Quando il rito della buonanotte è un gioco da bambini

Il rito della buonanotte fatto di coccole, dolci parole, e di un bimbo che si stropiccia gli occhi e infila il pigiamino con gli orsetti è una crudele leggenda metropolitana, come ogni genitore di treenne ben sa!

Da qualche mese infatti i preparativi della nanna  sono diventati il momento più stressante della mia giornata da genitore: faticosi come una gara di triathlon in cui le prove da superare, la terribile triade pipì-spazzolino-pigiama, riescono a protrarsi oltre i limiti dell’umana sopportazione. 
Mentre lo affermo sento risuonare nelle orecchie la risatina dell’amica con bimbi più grandi (“Faticoso questo? Vedrai quando inizieranno compiti e conflitti”) e mi sento addosso lo sguardo affaticato di quella che è mamma da poco (“Faticoso questo? E io che sono in privazione di sonno da sei mesi?”).
Ve lo concedo: le lotte del pigiamino, la battaglia del bidet e la feroce ribellione alla dittatura dello spazzolino portate avanti quotidianamente da quel guerrigliero di mio figlio, sono, all’apparenza, quisquillie e pinzillacchere, e allora proverò a mettere da parte per un attimo la stanchezza di fine giornata e il miraggio del divano che mi attende, per trattarle con un po’ di leggerezza facendo un estremo tentativo di ottenere la collaborazione del piccoletto: il mio stratagemma, ovviamente, è un gioco

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Il mio consiglio è quello di cercare di coinvolgere il bimbo nella preparazione del gioco: le possibilità che alla fine il nostro trucco funzioni davvero sono così scarse che tanto vale divertirsi insieme nel creare il personaggio cui toccherà il ruolo da protagonista!

A casa nostra è un lupo, come l’amico immaginario di mio figlio.

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Dopo aver disegnato su un cartoncino il personaggio, ritagliatelo e appoggiatelo su un nuovo foglio, per definire i contorni del suo travestimento: il pigiamino!
È questo il momento per creare anche accessori che coincidano con le fasi più ardue dei preparativi della nanna: un vasino, se il bimbo lo usa ancora, una medicina, se gli tocca prendere lo sciroppo, o lo spazzolino.

Infine incollate su ogni pezzo creato un quadratino di velcro e appendete il personaggio in un angolo del bagno.

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L’idea è semplice: al bimbo toccherà la parte che di solito spetta a noi, come convincere il lupo a lavarsi i denti e a indossare maglia e pantaloni del pigiama, mostrandogli come si fa per poi attaccare grazie al velcro il pezzo corrispondente all’azione eseguita, poi…
Lo so, state pensando che non c’è speranza, state per dirmi che non funzionerà mai!
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– di Giada Quandofuoripiove

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1 thought on “Quando il rito della buonanotte è un gioco da bambini”

  1. Occhio può essere controproducente:
    Una sera, grande successo l’idea di “tu che sei bravissima, fai vedere al coniglietto come si fa pipì”.
    Degenerazione: prima di fare lei la pipì la devono fare:
    – il riccio
    – il coniglietto
    – la bambolina
    – l’orsetto
    E ognuno poi fa il bidet!

    Però magari con il personaggio disegnato rischi meno!

    Ah e mi permetto di dissentire alla critica dell’amica neomamma: stellina bella, dopo DUE anni che dormi poco e male, anche se sicuramente di più dei primi mesi, anche la guerra dello spazzolino è dura. Senza considerare che i primi mesi si sta a casa, la guerriglia pigiama spazzolino c’è anche dopo una bella giornata di ufficio
    (Oggi sto tema mi tocca, scusate l ‘acidità!)

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