Il papà è competente

Ci sono cose alle quali una neomamma non crederebbe mai!

Per esempio una neomamma apprensiva non può credere che l’uomo con il quale ha deciso di mettere al mondo suo figlio sia in grado di infilare una tutina di ciniglia al pupo di un mese. Ovviamente, quello è lo stesso uomo che ha messo la firma su numerose pubblicazioni scientifiche ed ha una cattedra all’università… in neuropsichiatria infantile.
Così come nessuna neomamma che si rispetti è disposta ad ammettere che il suo amorevole compagno sia in grado di miscelare insieme brodo vegetale, crema di riso e una cucchiaiata di parmigiano, del tutto incurante del fatto che quello stesso uomo dirige una catena di ristoranti di fama internazionale.

Ammettiamolo: nei primi mesi di vita dei nostri pargoli, molte di noi tendono un po’ a perdere il lume della ragione, considerandosi detentrici di un sapere universale ed innato, trasmesso di madre in madre a partire dalla grande dea madre terra: vestali di un sapere ESCLUSIVO.
Si, perchè si dice sempre che “una mamma sa come si fa”!
E il papà? Cosa si è rincitrullito all’improvviso con la nascita del figlio??? Ma dove sta scritto che anche lui non sappia perfettamente “come si fa”!??

Siamo tutti d’accordo che una differenza c’è: ed è racchiusa in quei benedetti nove mesi di maternità in più, che una donna ha rispetto alla paternità del compagno. Questo sfasamento temporale, per cui una madre diventa tale nel momento del test di gravidanza, con valenza retroattiva al momento del concepimento, mentre un padre diventa tale quando l’ostetrica gli fa spingere la culletta per accompagnare il figlio alla sua prima competizione: l’assegnazione del punteggio apgar! (da questo si capisce poi perchè alcuni ancora strillano come ossessi contro l’allenatore quando non fa entrare in campo il figlio a 8 anni: l’impostazione dei rapporti è dura a morire!).

Ma l’evoluzione della specie è anche un fatto di cultura! Non vi sembra arrivato il momento di superare il gap?
Ammettiamolo, ragazze: in quei nove mesi noi non impariamo proprio un bel niente su come sarà accudire nostro figlio. Quindi, al ritorno a casa, con il pupo di due giorni in braccio… “gli uomini e le donne sono uguali” (cit. Cesare Cremonini)!
Capita fin troppo spesso, così, che il papà spontaneamente si lanci con entusiasmo in operazioni obiettivamente semplicissime, come cambiare un pannolino, che al massimo richiedono un paio di giorni per ottenere un po’ di dimestichezza e venga stoppato da un perentorio “Macosastaifacendo??!! DAI QUA, CI PENSO IO”.
Ecco, quella frase, apparentemente banale potrebbe cambiare i rapporti familari per sempre…
Si, perchè, se il papà se la sente ripetere due o tre volte… per lui sono già più che sufficienti a mollare per sempre l’impresa. Ed è finita: non ricomparirà più nelle mansioni di accudimento del figlio fino a quando non dovrà insegnargli come si fa il nodo alla cravatta o dovrà contestare la lunghezza della mini.

C’è una grande verità: qualcosa che sappiamo tutte, ma a volte facciamo fatica ad ammetterlo. Il papà non si prende cura dei bimbi peggio, lo fa solo in modo DIVERSO. Semplicemente perchè lo fa da uomo e la sua attenzione si appunta su particolari diversi da quelli che notiamo noi.
Ve lo concedo: magari la sua attenzione si appunta un po’ pochino sui particolari… Ma che ne dite della visione d’insieme?! Gli uomini, in genere, preferiscono una visione globale ad una che cura il dettaglio. Il pannolino messo da papà forse è un po’ storto, ma l’importante è che faccia il suo dovere e non sia sistemato in modo troppo scomodo. Ma allora perchè togliergli dalle mani il pannolino e spintonarlo via da davanti al fasciatoio? Mamme, ma non avete nulla di meglio da fare?

Io mi sento di assicurarvelo anche se non conosco personalmente i vostri compagni: sono certa che, in qualche modo, sanno lavare, nutrire, vestire ed accudire i loro figli. L’importante è farglielo fare, da subito.

Ricordiamolo tutte: è con le cure dei primi mesi che si crea un padre che porterà i figli in piscina e li riporterà a casa lavati ed asciugati, che li porterà al mare da solo una settimana mentre voi finite il vostro progetto, che si siederà accanto a loro per spiegare come fanno i bambini ad entrarci nella pancia della mamma (che come escono è già più intuitivo) e… (azzardiamo a guardare molto lontano) che porterà i figli di quei figli al parco, spingendo la carrozzina da nonno orgoglioso!

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26 thoughts on “Il papà è competente”

  1. Sara, non so te ma io a mia figlia ho voluto assolutamente dare un padre. L’ho fatta con un uomo che voleva (e vuole) figli, che vuole crescerli in maniera attiva e viverli e goderseli e cerchiamo di condividere le incombenze in modo da andare incontro il più possibile alle esigenze di entrambi. Io amo lavorare, mi piace fare tante cose e non mi sento completamente realizzata solo per il fatto di avere un utero e fare la mamma a tempo pieno. Quindi delego: mia figlia va all’asilo la mattina, passa parte dei pomeriggi con le nonne e tutto il tempo possibile col papà, che tra l’altro fa il mio stesso lavoro anche se con orari diversi. E io il tempo che non lo passo con lei lavoro, rinunciando alle altre cose che vorrei e dovrei fare per me come persona. Ma va bene così e sinceramente mi sento una buona madre. E sono felice di averle scelto anche un ottimo padre, non un uomo che la conosce appena ma provvede ai suoi bisogni materiali. Poi per carità, il mondo è bello perchè è vario e ogni coppia ha il diritto di organizzare la famiglia come meglio crede, non giudico assolutamente chi ha fatto scelte diverse dalle mie. L’importante è che il loro sistema funzioni per la loro famiglia e che siano felici con quello che hanno messo su.

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  2. Sara, stella della casa, ma che hai? Se la natura ha dato l’utero alle donne un motivo ci sarà, scrivi. Ma la natura ha messo in conto anche i terremoti e allora non dovremmo adottare le costruzioni antisismiche? La natura patteggia costantemente con la cultura e visto che oltre all’utero ci ha dato anche un cervello, usarlo mica ci danneggia eh?

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  3. L’articolo sempra scritto da pugno maschile. Da buona giornalista colgo certe sfumature. Comunque sia è evidente che l’uomo vuole rubare il campo alla donna per riscattare quello perso nell’ambito professionale. Il messaggio è chiaro: tu donna hai dimostrato di avere capacità che vanno oltre il ruolo assegnatoti dalla società patriarcale? Adesso noi uomini (perchè gli uomini a differenza delle donne sono solidali tra loro e lì risiede la loro forza) dimostreremo che mentre tu giochi a fare la manager in ufficio anche noi siamo all’altezza di fare la mamma. Quello che sta accadendo, in modo graduale, è la femminilizzazione di entrambi i sessi. Pian piano l’uomo perde la sua virilità (che peccato!). Sarà colpa degli estrogeni nel cibo? Del mutato stile di vita? Sarà colpa di noi donne? C’è un animale in natura che appena sforna il figlio scappa: la vipera. Noi donna vogliamo diventare così? Al dilà del cambio di pannolino si è valutato il valore insolstituibile che apporta la presenza della mamma? o è più valido per la crescita del figlio che la stessa trascorra la sua giornata al lavoro delegando il compito materno ad altri, foss’anche il padre? Una volta il padre aiutava i figli garantedo che la madre se ne potesse prendere cura; oggi preferiscono comodamente sostituire la mamma. Netta e squallida inversione di ruoli. Se la natura ha dato l’utero alla donna ci sarà una ragione. L’uomo è diventato quasi geloso anche di quei nove mesi? Forse tra un po’ non vedremo più uomini in giro ma eunuchi, ma già di testa cominciano ad esserlo.

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    • Sara, scusa se non ho potuto rispondere prima, ma in questi giorni ho avuto tanto da lavorare. Presumo che mio figlio si sia sentito un po’ trascurato, perchè in effetti ha mostrato un certo nervosismo. Fortunatamente l’altra sera, quando sono tornata tardissimo, papà è figlio avevano preparato la cena, mangiato e preparato la cartella per il giorno dopo.
      Del resto era con il papà, quindi non mi sembra di aver delegato ad altri il mio ruolo o compito genitoriale, giacchè mio figlio era con il suo papà a godersi la serata virile… Posso solo notare, per rimanere in tema col post, che hanno mangiato orride cose “da uomini”: ma si sa, i papà fanno a modo loro, che è un altro, rispetto a quello delle mamme.
      Ah, scusami, non l’ho precisato: sono l’autrice di questo post. Donna, mamma, avvocato, blogger. Caspita quante cose ci stanno in una donna, accanto all’utero, eh!
      E’ proprio vero che quando si acquisisce una certa professionalità, si sviluppa un particolare intuito nel proprio settore d’elezione.

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  4. Per me si sbaglia dalla partenza, cioè dal pensare che accudire i figli sia un compito svolto “naturalmente” dalle donne, non è che gli uomini “ci danno una mano” o “ci aiutano”. Mica è un lavoro solo nostro!!

    Se pensassimo che loro hanno esattamente la stessa responsabilità che abbiamo noi donne nel badare ai figli non penseremmo che sono degli imbranati…ricordiamoci donne: siamo noi in gran parte ad alimentare il maschilismo, smettiamo di auto limitarc!!

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  5. mio marito ci ha sempre tenuto moltissimo a partecipare all’accudimento di mia figlia (5 mesi e 1/2): cambio pannolino, bagnetto ecc. quello che è stato frustrante e qualche volta è ancora frustrante per lui, è che siccome mia figlia lo vede parecchie ore meno di me, gli ha sempre sorriso molto meno. sorride di piu’ a sua mamma (mia suocera) che non a lui. solo adesso che va per i sei mesi è iniziata un’interazione di tipo diverso.

    i momenti in cui invece lo “stoppo” nel senso che dite voi sono sulle scelte da fare per esempio quando la piccolina piange. io mi sento forte dell’esperienza di una sorellina piccola e del fatto che le ostetriche si sono sgolate a spiegare che fino a 3 mesi e in parte fino a 6 mesi i bambini se piangono non è perché sono viziati, ma perché hanno un bisogno. su questo punto mi sono sempre incaponita e l’ho come costretto ad “arrendersi”, anche se ho sempre insistito che desidero che lui faccia il padre nel senso che mi metta dei limiti a quanto saprò essere ansiosa e iperprotettiva. e dato che il giro di boa dei 6 mesi si avvicina, sarà tutta da ridere………

    volevo dire che sono molto contenta di aver trovato questo sito web perché appunto parla di genitori e non di “Mamme” (!!!)

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    • CloseTheDoor hai perfettamente ragione a dire che il pianto del bambino piccolo non è dovuto al fatto che è viziato. In realtà in questo sito abbiamo spesso parlato di capricci e del loro significato, e anche per i bambini più grandi il pianto/capriccio nasconde in realtà un messaggio che è nostro dovere di genitori cercare di decifrare. Comunque di a tuo marito di resistere. Vista l’età è normale che la bimba sia un po’ restia a sorridergli se non lo vede molto, però piano piano riuscirà anche lui ad istaurare il suo rapporto con la piccola, e sarà sicuramente un rapporto diverso e unico.

      Quello di parlare ai genitori e non alle sole mamme è un nostro punto di orgoglio, quindi siamo molto contente di sapere che lo apprezzate 🙂

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  6. Il papa’ di TopaGigia fa tutto… ma non gli va. E’ assolutamente in grado di fare tutto, ma ci sono cose che all’inizio rifiutava e che io gli ho spinto contro finche’ non si e’ lasciato coinvolgere (tipo il bagnetto e la pappa) e altre contro le quali fa ancora muro di gomma.
    Tutti mi dicono che poi quanndo il bimbo diventa piu’ interattivo anche i papa’ piu’ difficili si divertono di piu’, ma per ora aspetto e spero…
    Certo, andandola a riprendere all’asilo la ritrovavo sistematicamente con le magliette messe al davanti-didietro, ma i problemi nella vita sono altri, no? e ho capito che riprenderlo su queste cose era dannosissimo, lo faceva sentire incapace e insicuro mentre lei lo adora e quando passano del tempo insieme senza di me stanno benissimo. Certo, lui fatica un po’ perche’ invece di “starci insieme” “la tiene”, ma io non lo spingo e sono fiduciosa che col tempo trovera’ il suo modo. E penso che abbia il diritto di trovare il suo modo, come tutti.
    Verissimo (e altamente fastidioso, almeno per me) il discorso che loro hanno le spalle coperte, che se non gli va di fare qualcosa tanto dietro ci siamo noi che non possiamo rifiutarci… ecco, questo per me e’ l’ultimo ostacolo da superare…

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