Nonni quotidiani

Noi abitiamo al piano di sopra e la nonna (materna) a quello di sotto. La vicinanza non è sempre così… vicina: magari è il palazzo accanto, la strada dopo, lo stesso quartiere, paese o città. Ci sono i nonni che si vedono una volta ogni tanto, una domenica, nelle vacanze o ai compleanni ed invece quei nonni… quotidiani.
I nonni vicini sono quei nonni che partecipano in modo attivo e costante alla vita dei nipoti: quelli che babysitterano, quelli che portano o prendono a scuola, quelli che preparano il pranzo, cambiano pannolini o controllano i compiti. Quelli che conoscono le abitudini dei loro nipotini, i loro gusti e i loro giochi preferiti. Quelli che fanno parte della quotidianità dei nipoti fino a costituire una figura molto simile a quella dei genitori. Simile sì, ma diversa.
In fondo hanno un ruolo antico: solo un paio di generazioni fà era normale che i nonni vivessero in casa con figli e nipoti, quindi era normale che un nonno o una nonna fossero dei vice-genitori. Poi questo ruolo si è perso, ma solo per pochi anni qui da noi, ed è tornato in auge per via di tanti fattori sociali: orari sempre più intensi per chi ha un lavoro ai limiti del precariato, crisi economica e carenza di strutture che rendono inaccessibile per molti l’asilo nido, massicce campagne di prepensionamento che hanno lasciato inoccupati giovani sessantenni volenterosi.
Statistiche del 2005 contavano 11 milioni di nonni italiani, di cui uno su tre si è occupato dei nipoti (con genitori entrambi lavoratori) in tenera età. Circa il 30% dei nonni, perciò, ha o ha avuto con i nipoti un rapporto stabile e quotidiano di cura. Tra questi la maggioranza sarebbero i nonni con livello culturale più modesto (!!), mentre i nonni “colti” si occuperebbero dei nipoti solo occasionalmente ed in caso di emergenza.
Un nonno su 4 risiede entro un chilometro di distanza dai nipoti.
Insomma, siamo una nazione che sembra proprio non poter fare a meno dei nonni. Anche perchè, come già accennammo in questo post, costituiscono una vera ricchezza economica in termini di risparmio.

Lasciando ad un altro post l’esame del rapporto tra nonni “vicini” e genitori (un’altalena di supporto e conflitto!), proviamo a soffermarci sulla relazione tra questi nonni partecipi ed i loro nipoti.
Il nonno e la nonna che vivono il quotidiano dei loro nipoti riescono spesso a costruire una relazione molto intensa: la quotidianità senza la responsabilità genitoriale. Nella maggior parte dei casi, un legame privilegiato.
I nonni “quotidiani” non sono di quelli che si godono solo il bello: feste e regali. A loro toccano anche capricci, impuntature, pianti, malumori e influenze. Ed hanno un loro modo di risolverli: non migliore o peggiore, ma di sicuro diverso da quello dei genitori. I bambini sanno sempre adeguare i loro comportamenti all’adulto di riferimento in quel momento: e così capita che non siano gli stessi quando stanno con mamma e papà rispetto a quando sono con i nonni. E questo aspetto può essere molto educativo: imparare ad adeguarsi al contesto e a relazionarsi in modi diversi, è uno spunto interessante nella crescita.

I nonni che si occupano dei nipoti, stabiliscono con loro un legame affettivo molto profondo: come se l’incontro tra queste due generazioni, quelle meno “affannate” a correre dietro agli obiettivi del quotidiano, le avvicinasse e creasse una complicità particolare.
Nonni e nipoti hanno una loro quotidianità, fatta di attività, di luoghi e magari di silenzi che costruiranno i ricordi di una vita. Crescere con i nonni accanto è un modo per familiarizzare con la vecchiaia, per abituarsi a considerarla una piacevole normalità: è un’occasione culturale, oltre che umana.
Il luogo comune dei nonni che viziano i nipoti, forse è meno vero per quei nonni che condividono la quotidianità dei bambini: loro devono comunque assumersi un ruolo educativo, che invece i nonni che si vedono occasionalmente possono evitare.
Chi decide di affidare i propri figli ai genitori o ai suoceri, deve accettare che questi non sono dei semplici baby sitter, esecutori di direttive, ma sono legati affettivamente ai nipoti e comunque si sentiranno investiti della loro educazione e crescita. Affidare un bambino ai nonni ha una valenza diversa che affidarlo all’asilo o alla tata: esprime la scelta di dare spazio e di creare lo spazio perchè nasca e cresca una relazione profonda. Ed, in fondo, è un modo anche per affidare i nonni ai loro nipoti: spesso da questa relazione i nonni traggono nuove energie, motivazioni ed esperienze diverse da quelle vissute da genitori. Scoprirsi educatori con meno responsabilità, conferisce una piacevolezza diversa al ruolo e magari un’allegria che genitori stanchi non sono in grado di garantire.

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21 thoughts on “Nonni quotidiani”

  1. Ci sono nonni che sanno fare i nonni e lo vogliono fare e nonni che non lo sanno fare e non lo vogliono fare. Se si ha la fortuna di avere almeno un nonno che voglia esserlo, allora il beneficio per i bambini è totale. I bambini vedono nei nonni il loro amico di giochi, quello che racconta loro filastrocche, che canta canzoni, che ricorda giochi antichi e passati. I nonni sgridano, ma difficilmente urlano; i nonni stabiliscono limiti, ma non impongono la loro volontà; i nonni raramente si arrabbiano; i nonni vedono nei loro nipoti il successo della loro vita.

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  2. Mia figlia, quando sono tornata a lavorare, dai 12 mesi fino ai tre anni è stata coi nonni.
    La scelta del nido (so che ne avete parlato) non è stata contemplata.
    Quando lei stava con loro io mi sentivo sicura. Sicura che fosse amata, anzitutto, e ben educata, anche se i nonni sono sicuramente più tolleranti coi nipoti di quanto lo siano stati con noi figli..
    Ora, all’ultimo anno di materna, ci sono un po’ meno. Dal prox anno poi, se tempo pieno sarà, il loro aiuto si diraderà ulteriormente. Però questo mi spiace. I legami affettivi vanno coltivati e sono quelli che nel tempo ti forniscono le radici per superare i venti forti della vita.
    Lunga vita ai nonni, dunque!

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  3. I genitori di mio marito sono sempre disponibili. In quelle due ore di buco (mio marito va a prendere patacecio, mangiano insieme, poi verso le 14 arrivano i nonni) prima del mio rientro stanno con lui. Qualche volta vengono un pochino prima e mangiano insieme, io lascio preparato tutto per il mangiare della truppa. Primo e secondo sono nel frigo. La dieta la decido io!!!

    Faccio tante raccomandazioni, soprattutto di non dargli tutto vinto..E’ l’unico nipote che hanno, mio marito è figlio unico e si sa che la voglia di viziarlo è tanta! Devo dire che vengo molto rispettata e non sorgono problemi.

    Mia madre viene ogni tanto, non è in formissima e non può fare molto da babysitter..
    Mio padre vive in Inghilterra (i miei sono separati) ed il rapporto è più conflittuale. Mi dà fastidio che lui venga qui ogni tanto per vedere il nipote, togliendolo alla sua routine solo per i suoi comodi. Non si può fare il nonno part-time chiedendo tutti i privilegi del nonno fulltime..Mi riservo anche io magari di commentare il futuro post tra rapporti nonni/genitori in un secondo momento.

    Di bello c’è che Patacecio cerca i nonni, soprattutto quelli paterni cui è attaccato e trovo davvero sano questo attaccamento..
    Sarebbe piaciuto anche a me avere questo tipo di affetto

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  4. Come ho già detto, io ho la fortuna di avere due nonne a metà strada. Tutte e due su per giù a 15 km da noi. Vicine per ogni necessità, lontane abbastanza per avere tutta la privacy del mondo. A parte la nonna materna di cui ho poca fiducia (e fatico a lasciarle soprattutto la piccola), la nonna paterna è una nonna a pieno titolo, non baby sitter, non occasionale. Settimanale o bisettimanale, ecco. Tiene le bambine se lavoriamo e non sono ad asilo o nido (qualche sabato, e a volte anche un altro pomeriggio). Viene a trovarci a volte. Insomma, la vediamo ogni settimana, però non più di un paio di volte. Presente, il giusto. Conosce le bimbe, le coccola, le vizia, non esagera. La nonna materna è diversa, la vediamo ogni settimana (andiamo noi però) ma le vede quasi sempre in nostra presenza. Poi qualche volta d’estate la grande si fa una vacanza dalle nonne, due o tre giorni da una e due o 3 dall’altra.
    Insomma, un grande aiuto, una presenza vera, senza che le nostre vite siano legate a filo doppio.

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  5. Ma per i rapporti nonni quotidiani/genitori vi ho promesso un altro post… e non sarenno rose e fiori! 🙂
    Qui volevo parlare del rapporto nonni/bambini, e quello spesso (ok, non sempre) è davvero speciale!

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  6. nonni lontani di entrambe le parti, sfacchinate ecorse incredibili per far quadrare tutto. Adesso è venuta mia mamma a trovarci per i gironi fra capodanno e la befana e già non la sopporto più anche se lei porella si dà da fare, ma mi irrita è nel mio spazio privato….sì mi fa comodo cucini e guardi puffolomeo ma vorrei che lo facesse e poi sparisse a casa sua…invece viene da lontano e deve stare a casa con noi. beato chi li ha per il risparmio e l’aiuto ma siprattutto perchè la sera torna a casa un po’ più fresco e per chi non ci crede provi senza!

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  7. nonni sotto il pavimento anche per noi… ma in questo caso sono i nonni paterni… sarà per quello che io, da madre, vivo questo rapporto in modo molto più conflittuale rispetto a quanto descrivi nel post… però è vero: Princi ha con loro un rapporto speciale, soprattutto con il nonno… un po’ meno con la nonna, che in effetti è una donna moooolto particolare che anche io solo a fatica sopporto (e a volte mi viene il dubbio di trasmettere inconsciamente anche a Princi questo senso di mal sopportazione). Gli altri nonni, i miei genitori, sono invece distanti, distantissimi. Sono stati con noi durante tutte le feste di Natale e Princi, a solo due anni, è riuscita a trovare subito un grande feeling soprattutto con la nonna.
    Io sono cresciuta praticamente senza nonni e, nonostante gli enormi conflitti che vivo ogni volta che sono costretta a lasciarla con i nonni, o ogni volta che mi rendo conto che i nonni paterni, non avendo studiato, potrebbero trasmetterla una serie infinita di errori, mi rendo comunque conto della ricchezza infinita che possono offrirle e mi si stringe il cuore ogni volta che penso al fatto che, soprattutto il nonno materno, non sta bene e potrebbe lasciarci prima che lei ne mantenga memoria…

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  8. “Un nonno su 4 risiede entro un chilometro di distanza dai nipoti”…io direi il contrario, una famiglia su 4 va a risiedere (più o meno deliberatamente) a meno di 1 km dai nonni!
    Noi abbiamo entrambi i tipi di nonni: quelli lontani (i miei genitori, che vivono al nord), che sono mediamente poco invasivi.
    Poi c’è la suocera che va a prendere la Piccola Peste al nido, perché io torno tardi.
    Devo dire che il suo aiuto è provvidenziale, non solo in termini economici (nido + baby sitter = vendere un rene); io ho un bel ricordo di mia nonna che mi aiutava con i compiti e spero che anche mi figlia l’avrà.
    Il problema è che di carattere è un po’ invadente in tutte le cose, quindi anche nell’educazione della Piccola: se fosse per lei starebbe sempre in braccio e starebbe a casa al minimo starnuto.
    Capita quindi che sia un po’ irritante, tipica la frase: “voi siete i genitori, però…”. Basta tenere duro e ribadire che sì, siamo noi i genitori. Al terzo tentativo di solito desiste.
    Non so come andrà quando la Piccola sarà più grande e le differenze di approccio educativo saranno più evidenti, ma per ora non ho il tempo e le forze per pensarci!

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  9. Io sono una mamma single. Ho 21 anni, purtroppo non studio più, e per ora non lavoro. Non posso fare altro che vivere, almeno per il momento, con i miei genitori. So che non è una cosa del tutto positiva, perchè vedo che crea un po’ di confusione in mia figlia, che è ancora piccola e si trova davanti a 3 adulti (4 con mia sorella) a cui non riesce ancora a dare un ruolo. Io passo tutto il giorno con lei, ma quando mia madre torna dal lavoro la piccola allunga le braccia verso di lei. Ho paura di non riuscire ad essere il suo punto di riferimento. Senza di loro però non ce l’avrei mai fatta. Essere una madre sola è molto dura…

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  10. Vivo sullo stesso pianerottolo con i miei suoceri, quindi li posso definire nonni quotidiani ma ho sempre cercato di usare e non sfruttare la loro vicinanza. Per assurdo ho amiche che pranzano o cenano dai genitori molto più di quanto non capiti a noi. Prima della nascita del nano stavamo giorni e giorni senza incontrarci. Certo per chi come me ha un lavoro a tempo pieno con orari sostanzialmente rigidi avere qualcuno a cui bussare quando ti svegli con bambino febbricitante e tu non puoi proprio restare a casa … è un gran sollievo. Ma non ho mai delegato i momenti peggiori: ad es. con un bimbo praticamente insonne non me la sono mai sentita di farlo “non dormire” dai nonni almeno per i primi 4 anni di vita (e negli ultimi 2 sarà successo 4-5 volte). Non chiedo che facciano i baby-sitter serali se non rarissimamente. Non ricevo (giustamente) aiuto per lavori domestici o per la cena. Mia suocera è una persona discreta, che difende molto più me di suo figlio, spesso troppo tenera con il mio piccolo terremoto ma è ormai parte integrante della nostra vita e va bene così.
    I miei genitori sono la versione “rigida” dell’essere nonni, così come lo furono come genitori. Però qualche strigliata ogni tanto al nano non fa male! Li vediamo meno anche se vivono a meno di 5 km., perchè io riesco a mantenere con loro un rapporto ragionevole solo a piccole dosi!
    Sarà che io di nonni non ne ho avuti, per ragioni di lontananza o malattia, quindi mi piace l’idea che mio figlio viva questo rapporto a volte complesso ma sempre di grandissimo amore.

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  11. I miei figli hanno la fortuna di avere tutti e due: nonni distanti e nonni quotidiani. I nostri nonni quotidiani sono esattamente come li descrivi tu. Il Grande è cresciuto praticamente con loro fino ai 3 anni, la Piccola è andata al nido ma tuttora nella loro quotidianità i nonni sono una presenza costante e arricchente. E’ molto vero quello che dici, è anche “un modo anche per affidare i nonni ai loro nipoti”.
    E, nonostante le piccole incomprensioni e insofferenze (anch’esse quotidiane), anche il mio rapporto con i miei genitori è molto migliorato da quando loro sono i nonni dei miei figli, e si è creato un rapporto di vero affetto anche tra loro e mio marito. Insomma il mio bilancio è molto positivo. La cosa strana è che non avrei mai immaginato di poter arrivare a una situazione come questa prima di avere dei figli…avevo in mente una grande autonomia…

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  12. Totalmente d’accordo con quello che scrivi.
    Noi abbiamo scelto di non affidare TopaGigia ai nonni come educatori. In realtà non ne avremmo avuto la possibilità neanche volendo, nessuno dei suoi nonni sarebbe stato disponibile, ma comunque è una scelta che non abbiamo voluto fare. Li vede comunque spesso, anche se non quotidianamente (specialmente mia madre, che è quella più vicina), e le ingerenze nel tipo di educazione sono inevitabili. Sembra quasi che i nostri genitori vogliano insegnarci per forza il mestiere (e farlo davanti ai bambini è la cosa più sbagliata del mondo) senza rendersi conto che quello che accomuna TUTTI i genitori è il profondo desiderio di non ripetere i peggiori errori subiti…

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  13. ecco, noi di nonni ne abbiamo due, che sono i miei, ma visto che sono separati rivestono proprio i due ruoli… e anche se può sembrare strano quello “vicino” e “quotidiano” x me è moooollto più facile da gestire… devo un po’ capire perché!!!

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