… mi sembrava incinta ma c’era qualcosa di strano!”. (visto a che altezza stava il piccolo, al limite potevo averlo ingoiato ;-)). Dopo la fascia siam passati al marsupio, il passeggino lo abbiamo usato poco, in parallelo, per cercare di riposare ogni tanto, e poi di più man mano che lui iniziava a pesare troppo!

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  4. Bello, anche noi fascia lunga e pedalare (metaforicamente s’intende). Soprattutto con la prima che come la mettevamo nella carrozzina assordava noi e tutto il vicinato, la fascia è stata la salvezza. Con lei abbiamo usato il passeggino solo dai due anni in su. Il piccolo, più tollerante verso le sue quattro ruote e decisamente più massiccio, ha visto poca fascia, più carrozzina, e dai 4 mesi circa, molto marsupio portato sulle spalle. Bei tempi! La schiena tocca comunque tenerla in forma in qualunque modo si tengano in braccio, ‘sti pesantoni… Col piccolo mi sono bloccata la prima volta mentre lo tiravo fuori dalla culla, altro che fascia, aveva due mesi e pesava già 8 kg. Tocca diventare sportive 🙂

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  5. Il mio amore per la fascia nasce da una fascia prestata e dalla richiesta della nostra bimba di essere coccolata costantemente e che i primi tempi piangeva no stop e di giorno non dormiva nella culla.
    Dopo aver incontrato una consulente…e aver imparato a portare…non ci ha più fermato nessuno!!
    La amiamo sia io che il papà e abbiamo fatto persino una vacanza interamente in fascia!!
    Sono diventata una super patita..e mi piace tantissimo sentire il respiro di Ester che dorme vicina a me.
    🙂

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  6. Io sono diventata dipendente dal marsupio per il mio secondo Genito, anche la prima ne aveva usufruito con il classico baby bjorn, prima faccia alla mamma poi al mondo, io e il mio compagno c’è lo litigavamo; la bambina era tranquilla e non ha mani avuto problemi.
    Ma per il secondo ho scoperto un marsupio belga, fantastico, PREMAXX, sembra uno zaino mono spalla che ho utilizzato già alla prima settimana di vita. Ovviamente ero additata come una fuori di testa….. Il neonato nello zaino!!!!! ( non era uno zaino ma un marsupio sicuro e comodo) Lui era beato, caldo e felice nel freddo inverno, vicino al cuore della mamma come qualche giorno prima.
    Quando ho comprato questo marsupio, avevo studiato per capire l’ utilizzo delle fasce ma mi sembravano davvero complesse da utilizzare, questo invece era semplicissimo. Ovviamente l’ ho acquistato su internet da una sanitaria del Nord Italia perché su Roma non lo vendeva nessuno….. Lo consiglio davvero a tutte, vogliamo mettere poi il vantaggio di avere le mani libere per tutte le esigenze degli altri ?!?!?!

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  7. Ah, che bello, io ci ho messo tutta la buona volontà, complice la coppia di amici-vicini che hanno partorito il giorno in cui il mio predictor si è rivelato positivo. Lui in particolare che visto che faceva il free-lance si è trasformato automaticamente nello Staying-at-home-dad era bravissimo con la fasciano quella lunga ed è stato lui ad insegnarci come portarla. Poi io che sono impaziente e sempre di corsa per carattere mi sono presa anche il baby-bjorn che mi dava l’ idea di metterlo e toglierlo più facilmente. Durati poco tutti e due: alla prima passeggiata col pupo in fascia, mia suocera che è pure medico del consultorio pediatrico da una vita, ma non ne aveva mai visto una, era sorpresissima: prima una sfilza di commenti sul come, perché, ma il bambino così stretto, ma non soffoca, ma non è scomodo, ma qui, ma lì. Al ritorno di una lunga passeggiata ha cominciato a osservare sorpresa come sembrasse felice, tranquillo e perfettamente a proprio agio il pupo. Purtroppo detto pupo in poche settimane pesava 5 chili e la mia schiena già provata dalla gravidanza ha detto: Njet. Ho rinunciato per accasciarmi sul passeggino, che nei momenti di sconforto almeno sorreggeva anche me. Forse se all’ epoca fosse stato più diffuso, se qualcuno mi avesse insegnano altri modi di portarlo, magari risolvevo (anche se il mal di schiena me lo sono tenuta per un paio d’ anni). Insomma, con grande delusione ho rinunciato, con figlio 2 uguale, però fasce e babybjorn li ho regalati alla successiva famiglia di portatori che hanno avuto più successo di me. e i cognati giovani alla fine hanno portato anche loro, nonostante il favoloso, costosissimo superpasseggino regalato dai nonni al primo nipote e che sta servendo con successo anche il sesto in arrivo. Per dire, la fatica di fare i pionieri, sono felice di questo tema che potr`a essere utile a chi come me ne sa poco ma vuole provarci.

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