Il nuovo partner del genitore separato

La frequentazione dei figli con i nuovi partner dei genitori non può essere legittimamente impedita quando il rapporto è stabile.

foto di Peter Dahlgren utilizzata con licenza Creative Commons
foto di Peter Dahlgren utilizzata con licenza Creative Commons
Una separazione prevede quasi sempre la formazione di nuove coppie. I genitori, se anche non formano una nuova famiglia in senso stretto o non iniziano nuove convivenze, di certo avranno nuovi partner. E comunque una nuova convivenza, più o meno ravvicinata alla fine della precedente, è piuttosto probabile.
Questo non sempre è un processo lineare. Soprattutto non lo è la frequentazione dei figli con “l’altro/a”.

Accettare il nuovo partner dell’ex è difficilissimo e lo è ancor di più se è stato il motivo della separazione, o meglio se era già nella vita dell’altro al momento della separazione (sui motivi che stanno dietro ogni tradimento, non vogliamo indagare qui).
Comunque, anche se è una persona che entra nella vita dell’ex dopo anni, possono crearsi gelosie e tensioni, soprattutto nella relazione con i figli.

Un principio fondamentale che va tenuto a mente è sempre quello della bigenitorialità: i figli, anche dopo la separazione, continuano ad avere due genitori, con due vite diverse, e quindi hanno diritto di partecipare alla vita di entrambi i genitori nella sua interezza.
Da ciò deriva che, in situazioni fisiologiche, in cui non c’è patologia di rapporto, deve essere normale che i figli vengano in contatto con i nuovi partner dei genitori.

Spesso si assiste a “veti” da parte di un genitore alla frequentazione del partner dell’altro. Ecco, questi veti, di per sé e se non giustificati con argomentazioni concrete, non sono legittimi. Nessuna norma, infatti, prevede che il genitore separato frequenti i suoi figli in modo esclusivo e in solitudine.
L’art. 155 del codice civile, infatti, così come riformato nel 2006, prevede che “Anche in caso di separazione personale dei genitori il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale.

Di certo il partner non è un “parente” e neanche un affine, se non sposato, ma è anche vero che la giurisprudenza sta mostrando continue aperture verso il riconoscimento della famiglia di fatto, anche nello specifico ambito di quella formata dopo una separazione.
Questo principio generale che si va affermando, fa sì che un convivente stabile rientri di certo tra le persone con le quale i figli della precedente unione dovrebbero avere un “rapporto significativo”, anche solo alla luce del “rapporto equilibrato e continuativo” con il genitore che ha formato la nuova coppia.

E se invece il nuovo partner non è convivente?
Questo è il caso in cui si presentano più resistenze da parte dell’altro genitore.
Di certo la frequentazione di partner occasionali non è tutelata da alcuna norma, così come non è specificamente vietata.
Il buon senso, però, aiuta a comprendere che, presentare molti partner in tempi ravvicinati, ai propri figli non è di solito un comportamento costruttivo per loro e può anzi essere deleterio e destabilizzante.
Anche se, ovviamente, non può essere vietato far conoscere “amici e amiche” ai figli, l’altro genitore può validamente opporsi e addirittura chiedere, anche giudizialmente, che un comportamento del genere venga valutato ai fini della capacità genitoriale o dei tempi e modi di frequentazione, nell’interesse materiale e morale dei bambini.

Diverso è il caso del partner stabile non convivente. Oggi molte coppie, soprattutto over 40, in cui entrambi hanno una stabilità abitativa ed economica, decidono di non convivere pur stringendo un legame solido e duraturo. Ognuno ha i suoi figli da precedenti unioni ed esigenze diverse. Ci si frequenta per anni e magari “per sempre” pur senza abitare insieme, anche perché spesso il precedente fallimento familiare ha reso più preziosa la propria indipendenza.
In questo caso il partner può essere considerato come una persona rilevante nella vita del genitore e impedire la costruzione di un rapporto con i figli non solo non è legittimo, ma non è neanche utile e costruttivo.

Insomma, dopo una separazione i genitori restano due e i figli devono far parte della vita di entrambi. Se questa vita prevede la presenza di un partner, non si può pretendere che i figli non abbiano contatti con questa persona. Anzi, il genitore deve fare di tutto per armonizzare il rapporto tra i suoi figli e il nuovo compagno o la nuova compagna.

Se la resistenza alla frequentazione viene dai figli, entrambi i genitori dovrebbero valutarne i motivi e aiutare i bambini a superare le resistenze. Ovviamente anche agendo su comportamenti ritenuti errati del nuovo partner.

Se la resistenza alla frequentazione viene dall’altro genitore, in caso di rapporto solido e non occasionale, questa non è giustificata da un punto di vista normativo. Non si può pretendere che il padre o la madre dei propri figli trascorra il tempo con loro sempre e solo in modo esclusivo, senza la presenza delle persone significative e rilevanti della sua attuale vita.

Insomma, la legge non tutela la gelosia verso il partner dell’ex. Di certo, oltre all’aspetto legale, il rapporto con un nuovo partner va costruito con pazienza e rispetto dei tempi dei figli e le imposizioni, nell’uno o nell’altro senso, andrebbero sempre evitate. Ma sul buon senso la legge spesso può agire ben poco.

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19 thoughts on “Il nuovo partner del genitore separato”

  1. buongiorno..sono Andrea vittorini
    un papà separato.. la mia ex si frequenta con un altro uomo già prima di separarci
    Ho una figlia di 6 anni… io non ho diritto di conoscere il suo nuovo compagno dal memento che frequenta anche mia figlia contro la sua volontà?

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  2. I figli dei genitori separati dovrebbero stare in orfanotrofio, vivrebbero meglio, compreso ovviamente mio figlio… possibilità di visite nei fine settimane (ovviamente in agenda tra madre e padre), e i genitori pagano e basta. Vivrebbero meglio e insieme ad un sacco di altri bambini. Sarebbe la giusta punizione per la nostra società, dato che siamo diventati veramente idioti.

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  3. Sono d’accordo , non si fanno i figli per poi separarsi con tanta facilità .
    Nessuno dice che un genitore separato debba rinunciare alla propria felicità ma non vedo la necessità di condividere la sua felicità con i propri figli . Tutto si può fare ma nel dovuto tempo , con le giuste dosi e nel massimo rispetto, senza troppe ostentazioni .
    Purtroppo viviamo in un mondo dove tutti pensano che va tutto bene ed e’ tutto normale senza pensare alle conseguenze che si possano creare. Mi dispiace , verso i figli ci sono delle grosse responsabilità e la superficialità si deve pagare . Se ci fossero delle leggi meno permissive , prima di fare certi passi ci si penserebbe molto bene!

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    • Da papà separato, approvo e condivido ogni singola parola , il pressochè assoluto permissivismo generato dalle norme attuali che regolano la separazione dei genitori, creano nei figli traumi magari inzialmente “silenti” per poi emergere ahimè in tutta la loro grandezza con il passare del tempo.

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  4. Buongiorno,
    ci provo, chiedo aiuto per una questione di semplice gestione ma che ahimè quando non si ha un rapporto civile tra genitori risulta tutt’altro che semplice.
    Io sono la nuova compagna, il mio compagno ha una figlia avuta dalla precedente relazione.
    Loro hanno ottenuto l’affido paritetico a settimane alterne della bambina e quando la tiene lui vive con me ed i miei figli in armonia. Ora inizierà l’asilo e per comodità e piacere avrei voluto accompagnarla la mattina.
    La madre non è d’accordo, non mi conosce e non intende farlo, è semplicemente una questione di principio.
    Ora io chiedo, può impedirmi di accompagnare sua figlia all’asilo le settimane in cui è affidata al padre?
    Come dobbiamo tutelarci?

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  5. BUONGIORNO, SPIEGO LA MIA STORIA.
    IL MIO COMPAGNO IL 23 GIUGNO FIRMA LA SEPARAZIONE CONSENSUALE.
    VIVIAMO GIA’ INSIEME MA FINO ALLA FIRMA NON VOGLIAMO DIRLO APERTAMENTE.
    I DUE BAMBINI MI HANNO CONOSCIUTA COME UN’AMICA, SIAMO USCITE DUE/TRE VOLTE INISIEME, IL BAMBINO DI 8 ANNI FELICE E SERENO MENTRE QUELLO DI 12 UN POCHINO PROVATO DAL FATTO CHE IL PAPA’ HA UNA NUOVA AMICA..ALLORA L’AVVOCATO COMUNE HA SCRITTO AL MIO COMPAGNO DICENDO CHE FINO ALLA SEPARAZIONE E’ MEGLIO INTERROMPERE QUALSIASI RAPPORTO CON LA NUOVA AMICA.
    LA MIA DOMANDA E’ QUESTA, DOPO LA FIRMA DELLA SEPARAZIONE VORREMMO INFORMARE L’EX MOGLIE CHE IO E IL MIO COMPAGNO ABBIAMO DECISO DI CONVIVERE E LUI DI SPOSTARE LA RESIDENZA DA ME. ABBIAMO QUALCHE DIVIETO NEL FARLO? NON CREDO PROPRIO DAL MOMENTO CHE LA LEGGE NON VIETA AL MARITO SEPARATO DI PRENDERE CASA CON LA NUOVA COMPAGNA…
    PERO’ NELLA GESTIONE DEI FIGLI L’EX MOGLIE PUO’ VIETARE ALL’EX MARITO PER ESEMPIO DI PORATRE A CASA I BAMBINI E MANGIARE UNA PIZZA UNA COMPAGNIA ANCHE CON LA NUOVA COMPAGNA? ANCHE PERCHE’ UN WEEK END SI E UNO NO LI HA LUI E ANCHE DUE SERE LA SETTIMANA, NON A DORMIRE PER PROBLEMI DI LAVORO IN ACCORDO CON L’EX MOGLIE MA A MANGIARE SI.
    GRAZIE MILLE

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    • La persona migliore per rispondere a queste domande è sicuramente l’avvocato del tuo compagno, che conosce la situazione specifica. In linea di massima, se non ci sono accordi contrari tra i separandi, i figli stanno con i genitori, quando spetta a ciascuno, nel loro nuovo nucleo familiare. Un genitore non può “vietare” qualcosa all’altro. Ovviamente c’è sempre la possibilità di far intervenire il tribunale se i bambini mostrano disagio serio ed evidente da una qualsiasi situazione.

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  6. Buongirono vorrei avere qualche delucidazione riguardo una situazione del mio nuovo partner
    Luo separato con un figlio di 6 anni l ex moglie da poco convive nella casa del suo nuovo partner con il bambino
    Il problema è che il nuovo partner ha almeno un paio di volte urlato contro il bambino lui ha comunque due matrimoni alle spalle e denunce da entrambe le ex mogli x aggressione
    La domanda è il papa del bambino puo chiedere il collocamento del minore presso di lui in wuesto caso?
    La madre cmq senza dire niente al padre lascia il bambino con il nuovo xonvivente senza dire niente al padre
    Grazie

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    • Il papà può sempre chiedere la collocazione del figlio presso di sé. Ovviamente, per spostare un bambino e fargli cambiare genitore collocatario, casa e magari scuola e abitudini, servono dei motivi validi. Che un convivente abbia urlato un paio di volte al bambino, potrebbe anche non essere gravissimo, così come la madre può affidare il bambino a persone di sua fiducia quando necessario. Al contrario, se il bambino è rimasto turbato o la vicenda ha una certa connotazione di violenza verbale, è necessario intervenire. Delle precedenti denunce avete prove certe, o si tratta di dicerie? Che età ha il bambino? Sarebbe d’accordo a vivere con il papà (dopo i 12 anni il giudice deve sentirlo su questo tema e prima può sentirlo se lo ritiene opportuno)? Dimostra disagio per questa situazione familiare della madre? La valutazione è complessa e va fatta sul caso specifico.

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  7. Io ho avuto la richiesta di divorzio dalla ex moglie (nel 2016) dopo 4 anni di separazione quando stavo per traslocare e la mia compagna si sarebbe trasferita da me. Nella richiesta la mia ex moglie aveva minacciato condizioni pazzesche tipo rimborsi di decine di migliaia di euro dovuti a danni non si sa cosa. Io per affrettare la causa sia perche’ non mi va di litigare e fino ad allora lo si era fatto sporadicamente sia perche’ stavo per scegliere casa ed ero preso da altro, ho firmato un preaccordo che poi e’ diventato sentenza dove e’ stato scritto che io non posso presentare a mia figlia nessuna compagna. Ora sono passati due anni. La mia ex moglie da un anno frequenta un uomo e sono felice per lei, solo che ora vanno pure in ferie in tre, insomma mia figlia mi parla sempre piu’ spesso di quest’uomo e io non capisco perche’ sono l’ex coniuge di serie B. Voglio dire: mia figlia e’ felice, mi sta bene che la mamma chi vuole, ma vorrei far decadere quella clausola divorzile per un senso di giustizia. Per favore non mi risponda “perche’ ha firmato una clausola che non accetta?”.
    E’ possibile?

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  8. Certo, è facile dire questo o quello, ma generalizzare è da stupidi. Se uno avesse la palla di cristallo magari non farebbe errori e prenderebbe decisioni facilmente, ma le scelte che si fanno nelle vita non sono esenti da evoluzioni o cambiamenti di situazione, spesso un matrimonio parte con le più convinte intenzioni ma poi le cose si modificano e basta. E’ vero che i figli subiscono, ma non subiscono solo una separazione, che deve essere fatta se non ci sono altre alternative valide, nel migliore e civile modo possibile, ma subiscono anche rapporti orrendi tra due genitori che non si amano e rispettano più o che non hanno più nulla da condividere e anche questo è un grosso danno. Lo dimostra il fatto che esistono persone cresciute in famiglie non separate, con mille problemi e sofferenze..e non è meglio questo o quello. Il meglio per i figli è l’amore che si ha per loro in qualsiasi situazione. Non credo che, a parte casi di finti matrimoni per interesse o altro, nessuno si sposi per poi divorziare, quindi colpevolizzare due persone che non si amano più sia una cretinata. Di traumi ce ne sono molti, è la vita che è fatta cosi e rimanere insieme se non ci si rispetta più non preserva i figli dal non averli. Certamente se si riesce a superare una crisi è un bene per loro, ma in primis per chi la ha. Se non si supera e si decide per separarsi vuol dire che è meglio cosi, ci saranno stati validi motivi e punto. E’ sempre e solo la modalità che conta, l’essere maturi e civili in queste situazioni, di questo semmai c’è da rammaricarsi…poichè se tante persone non sanno relazionarsi con l’altro quando stanno insieme anche la separazione sarà condotta male.

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  9. Volevo sapere, il padre ha diritto di sapere e conoscere chi è il nuovo compagno? Chi la mia ex porta a casa con chi mio figlio passa il tempo, oppure non devo sapere mio figlio con chi ha a che fare?? Grazie.

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  10. Tra i vari motivi per cui mi sono separata c’era quello che non volevo fornire alle mie figlie il nostro esempio come coppia. Non volevo assolutamente che facessero nella loro testa l’associazione coppia /disinteresse totale che vedevano in casa. Non volevo che per loro ‘coppia’ rappresentasse nel lungo periodo l’idea malata di mancanza di comunicazione, di affetto, di gesti intimi, di complicità.
    Mi sono ripromessa, qualora un nuovo partner fosse entrato nella mia vita, di non aver fretta di renderlo partecipe nella mia vita da mamma. Volevo ne restasse fuori, forse avevo paura di non trovare un partner che mi restasse accanto a lungo e l’idea di avere un via vai di uomini nella vita delle mie figlie mi terrorizzava.
    Poi, all’improvviso, ho cambiato idea. All’improvviso ho conosciuto un uomo, anche lui reduce da un matrimonio finito e due figli di età simili alle mie, che mi ha fatto completamente cambiare idea su tutto. Adesso per gli stessi motivi che mi hanno spinta a separarmi sento il bisogno di incorporare questa persona nella mia vita. Desidero fortemente condividere la mia felicità con le mie figlie, desidero che siano testimoni del mio benessere e che sappiano che una relazione sana, forte, fondata sul rispetto e sulla comunicazione può creare delle condizioni necessarie affinché l’amore cresca e si sedimenti.
    Forse sono in una situazione privilegiata perché i rapporti con l’ex marito non sono tesi… o forse, per una volta, dovrei prendermi il merito che mi spetta, perché abbiamo creato noi le condizioni affinché i rapporti non siano tesi.
    Come in tutte le cose, non ci sono regole, ma credo che più amore ci sia verso i bambini, da parte dei genitori o dei nuovi entrati, più serena sia la vita di questi.

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  11. Sono la nuova partner di un genitore separato (da quattordici anni, e la ragazza ne ha quindici e mezzo), divorziata a mia volta. Dalla mia lunga e bruttissima esperienza ho tratto la conclusione che far frequentare ai bambini i nuovi partner dei genitori è innaturale e fonte di tanto dolore per tutte le parti in causa. Il bambino si trova in mezzo a ripicche, faide, litigi, guerre tra i genitori, cui intervengono i nonni che prendono le parti dei figli, gli zii, i cugini, e orge di carte bollate, lettere minatorie, sms in piena notte, denunce… L’ armonia nella famiglia allargata esiste solo nei film! E se per caso il nuovo partner e i figli separati vanno d’accordo allora è ancora peggio, perché i figli non sapranno mai da che parte stare. Magari la madre suggerisce loro, o fa capire in tutti i modi, che la nuova partner del padre è una str……. (mio caso) e loro invece la trovano simpatica, con il risultato di sentirsi confusi o di pensare di tradire così uno dei genitori. Magari alla nuova partner verrebbe istintivo contribuire in qualche modo all’educazione dei figli del marito ma non può, si deve trattenere sempre e comunque, atteggiandosi a baby-sitter scema, dalla quale si pretendono prestazioni da giocoliere dei sentimenti e anche di mettere mano con generosità al portafoglio. Magari i figli si trovano a pensare che il padre (o la madre) siano cattivi perché hanno lasciato la madre per questa/o persona così diversa, estranea, e si sentono in dovere di odiarla. E il padre non sa che pesci prendere, come comportarsi, ha paura di fare o dire qualunque cosa perché la ex moglie e la legge gli fanno intendere o gli dicono chiaramente che non ha diritti, che è un fallito, che è un bancomat vivente; e allora spesso sceglie di non fare il padre proprio per non ferire i figli e per paura di venire depredato di ogni risparmio. Non oso nemmeno pensare a quando nascono altri figli dai nuovi rapporti. Dolore, dolore, dolore. Sono arrivata alla conclusione che, a chi ha figli, il divorzio dovrebbe essere interdetto.

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    • “sono arrivata alla conclusione che, a chi ha figli, il divorzio dovrebbe essere interdetto.”
      Mi spiace ma qui ti sbagli di grosso. Avere uno o più figli da un matrimonio “sbagliato” non deve significare rassegnarsi ad una vita triste ed infelice. Anche perché ciò significherebbe far crescere il o i suddetti figli in una situazione costantemente tesa, fonte di contrasti o di perenne depressione di uno o entrambi i genitori. Essere genitori non significa dover rinunciare alla propria felicità!

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      • Bravissima è quello che ho fatto io per questo l’amore e da condividere ogni giorno con rispetto e complicità quando Blanca questo manca tutto ormai è porto avanti una convivenza ricca di menzogna e consapevoli sono i propri figli perché nn vivono in un ambiente sano ma ricco di incomprensione litigi inutili e infelicità .

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    • Brava Roberta! Tra le altre, abolirei il diritto per chiunque di fare i figli……ci vorrebbe laurea, specializzazione e master prima di farli. Per alcuni non basterebbe.
      I bambini si devono proteggere più del diritto di andare a fottere qui e la….!
      Vittorio S

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