Non solo mondiali di calcio, viaggiare con lo sport

olimpiadiBella gente tra pochissimo cominciano i mondiali di calcio e non possiamo fare finta di niente, anche se ci professiamo ignoranti in questo sport, anche se vogliamo essere kontro, anche se è estate. Le situazioni di questo tipo ci fanno sentire un po’ più atletici e scattanti, ci fanno gonfiare il cuore e rendono le parole dell’inno di Mameli molto più vere.

Nonostante siano anni che non segua più il gioco del pallone, soprattutto perché le numerose polemiche e gli scandali mi hanno fatto passare la voglia di considerarlo uno sport vero, ebbene quando ci sono queste occasioni ultra nazionali io mi faccio prendere.

La trovo un modo per viaggiare pur rimanendo fermi davanti alla tv, perché conoscere il paese ospitante o solamente veder passare squadre di ogni continente, è un modo meraviglioso di aprire la mente e lo spirito.

Sono stata fortunata e con lo sport ho avuto modo di viaggiare molto; certo non si tratta di turismo di approfondimento perché nella maggioranza delle occasioni ho avuto modo di vedere poco delle bellezze caratteristiche del paese in cui mi recavo, avendo tempi ristretti e impegni precisi. Però proprio da quello ho iniziato a imparare a programmare un’uscita, a organizzare una valigia, a sapere come comportarmi lontano da casa. Prendere un treno è un’avventura strepitosa, che può trasformarsi in un incubo se affrontata con angoscia e senza il minimo senso pratico. Non parliamo poi di quanto sia difficile muoversi in un paese di cui non conosci la lingua: Totò e Peppino non se li sono inventati mica per caso!

Praticare l’attività sportiva porta in alcuni casi ad avere l’opportunità di avvicinarsi a culture e società molto diverse dalla nostra; non è così difficile che fin da molto giovani i ragazzi possano essere coinvolti in tornei internazionali, anche come organizzatori.

Ricordo benissimo le meravigliose giornate passate insieme a coetanei di tante nazionalità differenti: russi, francesi, svedesi. Le grandissime risate per superare lo scoglio della lingua e trovare un terreno comune molto più immediato dell’inglese; rimanere a bocca aperta per consuetudini diverse dalla mia, per modi di fare. Il solo fatto di avere a che fare con individui che possono farti conoscere abitudini differenti è una ricchezza avvicinabile da tutti, poco costosa ma di ineguagliabile valore.

Lo scambio di vedute porta sempre a un miglioramento, e non mi riferisco al risultato sportivo ma soprattutto alla capacità di aprirsi e includere chi è diverso.

Ho sempre pensato che chi ha la possibilità di viaggiare in fondo ha una marcia in più, ora più che mai guardando mia figlia crescere e sognando per lei che possa girare il mondo. Ma viaggiare ha molte declinazioni possibili, bisogna essere disposti ad aprirsi e donare un pezzettino di sé agli altri con umiltà e la curiosità di imparare cose nuove. Viaggiare non è solo muoversi e macinare milioni di chilometri, viaggiare è uno stato della mente.

 

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