Paese che vai, igiene che trovi

lavare piattiLi avete anche voi gli amici che sono andati a imparare le lingue in famiglia, da giovani, tipo in Inghilterra, e morivano dallo shock culturale? Ecco, facciamo un bel riepilogo delle origini di tali shock.

Il bidet

“Pensaci bene, tu che ci sei stato in Italia. Citami il singolo sanitario che noi abbiamo e voi no.”

“Eh? Ah, aspetta vuoi dire quel lavandinetto per lavarsi i piedi?”

“Non sono i piedi. Cioè, sì, anche. Ma non fondamentalmente”.

“Aaaaah!”

Mi ha sposata, che vi devo dire. Proprio oggi facciamo 18 anni di matrimonio e nel frattempo il bidet me lo ha pure installato in casa. Ricordo ancora le risate quando andammo a scegliere le piastrelle e il resto al negozio di sanitari, il commesso:

“Ah, sì, adesso controllo sul catalogo se di questa serie hanno anche il bidon che volevate voi”, poveretto, non c’ era abituato.

Che io lo capisco pure che si può vivere senza bidet se vivi in uno di quei paesi in cui ci si fa la doccia tutte le mattine. Quando arrivi al momento clou stacchi il telefono della doccia dal gancio e col flessibile lo dirigi dove ti serve.

Ecco, questa cosa me la chiesi a casa di mio zio a Seattle, quando in piena crisi da mestruazioni mi ritrovai a fare la doccia in piedi in una vasca da bagno con la doccia fissa al muro. Che siccome era una famiglia di uomini non sapevo neanche a chi chiedere come cavolo facessero loro sotto mestruazioni, a meno di fare la verticale nella vasca, che anche col tappetino antiscivolo non mi sembra il massimo della sicurezza. Per un attimo ebbi la tentazione di chiedere alla morosa di mio zio quella sera invitata a cena, ma mi sembrò brutto, manco ci conoscevamo, e non volevo passare per la parente europea strana.

E poi io la doccia tutti i giorni non ci riesco a farla. Mi fa troppo freddo in pieno inverno e mi lavo come i gatti a pezzettini (tanto ho il bidet). E poi avendo il meglio dei due mondi, ho pure le manopole in spugna rettangolari, quelle che si vendono in tutta Europa, tranne che da noi, chissà perché. Mistero della fede. Evidentemente lo sto trasmettendo ai figli con il mio mantra serale:

“Adesso lavatevi  denti-faccia-ascelle-piedi e fatevi il bidet, che dovete andare al letto”.

Decisamente devo rifarmi la vasca da bagno, mi sa che si fa prima con il metodo ad immersione.

La doccia tutti i giorni?

Per fortuna non sono l’ unica a patire la doccia, una mia amica metà indonesiana e metà italiana aveva giustamente imparato a lavarsi dalla mamma. Con il catino e la spugnetta, all’ indonesiana. E quando andò a vivere con il moroso olandese, scopri questa cosa della doccia quotidiana, e tentò di adeguarsi, perché l’integrazione in famiglia è  tutto.

“Ma non ci ero abituata e i primi tempi i getti mi facevano un male che non hai idea”.

Poi evidentemente ci si abitua a tutto.

Questa cosa del bagno o della doccia tutti i giorni, ci avete fatto caso al terrorismo sul bagnetto al pupo che ci fanno non appena figliamo? E il rituale bagnetto che rilassa per la buonanotte, e tutti i prodottini delicati che non danneggiano la delicata pelle eccetera. E la cremina, per reintegrare gli olietti naturali appena lavati via dal bagnettoschiuma speciale e costosissimo, perché al pupo mica lo lavi con Vidal?

Noi ci siamo tolti il vizio subito, perché Ennio è nato con una pelle talmente secca, aveva i piedini squamosi come le zampe delle galline, dermatite atopica, eczema fino a tre anni, e io da brava madre italiana “il cortisone noooooooo” (apro la parentesi sanita’: in Italia ti prescrivono antibiotici e ricostituenti come se piovesse, qui gli antibiotici no, ma il cortisone sì e c’ è dell’ interculturalità anche nei medicinali, non ne parla nessuno. E, signora mia, la tachipirina se non era il mommy blogging italiano manco avrei saputo cos’ era; in compenso qui per qualunque male ti dicono di metterti tranquilla sul divano con un’ aspirina e una tazza di te’, cosa volete che vi dica, siamo sopravvissuti a entrambi), dicevo, ci hanno da subito caldamente raccomandato di NON fargli il bagnetto tutti i giorni, ma di lavarlo con le manopole inumidite, e bagnetto massimo due volte alla settimana. Cosa che io gli facevo con l’ infusione di fiocchi d’ avena che ammorbidiscono tanto l’acqua, questa una saggia tradizione della mia nonna polacca. Si mettono un paio di cucchiai di fiocchi d’ avena in un sacchetto e poi o li metti in infusione in un pentolino di acqua bollente che aggiungi al bagno quando diventa lattiginosa, o la metti direttamente sotto il rubinetto dell’ acqua bollente, strizzi e passa la paura.

Cremine?

Il pupo, dopo il bagnetto, viene sventolato di borotalco come una cotoletta da inpanare, no? No, per via dell’ eczema. Per fortuna la nostra prima puericultrice, indonesiana anche lei, mi insegnò a massaggiare il neonato, cosa che facevamo con grande passione più volte al giorno e in pochi mesi le zampette di gallina si normalizzarono. Praticamente il nostro bagnetto era il massaggio con l’ olio di mandorle. Ma il primo vero assaggio di guanciotte vellutate lo avemmo solo dopo il primo bagno al mare. Adriatico.

Piatti a mano o in lavastoviglie?

“Un po’ di detersivo non ha mai ammazzato nessuno” fu risposto alla mia amica in viaggio studio in Germania che aveva appena scoperto le gioie nordiche del lavaggio piatti senza risciacquo. Si lava con quei begli spazzolini per piatti, avete presente, quelli che grazie all’ Ikea nel frattempo ce li abbiamo tutti in casa in una bacinella con tanto sapone, e poi si asciugano. Il che ti spiega la mancanza di scolapiatti, altra scoperta della ristrutturazione di casa.

Il nostro rivenditore di cucine, a furia di bazzicare fabbricanti italiani, aveva tutta una casistica di interculturalità della progettazione del focolare. Per esempio qui in Olanda si preferisce il monolavandino, sospetto proprio perché tanto non risciacquano. E visto che qui si affitta molto dalle enormi corporazioni edilizie, che costruiscono e ristrutturano case con materiali moooooolto di serie, tanto che alla fine di base sono tutte uguali, praticamente tutti avevano il lavandino a vasca rotonda. In cui entra perfettamente la bacinella in plastica standard che compri all’ HEMA, al Blokker, in tutte le catene di casalinghi.

Quindi ricapitolando: l’ olandese (ma anche l’ inglese e il tedesco) tipo a fine cena sparecchia, svuota i piatti, li infila in bacinella piena di acqua bollentissima e schiumosa, li spazzola (aridateme la spugnetta verdeeeeeeh, orgoglio della casalinga italica, che si usa anche qui, ma non per i piatti), li toglie dalla bacinella, li depone in scolapiatti mobile che normalmente è riposto con la bacinella nell’ armadietto sotto al lavandino, il compagno di lavaggio armato di mappina superasciugante li prende, li asciuga, li impila e li rimette al loro posto. Stendi la mappina sul termosifone, ti asciughi le mani con l’ asciugamanino in spugna abbinato (maaaaaaai usare l’ asciugapiatti per le mani, non e’ igienico), sciacqui bacinella e lavapiatti e li riponi e ti parcheggi davanti alla TV con il caffè.

Se ci sono ospiti o per qualsiasi motivo non possono lavare i piatti subito, intanto li spazzolano a secco, e poi li lavano. Che a me verrebbe da dire: ma già che perdi tempo a spazzolarli se li infili nel lavandino con un filo d’ acqua sopra e li hai praticamente anche risciacquati no? No, il risciacquo non è contemplato  e poi vuoi mettere quanta acqua si spreca? A parte che l’ ospite educato si offre sempre di aiutare a lavare i piatti e in genere ti dicono no, lascia stare. Ma se ti rispondono sì grazie, il meccanismo e’ sempre quello: uno lava, l’ altro asciuga, ci si racconta, si canta. Il momento ideale per le confessioni in famiglia, e comunque io La ballata del Zuiderzee l’ ho imparata in quanto grande classico del lavaggio piatti di mio suocero e mia cognata. Che in un paese di pescatori completamente trasformato ci sono cresciuta pure io e alla parte dello zio giovane morto in mare in una notte di tempesta mi metto sempre a piangere, mannaggiamme e alla sentimentale anima slava che mi ritrovo nel DNA.

Comunque perché spazzolare le stoviglie che non lavi subito? Perché qui si mangiano patate lesse 5 giorni alla settimana e i resti di patate su tegami e piatti, vi ci voglio vedere io a lavarli se li lasci seccare. Cosa che a casa mia sarebbe risolvibile con un mega ammollo dei piatti che non hai tempo di lavare, ad averci il doppio lavandino, ovviamente.

Per questo dico sempre che la lavastoviglie salva un sacco di matrimoni dove le idee sul lavaggio piatti differiscono.

Scopa VS aspirapolvere

“Ma insomma, la prossima volta te la porto io una scopa come si deve”.

La mia amica Cinzia sì che sa come tiene casa la casalinga abruzzese-fiorentina, anche se trapiantata ad Amsterdam. Lei è praticamente l’ unica persona che conosco che dopo ogni pasto scopa sotto al tavolo, il resto usa l’ aspirapolvere e se lavori l’ aspirapolvere lo passi al sabato.

Insomma, niente, qualche scopa si trova, ma sono a pelo corto e rendono poco. D’ altronde quando sono venuta a vivere qui avevano tutti la moquette. Solo poco dopo si è diffusa la moda dei pavimenti in legno e laminato, accolta con molto sospetto dai vicini e dai regolamenti condominiali che imponevano l’ uso delle piastre antidecibel in cartoncino da metterci sotto. E la moquette la pulisci con l’ aspirapolvere e attutisce i rumori.

Ora anche il settore moquette è un po’ in crisi, ma questa predominanza come rivestimento d’ elezione spiega anche perché in Olanda le case si affittino senza pavimento, solo con il tavolato, se case vecchie, o la lastra in cemento armato, se nuove. Siccome la maggior parte delle case hanno divisione e misure simili per via dei vecchi regolamenti edilizi, se cambi casa ti arrotoli la moquette e la ritrasferisci senza colpo ferire a casa nuova, 9 volte su 10 ci sta. In cucina spesso si ovvia con una striscia di linoleum davanti al blocco cucina, in bagno anche, e pace.

Se lasci casa in affitto il pavimento lo devi proprio togliere per contratto, a meno che l’ inquilino successivo accetti di rilevare il tuo, gratis o in cambio di un rimborso se particolarmente nuovo o ben tenuto (dipende quanta fretta e voglia abbia di traslocare chi lascia, lo puoi sempre ricattare dicendo che non paghi niente ma gli eviti la scocciatura di sgombrare tutto. Se becchi quello tignoso, però, lui sgombra per non cedertelo gratis).

Tutto questo per dire che avere 35 metri di cucina e soggiorno piastrellati qui non è comune e infatti mi manca dove comprare una scopa come si deve e spazzolone e stracci me li sono riportata dall’ Italia, perché in generale le scope e gli spazzoloni comprati qui hanno setole corte (tarate sul linoleum? Boh!) e poi Cinzia me li critica.

E comunque, parlando di moquette, vogliamo parlare dello choc culturale di quei ragazzini che li mandano in Inghilterra in famiglia a imparare l’ inglese e si ritrovano la moquette in bagno? No, ecco, non  parliamone, povere anime.

Potrei continuare così per parecchio, ma immagino che le cose di base le avete capite. se poi qualcuno ha altri aneddoti da aggiungere tra i commenti, fatemelo sapere. Non si sa mai, la mia gemella cattiva Scialba della Zozza– potrebbe ispirarsi per i suoi household’s Tips and Tricks.

– di Mammasterdam

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14 thoughts on “Paese che vai, igiene che trovi”

  1. Ah ecco mi sembrava strano.
    Fortunatamente in famiglia nessuno soffre di eczema (ma tranquille non ci facciamo mancare altro…)!

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  2. Bon, finché uno non risciacqua i piatti suoi, amen, ma quando vai alle feste di paese, e vedi che il baracchino che vende birra è dotato di ben UN lavandino con dentro degli spazzolini da piatti messi in verticale e tanta acqua saponata, e i bicchieri usati dagli avventori vengono strofinati per 3 secondi a testa sotto in codesta acqua saponata (che sta lì chissà da quanto) e poi poggiati di lato ad asciugare pronti per essere riusati… ecco… la prima volta ti vengono i dubbi sulla sanità mentale del popolo ospitante (Germania che ve lo dico a fa’), dopo ti cominciano a venire i dubbi su quanto è ragionevole pretendere che ogni tazzina da caffè usata venga sterilizzata in una lavastoviglie apposita a 90 gradi e se tutta questa IGGENE sia veramente necessaria.

    In effetti il dubbio è il compagno più fidato di chi vive all’estero, ora che ci penso.

    In parte probabilmente è vero quello che dice Camomilla, forse i germi dove c’è caldo proliferano più facilmente e per quello gli italiani sono abituati a stare più attenti. È anche vero che in Italia la pulizia dei luoghi pubblici lascia oltremodo a desiderare. Pure io che ormai sono moooolto rilassata, quando metto piede in Italia istintivamente comincio a lavarmi le mani molto più spesso. Quindi capisco bene che poi tornati a casa propria si abbia voglia di disinfettare tutto.

    La doccia ogni giorno è fantastica, mia figlia la fa da quando aveva due anni e il piccolo ha cominciato prima dell’anno, molto più veloce del lavaggio a pezzi e molto meno allagante del dannato bagnetto!

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  3. Alla prima vacanza studio in UK tutti i miei compagni vaneggiavano di abitudini atroci delle loro famiglie ospitanti. Uno mi disse che la domenica mattina riempivano la vasca una volta e facevano il bagno uno dopo l’altro, a partire dal padre e fino al cane (!!). Già allora ero convinta che fossero scemate. Poi ho avuto la conferma: gli inglesi si lavano e si deodorano un sacco. Tranne quelli che non lo fanno 😀 (ma anche il suolo patrio ne è pieno, no?). Altro discorso per a mochèt, che in effetti si pulisce un po’ a fatica, e quella in bagno chissà perché è sempre di colori scuri scuri, aimé.
    Il mio vero shock culturale fu per il mancato risciacquo: ero talmente turbata che costrinsi il mio collega a sciacquare tutte le tazze, in ufficio, e quello si convinse che avevo ragione, e magari ancora oggi la moglie gli rompe le scatole quando spreca litri d’acqua dopo cena “Tu e la tua amichetta italiana!!”

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  4. Ecco, intendevo l’ idrocortisone, scusatemi, meno male che supermambanana mi corregge. E credo che sia esattamente questo il motivo anche in Italia, uno si confondo cortisone e idrocortisone e cosi la gente ha paura dell’ uno e dell’ altro.

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  5. perche’ non e’ cortisone Camomilla, e’ l’idrocortisone che danno come pomata per l’eczema, che a dispetto del nome non ha niente a che vedere con gli steroidi, e’ una sostanza prodotta dall’organismo, che queste pomate aiutano a ricostituire, per questo lo danno liberamente ai bimbi (anche io ho due bimbi eczematici) – il cortisone vero e proprio, si, lo danno solo in ospedale o comunque sotto controllo del medico

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  6. Ne avrei cose da dire! Ah quante ne avrei!
    Ve lo assicuro, meglio non sapere.
    Ve lo assicuro, soprattutto quando si parla di bambini, asilo, eccetera.

    Certo e’ che il nostro italico senso dell’igiene e’ fonte di parecchia ilarita’ tra i miei amici non italici.
    Scusatemi il termine, ma soprattutto per la storia del bidet ci prendono parecchio per i fondelli (e’ proprio il caso di dirlo ah ah ah ah).
    Avete visto il film the Beach? be’ l’unico italiano del gruppo fa il cuoco ed e’ maniaco della pulizia. E con questo ho detto tutto.

    Io dal mio canto, lo devo confessare, mi sono lasciata adagiare abbastanza agli standard di qui. anche perche’ credo che sia soprattutto un fattore di clima, storicamente da queste parti (nel Nord Europa in generale) non e’ mai stata una questione di vita e di morte l’eccessiva attenzione all’igiene. insomma fa freddo e molti batteri/virus/microrganismi che in climi piu’ caldi proliferavano e portavano malattie molto gravi qui semplicemente non c’erano.
    E quindi la differenza culturale.

    Altra cosa a proposito di bidet.
    Ecco io ho sempre sofferto di cistiti. Analisi su analisi, antibiotici su antibiotici, saponi intimi particolari e costosissimi. Quando mi sono trasferita a Londra la mia maggior paura era proprio la mancanza di bidet e conseguente intensificarsi del mio problema.
    Una volta qui, una bravissima GP (dottoressa della mutua),di origine somala, mi disse: ” a volte queste cistiti ricorrenti possono essere dovute a mancanza di lubrificazione dovuta ad un ECCESSO di igiene ”
    Ho smesso di comperare i detergenti costosissimi e ho cominciato a lavarmi con saponi naturali, non piu’ di una volta al giorno.
    Non ho piu’ avuto episodi di cistite dal lontano 2008.
    Che vi devo dire.
    L’intra culturalita’ e’ bella anche per questo.

    @Mammaamsterdam, mi sorprende che in Olanda diano cortisone ai bambini, pensa che qui in UK, si puo’ amministrare cortisone ai bambini sotto i due anni, esclusivamente in ospedale, poiche dicono che tenda a deprimere il sistema immunitario che invece deve svilupparsi in quel periodo. Io la trovo una cosa piu’ che sensata.

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  7. Che il Regno Unito inTIERO mi perdoni per il mio italico proncialismo, ma no. Nel piatto non risciacquato non mangio. Piuttosto bruco cibo per cani dalla ciotola di Fido.

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  8. Io mi sono trasferita dall’ olanda in italia 20 anni fa, ho avuto anche io uno schock culturale. secondo me ( ho vissuto in tanti paese diversi) gli italiani sono un po’ troppo fissati con l’igiene. L’igiene e’ importante ma spesso esagerate un po’. state piu’ rilassati…hahaha

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  9. Mi hai illuminato sul perchè del lavandino singolo, trovato qui in Francia, ma anche in Spagna…ma ero più tranquilla senza saperlo!!!
    In Francia ci sono da poco, ma aspetta qualche mese che ti tiro fuori sicuro qualche chicca 😉

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  10. La prima volta che sono stata in vacanza studio (in college) pensavo di essere pronta perché sapevo che fuori dall’Italia non hanno il bidet.
    Però devo ammettere che ho vacillato quando mi sono trovata nel bagno (1 per piano, che serviva n-mila studenti) e ho visto che la vasca non solo non aveva il doccino, ma aveva 2 rubinetti separati e per miscelare l’acqua avrei dovuto riempirla…
    Quello a cui poi non riuscivo ad abituarmi era il piumino con il copripiumino (senza “lenzuolo sopra”), a parte che ancora oggi trovo più comodo avere il lenzuolo, lì avevo un grosso dubbio perché secondo me mica lo lavavano a ogni cambio di studenti…penso che se lo avessi detto a mia madre sarebbe venuta a riprendermi, lei che è lievemente fanatica dell’igiene 🙂
    La cosa buffa è che all’epoca gli inglesi consideravano noi Italiani gente sporca che non si lava.

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  11. Per trovare canoni diversi di igiene è sufficiente sposarsi. Io ad esempio mi lavo quando puzzo (complesso da valutare se sei raffreddato) e mi cambio quando sporco. Mia moglie non se ne fa una ragione. Lei non vede e non annusa. Ci si lava e ci si cambia. Punto.

    Nonostante la mia sciatteria non riesco a farmi una ragione del piatto non sciacquato. Proprio no!

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  12. Ciao Mammamsterdam, mi fa sempre molto piacere leggerti quando riesco. Comunque, posso accettare la moquette in bagno, al limite, proprio, ma i piatti non risciacquati no e poi no, con tutto il rispetto per queste culture!!

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  13. Mi hai fatto così ridere!Ricordo ancora il mio primo soggiorno in Inghilterra, l’orrere della moquette in bagno e le mie insistenze per poter lavare i piatti a fine pasto, così da poterli sciacquare!!!

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