Partorire senza stress con il metodo Bonapace

Un libro sul parto con istruzioni sulla postura, la respirazione, il massaggio e la meditazione, con cui allenarsi dal secondo trimestre, anche insieme al partner.
Questo post è stato scritto per noi da un’amica che ci segue e commenta da anni, con il suo storico nick Close the Door, a cui siamo affezionati. Ci racconta questo libro che ha guidato la sua seconda esperienza di parto.

Foto ©Kala Bernier utilizzata in licenza Creative Common
Foto ©Kala Bernier utilizzata in licenza Creative Common
Un manuale per imparare a fare quello che le donne fanno da millenni? Lo scetticismo è comprensibile, eppure: sì. Dopo una prima esperienza di parto in cui mi ero per l’appunto rifiutata di leggere libri sul tema pensando di lasciar fare alla natura, alla seconda esperienza mi sono detta che non avrebbe guastato qualche informazione in più.
Questo libro è stato scritto da Julie Bonapace, una mediatrice familiare canadese che da anni collabora con ospedali e operatori sanitari in Québec. Il suo metodo consiste in semplici istruzioni sulla postura, la respirazione, il massaggio e la meditazione, con cui allenarsi già dal secondo trimestre e soprattutto qualche settimana prima di partorire. Questo allenamento può coinvolgere attivamente il padre oppure una persona di fiducia della donna che potrà accompagnare la donna in sala parto. Personalmente ho cambiato idea almeno 4 o 5 volte se far entrare mio marito o no, per questo mi permetto di suggerire che anche se non pensate di far entrare nessuno in sala parto, coinvolgete comunque vostro marito per farvi massaggiare durante la gravidanza: per esempio il “massaggio del piriforme” spiegato nel libro mi ha dato grande sollievo da una forte sciatica all’ottavo mese (dopo 30 secondi di digitopressione riprendevo a camminare normalmente). Poi durante il travaglio ho scoperto che i massaggi funzionano sul serio (!!!) nel ridurre il dolore.

Il libro può essere acquistato insieme a un CD e a un DVD (personalmente non li ho trovati in vendita, ma li ho sostituiti con le mie – anche se piccole – conoscenze sullo yoga e la meditazione yoga).
Il primo capitolo del libro è dedicata alle posture da tenere in gravidanza, per evitare alcune posizioni viziate che alla lunga creano problemi.

Le fasi del travaglio e la modulazione non farmacologica del dolore

Inizio con il dire che cosa NON si trova in questo capitolo: NON si trovano liriche misticheggianti sul parto, e NON si adombrano giudizi morali sull’uso dei farmaci per contenere il dolore né sulle donne che ne fanno richiesta. Per me è stata una piacevole sorpresa, dopo aver letto qualche altro libro sul parto, ed è stato il dettaglio che mi ha permesso di fare mio questo metodo e di apprezzarne la lettura del dolore che propone, cioè il dolore come guida. L’idea è che il dolore del parto non è molto diverso dagli altri dolori : così come quando sentiamo male a una mano, istintivamente la tiriamo indietro e così la “salviamo” dalla fonte del dolore. Analogamente il dolore del travaglio spinge la donna a cambiare posizione e questo permette al bambino di incanalarsi più correttamente. Il metodo Bonapace si propone di rendere le contrazioni più sopportabili attraverso la respirazione e i massaggi, che danno sollievo alla donna e danno al padre la benefica sensazione di “fare qualcosa”.

I massaggi e il ruolo del partner.

I tipi di massaggi sono due: non dolorosi e dolorosi. Ci si può impratichire con i massaggi non dolorosi durante la gravidanza (e già così scoprirete moltissime cose su quello che preferite nel modo di essere toccate e massaggiate) mentre per i massaggi dolorosi è meglio aspettare le ultime due settimane, perché questi toccano alcuni punti del corpo indicati dall’agopuntura e possono facilitare l’insorgere del travaglio. I massaggi dolorosi sono quelli più efficaci quando le contrazioni diventano intense.
Il terzo capitolo è dedicato alle diverse respirazioni. È un capitolo fondamentale per imparare, se non la si conosce ancora, la tecnica di respirazione – simile a quella dello yoga – che serve a sostenere la prima parte della contrazione, senza andare in iperventilazione. Stavo per scrivere che durante il travaglio ci si può dimenticare di respirare, forse dovrei scrivere che ci si dimentica facilmente di respirare “bene”, quindi coinvolgere anche il marito per imparare com’è fatta una respirazione corretta non è male, perché lui può richiamare la moglie a mettere in pratica quello che ha imparato.

I movimenti e le posizioni del travaglio

Se non ci sono indicazioni particolari da parte del personale ospedaliero, non è affatto male che la donna si muova e cambi posizione durante il travaglio seguendo le sue sensazioni. La palla medica, la liana, lo sgabello ecc. sono attrezzi “ginnici” che ormai si trovano in quasi tutte le sale parto in Italia e che servono a questo scopo.

Metodi di rilassamento e visualizzazioni mentali

Questa parte mi è servita per allenare il rilassamento muscolare in una maniera differente dal solito: i vari corsi che avevo seguito mi avevano sempre proposto il rilassamento per così dire indotto dal pensiero (“immagina che la tua mano sia fatta di sabbia”… ecc.) ma ho scoperto che questo rilassamento va bene per chi non ha problemi di concentrazione. Per chi come me ha problemi di concentrazione, è molto meglio il secondo metodo che propone il libro e cioè contrarre al massimo un muscolo e poi lasciarlo andare di colpo. Questa parte mi è servita moltissimo durante il travaglio, perché a ogni contrazione il dolore andava via molto prima se mi ricordavo di rilassare i muscoli che avevo contratto involontariamente.
Inoltre il libro propone di visualizzare le varie fasi del travaglio e del parto lasciando la mente libera per le varie possibilità, senza imporsi obiettivi non realistici (es. nessun intervento medico). Per me questa parte è stata molto utile per riuscire a capire per tempo che cosa mi avrebbe fatto piacere e cosa no durante il travaglio.

Come spiega Julie Bonapace, una delle ragioni per cui è stato scritto questo libro è che in Nord America la figura professionale dell’ostetrica è stata cancellata anni fa, e sostituita con infermiere specializzate. Questo naturalmente spiega moltissime cose sul dibattito americano riguardo alla nascita, e in particolare la polemica sull’epidurale come tentativo di sostituire alcune competenze umane con una macchina. Non è un caso se l’assenza di una figura specializzata sulla fisiologia della nascita ha portato alla richiesta dal basso di figure professionali simili, come la doula. Mi sembra che la cancellazione della figura dell’ostetrica sia stata un gravissimo errore, e non credo che libri come questo possano sostituire determinate competenze, ma senz’altro questo metodo è stato di enorme aiuto per me e mio marito per affrontare l’esperienza con complicità e consapevolezza e direi, perfino con allegria.

Se ti fosse venuta voglia di leggere questo libro, compralo usando uno di questi link e aiuterai questo sito a crescere:
LaFeltrinelli
in Mondadori
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7 thoughts on “Partorire senza stress con il metodo Bonapace”

  1. Ormai manca un mese circa dalla data presunta del parto e questo post capita al momento giusto. Ad essere sincera molte cose le ho apprese anche grazie al corso preparto (completamente diverso da quelli tradizionali) e sono felice che hanno coinvolto anche i mariti (visto che il mio assisterà e mi dovrà ricordare come si “respira bene”).
    Ad ogni modo sto per acquistare questo libro perché ormai sono troppo curiosa di leggerlo 🙂
    Grazie mille per avercelo fatto scoprire.

    ps: quali altri libri consigli di leggere?

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  2. Che bello Close! Ho un pochino seguito il tuo percorso difficile e questo post mi ha molto emozionata. Brava Close, per me sei un esempio del “prendersi cura di se stessi”
    Bello!!

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  3. Quindi voi la conoscete fuori di nick? e avete visto anche le foto? Buaaaaaahaaa e io nooooh.

    Seriamente, hai ragione sul ricordarsi come si respira, a un minicorso che avevamo fatto con maschio alfa avevamo imparato la respirazione ritmata su una canzoncina olandese, un po’ come respirare a soffi energici in fuori sul ritmo di: tan-to-vala-ga-ttal-lar-do. Ecco, arrivata in ospedale ho avuto un momento di panico non mi ricordavo più come si respira bene e sapevo che tavo facendo tutto mld, per fortuna mio marito mi inseguiva mentre zompettavo sopra, sotto e intorno al letto alla ricerca disperata di una posizione, abbracciandomi da dietro e dicendomi: tan-to-vala-ga-ttal-lar-do, ripetincon me: tan-to-vala-ga-ttal-lar-do. Insomma, un po’ che me l’ ha ricordato, un po’ che mi veniva da rigere e ridere produce analgesici naturali, è andato tutto bene.

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    • E’ vero Mammamsterdam, mio marito e io gli ultimi giorni avevamo uno scherzo tutto nostro, legato al cartone animato “Lapins crétins” (Silly rabbids) che guardava sempre la nostra bimba grande. In una puntata un coniglio riesce a far fare l’uovo a una gallina cantando una melodia. Ho chiesto a mio marito di impararsela a memoria e di cantarmela durante il travaglio. La sola idea mi faceva scoppiare a ridere 🙂

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  4. Sto riscrivendo questo commento per la ventesima volta, solo per dire che: vi voglio bene ragazze, grazie della strada fatta insieme.

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    • Grazie a te e in barba a chi dice che le relazioni online non sono come le relazioni “vere”, che chissà che vuol dire poi. Intanto continuiamo a camminare insieme <3

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    • Passare da un nick a vedere le foto di un bimbo appena nato su fb dà l’idea della concretezza delle relazioni online.
      Grazie Close. Davvero di tutto.

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