#momcamp

Momcamp, non momcamp.
Ne ho sfiorati almeno due. Quest’anno ce l’ho fatta.
E ho scoperto che come molte cose che ti accadono da quando sei mamma, passare UNA giornata al Momcamp significa viverne almeno tre o quattro in parallelo (del genere: ho due ore libere, quindi le dedico a me stessa, al blog, al silkepil, alla casa…. avete presente?). (non sono l’unica che lo sostiene, anche Smamma su DonnaModerna ha scritto “un giorno non basta” – oltre a citarci!)

Sono rientrata frastornata ma contenta, piena di idee e progetti. E soprattutto la promessa a Silvia di raccontare per GC quello che ho visto al MomCamp.

C’è il Momcamp “evento”: ossia la possibilità per quasi 200 donne che normalmente si scambiano confidenze, emozioni, sensazioni ed elucubrazioni via rete di stare assieme, senza (o quasi) prole / lavoro / pentole fischianti (tra parentesi, una domanda: è un papà quello che nel secondo video dice “sono qui a fare il babysitter?” no perché non ci siamo per niente, eh? mio marito lo guardava sabato sera e diceva “ma che babysitter, sei il papà e tieni i tuoi figli mentre tua moglie fa dell’altro!). (L’altra faccia del Momcamp…)
Possibilità, comunque, quella di conoscersi che è connessa a quella di dare un volto e una presenza in carne ed ossa a tanti pensieri che hai letto (e quindi di essere connessa tu stessa a dei pensieri a delle emozioni a delle storie), con il dubbio fondamentale: sarò troppo sfigata rispetto a come mi dipingo?
L’effetto è a metà tra la gita e la classe: ti attardi fuori dalla sala convegno perché vuoi aspettare quella che conosci o quella a cui vuoi presentarti (finalmente) dal vivo, poi entri (e cerchi posto infrattata tra chi conosci), poi ri-esci con la scusa di un caffé per finire una confidenza iniziata via web, poi ritorni e ti siedi e ti metti a far battute, facce buffe e a scovare nel gruppetto attorno a te chi fa l’indisciplinata. Poi ri-esci perché vuoi conoscere un’altra e via dicendo.
Pochissime, come in ogni scuola che si rispetta, le secchione che stanno a sentire davvero tutti gli interventi…
Questo Momcamp trova il suo sfogo naturale nel pranzo a buffet…

C’è il Momcamp – Momcamp, quello delle iscrizioni, degli interventi, del blog.
Due cose: il blog senza Piattini non avrebbe preso questa linea ludico spassosissima che ha da un paio di mesi in qua (scusate, è un po’ che ce l’ho dentro …).
Il Momcamp Momcamp, d’altra parte senza una Jolanda non si fa.
Perché (e grazie a Silvia che m’ha obbligato a parlare, se no questa parte me la sarei persa) io mi chiedevo come si facesse a starci tutti in 8 minuti di intervento. Poi ho scoperto.
E’ la professionalità di una trimamma esperta come Jolanda a gestire il tutto: ti presenta con calma, segue il tuo speech con uno sguardo innamorato e quasi apprensivo per 5 minuti, poi inizia a pensare all’altro figlio opps speech. Al suono del timer (che non è tarato su 10 minuti), le compare un fumetto sulla testacome per dire “mo lo finisci sto cazzo di speech”, al settimo minuto si mette sulla punta della sedia, pronta a placcarti se provi ancora a dilungarti…
Il Momcamp – Momcamp è preciso, ricco, perfetto, a ruota libera. Location splendida, pranzo praticamente un matrimonio (con conseguente botta di sonno agli speech delle 15).
Ovviamente però l’invito ad uscire subito dopo lo speech per andare da MammeinRadio mi ha amplificato l’effetto gita. Mi spostavo come un saltarello tenendo come àncora Silvia (che si sarà detta “ma devo farle da babysitter a questa qui?). E soprattutto mi sono persa Yeni Belquis. E non me lo perdono… anche perché…

C’è il Momcamp – Tema. E quest’anno non era uno scherzo. (Qual è il futuro delle mamme in rete?) Tanto che da quando è uscito io mi arrovello su piani di prospettive sociologiche, filosofiche e psicologiche…
Sono persino riuscita a capire il primo contrappunto di SuperMamBanana, per l’occasione!
Insomma, la prospettiva di lanciare uno stimolo che avesse senso non sembrava sorridermi (questa la sintesi di Silvia la sera prima, che faccio mia : “Sono in ritardo su tutto, non sono preparata, non so cosa dirò e se ha un senso… a domani! 🙂” ).
Poi il Momcamp è iniziato e ci hanno parlato dei principi della corretta alimentazione del bambino, in particolare della merenda. E mi è partito il sopracciglio (Silvietta’s Dark Side).
No, non troverò qui posto per fare una critica costruttiva anche perché non sarei né in grado né in condizione (dopo essermi descritta come ben indisciplinata ai punti 1 e 2 potete ben capire Quanto incasinati siano i miei appunti – e poi Flavia ne ha già fatto una sintesi perfetta) però per dirvi quello che è stato il mio pensiero si: non perdiamo quest’occasione per lanciare davvero proposte che “escano” fuori dallo schermo.
Ho ascoltato tantissimi casi personali da cui trarre – con i dovuti adattamenti personali – stimolo e ispirazione ma un po’ la sensazione che avevo era che restassero dispersi, che non dessero il segnale che avrebbero potuto dare, ossia di progetti su cui confrontarsi per collaborare e provare davvero a pensare un futuro diverso non PER le donne in rete ma ATTRAVERSO (anche) le donne in rete.
Mi sono anche chiesta: e se ci fossimo confrontate su 4-5 tavole tematiche, ci saremmo riuscite? avremmo sfruttato meglio la giornata? (per citare Yeni Belqis “La mancanza di discussione è ciò che più ha ucciso i convegni accademici, rendendoli una sfilata grottesca di performance fini a se stesse.”)

Infine, il MomCamp mio (tuo, suo…).
Bombardata. Io sono rientrata bombardata. Pezzi di Momcamp (foto, video, resoconti) che raccatto da una parte e dall’altra. Pensieri e post. Persone con cui volevo stare una giornata intera. Rammarico. Ma soprattutto progetti e dubbi.
Ve ne dico solo uno, che vi lascio in forma di bozza com’è nato (e con cui ho stressato almeno metà delle persone che mi si sono avvicinate): ma se le mamme blogger sono 3000 e si piangono addosso per i 3 mesi di pausa estiva. E se le insegnanti blogger sono (?) 500 e tra loro senti che si danno pacche sulle spalle all’idea di ritornare e ripescare i (nostri) figli ormai caproncelli… non c’è un modo per ripensare quest’organizzazione sociale? Intendo dire, ormai nessuno di noi ha più i figli da impiegare nei campi, giusto? Ognuno si organizza come può, tra nonni, tate costosissime, campi scuola e giorni di ferie che mancano sempre (Lucciole e lanterne aveva pure fatto i conti). E corre corre corre fino a settembre. Da settembre, ogni insegnante corre corre corre per portare avanti il programma.
hmhm.

Non è che possiamo trovare un modo per capire se si può dilatare il tempo della scuola diminuendo la pausa estiva? Lo so che mi dite: ma il posto non è il web, ci sono i sindacati, i professori di mio figlio sono odiosi, i genitori non sono mai disponibili… Respiriamo.

Qual è il futuro delle donne della rete?
Produrre idee facendole circolare talmente tanto finché non prendono forma di progetto. E quando escono dal web sono ormai pronte ad affrontare stereotipi e scetticismo e pregiudizi. Non esiste più la mamma del Mulino Bianco. O no?

Silvietta – qualcosa sta cambiando

NOTA a piè di pagina di Silvia. Ho affidato il resoconto del Momcamp a Silvietta, un po’ perchè così avrei potuto riposarmi di più ieri ( 🙂 ) non avendo il post da scrivere, ma soprattutto perchè mi ha affascinato il suo modo di essere lì al momcamp: sembrava avere delle antenne in funzione pronte a captare ogni sensazione, umore, idea, prospettiva, particolare, con l’espressione di chi è permeato da tanta naturale ironia, da potersi permettere di prendere sul serio tutto.
Nonostante Silvietta scriva i suoi post per noi da quasi due anni, è stata la prima volta che ci siamo conosciute di persona e per me è stata una piacevolissima scoperta. Da oggi però la chiamerò Dark Heidi, per quel suo viso angelico consono a chi vive in solida armonia tra le vette incontaminate della Vallèe, unito allo spirito da dark lady che le sfugge dai lampi nello sguardo.
La ringrazio per questo brillante resoconto, da cui emerge proprio lo spirito di questo momcamp: troppa roba per stare tutta in un giorno. Ora l’impegno è far uscire tutto questo troppo dalla rete e farlo andare libero per il mondo.
Voglio solo aggiungere qualche ringraziamento personale: a Iolanda Restano e Paolo Prestinari di Fattoremamma, organizzatori impeccabili; a Veronica Manager di me stessa, diventata conduttrice per un giorno (ma visto il talento, penso che ripeterà l’esperienza) di Mamme In Radio, che mi ha sottoposto all’intervista più sostanziosa che mi sia mai capitata (leggete anche questo suo post e guardatevi le foto); Elisa Mestieredimamma, l’altra nostra collaboratrice che avevo una gran voglia di conoscere; e soprattutto a tutte quelle tantissime persone che si sono avvicinate solo per dirmi che su genitoricrescono facciamo un buon lavoro. Ecco, posso dirlo? Mi avete commosso. Perchè vi è venuta voglia proprio di venirmelo a dire e sapevate che ne sarei stata contenta. E’ come se mi aveste portato, ognuno, un regalo, proprio per me. Grazie a tutti.

I video sono qui

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24 thoughts on “#momcamp”

  1. il mom camp mi è piaciuto tantissimo però anch’io mi aspettavo di più da chi ha parlato, non sò se si dovrebbe decidere molto tempo prima il tema per avere tutto il tempo di organizzarsi, studiare, testare, e poi l’ho detto già a jolanda mi piacerebbe poter rispondere agli speech anche solo un minuto per renderlo più un dibattito che una conferenza al prossimo mom camp e la prossima volta verrò prima mi sono persa l’intervento di mammafelice 🙁

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  2. @a casa di clara: grazie! troppo buona

    @chiara di nome: grazie anche a te, ma quanti complimenti (troppi?) per quanto riguarda le proposte, ci sto pensando… grazie per la fiducia!! un abbraccio e. ..alla prossima!

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  3. Silvietta io sono stata felicissima di conoscerti e mi ritrovo nella descrizione che fai dell’atmosfera del camp. Mi piacerebbe approfondire le proposte che fai per uscire dalla rete e aggregare tutte le energie e le idee che ci sono.
    Mi piace la definizione di DArk Heidi data da Silvia, ma più che come una dark lady io ti ho vista come una Heidi intelligente, energica, consapevole, magnetica.

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  4. scusate, ovviamente mentre ho iniziato a scrivere si sono svegliati entrambi. Volevo dire: dando per scontato che sono d’accordo perchè ho iniziato ad odiare l’estate da quando ho figli, mi rendo conto che se vogliamo portare avanti una proposta del genere dobbiamo aprire un bel dibattito e tenere conto di mille e più “nodi” culturali che vanno oltre l’organizzazione spiccia di chi-sta-con-chi e chi-fa-cosa. Non ho mai capito, ad esempio, come mai altri paesi europei hanno calendari scolastici invidiabili e poi li si vede in giro (da turisti) almeno per 5 mesi l’anno. Occorre scoprire l’inghippo 😉

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  5. @silvietta: è na roba davvero complicata. io ad esempio avrei il terrore di avere solo un mese estivo libero da scuola: sai quanto possono costare le vacanze in quel mese?? per me le vacanze sono sacre 🙁

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