Tema del mese: fratelli, sorelle e figli unici

Questo mese vorremmo parlare di quel momento in cui al figlio numero uno si aggiunge un figlio numero due: di tutto quello che comporta pensare e progettare “doppio”, annunciare al numero uno che arriverà il numero due, prepararlo al cambiamento, fare i conti con le esigenze di età diverse e, perchè no, far quadrare i conti.
Ma vorremmo anche parlare di quando non c’è e non ci sarà un figlio numero due: quando il bimbo unico (come tutti sono unici), rimarrà l’unico bimbo di casa e dovrà, con le sue forze e con quelle dei suoi genitori, comprendere che il mondo gira, ma non sempre intorno a lui.
Ci chiederemo se è diverso crescere un figlio solo o più d’uno, ci interrogheremo su come i genitori possono gestire la pluralità o l’unicità.
Le nostre storie personali ci sembrano adatte a presentare diversi punti di vista: io sono una figlia unica, figlia a mia volta di un padre figlio unico ed ho un figlio che, visti i miei 38 anni ed altre variabili, rimarrà probabilmente unico.
Serena ha una sorella, con la quale ha un solidissimo rapporto, viene da una famiglia di molti zii e cugini e, mentre leggerete qualcuno dei post di questo mese, starà partorendo il secondo Vikingo.
Quindi aspettatevi due storie diverse e due esperienze diverse, non solo come madri, ma anche come figlie. Storie di diversi equilibri e di diversi problemi.
Avere due o più bambini significa conciliare caratteri diversi e diverse esigenze, gestire impegni moltiplicati, e tentare di dividere sempre in modo armonioso l’attenzione di genitori. Averne uno significa conciliarlo con il mondo, insegnargli che è unico come lo sono tutti, ma che non è solo e non è esclusivo, aiutarlo a confrontarsi.
E, come sempre, aiutarli tutti, unici e molteplici, a trovare a loro strada.

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39 thoughts on “Tema del mese: fratelli, sorelle e figli unici”

  1. ciao ragazzi sono boblol (nome anonimo) :-). apprezzo molto quello che state facendo (o quello che avete fatto tempo fa). Siete fantastici e non smetterò mai di dirlo. grazie grazie grazie

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  2. cara cinzia tu mi parli di autocommiserazione ,ma tu non sai veramente quello che provo dentro di me,e di quello che ho passato.scusa ma e’ piu’ facile giudicare cosi’ che capire ,ciao

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  3. Cara Paola, l’autocommiserazione mi è insopportabile.
    Ricorda che nella vita si fanno le proprie scelte ed è di solito più facile dare la colpa di queste a chi ci sta intorno!

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  4. ma,la cosa che mi rode di piu’ e’ di non avere avuto una famiglia tutta miae una persona da amare ,ed invecchiare sola mi spaventa e per lo piu’ con la mia malattia ,appena conosco qualquno e gli dico quello che ho ,nonostante non sono brutta ,mi allontanano subito ,e’ vero avevano ragione i miei genitori che non valgo niente infatti si vedono i risultati ,non sono stata capace di portare a termine niente per la mia estrema insicurezza ,ho tanta rabbia ma oramai e’ troppo tardi ciao

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  5. ciao mi chiamo molly ,e non posso diredi esserestata fortunata nella mia vita ,i miei genitori mi hanno sempre poco considerata quando ero bambina ,mi proibivano ogni cosa e alla fine io facevo quello che mi pareva perche’ mi sembrava di essere in galera ,erano iperprotettivi ma non riuscivano a esternare amore forse perche proprio loro non ne hanno avuto ,ma non voglio giudicarli per questo ,erano persone molto insicure in tutto e per ogni cosa chiedevano consigli agli amici,urlavano sempre per ogni stupidaggine ,ma non perche non si amavano ma perche’ sfogavano le loro insicurezze e rabbia sui figli ,mi hanno sempre fatto sentire in colpa per ogni cosa che facevo male , cosi’ a 18 anni me nesono andata di casa perche mi sentivo in una gabbia di matti e non ce la facevo piu’,mia sorella e’ sempre stata una grande egoista e menefreghista con tutti ,dunque io non ho mai potuto contare su di lei,mio fratello anche lui e’ un grande egoista e menefreghista ,mio zio da bambina a tentato di abusare di me ,mia zia la sorella di mia mamma e’ sempre stata troppo egoista e menefreghista ,insomma potrei andare avanti all infinito ,perche tutti i miei parenti ci hanno sempre trattato male ,e mai considerato perche’ ci hanno sempre visto una famiglia senza carattere e troppo bonaccioni ,ora ho 40 anni e mi ritrovo a aver fatto una vita di merda,scusate il termine ,ho collezzionato sorie sbagliate e non ho mai avuto il coraggio di chiudere una storia,per paura di soffrire e di rimanere sola ,cosi’mi ritrovo sola ,senza figli,e con una brutta malattia cronica presa dal dentista vent’anni fa ,vorrei curarmi ,ma non posso perche’ sono sola e la cura e’ molto pesante e mia madre non mi capisce veramente e pensa che la mia malattia equivale ad una semplice influenza,e non riesce a capire cosa provo profondamente ,mio padre e’ morto 20 anni fa,spero sempre di addormentarmi e non risvegliarmi piu’ tanto questa non e’ vita,ciao a tutti e scusate per lo sfogo ,grazie

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