Sette tipi di stanchezza

Genitori e stanchezza, un binomio inscindibile. Vuoi perché siamo appena diventati genitori, e non si dorme, vuoi perché la notte si bagna ancora e bisogna alzarsi a cambiare il letto, vuoi perché la scuola ci riempie di preoccupazioni, vuoi perché l’adolescenza… e mi fermo qui.

Ora, focalizzate per un momento la vostra atavica stanchezza, e pensate alla prima parola che vi viene in mente per poterla risolvere.

La parola che vi viene in mente è per caso “sonno”?
Lo era anche per me. Datemi un letto e una casa senza rumori, e ho risolto.

E invece no, come dice Saundra Dalton-Smith, autrice, fra gli altri, del libro “Sacred Rest”, il sacro riposo, se ci svegliamo ancora esausti, il nostro problema non è una mancanza di sonno, ma una mancanza di riposo.

Il problema di avere consolidato quest’equazione, riposo=sonno, è che non ci rendiamo conto che il riposo vero avviene a vari livelli, e se non li comprendiamo tutti, e non comprendiamo di quale livello abbiamo bisogno di volta in volta, non riusciremo mai a riposarci veramente, e non capiremo perché anche dopo una nottata apparentemente ben riuscita ci svegliamo ancora stanchi.

Allora, vediamo quali sono questi livelli, secondo Dalton-Smith, e capiamo come individuare di quale deficit stiamo soffrendo, e come rimediarvi.

1. Riposo fisico

Il più facile e immediato: siamo in deficit di riposo fisico quando ci si chiudono gli occhi e camminiamo a fatica. Per questo, si, il rimedio è il sonno, puro e semplice: ne abbiamo bisogno e dobbiamo prendercelo. Cerchiamo di andare a letto una mezzora prima, per esempio. O di infilare nella settimana una sessione di yoga rilassante. 

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2. Riposo mentale

Siamo in deficit di riposo mentale quando sentiamo il cervello in confusione. Fissiamo una pagina da 10 minuti ma non la stiamo leggendo. Componiamo uno status facebook o un messaggio e risulta incomprensibile. Siamo in perpetua negatività, ci giudichiamo in continuazione. Per rimediare, dobbiamo cercare di “ri-centrarci”, troviamo momenti nella giornata in cui spegniamo lo schermo, lasciamo il cellulare in un cassetto per un’ora, respiriamo profondamente. Potremmo provare una sessione di meditazione, o una classe di mindfulness.

3. Riposo sociale

Siamo in deficit di riposo sociale quando sentiamo che socializzare è estenuante, che tutti vogliono qualcosa da noi, che dobbiamo spiegare sempre il nostro comportamento, che dobbiamo esser sempre pronti a sorridere. Per rimediare, dobbiamo cercare di bilanciare la nostra socializzazione, esser sicuri di comunicare almeno una volta al giorno con quelli con cui possiamo essere noi stessi senza remore. Oppure, è il momento di stare da soli per un po’, e soprattutto allontanarsi dai social e il loro ricordarci costantemente che dobbiamo avere una vita instagrammabile. Mettiamo il profilo facebook in “stand-by” per esempio, o avvisiamo tutti che saremo lontani per un po’ di giorni, e chiudiamo.

4. Riposo creativo

Siamo in deficit di riposo creativo quando sentiamo che la nostra vita è un continuo organizzare, programmare, decidere, pianificare. Feste, doposcuola, compiti, spesa, tutte queste attività non fanno altro che assorbire le nostre energie creative, e alla lunga le mettono sotto stress. Per rimediare, dobbiamo darci una pausa e ricalibrare la creatività, indirizzandola verso cose che le si confanno meglio. Per esempio concentriamo la mente in un’attività complessa, tipo leggere un libro. O prendiamo l’abitudine di fare una passeggiata ogni giorno, con l’unico scopo di camminare e osservare i dintorni (un parco vicino sarebbe ideale, per chi può), non serve molto, l’importante è che durante la passeggiata non pensiamo costantemente a… quanto siamo in ritardo! 🙂 Cerchiamo di allenare il cervello a ‘non pensare’, o a concentrarlo su qualcosa per un tempo prolungato.

5. Riposo emozionale

Siamo in deficit di riposo emozionale quando ci sentiamo in balia della nostra emotività. Confusione, rabbia, frustrazione, paura, ansia, dolore, tutto l’insieme ci fa sentire in continuo overload e ci impedisce di funzionare al meglio. Per rimediare, dobbiamo davvero cercare di scaricare un po’ di questo overload: sulle spalle di amicizie sincere, in una sessione di terapia. O in un diario. Ma un diario che teniamo per noi, o che condividiamo con amici, la condivisione pubblica sui social o un blog rischia di invischiarci in un deficit di riposo sociale!

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6. Riposo spirituale

Siamo in deficit di riposo spirituale quando ci sentiamo senza àncore, in balia delle onde, soli. Spirituale non significa necessariamente religioso, ovviamente, qui parliamo del classico “avere un senso nella vita”. Per rimediare, dobbiamo ritrovare questo scopo, questo senso. Se praticate una religione potrebbe significare tornarvici, o immergervici, ma un metodo infallibile è sempre quello di impegnarsi in una causa di volontariato. Sì, anche se la vita sembra già pienissima così com’è. Volontariato può essere a tutti i livelli, anche semplicemente capire quali associazioni operano nel quartiere, e informarsi sulle loro esigenze e la causa che perorano, qualsiasi essa sia. Il semplice fatto di conoscerle anche solo per decidere che non sono per noi o che la causa non ci trova d’accordo ci aiuta ragionare per un po’ sui nostri valori, sullo “scopo” che ci vogliamo dare.

7. Riposo sensoriale

Siamo in deficit di riposo sensoriale se… viviamo in questo secolo. Se in questo momento abbiamo uno schermo davanti (e lo abbiamo perché stiamo leggendo qui) è molto probabile che stiamo mettendo sotto pressione occhi, collo, spalle, polsi. Impegniamoci a passare più “tempo analogico”, anche con piccoli trucchi, tipo compriamo una sveglia e non ricorriamo al cellulare per svegliarci la mattina. Spegniamo tutte le notifiche per qualche ora. E facciamo in modo di prepararci al sonno con qualche anticipo. 

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Quindi, la prossima volta che ci diciamo che siamo stanchi, ricordiamoci anche di chiederci “ma stanchi come?”.

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1 thought on “Sette tipi di stanchezza”

  1. Bè, questo numero sette si sa che è un po’ magico, un po’ tradizionale. Ciò premesso la stanchezza peggiore, quella che non si rigenera con nessuno dei buoni consigli qui sopra, è in realtà un sintomo di un disagio più profondo. Il sintomo si chiama depressione. Il disagio, credo, dissociazione. Si può curare, ma solo se ci si rivolge a psichiatri preparati a farlo. Grazie per il post!

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