Non etichettiamo i nostri figli, please

Cosa succede ogni volta che definiamo i bambino con un appellativo negativo? Bambini testardi, obbedienti, curiosi, tremendi, paurosi. L’effetto di queste etichette sulla loro crescita è molto più importante di quello che pensiamo.

Un bambino di 2 anni va dal suo amichetto e, dopo averlo spinto e buttato per terra, gli prende il camion con cui stava giocando. Il rimprovero dell’adulto di turno arriva immediato: “Non si fa così. Sei cattivo!”. Vorreste mettere la camicia nuova che le ha regalato la nonna alla vostra frugoletta di 3 anni che si dimena e si rifiuta: “Sei proprio testarda!”. Vi riconoscente anche voi in queste frasi?

Il problema è che quando etichettiamo negativamente i nostri bambini, non facciamo altro che incoraggiarli nel loro comportamento sbagliato. Se sono cattivo, allora posso comportarmi da tale. Forse al bambino che ruba il camion al suo amichetto, mancano le parole per esprimere l’intero concetto: “Oh che bel camion! Come mi piacerebbe giocarci un pochino! Me lo presti per favore?!”. E forse la bimba proprio non sopporta quella bella camicietta a fiori rossi e blu, perchè ha già sviluppato un proprio senso del gusto. E allora che fare? Proviamo ad esercitarci a cambiare gli aggettivi negativi in positivi. Qualche esempio può essere utile.

Cambiare gli aggettivi negativi in positivi

Se invece di dire TESTARDO diciamo tenace mettiamo in evidenza una caratteristica che può essere decisamente positiva. A pensarci meglio, la tenacia di vostra figlia potrebbe quella qualità che le permetterà nella vita di raggiungere obiettivi impensabili ad altri. Chi non vorrebbe una figlia tenace!

Un bambino IMPAZIENTE o INTOLLERANTE potrebbe tranquillamente essere definito esigente, una qualità che in molti lavori è praticamente indispensabile. Mentre uno che si DISTRAE FACILMENTE ha sicuramente un grande spirito di osservazione per il mondo che lo circonda. Un’IMPICCIONE è necessariamente curioso, e la curiosità è la spinta più forte di ogni scienziato che si rispetti. Provate a pensare ai lati che considerate negativi dei vostri figli, fate una lista e provate a modificare ogni aggettivo in uno positivo:

Inflessibile —- Deciso
Polemico —- Hai delle opinioni molto marcate
Imprevedibile —- Flessibile, creativo
Rumoroso ——— Entusiasta
Ansioso, pauroso —- Cauto

La lista è potenzialmente infinita. E aiuta in molte applicazioni. Se la maestra vi dice che vostra figlia si lamenta molto, rispondetele che anche voi avete notato che è molto analitica. La maestra vi guarderà con gli occhi di fuori, ma forse poi inizierà a cambiare il suo punto di vista e a considerare vostra figlia in modo più positivo.

Ovviamente allo stesso tempo direte a vostra figlia che apprezzate molto le sue capacità analitiche, ma che è bene imparare a non esprimere sempre tutto a voce alta. Cambiare gli aggettivi in positivo non vuol dire perdonare tutto ai nostri figli, vuol dire insegnargli ad usare al meglio i propri pregi, invece di combattere con i propri difetti.

A me piace pensare a mio figlio come “pieno di energie, creativo, tenace, perspicace….” Eh eh eh, non vi dirò gli aggettivi che usavo all’inizio però.
Siate creativi e vedrete che invece di perdere le staffe, riuscirete a guardare ai vostri figli con occhi più benevoli.

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13 thoughts on “Non etichettiamo i nostri figli, please”

  1. questo blog mi piace tantissimo e il post è geniale. Aspetto la mia piccola per giugno e a leggere lo spazio genitori sbroccano mi è venuta un po’ d’ansia…sarò in grado di sostenere la stanchezza, le situazioni difficili? le persone che scrivono mi sembrano tutte eroiche.
    per fortuna nel blog ci sono anche tantissimi spunti utilissimi come questo! che rincuorano non poco 😉
    l’esperienza che si vive con i figli mi sembra un’occasione irripetibile di analisi e crescita di noi stessi. Non riesco a pensare ad altre situazioni che ti facciano (o possano potenzialmente farti) riflettere sulla tua debolezza, pavidità, tendenza alle scorciatoie…ma anche forza e capacità di cambiare.
    Non mi tiro indietro. Mi chiedo però…e tutti gli altri che stanno intorno ai nostri bambini? avete fatto l’esempio del supermercato, della maestra d’asilo, dei nonni, dei papà! ci vorrebbe una super coerenza di comportamento di tutti! basterà mandare a tutti il link a questo blog, o fare fotocopie! 🙂
    Io non conosco nessuno o quasi che metta in pratica dei comportamenti tanto sensati. Forse perché nessuno li ha usati con noi, dal momento che l’educazione dei piccoli era forse un tempo meno riflettuta e più istintiva…
    L’uso della minaccia, dell’elogio fine a se stesso o manipolatorio, l’alzare la voce, l’etichettare..sono all’ordine del giorno tra le persone migliori…forse sanno che dovrebbero fare diversamente ma non gliela fanno? mi sono ritrovata a permettermi di sbottare con amici: “non minacciare il bambino!” (per fargli fare quello che vuoi tu, tipo dare il famoso bacino all’ospite, che sarei io… questa è una cosa che odio.. di solito lo rifiuto prima… tipo: “bambino dai un bacio a Carlotta!” e io: “nono, non ci conosciamo ancora bene”..insomma potrà essere una loro scelta se avere un contatto intimo con una sconosciuta! )
    e io, perché dovrei riuscire ad essere migliore di loro?
    Grazie per il vostro fantastico lavoro.

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    • @Carlotta una persona illuminata come te, non potrà che essere una brava mamma. Con alti e bassi, facendo cose giuste e cose sbagliate, ma certamente perfetta per tuo figlio (o figlia). In bocca al lupo!

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  2. Che bel post! mi piace molto questo punto di vista pollyanna-style…
    Devo impegnarmici perche’ spesso mi capita di apostrofare il puccio come lagnoso…devo trovare un aggettivo positivo corrispondente!

    Io finora invece avevo usato una tattica differente, ovvero descrivere il gesto, la situazione particolare in negativo, piuttosto che il bambino nella sua interezza. ma questo mi piace di piu’!

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    • @Paola in realtà credo che la cosa migliore sia quella di descrivere il gesto piuttosto che appiccicare un’etichetta, proprio come fai tu. Però c’è una caratteristica che tendiamo ad apostrofare in modo negativo, è un buon esercizio quello di trasformarlo in positivo, prima di tutto per noi stessi, perché riusciamo a guardare ai nostri figli con occhi diversi, ma anche per trovare il modo di insegnargli a coanalizzare in modo positivo quelle che sono le loro caratteristiche. La lagna però non è detto che sia una caratteristica caratteriale, potrebbe essere piuttosto un modo per attirare la tua attenzione, e in quel caso puoi aiutarlo a trovare un modo migliore.
      Per quanto riguarda l’elogio o la critica ad un comportamento, prova anche a leggere questo post: Come elogiare i bambini.

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  3. Silvia, queste cose che Serena ha scritto qui, me le ha insegnate lei per prima, quando ero nel caos più totale… Per me è stata una rivelazione e, come abbiamo già scritto in un post, in fondo quel momento è stata l’origine di questo progetto genitoricrescono.

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