Sarebbe un post sull’identità dei gemelli e sulla competizione, ma parla d’altro


Ci avevate fatto caso che su questo sito mancano post sui gemelli? Ecco, noi sì, ci avevamo fatto caso e per questo cercavamo da tempo un modo per rimediare.
Era necessario trovare un esperto. Una mamma di gemelli per esempio. Sì… però i gemelli sono minimo due: basterà una sola mamma per dare un’idea di cosa voglia dire crescere dei gemelli? Be’, visto le esperte che abbiamo scelto, sono certa che se la sarebbero cavata egregiamente anche da sole, ma noi abbiamo voluto strafare.
Da oggi inizia la rubrica “Ma sono gemelli?“, il cui titolo è ispirato dalla domanda più sciocca che si sentono rivolgere tutti i genitori di gemelli!
Due espertissime mamme di gemelli +1 si alterneranno per interpretare in modo gemellare il tema del mese. Due personalità diversissime, due coppie di gemelli + un altro figlio, due mondi, due famiglie, due vite.

Oggi vi presento la nostra prima esperta di gemelli: Polly Wantsacracker, autrice dello sregolatissimo e (come direbbero quelli che parlano bene) irriverente blog Volevo fare la rockstar. Mamma di Lucia e Camilla, 6 anni (le gemelle) e Carolina, 5 anni (gemella a nessuno), ovvero le Bimbe Brulle, con le quali vive nell’amena provincia in una eterna sit com popolata da personaggi sicuramente irreali e fantasiosi, come Il Donatore di Sperma, Mio Fratello e Mia Madre (… oppure dite che sono persone vere??? Naaaaa, impossibile!).

Uno penserebbe che quello della “competizione” è un tema adattissimo a una famiglia con un tot di figli, magari, puta caso, tre femmine coetanee, magari due delle quali gemelle.
E invece poi stamattina ci pensavo.
Eravamo nella palestra-piscina più chic della città, dove una mia cara amica insegna nuoto ai bambini. Noi, era la prima volta che andavamo da quando le bimbe hanno smesso di pisciare/vomitare/urlare come aquile in acqua, e per l’occasione inter nos sono stata arruolata anch’io, come assistente insegnante (richiesta che avrei dovuto fermamente rifiutare, dal momento che la suddetta amica per Natale mi ha regalato il libro “Il principe azzurro è un bastardo”; e secondariamente perché non so nuotare). E insomma, cosa dicevo? Ah, sì. No, cioé. Come fanno le mie bambine a essere competitive se ci presentiamo nella piscina più cara della città in tenuta a dir poco fantozziana, con un borsone riesumato dagli anni ’70, e i costumini macchiati di muschio, visto che vengono usati prevalentemente per andare al fiume (siamo fricchettone, noialtre)? Manco gli accappatoi, c’avevamo, perché a casa utilizziamo dei grandi asciugamani ancora ehm, in perfetto stato. Poi, nelle altre corsie, gli avventori nuotavano e si cronometravano, mentre io facevo le vasche a cagnolino (embé?). Insomma, le mie figlie pare che siano sufficientemente convinte del fatto che siamo bella gente, da non notare che gli altri, spesso, son più belli di noi, ma solo apparentemente.
Io personalmente non mi misuro quasi mai con metri altrui. La mia è verosimilmente insicurezza, terrore del confronto, autoprotezione, però, da fuori, magari sembra addirittura il contrario. Alle bimbe ho spiegato che non ha senso desiderare di essere di più, perché quando trai piacere da quello che fai, basta così. Insomma: se vuoi imponiti un obiettivo, ma poi pensa soprattutto a goderti il percorso, a prescindere da quello che fanno gli altri.
La competizione pertanto non scatta nei confronti dei “non membri” della crew, ma neanche al suo interno. Le rare volte che ciò accade, la risolvono da sole, con dispetti ben calcolati: un pizzicotto ben assestato, la testa della bambola preferita strappata.
Le gemelle, giacché qui si parla per l’appunto di gemelli, paiono non competere proprio, tra di loro. Sono praticamente interscambiabili, perché, ste pigre, si sono accorte che lavorando in cooperativa riescono a lavorare la metà. Quando faccio far loro i compiti Lucia legge una frase, Camilla la successiva; quando una s’inceppa interviene l’altra. Se s’inceppano entrambe la risolvono bellamente rifilando la colpa a Carolina, che osserva più o meno silenziosamente l’esecuzione dei compiti. Non si litigano amichette e amichetti. I loro compagni di gioco, o si pigliano il pacchetto completo, oppure vengono serenamente mandati a fare un giretto.
Casa mia è praticamente Pufflandia o anche Utopia, se conoscete il famoso saggio di Tommaso Moro.
L’unica “cosa” che si litigano sono io: devo sempre fare la massima attenzione a non elargire un complimento o un bacio di troppo a una anzichè all’altra. Il posto vicino a me, a tavola, è rigorosamente a rotazione, e io non posso permettermi di dimenticare chi era accanto a me durante il pasto precedente, pena una gemella che si allontana da tavola con il viso che assume le sembianze di una maschera di dolore.
E voi? A casa vostra prevalgono uguaglianza e cooperazione o identità (plurale) e competizione?
Notate che sono partita dal nuoto a cagnolino e, passando per Tommaso Moro, ho sdoganato l’argomento difficilissimo e, permettetemi, gemellarissimo, dell”identità”. Visto che non mi conoscete tutti, ci tenevo a palesarmi già dal primo articolo :).
p.s. Ho appena letto questo breve testo a Carolina, la quale mi ha detto di cancellare subito la parola “pissare”.

Polly Wantsacracker

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25 thoughts on “Sarebbe un post sull’identità dei gemelli e sulla competizione, ma parla d’altro”

  1. All’appello anch’io! Tre maschi: uno singolo e due gemelli. Leggo sempre il blog di Polly che è fortissima e mi fa fare tuffi nel passato.
    Competizione? Ecccerto! ben mascherata, ma continua, continua…
    anche intorno ai trent’anni…
    Un saluto a tutte, commento poco ma vi leggo sempre.

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  2. Mamma di gemelli + 1 all’appello! (ma i miei sono tutti maschi, Polly facciamo un – ahem – gemellaggio?)

    Competizione… per il momento, solo nella ricerca delle nostre attenzioni (un po’ come te). Ma son piccoli, staremo a vedere.

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  3. ciao mamma di gemelle duenni(!!!)in attesa del terzo(pazza?!?!?)
    per ora le uniche contese sono mamma e giochi….il papà se lo cagano un pò di striscio…quando non c’è mamma!!
    Con i vestiti si comincia con le preferenze…..ma chi se le ricorda…sempre di fretta….almeno hanno le idee chiare e se li dividono…(furbe!)
    anch’io corro a vedere il tuo blog!

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  4. @super: io ne ho tre: due gemelle e una bionda diversa. Tutti mi chiedono se sono tre gemelle (e ci fanno seguire un “Poverina!”, oppure un “E tu così giovane!” oppure “ora fai anche il maschio?”- cioè, in che zenzo???).

    @silvia: vedi tu, io cercavo un maritopersempre, e non un donatore :). E la palestra, se ti dicessi qual è, capiresti subito perché avrei dovuto munirle di accappatoio e conformismo 😉

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  5. i miei hanno 20 mesi, e buoni 5 centimetri, di differenza, ma pure a me chiedono se sono gemelli, boh. Comunque, sappi, e puoi giocartela come ti pare, che qui su nella lovely l’accappatoio in piscina non ce l’ha nessuno, sooooo granddad 🙂

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  6. sono d’accordo con te e la mia affermazione è dettata dalla mia esperienza.
    La cugina coetanea delle gemelle, mette sempre zizzania… ecchepalle!!!
    Quindi non so se sia la cugina particolarmente rompicocchi o se effettivamente un terzo incomodo rovina l’equilibro creato! Quindi confido in amicizie diversificate da più grandicelle…

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  7. sono madre di un singolo figlio, ormai grande. cosa mi sono persa lo so. molto meglio cercare donatori di sperma invece di maritipersempre. avrei lasciato pissiare i miei figli in qualsivoglia piscina, senza conformismi ma con accappatoi.

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  8. @aspi: cioè, vorresti essere mia figlia per avere il costume muschiato e l’asciugamanone della leopard anni 80? 🙂

    @barbara: l’Adoro anch’iooooo!

    @cecalifra: non so se ho capito bene quello che vuoi dire sul gioco a tre, però è perfettamente vero che spesso una (spesso ma non sempre la non-gemella) viene isolata. Infatti io cerco, a volte, di separarle un po’, a rotazione: una da nonna, per godersi una volta tanto qualche coccola esclusiva; due a casa, a socializzare da sole, senza la terza.

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  9. Madre di gemelle all’appello… loro hanno 4 anni, hanno un fratello maggiore e uno minore. Più 2 e meno 2.
    Anche qui la competitività non viene recepita per adesso! Ma il possesso SI!
    Molti vestiti sono intercambiabili, altri no. I giochi idem… non è proprio Utopilandia ma la lotta alla condivisione è costante. Il grande condivide moltissimo con il piccolo e per la sua età ‘avanzata’ ( 6 anni) mi rendo conto che anche con gli amici è molto più disponibile. Carattere, famiglia numerosa, no so…

    La piscina per esempio… Le gemelle hanno iniziato l’anno scorso, o meglio, una ha iniziato, l’altra non ne voleva sapere con bene stare di tutti e si è andato avanti finchè quest’anno via tutte e due! A una piacciono gli stivali, all’altra le ballerine. A una il blu e l’altra ama il rosso. Ognuna ha la sua testa, ma sono 2 teste in ognuna di loro. I progressi arrivano in modi diversi, ma da mamma anche di un primogenito UGNOLO, è pazzescamente divertente capire come e quanto si aiutino a crescere a vicenda.
    A scuola sono divise e questo per una mia malsana idea che gli amici si fanno in autonomia e che i paragoni già li subiranno tutta la vita in mille situazioni e anche se adesso possono evitarseli, meglio.
    Il gioco a 3, poi, soprattutto se femmine, rischia, in questo disastro di bambini, di isolarne uno, soprattutto se il terzo incita la competizione e in un’era di APPARENZA e SOLITUDINE è assai raro trovare chi alla loro età ne capisca i meccanismi.
    Ringrazio il cielo per avermi dato la possibilità di vivere questa meravigliosa avventura, prima di mamma ‘normale’ e poi di mamma multitasking…
    Ora vado di corsa a splulciarmi il tuo blog, prima che in casa ritornino i teatranti.

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