I presunti pericoli del gender: le parole di Alberto Pellai

Il Prof. Alberto Pellai oggi ha scritto sulla sua pagina facebook questo post, chiedendone massima diffusione.
Leggiamo insieme le sue parole e poi vi spiegherò perché le ritengo così importanti.

foto di Purple Sherbet Photography utilizzata con licenza Creative Commons
foto di Purple Sherbet Photography utilizzata con licenza Creative Commons

Qui il post integrale:

DAVVERO LE LINEE GUIDA OMS INCITANO ALL’INSEGNAMENTO DELLA MASTURBAZIONE PER I BAMBINI DELLA SCUOLA MATERNA?Una delle…

Posted by Alberto Pellai on Venerdì 19 giugno 2015

di cui riportiamo gli stralci più rilevanti:

Una delle false verità più diffuse negli ultimi mesi online e sui giornali è che le Linee Guida per l’educazione sessuale dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) richiedono che l’educatore che lavora con bambini di 4 anni abbia tra i proprio obiettivi anche quello di insegnare loro la masturbazione.

[…]
Perciò, per ben spiegare che cosa dicono le linee guida OMS intorno al tema della masturbazione con i bambini della scuola materna, ho cercato tutte le volte che tale parole viene citata all’interno di un documento di 65 pagine, in relazione ai bambini di questa età.
La parola in questione viene citata, per questa fascia d’età, solo due volte: la prima volta a pagina 23 e la seconda volta a pagina 38.

[…]
“Tra il secondo e il terzo anno di vita (i bambini) scoprono le differenze fisiche tra maschi e femmine. In questo periodo cominciano a scoprire il proprio corpo (masturbazione della prima infanzia, autostimolazione) e può succedere anche che cerchino di esaminare il corpo delle loro amichette o dei loro amichetti (gioco del dottore). I bambini imparano a conoscere il loro ambiente sperimentando e da questo punto di vista la sessualità non è diversa dalle altre aree. Ampi studi osservazionali hanno identificato comportamenti sessuali comuni nei bambini, facendo sì che tali forme di comportamento siano considerate normali.”

Alla luce di questa affermazione nella matrice sui contenuti educativi, alla voce Sessualità, per i bambini della scuola dell’infanzia viene scritto:
gioia e piacere nel toccare il proprio corpo, masturbazione infantile precoce.

Queste parole servono all’adulto per gestire conversazioni e comportamenti sessuali che i bambini manifestano – e lo fanno spesso – alla scuola materna. Ogni maestra sa che in ogni classe ci sono bambini che fanno domande di natura sessuale, che a volte provano a giocare al dottore e che, nei momenti in cui si annoiano o non riescono a stare connessi con ciò che succede in classe, si toccano i genitali ripetutamente.
Questo toccamento ripetuto viene chiamato masturbazione infantile, anche se della masturbazione non ha le caratteristiche, in quanto non conduce all’orgasmo ed è assimilabile a comportamenti quali succhiare dal ciuccio o arrotolare i capelli con un dito. Si tratta di comportamenti automatici con cui il bambino cerca di rimanere in contatto con se stesso e di produrre autoconforto, in un momento in cui “dissocia” da ciò che sta avvenendo intorno a lui.

Ripeto, spesso questi comportamenti sono messi in atto quando i bambini si annoiano e non riescono a rimanere concentrati sul flusso degli accadimenti e delle attività che coinvolgono il resto della classe.

Spesso gli adulti di fronte a bambini che si toccano i genitali lanciano messaggi molto terrorizzanti che spaventano il bambino e lo fanno sentire “sbagliato e in colpa”. Invece, il bambino va aiutato, soprattutto quando lo fa in pubblico, a “fermare” questi comportamenti automatici, ma senza sentirsi in colpa e senza pensare che tutto ciò che avviene intorno ai suoi genitali lo rende “sporco” e “cattivo”. Penso che ciascuno di noi genitori, se avesse un figlio che si tocca i genitali durante la scuola materna, gradirebbe avere una maestra che “lo sa gestire” senza spaventarlo o farlo sentire sbagliato. Ecco, perché le linee guida OMS parlano di questo tema in relazione ai bambini della scuola materna.

Io credo che sia fondamentale che maestri ed educatori che lavorano a contatto con i bambini di questa età conoscano l’argomento “masturbazione infantile” e lo sappiano trattare e gestire, senza allarmismi e con competenza. La qual cosa è completamente differente dal dire che le linee guida OMS prevedono un’educazione sessuale rivolta ai bambini della scuola materna che li incita a masturbarsi fin dalla più tenera età.

Ora, se ciò che ho scritto ha un senso ed è condivisibile, io invito chi afferma che le linee guida OMS incitano a insegnare la masturbazione ai bambini della materne a dirmi:
– dove legge questa affermazione all’interno del documento;
– in quali scuole del mondo questa cosa è stata fatta in ottemperanza alle linee guida;
– quali casi concreti conoscete di educatori sessuali che negli ultimi 30 anni hanno insegnato, all’interno della scuola dell’infanzia, la masturbazione ai bambini della materna.

Vorrei fatti e non teorie. E vorrei anche che domani qualche giornale facesse un bel titolone anche con queste evidenze scientifiche che ho provato a spiegare con le conoscenze e le competenze di cui dispongo (limitate ma vere e non inventate) e soprattutto con tanto buon senso.
Ah, vorrei anche che questo post venisse diffuso il più possibile tra genitori e operatori del settore, docenti ed educatori.
di Alberto Pellai

Alberto Pellai è medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, è ricercatore presso il dipartimento di scienze bio­mediche dell’Università degli Studi di Milano, dove si occupa di prevenzione in età evolutiva. ha ricevuto dal Ministero della Salute la medaglia d’argento al merito della Sanità pubblica ed è autore di numerosi libri rivolti a genitori, insegnanti, adolescenti e bambini

Per me le parole del Prof. Pellai sono particolarmente importanti perché sono un modello di equilibrio, nei contenuti e nei toni, e perché vengono da un autore dichiaratamente cattolico.
E’ essenziale spezzare l’identità tra un credo religioso e le posizioni di chi sta portando avanti una campagna insensata contro l’inesistente “teoria del gender“. L’unica contrapposizione è tra persone dotate di onestà intellettuale e chi sta strumentalizzando notizie false. La battaglia che si combatte contro l’educazione al rispetto di genere, è semplicemente un movimento irresponsabile.

Per questo vorrei chiedere a tutti di documentarsi e di comprendere quanto i nostri bambini abbiano bisogno di imparare il rispetto per se stessi e per gli altri, a scuola come in famiglia.

Per questo vi suggerisco altre letture di questo autore, che oggi sta conducendo un lavoro di informazione davvero encomiabile:

Perché parlare di sessualità ed educazione di genere è diventato un tabù
[Vi invito a leggere il post integrale, di cui questo è uno stralcio]E allora perché tutto questo ci sta spaventando così tanto? Perché parlare di “stereotipi di genere” e “cultura di genere” sembra oggi quasi un reato, qualcosa che deve essere vietato addirittura da una Direttiva Provinciale. Dovremmo davvero abbandonare i pregiudizi, le false ideologie, dovremmo smetterla di difenderci dietro a steccati che servono soltanto a mantenere uno “status quo” rigido e difensivo, dove non cresce l’uomo, non cresce la cultura, non cresce il progetto di vita che i nostri figli potranno coltivare grazie alla nostra lungimiranza e a quella dose di umana speranza che va al di là dei principi e delle norme, perché dovrebbe abitare nell’intelligenza e nel cuore di ciascuno di noi.

A proposito dell’ideologia di genere – I parte

A proposito dell’idelogia di genere – II parte

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9 thoughts on “I presunti pericoli del gender: le parole di Alberto Pellai”

  1. HGo letto un po’ in giro e devo ammettere che non capisco…
    OK, ci sono quelli che dicono che voglioinsegnare ai bambini degli asili a “toccarsi” (come direbbe Sabina Guzzanti 😀 ), ma mi pare di capire che questa sia semplicemente una lettura affrettata di una direttiva OMS.
    Poi ci sono quelli che dicono che nelle scuole ora si insegnerà che on ci sono più i sessi e che invece sono tutti interscambiabili, e anche questo non mi pare il caso. Sono un gran sostenitore che i stereotipi di genere vadano elimininati (le bambine in rosa e i bambini in azzurro), ma non mi pare si parli neanche di questo.
    Poi ci sono quelli che non vogliono che si equiparino le “famiglie” omosessuali a quelle famiglie “normali”, e questo mi potrebbe anche trovare d’accordo, ma non mi pare che si faccia neanche questo alla fin fine.

    Quindi che cosa rimane? Boh… Mica ho capito. Da uno che sta all’esterno e che ha appena scoperto tutto ciò mi sembra davvero solo un gran caos senza molto senso.
    Francamente ancora non ho capito cosa vogliono i “no-gender”.

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    • toccherebbe chiederglielo, però ogni volta che lo fai direttamente spariscono in un silenzio assordante, quindi si fa davvero fatica a capire cosa vogliano. Ma forse basta non demordere.

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    • Andrea, come tutti i movimenti che partono dalla pancia, difficile capire cosa esattamente vogliono perché difficile da capire cosa esattamente hanno capito di tutta la faccenda degli studi di genere e l’uguaglianza di genere 😀 se riusciranno ad articolarlo bene ad un certo punto, a parte i “salviamo i nostri bambini” senza capire da cosa, magari riesco anche a trovare una risposta per te 😀

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  2. Sarà che non ho Facebook e casco un po dal pero, ma quando ho letto che i prolife trovavano pericolo Elmer, l’elefante multicolore mi sono cascate le palle.

    Mia figlia va a una materna cattolica (purtroppo, ma è troppo vicina a casa per sottilizzare) e non ho sentito questa levata di scudi. Però domani provo a girare alla sua insegnante

    Grazie genitori crescono per il vostro approccio sempre inclusivo e basato su evidenze.

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  3. @Andrea, una bella sintesi è nell’intervista a Costanza Miriano di qualche giorno fa: “Noi in piazza contro la teoria gender e le unioni civili, il governo dovrà contarci”, Huffington Post Italia

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    • Costanza Miriano è anche quella che dice che se passa il matrimonio omosessuale lei e il marito divorziano per protesta e per distanziarsi 😀

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  4. Premetto che fino a ieri l’altro non avevo mai sentito parlare di niente di tutto ciò.
    Poi sulla mia pagina FB mi hanno chiesto di condividere un manifesto per una manifestazione “no gender”, cosa che non ho fatto perché
    1) non la conoscevo
    2) non sono riuscito a capire di cosa parlasse.
    Ora… ho letto gli approfondimenti linkati qui, ma ancora non ho capito di cosa si parla e quale sia il problema. O meglio, alcune delle situazioni illustrate possono presentare problemi o posso trovrmici più o meno d’accordo, ma davvero non sono certo di capire qual sia il filo conduttore che va a creare questa (fino a l’altro ieri a me sconosciuta) ideologia di gender. (ma chiamarla “ideologia di genere”, no?)

    Qualcuno mi fa un riassunto terra terra?

    (dov’è la casella “iscriviti ai commenti?”)

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    • Ciao Andrea, c’è un dibattito molto intenso su questo argomento che va avanti da molti mesi, se non di più. Nel 2010 la comunità europea ha pubblicato delle linee guida sull’educazione sessuale e ha invitato gli stati membri ad aderire. Queste linee guida sono disponibili online in tutte le lingue della comunità. I vari paesi si sono adeguati più o meno tempestivamente, ma in Italia è partito un forte movimento contrario che parla di una fantomatica teoria del gender come di un tentativo di eliminare le differenze di genere. Questo movimento si oppone in modo forte all’educazione sessuale nelle scuole ritenendo, tra le altre cose, che sia compito dei genitori educare i figli in merito. Che io sappia è un movimento che a questi livelli è praticamente solo italiano. Ovviamente il discorso è estremamente complesso e fare un riassunto terra terra è sostanzialmente impossibile.

      (PS: la casella iscriviti ai commenti ci stava dando dei problemi e abbiamo dovuto eliminarla purtroppo. Stiamo studiando una soluzione alternativa)

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