Scusate se piango

Si sta diffondendo un po’ la moda sugli aerei di trovare su alcuni sedili dei sacchettini con dentro cioccolatini o dolcetti, e una bustina con tappi per le orecchie, accompagnati da un biglietto per scusarsi dell’eventuale disagio causato agli altri passeggeri. A lasciarlo sono genitori di neonati o bambini piccoli, che salgono (per primi) e lo lasciano nei posti intorno a quello in cui sono seduti con il piccolo.

biglietto-scuse-aereo

Qualsiasi viaggiatore in aereo ha fatto almeno una volta l’esperienza di condividere l’aereo con un neonato o con un bambino piccolo che ha pianto dal decollo all’atterraggio, e appare abbastanza comprensibile questo gesto preventivo da parte dei genitori. Però mi sorgono alcune domande: si tratta di un atto di gentilezza o di paura di essere giudicati? Voi che ne pensate? Lo fareste come genitori? Come vi comportereste se lo trovaste sul vostro sedile una volta saliti in aereo?

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9 thoughts on “Scusate se piango”

  1. Ho il ricordo delizioso di una tiza che ha fatto un macello per farsi spostare dalla prima fila in cui era capitata, perchè era a fianco della mia bebè.
    E sbuffi e proteste e tutto il solito armamentario di lamentele childfree. Alla fine le hostess l’hanno accontentata.
    Quando andavo alla toilette la vedevo nel suo bel posto con vista sui cessi. Al lato di un ciccione sudato che russava come una motosega e una ggiovane con i piedi nudi sul tavolino.
    Mia figlia ha piangiucchiato 3 minuti, si è addormentata prima del decollo e ha dormito per 5 ore filate.
    Sul pulmino all’arrivo ho fatto in modo che sentisse: “ammmorree che bello che ti sei svegliata!! Hai dormito tanto-tanto-tanto!”

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  2. In effetti anke io nn avevo mai sentito di questa cosa… È allucinante e nello stesso tempo inquietante nn vedo il motivo perché uno si debba scusare…..penso che la società sta diventando intollerante ai bambini…tutto ciò è molto triste…..

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  3. Mai sentita ne’ vista questa usanza.. E di voli ne ho presi tanti. Non penso ci si debba scusare per portarsi dietro i propri cuccioli in volo.

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  4. Io penso sia paura di essere giudicati, perché lo si è continuamente quando si viaggia. Sali sull’aereo e la gente ti guarda quasi con ribrezzo pregando tutti i santi del mondo per averti lontano e tu ti senti uno schifo se tuo figlio anche solo fa un versetto.
    No, non lo farei. Non è questione di non essere gentili, non devo scusarmi se mio figlio di due mesi piange, non devo scusarmi di avere figli e voler viaggiare. Posso insegnare ai miei figli a comportarsi come si deve, ma non devo chiudermi in casa e aspettare che abbiamo 40 anni e siano fuori casa per poter tornare a “vivere”.
    E trovo assurdo anche che qualcuno abbia pensato a una cosa del genere. Siamo genitori, siamo quelli che portiamo avanti la razza umana, non una specie da eliminare…

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  5. Io non lo farei. Sono arcistufa di dovermi giustificare perché ho figli, ma soprattutto non vedo perché la cosa debba infastidire il prossimo. Da che mondo è mondo la razza umana si riproduce facendo figli e questi non hanno mai dato noia a nessuno. In altri paesi del mondo i bambini non sono visti come molestatori ne i genitori come persone di poco polso a cui dare la colpa se il figlio piange, sono semplicemente bambini, viaggiano, mangiano e giocano, dove i loro genitori li portano. Non sono un “vezzo”, qualcosa che compriamo e che utilizziamo anche se fastidioso, avete mai visto biglietti sul treno del tipo “scusate se urlerò al cellulare ma devo fare alcune telefonate” oppure in aereo non vi è mai capitato il vicino che russa come una grancassa? Si è scusato lui?

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  6. Comprendo benissimo. L’infanzia non è capita. Mi sembra che molte persone chiedano ormai voli senza bimbi, vagoni senza bimbi, etc. Come se ci fosse un’intolleranza all’infanzia che passa attraverso la scelta di non avere figli . Gli intolleranti di questo genere non ne hanno e danno la colpa ai genitori se il bimbo, anche di un solo anno, piange.

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